Vita Nova - anno I - n. 4 - 15 maggio 1925

• I Difatti. un governo mostra di essere veramente saldo, in quanto si fonda sulla opinione pubblica. Nè vale il · dire che le più grandi conquiste, i più grandi fatti sono avvenuti contro l'opinione pubblica. Cosi, per esempio, l'indipendenza italiana non era sentita dalla grande maggioranza del popolo italiano, e· lo stesso si può dire della indipendenza prussiana. ✓ Ma· qui si cade nell'errore di considerare l'opinione pubblica come distribuita in tutti gli individui, laddove per noi essa .rappresenta, invece, il fiore delle intelligenze di una nazione. Non per nulla dicevamo che la sovranità ·vera non è costituita da questo o da quell'alt(o individuo, ma è costituita dalla maggioranza, o dal trionfo del pensiero. E' il pensiero l'unico segno, l'unico dominatore dinanzi a cui noi dobbiamo addirittura umiliarci. Ora, se_ l'opinione pubblica è necessaria, -noi dobbiamo amme_tterela necessità dei partiti, e quindi non possiamo coadiuvare il su- .perbo disdegno con cui un grande pensatore, Bacone da Verulamio, trattava i partiti. Egli diceva che solo l'uomo ordinario ha bisogno di attaccarsi a qualche partito per essere elevato, ma che il forte non ne ha punto bisogno. La storia invece ci dimostra che per i popoli liberi i partiti sono assolutamente necessari, sebbene vi siano momenti nella vita dei popoli, in cui i vari partiti debbono sconiparire per affissarsi nell'unità rigida della na- - . ztone. Ma, eccettuati questi momenti straordinari, i partiti han la loro ragione di essere, perchè essi rappresentano la cosidetta opposizione al governo, e l'opposizione è critica, e la critica è necessaria, perchè la vita dello stato non sia qualche cosa di stagnante, ma qualche cosa di dinamico, di veramente vivo. Qui qualcuno potra dire: il governo come governo non rappresenta forse il partito, o un . determinato partito? . . Ecco l'illusione nella quale s1 cade: 1I governo può e deve alimentarsi ~~i singoli partiti ma esso non può confondersi tn nessun mome~to con un determinato partito, giacchè se cosi fosse noi negheremmo q_uella universalita o moralità delio stato, che ci sta tanto a cuore. Difatti non si è detto da noi che il partito come partito rappresenta la- scissur~ della vita politica d'una nazione? Ora !e ti partito si identificasse con il governo, sarebbe la rappresentazione ·più evidente e più manifesta della divisione· o della separazione, e quindi anzichè un governo nazionale noi avremmo un governo partigiano, un governo anarchico, atomistico, materialistico. Ecco perchè un governo, anche derivando_ da un partito, in quanto assume la responsabilita della sovranitJ, astrae dalla stesso partito da. cui è sorto. Cosi ai nostri giorni, il fascismo ha _prodotto un governo, ed un Go- . · verno Nazionale, ma il Governo Nazionale non si può, anzi non si deve identificare con lo stesso Partito Fascista, a m~no che il fascismo non si spogli interamente della sua particolarità, e diventi senz'altro l'espressione della vita nazionale dello Stato. , Giacchè se il Partito diventasse senz'altro Governo, noi non avrem_mo più il Governo come organismo, come anima, come centro, come idea, ma avremmo il governo distribuito nei singoli, cioè nella moltitudine, ed in tal caso il governo perisce ineluttabiln1ente. Dunque noi in quanto partito adempiamo . ad una funzione necessaria, ma non possiamo identificarci cpn la· vita stessa del governo, o con la stessa sovranita. Il nostro compito come partito è ben preciso, ed è quello di ubbidire al Governo. V , .. . - • Bi lioteca Gino Bianco

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