Vita Nova - anno I - n. 4 - 15 maggio 1925

• • - 27 - pate e atte alle armi ; un terzo contingente era dato dai territori propri, cioè da quelli costituenti il feudo del signore, e poichè I'imperatore era quasi sempre re, da tutti coloro che dipendevano da quel reame. I soldati, che dovevano essere condotti dai feudatari o dal marchese o dal conte, si riunivano presso il re, e di li partivano per andare a combattere. Il s9ldato doveva pensare alle armi e portare con sè anche i viveri per tre mesi ; non era una cosa molto facile, tanto più che l'imperatore orçlinava che nessun soldato che partecipasse ad una campagna, potesse mai chiedere ai casolari se non acqua, legna ed erbe. Ci dicono i cronisti che nella realta le cose andavan diversamente, e che nell' VIII secolo, ed anche più tardi fino al XV e XVI secolo si continuò con un'altra linea, che era quella della spoliazione e del saccheggio. Il complesso di questa organizzazionemilitare, se ben pensiamo, corrisponde a quella odierna dell'Abissinia. La nostra vita e i paesi varii camminano, e mentre alcuni sono arrivati al sommo, alcuni si affacciano solo ora alla civiltà ; mentre in un luogo si giunge in una condizione altissima di civiltà, in altri si è ancora al periodo dei re franchi, altri popoli sono ancora più indietro, ai tempi dei re di Roma. Tornando al Sacro Romano Impero,Carlo Magno lo governava con delle istituzioni che non· hanno esempi antecedenti o almeno esempi cosl notevoli come quelli di Carlo Magno. Importanti i Missi donzznici, ovverossia ambasciatori, inviati imperiali ; essi vanno dal Marchese o dal Conte a vedere se operano bene, e poi tornano· indietro, a riferire come stanno le cose. In teoria è L'ispettorato, che è composto, data la natura dell' impero, di un laico e di un ecclesiastico, perchè l' ecclesiastico riferisce in quanto concerne le chiese, su tutto ciò che ha rapporto con la religione, .. mentre I' ispettore laico bada alle tasse e all'amministrazione della giustizia, servendosi degli scabini, e facendo note le leggi che Carlo Magno via via promulga e che chiamansi capitolari. ., Di questi molti sono di natura religiosa, e in essi era un pensiero profondo : la chiesa riattaccava a Roma non solo, ma era destinata, secondo il concetto di Carlo Magno (non molto lontano da quello di Teodorico), ad in- ~ivilire tutte le popolazioni dell'impero, a rendere tutti i vari ceti più vicini, a portarli piit in alto, in modo che si potesse venire ad una fusione. Secondo i1 concetto romano è l'assen1blea • 1bliotec Gi Bi neo che nomina il capo ; nell'impero Carolingio la nomina veniva da Dio, per mezzo del rappre- . sentante di Dio in terra che è il Papa, il qua-- le incoronò infatti Carlo Magno ed i suoi sue- · cessori. Si tratta quì dunque di una investitura del potere, e tutta guanta la gerarchia·· che ne dipendeva era scrupolosamente seguita. I re erano tre o quattro ; e· ricevevano l'autorità dall'alto, dall'imperatore; {questi re a lor volta nominavano i marchesi ed i conti. ~ La differenza fra marclrese e conte è semplicemente geografica, ciascuno di essi è un grande feudatario ed ha un dominio assai largo : le contee che si trovavano al confine , dell'impero si chiamavano marche, ma le funzioni dell'uno e dell'altro feudatario (all'infuori del fatto che le marche erano più ricche e più estese perchè avevano la missione di difendere il territorio dalle incursioni dei nemici estern-i collimavano.) I marchesi ed i conti potevano assegnare dei beni ad nitri, se volevano avere dei fedeli, i quali si chiamavano vassalli, e questi nominavano altri ancora i quali si chiamavano valvassori e valvassini finchè si arrivava al mi/es, cioè all' uomo libero. Fra tutte queste categorie c'era una catena, resa stretta da due cose : dal beneficio che il superiore dava all'inferiore, e dalla fedeltà che l'inferiore doveva al superiore e dall'obbligo che l'inferiore aveva di provve- · dere in nome del suo capo con equità e con giustizia alla difesa di coloro che da lui dipendevano. Il beneficato doveva, verso l' au- - tore del feudo, l'omaggio del giuramento. Poichè uno ·beneficava l'altro, e l'altro si dichiarava fedele al capo fino alla morte, si costituiva una potente e perfetta gerarchia, che si chiama scala feudale, se si ha riguardo al fatta che dai minimi gradi si sale fino a quello del re, facendo il cammino inverso daJla investitura del potere. . Nei capitolari abbiamo sentito ricordare le assemblee dei cittadini: ce n'erano due all'anno, una di primavera ed una d' autunno ; la seconda, in generale, era limitata ai più alti feudatari, i quali avevano so]amente la funzione di approvare quello che era già stato deliberato ; ma la legge non veniva da essi, la legge la faceva l'imperatore, dopo tuttavia aver ascoltato i loro pareri. L'assemblea d'autunno contribuiva dunque a preparare il materiale legislativo. E' una vita quanto mai interessante questa del Sacro Romano Impero, perchè di là deriva quel periodo che fu chiamato il feudalesimo e che durò, pur molto cambiato, fino alla metà dell'ottocento. Questo organis1no I'

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