Vita Nova - anno I - n. 5 - 1 giugno 1925

, .... Come sempre, anche qui. la base di questa concimazione è il letame ; però deve venire opportunamente completato con concimi chimici. Una buona formula di concimazione riferita ad ettaro può essere la seguente: letame Kg. 40.000, perfosfato minerale 400-600 Kg., cloruro potassico 200-400 Kg., che, naturalmente dovra opportunamente essere modificata a seconda delle peculiari caratteristiche dei terreni nei quali somministrasi. *** - La carciof aia, generalmente non entra a far parte delle ordinarie rotazioni. Soltanto nel caso sia o diven_ga annuale, potrà tener~ il posto di una sarchiata .. Di regola non vi viene consociata alcuna pianta. Si moltiplica per seme, per ovuli, ( occhi cabosses dei francesi), per polloni o carducci. , La moltiplicazione per s~me, nella ordinaria coltura non viene effettuata, dando luogo a produzioni degeneri ; ·quella per ovuli è, può dirsi, caratteristica delle zone meridionali (consiste nello staccare nell'agosto dalle piante a fusto secco un pezzo di apparato radicale da piantarsi alla distanza desiderata), mentre quella per polloni o carducci, essendo la migliore, è la più frequentemente usata. Consiste nello staccare i polloni dalle piante madri (a.vendo cura di scegliere le più vigorose ed immuni da malattie) colle mani ed in modo da asportare il rizoma assai aderente alla pianta (perchè le gemme che trovansi sui monconi darebbero dei nuovi carducci che le danneggierebbero) che, una volta cosi staccati, vengono opportunamente piant.ati. li piantamento dei cardetti. generalmente facendosi la concimazione per pianta, viene eseguito colla vanga, colla quale si aprono delle buche nel fondo delle quali si mette il concime e poi la piantina che si interra e rincalza (riempiendo le bocchette con terreno frammisto a concime). Le distanze alle quali le piantine sarà bene risultino po• tranno variare: fra le file, dai 90 cm. ad 1,20, e sulla fila, dagli 80 ai 90 cm. Onde facilitarne l'attecchimento, si suole inaffiarle con una soluzione di nitrato di sodio ali' 1 per 1000. Le pratiche colturali per la carciof aia consistono: in accurate sarchiature e scerbature; nella concimazione sussidiaria in primavera (pozzo-nero in ragione di 2-3 litri per pianta, ma molto meglio nitrato o solfato ammoniaco misto a perfosfato ed a solfato potassico, in ragione di quintali 2 ; 1 t / 2 -2; 1-2 rispettivamente ad ha, da mescolarsi bene con la terra delle bocchette attorno alle piante) ; nellarincalzatura autunnale, che nelle nostre zone deve eseguirsi con cura, e nella scalzatura graduale nella primavera successiva (carciof aie pluriennali) in occasione della quale .si sopprimono le foglie guaste e i germogli superflui, osservando che la -pianta ne conservi due o tre al mlssimo e nel centro, se si vuole avere garantita una produzione abbondante e buona per qualità, il che vuol dire avviare la pianta a fruttificare su 5 o 6 branche. La cimatura delle branche principali viene da taluno consigliata. D~vesi eseguire però allorquando il carciofo di testa trovasi ancora allo stato di gemma ; tende ad aumentare lo sviluppo ed il volume dei carciofi secondari o di corona. . . . di La sfogliatura é sconsigliabile ~Imeno sino a1 ·mesi giugno o luglio. . . .. • La raccolta dei carciofi, che si effettua 1n p1u tempi ha inizio a second 1 la precocità della varieta usata, l' annata e. le modalità di coltivazione attuata, e, sempre, allor- • • quando hanno raggiunto lo sviluppo ritenuto necessario e normale. . I carciofi, appena racc9lti, debbono venire smaltiti, _ appascendo ed annerendo in breve temp~. Si po~sono però conservare per qualche giorno in locali freschi, ma non umidi, ricoprend\lli con fogli verdi. . . · . La produzione è subordinata a molti fattori, fra I quali, in modo speciale, al clima. , Riferita a pianta, come termine medio può ragguagliarsi agli 8- 1O ed a~che 12 capolini, e ad ettaro ai 90.000100.000. Le produzioni si ottengono colle varietà nostrane. Il prezzo che è possibile realizzare da questo prodotto, attualmente molto -el .valo, è sempre in proporzione della richiesta che ne viene fatta sul mercato, che è tanto maggiore quanto il prodotto è precoce. Nei principali Paesi del Mediterrano, del carciofo se ne f à: un largo commercio di esportazione e l' Italia, la cui produzione potrebbe, una volta condotta con maggior razionalità ed il suo commercio meglio organizzato, potrebbe divenire uno dei paesi più importanti non tanto dell'Europa quanto del Mondo. E ciò principalmente in virtù del suo clima prevalentemente meridionale, e della sua posizione geografica. L3 produzione totale dei carciofi in Italia pel 1922 venne calcolata in quintali 611.000 e la sua coltivazione· pari ad ha. 4480. Oltrechè per la produzione dei capolini, si coltiva anche per quella dei cosidetti gobbi o carducci, che può riuscire di qualche importanza ; gobbi o carducci, da non confon- . dersi però con quelli ottenuti dal Cardone, ( Cynara A ltilis D. C.) che di quelli riescono più voluminosi ma meno delicati. · Notevole importanza ha la conservazione dei carciofi che, potendo venire effettuata con metodi svariatissimi (fra sostanze inerti od isolanti, col freddo, coli' essicamento, coli♦ aceto, coll'olio, col calore in autoclave, ecc.), dà luogo a notevoli industrie che producono prodotti squisiti e rino- • • • • • mahss1m1 quanto ricercati. La coltura, oltreché le avversità atmosferiche, ha nemici e parassiti che la possono danneggiare. Meritano di essere ricordati: una peronospora, un oidio, un afide e due lepidotteri che generalmente non vi producono danni notevoli e che dal più al meno possono venire efficacemente combattuti. _,, I danrii maggiori gli vengono arrecati dalle talpe e dai topi campagnoli che però si possono ormai combattere con mezzi efficacissimi. Bologna li 14 maggio 1925. . r Dott. ANTONIO ZAPPI RECORDATI . - 44 - iblio eca Gin • 1 ne .. .

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