,I • LE LETTERE Rifùgio. L'Arte, linguaggio profondo e liberatore nel quale un'anima può esprimere o. trovare espressa la propria passione, è sempre il rifugio preferito a cui il dolore umano domanda tregua e conforto: è luce sorridente oltre la tenebra, è acqua che sgorga nell'arsura; atta a ,riconciliar con la vita, a ritemprare facoltà turbate e depresse dalla delusione; è la salut~ dello spirito. T otto ciò ben sa Gian Marco Spada, che all'Arte ripara dopo una vicenda intima fra le più tempestose, e in essa trova la salvezza.. Gian Marco Spada è il protagonista di «Rifugio» (1 )~ un romanzo notevole fra quanti ne sono apparsi in questi .ultimi tempi: notevole perchè, non essendo l'opera di uno scrittore accorto, pel quale più non abbia misteri il ricettario della così detta letteratura amena d'immancabile effet~o. reca i · segni di una grande sincerità ed è tutto pervaso di un nobile calore che vi si mantiene costante anche se talvolta. per eccesso d'impeto verbale, faccia temere d' essére vicino ad estinguersi in troppi accesi falò. lo non dico che questo libro, per il suo genere, sia profondamente originale. Esso trova altri e maggiori fratelli nella letteratura romantica (dico romantica, non romanzesca) italiana e str~niera. La stessa forma epistolare, di carattere soggettivo, autobiografico, favorisce questi richiami ad altri esempi. Ma l'anima dell' uo~o è pur cosi varia e complessa ne• suoi moti e· ne• suoi atteggiamenti, da fornirle oggetto semp~e nuovo ali' indagine di scrittori intenti e vibranti come il Morelli; e, del resto, l'arte dello scrivere non deve obbedire a forme pregiudiziali, nè rinchiudersi entro generi determinati, ma deve obbedire unicamente al soggetto, si che l'espressione sia tutt'uno con la cosa. Non domandiamo dunque troppo agli scrittori ; nè rispetto al genere, nè rispetto allo stile. Guardiamo piuttosto se tra forma e contenuto vi sia equilibrio. E, se si, allora vi sarà stile, armonia, opera d'arte. Questo « Rifugio » si legge volentieri, con interesse : in certi punti, anzi, direi che lo si legge con ispasimo, tanto viva e sottile è l'analisi che di sè stesso fa il protagonista. Introspezione soffusa di romanticismo : certo : ma di un romanticismo che, nei caratteri fondamentali della ( 1) Romanzo di AUGUSTO MORELLI - Bologna, L. Capelli, editore. Biblioteca Gin Bianco nostalgia, tende non già ad esaltazioni fantastiche e morbose, destinate poi, per reazione, ·a produrre abbattimenti abbandoni psichici; bensì tende, per un suo sano -dinamismo, a elevare e a ricondurre lo spirito, oltre una crisi angosciosa, verso le sane e naturali ragioni della bellezza e della forza. Non « il fatto », non « intreccio » di fatti, com'è solito della letteratura romanzesca; ma l' esame di tin•anima, anzi di due anime, agitate entro i due poli eterni e contrastanti della passione e della repulsa; benchè l'anima di Anna de P ., appaia piuttosto riflessa da quella del suo disperato amico, che non splendente· di· luce propria.\ Lo sfond~ sul quale si ~volge questa lotta fra un amatore appassionato e ardente, e un'amata che, pure riamando in silenzio, macera sè nella rinuncia impòstale dalla coscienza morale e dalr orgòglio, è il periodo opaco e opprimente del dopo-guerra immediato. G. M. Spada, tornato · dallo aver compiuto con virtù eroica il proprio dovere di com- , battente, si trova in mezzo ad una società cui credeva' migliorata dalla t~iste esperienza del dolore comune, ma che invece è· peggiorata e discesa fino al sovvertimento di ogni ·valore morale. La sua delusione, fatta angosciosa per la viltà, la vergogna, la prepotenza che vede d'intorno, mette sulle sue labbr~ parole roventi. « Il nom~ della patria con tutte le sue glorie più pure, con le memorie più vive, erranti ancora· sotto il più chiaro cielo latino, si mormorava a mezza voce financo dai tutori legali del regime... E la bandiera, che f~ segnacolo di gloria e di martirio per i nostri padri, più volte fu strappata agli edifizi delle insigni pod~stà italiche, e, come un lurido cencio gittato nei rigagnoli delle vie sottQ gli occhi indifferenti di siffatti tutori... (pag. 31). Dove r.ifugiarsi allora, con lo spirito amareggiato? Dove riattingere la fede per la vita ancora da vivere ? Nella donna ? Ma non tendeva forse la donna a emanciparsi vieppiù dalla famiglia, inframmettendosi nella vita pubblica, prendendo spesso i~ posto dell'uomo, come per liberarsi (quasi si trattasse di una fastidiosa tradizione) della intima poesia della casa, della santa missione della maternità ? Eppure.... ecco Gian Marco imbattersi in una donna. Ma è donna d'eccezione. È la dolce creatura che fu sua compagna di puerizia. Ma ora è d'altri. Ciò non toglie che egli se ne innamori impetuosamente, .secondo la sua natura tra ardente e sognatrice, tra impulsiva e cavalleresca .. Glielo serive con belle e dolci parole : ~ lo sono nuovo. lo son nato da questa amara confessione del mio triste passato come se fossi morto e risorto dentro la stessa spoglia, \..
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