. - TEATRO ED .ARTE GIUSEPPE VACCARO ARCHITE1TO L'ultimo concorso per il Monumento ai Caduti di Bologna ha rivelato alla sua città natale un giovane architetto, già noto altrove, che per ingegno e ispirazione supera senz' altro tutti gli architetti bolognesi di questa epoca. Giuseppe Vaccaro ha sòltanto 29 anni e ""'tuttaviapossiede eminenti qualità di stilista oltrechè di ·creatore armonico, potente ed espressivo. . Come tecnico è laureato alla Scuola di Applicazione degli ingegneri, come artista è sopratutto un autodidatta, un individuo nato per l'architettura cui egli aspirò spontaneamente fin. da fanciullo mentre frequentava gli studi classici liceali. Nacque da madre bolognese e da padre siciliano e forse queste o._-iginsii riverberano sostanzialmente nell'opera sua in cui accanto allo studio severo e al profondo, sentito esame attraver_so il quale assimilò gli elementi classici dei nostri monumenti, predomina quel senso tutto mediterraneo di creazione annoniosa e solare che sublima l'arte italiana, da Roma al Rinas:imento fino ad oggi, elevandola a un grado di assoluta superiorità sul genio artistico straniero il quale, anche nelle massime manifestazioni, è sempre incom- · pleto e unilaterale. Giuseppe Vaccaro si laureò in ingegneria e architettura col progetto di un edificio per esposizione di Belle Arti più tardi esposto con molto onore per la scuola bolognese in una mostra internazionale. Fu assistente del prof. Muggia e in questo periodo diede il disegno per la lapide in memoria degli studenti Caduti. Riuscirebbe molto significativa, per la rivelazione delle qualità del Vaccaro, la riproduzione dei disegni architettonici e degli schizzi scenografici in cui si profuse la sua fantasia giovanile. prima ancora di conosc~re le norme fondamentali dell' arte, se non per intuito. Il materiale abbondantissimo richiederebbe uno spazio che non ci · è concesso ; però ricordiamo un progetto di chiesa, di ispirazione ancora romantica, così potente e originale che ancor ogg.i l'autore stes~o predilige questo lavoro concepito sùi vent'anni, e non a torto. Infatti, nel suo complesso costruttivo, questa chiesa· supera già qualunque sintesi di elementi stilistici assimilati cui si volesse ricondurne l'ispirazione personalissi~a. La concesione architettonica di Vaccaro si riyela in· questa opera prima èome un preludio già ricco di tu~to quello che egli• ha eseguito e che eseguirà. ,_ Quando Vaccaro abbandonò la Scuola d'Applicazione di Bologna per recarsi a Roma dove Marcello Piacentini. lo. accolse entusiasticamente nel proprio studio per aver visti alcuni suoi disegni, il romanticismo dell'adolescenza sognante, si temprò al contatto con le visioni delle architetture classiche, e si slanciò anche verso forme nuove di arte propria.. , mente moderna.. • ·- 43 . . J Biblioteca Ginò • ,a.neo • Questa evoluzione si palesa nel progetto Vaccaro per la sistemazione del centro della Balduin~ presso Roma. Il concorso proponeva ·agli architetti in gara di .progettare una chiesa, un municipio, una stazione ferro viaria ed altri edifici da co~truirsi attorno a una piazza con il relativ~ piano I stradale. Al terpa tanto arduo quanto seducente concorsero trentadue artisti che Vaccaro vinse in gara di primo e secondo grado. Subito dopo questa significativa affermazione collaborò con Marcello Piacentini allo studio per la nuova sistemazione del Teatro Costanzi e al progetto del Teatro Massimo di Roma in stile romano imperiale. Ma un• altro magnifica progetto concepito insieme da Piacentini e Vaccaro dimostra l' ascensione del giovane accolto in comunione di lavoro col -Maestro. Il progetto per il palazzo comunale di Montevideo di cui parliamo è davvero un'opera di ·grande potenza architettonica moderna pur nell'armonia classica delle linee e della distribuzione delle masse. Finalmente Vaccaro tornò a Bologna e vi rimase un anno intero lavorando al concorso per iJmonumento ai Caduti. Risparmiamo il racco.nto delle avventurose vicende di · · questo concorso già .ripetuto per ben quattro volte (e pare che non basti !) ; osserviamo soltanto che l' ultimo concorso, . ' in primo e secondo grado, per un monumento da erigersi nel cortile del palazzo del Podestà prospiciente a piazza Nettuno, naturalmente con tutto il rispetto per il m~gnifico ambiente secolare, ha stimolata la produzione di buoni artisti, ed ha riparata la triste impressione dei due concorsi precedenti. Sopratutto, come si disse incominciando, ha rivelato ai bolognesi in Giuseppe Vaccaro un geniale architetto e, in questo caso, anche un perfetto artista. Il suo progetto, universalmente ammirato, ottenne il premio con evidente superiorità sugli altri concorrenti. La disposizione innata, cui noi crediamo, spiega certamente perchè Vaccaro ha potuto compiere queste opere ·di forza e di bellezza, ma nel suo lavoro egli non procede · istintivamente, bensì con coscienza di fini e di mezzi. ~ Fin da giovanissimo, egli dichiara, ho sentito viva la tendenza verso forme nuove che fossero l' espre~sione spontanea della nostra vita così diversa da quella degli antichi e del nostro spirito profondamente mutato ma che però si ricollega con legami indissolubili con quello originario · della nostra razza. Quindi niente futurismo, ma abbandono di ciò che è vuota e fredda abitudine tradizionalistica. Cercare invece di cogliere e purificare quello che gli antichi ci tramandano ancor vivo. Quest'opera di evoluzione delI' arte · deve compiersi però con grande prudenza e senza la sciocca presunzione di v.oler essere sempre nuovi ad ogni costo. Questo è il principale errore di molti artisti moderni ». In questa concezione spirituale della propria arte, così espressa da Vaccaro, c'è proprio un equilibrio architettonico .. Ora egli è tornato a Roma. La prossima maturità del1' uomo consente fin d' ora la speranza positiva di avere domani da lui opere che elevino finalmente, in rapporto alla diversa· epoca, l'architettura italiana moderna al fastigio dell' antica. GIORGIO PINI ..
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