Vita Nova - anno I - n. 4 - 15 maggio 1925

I .. ,. PROF. GIUSEPPE SAITT A -. .. ... LA LIBERTÀPOLITICA E I PARTITI SERA DEL 20 FEBBRAIO 1925 ~ NELLA vecchia Inghilterra, che è la terra classica dei partiti, si è parlato di una etica dei partiti. Questa formula è stata oggetto di facile trrisione, perchè si è detto e ripetuto che i partiti, in quanto tali, non çossono a.vere dei fini etici o dei fini morali : essi obbediscono a passioni o a interessi determinati, e quindi è inutile che noi parliamo di una loro eticità o di una loro moralità. Tuttavia, malgradq l'irrisioné e lo scherno di cui è stato oggetto questo concetto, noi insistiamo nel dire che anche i partiti debbono avere un fondamento etico, o morale. Noi sappiamo che i partiti sono o esi- ,. stono in quanto agiscono. Ora l' azione, da qualunque punto di vista si voglia considerare, ha un accento o una tonalità addirittura morale o etica. Difatti tutti siamo d'accordo nel dire che i partiti debbono raccogliersi non per. comunione di dottrina, ma per comunione di volontà. Cosa si vuol dire con queste parole? Si. vuol dire precisamente che in tutti i parti.ti c'è qualche cosa di comune, e questo qualche cosa di comune è appunto la volontà di agire per il bene dello Stato. E' veto che ci sono dei ,partiti che sono . stati chiamati i partiti della stupidità, ma essi sono, per dir così, una eccezione alla regola, perchè. i partiti veramente politici hanno delle idee e queste idee non sono delle semplici astrazioni, ma sono qualche cosa. di fattivo o di concreto. Perchè i partiti esistano non è necessaria una comunanza di idee, bensl una comunanza di volere, o, come dicevano i latini_, non idem sentire de republica,sed idem velie. Il che, in parole povere, significa questo : che non importa l'opinione intor.no allo stato, ma importa solo il volere o l'agire per lo stato. Ora in tutti i partiti noi osserviamo la tendenza insopprimibile, incoercibile all'azione. Vero è, ripeto, çhe noi dobbiamo distinguere partiti e .partiti ; anzi non è raro il caso di trovare -nelle diverse epoche della storia dei partiti i quali hanno prodotto effetti deleterii ; ma, -in gen~rale, i partiti esprimono la • • 1n 1 neo • t . vita della politica, cioè della vita statale. Pure bisogna riconoscere che il partito per sè rappresenta qualche cosa di angusto, di unilaterale, di parziale, e se esso vuol vivere deve rompere di volta iri volta la scorza den_tro a cui tende a rinchiudersi. Se 1:imane,difatti, dentro a determinati. confini, é condannato ad. una sterilita di mente e quindi ad una steril~- tà di azione. Perciò la vita del partito, secondò noi, non può essere concepita che come aristocra~ zia che . ha l' anelito del meglio. Ma cosi il partito non é più un partito nello stretto senso della parola ; esso ha in sè qualche cosa di veramente universale, esso diventa addirittura capace della vita statale. ✓ Ho detto che la vita del partito bisogna concepirla come aristocrazia, perchè c' é una diversa concezione del partito, che noi possiamo .chiamare la concezione democratica, deve domina, continua, assillante, la più. vile ' delle passioni: l'invi dia. . Se noi vogliamo osservare, anche fugacemente, sia la storia antica come quella mo- · derna, ci accorgeremo facilmente che tutte le volte che ha regnato la cosidetta democrazia, c'è stata una svalutazione degli ideali più puri, degli ideali più nobili, degli ideali più profondamente umani. - · La democrazia non pub per la sua essenza o per la sua natura volere il vero progresso, il vero sviluppo. Principio difatti fondamentale della democrazia è l'uguaglianza delle teste, e perciò nei governi democratici noi scorgiamo spesso il trionfo della mediocrità : gli . ingegni veri, gli ingegni capaci di guidare le sorti della nazione, sono vilip·esi, se non talvolta soppressi. Ma se cosi è, si può. dire che il ,,vero partito che vagheggiamo, è un partito che nella realtà forse non esiste, ed é un' obbie- . zione questa che viene spontanea sulle labbra di voi che mi ascoltate. Questa obbiezione sorge perchè noi, quando consideriamo· la vi- · ta dei partiti, siamo indotti a fermarci nelle passioni che agitano gli individui che form~- no un determinato partito. \ I ... r - •

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