Vita Nova - anno I - n. 4 - 15 maggio 1925

ma con un cuore immacolato, con un cervello intatto. Cosi per voi, come per il mondo. come per me medesimo. Ho nascosto la mia vita nova sotto l'ombra turchina dei vostri occhi come sotto la vòlta del cielo stellato nella più pura notte di primavera perchè voi la incantiate del vostro incantamento » (pag. 39). .. Ma la lotta sarà aspra perchè le anime che vi ~i impegnano sono di puro metallo. Si sfiorano, si urtano, sfavillano: stanno per piegare nell'abbandono: poi si riprendono, più agguerrite di prima. Vi -sono assalti di una drammaticità viva: slanci e scoramenti, baleni e ombre, speranze folli e prostrazioni desolate. · Eppure, dopo aver camminato sull'orlo della pazzia e del suicidio, il protagonista, rifatto cosciente, riesce a prendere il sopravvento sulle vicende dell'amor negato. Gian Marco Spada guarda il cielo. e vince. Vince perchè nel cielo, nella natura, nell'arte c'è Dio. E la sua convalescenza dà un nuovo colore alla vita. Vedremo poi com• egli si abban- • doni ad un amore più puro: l'arte. Come autore e come attore, egli rivivrà il suo dramma, e le folle gli decreteranno la gloria. Ma ciò i~porta meno. Quel che più importa è che egli sia riuscito a superare la crisi che lo ebbe travagliatq. La vittoria di sè stesso su sè stesso. In ciò il valore morale del protagonista e il valore morale_ del libro. Al quale bisogna anche riconoscere meriti artistici non comuni: un'onda di poesia che scorre per entro le molte pagine, creando l'atmosfera più adatta a una vicenda, come questa, intessuta dei fili d'oro dell'illusione; descrizioni pittoresche di natura e d'arte, le quali rivelano un osservatore amoroso e diligente del bello. È un libro che , appartiene un po' a tutti, perchè tutti (ben inteso, gli spiriti non volgari) sanno che cosa sia il sogno, l'amore e il pianto. La storia d' un' anima che supera una crisi complessa quale questa di Gian Marco Spada, in virtù dell'arte e della fede, è una storia antica e pur sempre viva, perchè ha radici profonde nella nostra umanità stessa. E la si rilegge sempre volentieri, quando ci venga narrata con ardore sincero come fa il Morelli in questo romanzo: anche se in esso l'eloquio, per quanto toscanamente facile, sembri a noi qua e là un poco prelisso ed enfatico ; anche se un certo estetismo, un tipo' esuberante, della espressione, ci faccia rimpiangere una maggiore e pìù spedita semplicità. Comunque, libri vivi e ricchi di sentimento e alti di volo come il « Rifugio » non se ne leggono troppi in questo secolo nostro èhe, invece di stotie morbosamente erotiche, ha bisogno di puri e sen1plici costun1i e di un• intima disci· plina di vita, davanti a tutti i doveri dell' ora. LUIGI ORSINI ' VIRGILIO Rendendo il saluto che Giuseppe Albini, a nome del comitato per le onoranze ad Alfredò Oriani, gli aveva porto alla fine del banchetto. S. E. Luigi F ederzorii volle associare al merito del traduttore dell' Eneide, quello di Giuseppt Lipparini (i), che da pochi giorni aveva dato alle stampe una pregevole vita del più grande e puro poeta della latinità classica. La lode dell' on. F ederzoni, eccellente e coltissimo intenditore di opere letterarie, premiava il letterato illustre, uno dei pochi che si sono conquistati il loro posto al solè, e come in alto,· per forza d'ingegno ed assiduo, geniale lavoro, e lo premiava nel modo più affettuoso è con una spontaneità, tanto più significativa, quanto più è in alto oggi, colui che il 'premio, pubblicamente offriva all'amico personale ► ed allo scrittore. In verità Giuseppe Lipparini, con la sua biografia di Virgilio ha colmata una lacuna della nostra storia letterale, ma il suo libro è ben lungi dalr es$ere soltanto una chiara narrazione della vita del cantore di Enea. È innanzi tutto un' ~pera d'arte, serena, armonica e forte, nella quale la dottrina è dissimulata con garbo da gran signore tra le eleganze non fredde, ma pacate e misurate di una bella prosa italiana e succosa. Nella avvertenza al libro, l'autore, con una modestia che lo onora e dà pregio alla sua fatica, dice che il volume « non è per i dotti, e per i filologhi » perchè ha voluto . scrivere un saggio « che accosti V_irgilio, il più grande poeta epico di nostra gente, al pubblico delle persone che non sanno, nè possono andare in cerca delle studiate monografie particolari ». E così a prima lettura, si può consen- . tire che Lipparini abbia conseguito l' intento; ma, di pagina in pagina, man mano che il lettore va verso la fine, si accorge che la superficie del racconto, come lo specchio chiaro d'un lago, in giorno di grande azzurro, lascia vedere · nel fondo, tesori molteplici·. E giunto ali~ fine, il lettore ricomincia da capo : riguarda le pagine che più gli erano piaciute, e un po' qui un po' là rilegge tutto il libro. Il quale ha la forza persuasiva e dilettevole delle cose belle e sostanziose. Era difficile fondere ·nella stessa forma narrativa, gli scarsi episodi che compongono la vita del poeta, e la dissertazione criti~a intorno alle opere ; e Lipparini, artista, c' è riuscito. E aduuque vero che i poeti soltanto sanno parlare di poeti e di poesia, senza ricorrere agli ausili della rettorica, per mettere in luce ed in ombra le parti belle e le brutte, armonic~mentè e con giustezza di tocchi e di toni illustrativi, anzi, parlando con sincera semplicità, per meglio accostare l'anima del lettore all'anima divina della poesia di cui trattano. Questo, fatto per Virgilio, e con mezzi adeguati all'intento, è prova di ingegno, e l' ho detto, ma anche di capacità artistiche e lo ripeto volontieri. L'alta serenità della poesia virgiliana canta e gorgoglia nella prosa di Lipparini, con tutti i suoni nativi, e vi si espande come l'onda di un gran fiume limpido e profondo. s. SANI · ( 1 ) GIUSEPPE LIPPARINI, Virgilio. Ed. Bemporad. 42 - I Biblioteca Gino Bianco •

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