Vita Nova - anno I - n. 4 - 15 maggio 1925

32 verso Gerusalemme, od i pellegrini che anda - giostra · finiva col dilettare i prèsenti senza vano ·a Roma, ed erano detti Romei. S' eran gravi conseguenze. . . . . . recati lontano, questi pellegrini, e passando Non così nei tornei. Net tornei gh scondai castelli narravano le meraviglie che ave- tri erano fatti a coppie, e tutt'attorno c'eravano viste. E c'erano anche, (ma questi nelle no dame e popolo. . corti maggiori), i buffoni, i nani, (talvolta - Alcuni giorni prima che il torneo s1 famostri di natura), che trovavano, dinanzi agli cesse, per esempio in occasione .dell'investituospiti del castello, il lazzo o il motto più o ra a cavaliere del figliolo del signore, o per ·meno spJritoso, il quale poteva per un mo- un matrimonio o altra circostanza, il messo mento allietare, finchè il signore stanco non girava per tutti i castelli vicini, e per le can1dava loro un calcio e Ii buttava· da parte. pagne e colla tromba invitava tutti per il Accanto a questo modesto svolgimento giorno e il luogo stabilito, ove si sarebbe tedella vita gaia, indarno cercheremmo una e- nuto il torneo. In questo, spesse volte accaspressione veramente intellettuale : pochissimo devano dei veri fatti di sangue, perchè l'accasi leggeva e pochissimi sapevano leggere. Del nimento dei combattenti era tale, che uno non resto mancava la quiete: il castello era in si riteneva contento se non quando aveva uccontinua agitazione, o per la guerra o per la ciso o buttato a terra l'avversario. caccia o per altri divertimenti (che n~n erano Tra il sangue sparso nelle lotte e nelle poi sempre divertimenti) come le gualdane, le continue guerre e atti di vjolenza la ca'1allegiostre, i tornei. ria rappresentò un sentimento di maggiore Le gualdane erano scorribande per le vie dolcezza: il cavaliere aveva giurato di difendella città, simili a quelle che si fanno ora dere la religione prima di tutto, poi i debopresso i popoli barbari, in onore di qualcuno, li, ed in terzo luogo la donna. e per semplice espressione di gaiezza. La gio- ' Il principio è indubbiamente elevato, perstra era un combattimento a due, fattò gene-· chè contiene il senso etico della lealtà : di ralmente con armi cortesi o spuntate, per mo- non tradire nessuno, neanche il nemico, di do che il soccombente fosse sen1plice1nente non. aggredirlo alla schiena, di affrontarlo in colui che cadeva da cavallo. Poteva nel cade- campo aperto: i canoni fondamentali della re da cavallo farsi male, ma generalmente la persona d'onore . ., • , ' • iblioteca in BianCo •

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