• .. che si avvicina al giudiziario, ed il segretariato dovrebbe essere un or~ano esecutivo. Ma viceversa troviamo, per, esempio, nell'articolo 3 che le funzioni dell'assemblea e del consiglio vengono ad intrecciarsi e ad intralciarsi : ciò che può portare ad un conflitto ; ed il segretariato, che dovrebbe essere soltanto un organo esecutivo, in realtà ha assunto una grandissima itnportanza, perchè è permanente, mentre l'assemble~ ed il consiglio si riuniscono soltanto periodicamente (l'assemblea una volta sola all'anno). I Questo fatto di essere permanente dà al segretariato un'importanza grandissima, perchè in certo modo è esso che prepara tutto il materiale da sottoporre, • rispettivamente, al Consiglio ed all'Assemblea, e quindi la sua burocrazia, da semplice esecutrice, diviene dorninatrice come accade del resto anche per altra burocrazia fuori della Società delle Nazioni. Nel segretariato poi l'Inghilterra con mol-. ta abilità è riusèita ari avere la preponderanza. Giustamente il nostro presidente del Consiglio, in un suo discorso alla Camera, ha rilevato che l' Inghilterra è riuscita ad avere non soltanto· il Direttore Generale, ma anche 226 impiegati nel Consiglio, la Fr'ancia ne ha 180, l'Italia soltanto 25, mentre neHe spese contribuisce in proporzione maggiore. Ora questo si capisce come dia luogo ad inconvenienti, e debba al,armare specialmente noi italiani. Qualcuno ha anche proposta la soppres~ione del Consig1io, ma allora si turberebbe un equilibrio che è già abbastanza artificioso, tra la rappresentanza numerica e le forze reali dei membri della società. E' verissimo che· gli stati si considerano (l'abbiamo già veduto) teoricamente almeno, tutti eguali ; ma è proprio possibile in una associazione di Stati, non tener conto del rispettivo peso specifico, ossia del peso relativo dei membri the compongono la Societa ? Questa questione si impone in qualsiasi associazione tanto è vero che in una societa ·di capitali si risolve aritmeticamente : se io sono azionista di una societa, non io cotne persona valgo, ma valgo in quanto vale l' interesse che io porto ; quindi se io possiedo cento azioni peso per cento, e peso precisatnente il doppio di un altro socio che ne possiede soltanto cinquanta. In una società di persone questo naturalmente non si può fare, m~ aHora sorge la domanda: deve proprio preva!ere il principio democratico che vuole che ·i voti si contino e non .si pesino ? Si è molto pt>rp1e~~i {I ri$pon-. I Biblioteca ino Bianco dere : la questione è già stata posta anche nel diritto interno ; e si è so levata anche alla Camera in occasione della discuss•ione dell'ultima legge elettorale proponendosi da alcuni il voto plurimo. . · E' proprio vero che _ogni elett?re debba . pesare ugualmente? çhc ~na maggiore esper.ienza polìtica ed una maggior f_ulturanon debbano valere niente? Ma se atl interno possono · iffiporsi altre considerazioni dedotte dall'uguaglianza del cittadino e dal suo fondamentale interesse alla cosa pubblica, nel diritto internazionale è possibile che il voto dell'Abissinia valga il voto deIJ;ltalia? Ognuno capisce l'assurdità della cosa; ma d'altra parte è altrettanto difficile orga~i~- zare giuridicamente, con un sistema meccantco, una gerarchia corrispondente all'importan-. . za reale degli Stati. Come si stabilisce una gerarchia internazionale ? Qualcuno l'ha tentato in altri periodi storici, ma . sempre senza riuscirvi. Un papa, Giulio II, aveva compilata una. specie di tabella di tutti gli Stati del mondo in ordine alla loro importanza, ma naturalmente questa elencazione era subbiettiva, valeva come un apprezzamento che di questa importanza dava la corte papale di Giulio II ; e non oltre .. Praticamente, nella Societa della Nazioni, alcune potenze avevano già provveduto, assicurandosi un voto plurimo; l'Inghilterra, per esempio, per quelle ragioni che ho gia detto, mettendo come membri della Società delle Nazioni il Canadà, l'Australia, l'Africa Meridionale, findia, e Regno dell'Edjaz. Ma non si poteva però ammettere che le deliberazioni più gravi fossero neJle mani degli Stati piit forti e più potenti, ed allora, come spesso avviene in questi. casi, si è ricorso ad un compromesso, vale a dire si è fatto prevalere il principio di uguaglianza nell'asse111blea ed ii principio della disuguaglianza nel Consiglio. • Si dice infatti nell'art. 3: « L'Assemblea sarà costituita dai rappresentanti dei Membri della Società. Si riunirà a ·determinati periodi e ogni volta che le circostanze lo richiedano nella Sede della Società, o che interessi la p~ce Oel mondo. Ogni Men1bro del1a Società disporrà di un voto e non potrà avere più di tre rappresentanti nell' Assetnblea. » Invece il Consiglio è costituito soltanto ' dalle maggiori potenze, che prima erano cinque, 1r1a poi, ritiratisi gli Stati Uniti sono rima~te in quattro (l;i Francia, I 'InghliÌerra, I' I-
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