; • 31 decadde, la cavalleria continuò, perché era meno contingente, si attaccava più allo spirito e meno all'azione, e per questo potè durare- ancora qualche secolc, finchè poi anch'essa venne meno, più che altro per le sue esage- . . - raz1on1. La cavalleria rappresenta, specialmente, la celebrazione dell'eroe. Tende a circondarlo di un'aureola, a magnificarne le azioni e le virtù. Ma noi dobbiamo tosto, fare una distinzione tra l'eroe tramandatoci dall' antichità, come Ettore, Achille e Agamennone, e l' eroe della cavalleria. L'eroe antico quasi scompare come persona, per essere in ogni momento più presente, come espressione di una forza che è nel popolo. Orazio Coclite, Muzio Scevola sono esemp.lificazionidella forza del popolo romano, e Livio quando li descrive, quando narra le loro prodezze, non l_ofa per dire dei particolari sopra questo speciale fatto che ormai la leggenda ha esternato, ma lo fa per dire che questi eroi sono i campioni, sono le espressioni grandi, alte, che il popolo romano può dare. Il medio .evo, nella sua classe dominante del mondo germanico, è più individualista ; è fatta di individui, e perciò l'eroe esiste per le cose che egli ha realmente compite, e l'ammirazione è per lui e non per il popolo che ancora come unità etnica non esiste. · C'è una grande differenza fra il modo troiano, greco, romano, e i cicli dei Nibelunghi, di Carlo Magno e d'Artù. La diversità è grande appunto ·perchè quì si abbandona l' espressione generale di una forza che viene da ·un popolo, in quanto che vien concepita quasi, solo la forma individuale. La cavalleria nasce e deriva da questa concezione del tutto individualistica che 'è la • germanica. Certo in questo mondo germanico ci sono i più ed· i meno famosi, ma i fatti sono sempre rivolti a quei determinati individui, e poichè la cavalleria diede poi sempre ai trovatori e ai letterati una grande materia, essa suole dividersi in cicli. Abbiamo il ciclo di re Artù, che combattè valorosamente contro gli anglosassoni, e dovendo ritirarsi, trovò ospi-, talita nell'Armorica Ftancese. Abbiamo il ciclo C~rolingio,con Orlando il Paladino per eccellenza, specialmente noto per l'azione più meritoria che egli compiesse, quella di' aver battuto i Mori,· salvando cosi la religione, allontanandoli dalla Francia e dal centro della coltura cattolica. La Chanson de Roland è il poema più creativo di quanti ne siano usciti .. - Biblio eca Gino Bianco intorno a quell'argomento. La cavalleria ebbe . nei poeti una fortuna grandiosa fino a giungere ali'Ariosto ; senonchè è in grande decadenza ; poco dopo è il tracollo assoluto della cavalleria : il· Cervantes scrive il ''Don Chisciotte,,. Chi ha letto o l' Ettore Fieramosca, o la . MargheritaPusterla, o il Berchet o il Grossi e ha visto tutte quelle « bellissime ». ole0grafie del secolo scorso che raffigurano i castelli, le . scale di seta, e gli apparecchi sontuosi, deJ1a cavalleria e del mediòevo, è tratto a dire: Ma questa era un'età beata! Purtroppo la v~rità è diversa, e la storia deve distruggere un complesso enorme di Romei e di Giuliette e , di altre cose che si pensavano e si scriveva· no nel periodo nostro romantico. Questo delizioso medioevo tutto rose e tutto miele è un mito: la vita era rozza e i comodi della vita non ci furono. Non esistevano le camicie se non per eccezione, non esistevano le forchette; ciascuno immagina co- · me facessero a mangiare. Non voglio poi d·ir nulla di quei servizi che gli architetti, per usare di ttna parola eufemica, chiamano sanitari ! Quella è una vita povera, in un certo senso, rozza, e perciò tutto lo splendore che leggiamo nei romanzi e nelle poesie, va messo da bando. Non si deve tuttavia disprezzare tutto. Qualche cosa c' è ; una maggiore espressione di sentimenti. E' difficile infatti che il sentimento venga dalla folla, è piuttosto dall' individuo che è ispirato, da chi_cio_èha un sentimento dentro al cuore e sente la forza di esprimèrlo. La vita feudale si riduce per i signori, per i feud~tari, ad un complesso di esercizi generalmente di forza, e quasi solo di forza, perchè non c'è un periodo più crudele. La vita era abbastanza variata per i signori, per le c~stellane molto meno·: ogni tanto però passavano i trovieri, i quali avevano accesso sempre, e i poeti che trovavano le rime e facevano il complimento adorno di gentili parole davanti a coloro che componevano la piccola corte del castello. Poi i trovieri da un castello vanno all'altro, e ce ne sono alcuni che acquistano gran nome (per esempìo il Vantador) come improvvisatori di bei versi. Questa loro poesia doveva fare molta impressione perché i versi erano detti · in. lingua nuova, cioè od · in provenziale od in lingua francese antica, o in µno dei nostri dialetti nordici. Dai castelli passavano anche i pellegrini che andavano a S. Giacomo.di Campostella o .. ..
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