Vita Nova - anno I - n. 4 - 15 maggio 1925

• scorci. Anche in questo vasetto rifulge I' arte del secolo d'oro d'Atene, il secolo di Pericle. Ma non mi sembra giusto tralasciare l'esame di ' due fra i vari bronzetti rinvenuti nel suolo etruscoellenico di questo sepolcreto, che vorrei chiamare il cimitero di Spina. Uno è costituito da un candelabro, a cimasa globulare, da cui I partono i reggilampade attorti a spirale, sormontato da una finissima figurina di danzatrice c0i crotali, vestita di· un abito'- di stoffa leggera, aderente alla vita, fornito di maniche e pendente in lunghe pieghe diritte rilevate dal cesello. Una vita intensa pulsa nell' agili membra della danzatrice : è la gaia allietatrice dei conviti dei ricchi Etruschi, resa con intenzioni realistiche. ' . E questo candelabro un • prodo~to di esecuzione finissima dovuto alla calcheutica . etrusca, l'arte industriale più coltivata da questo popolo intelligen~e, che, derivando - Ma non voglio finire questa incompleÌa rassegna degli 0 etti d' arte preziosa, resici dalle acque limacciose gg . . . . . di V alle T rebba senza parlare di alcuq1. graz10s1ss1m1 prodotti della coroplastica greca. Ecco un forte tò.rello · mugghiante, con la corta,. muscolosa testa levata in alto in espressione di dolore e che con lunga coda si sferza il dorso per cacciare qualche insetto mole- ' ~to. E il torello, che, forte e vivace, nato per la vita dei campi verdi ed aprichi è portato al sacrificio della superstizione degli uomini. Contrasta con l' aspetto. dolorante di quest' animale, l' atteggiamento composto sereno e gagliardo di un secondo torello che come l'altro serviva da balsamario. Esso è accosciato sulle quat- • • tro zampe 10 atteggiamento la ispirazione, gli stili, i VASO DECORATO CON SCENE DIONISIACHE di tranquillo riposo. L' uno è l'animale che sente per istinto l' avvicinarsi del pe~ ricolo supremo, l' altro è l'animale mite « che il buon Virgilio amava ». Tutti e due i motivi sono perfettametodi e i procedimenti tecnici dai greci, raggiunse nel sec. Y. a. C. una così va;ta fama in questo campo, da esportare i preziosi oggetti bronzei fino in paesi assai lontani. Ad autore greco è da ascrivere invece l' altro bronzetto. Apparteneva esso, a un'anfora a volute di bronzo, vaso dalla forma caratteristica dell'arte greca e non dell'etrusca, e costituiva un ampia poderosa . maniglia, ornata di palmette e volute e recante alla base le figure di due cavalli e di due cavalieri appiedati. Elegantissime le figure dei due animali, dall' alta cervice, dal muso nervoso e dalle lunghe agili zampe. I due cavalieri sono un po' meno riusciti, nella loro \ immobilità. , Anche qui come nel bronzetto precedente il lavoro del cesellatore s'è sovrapposto a quello del fonditore anche nei minimi particolari. • mente realistici ; di un realismo assai forte che ci fa ascrivere i due mirabili oggetti a un secolo, in cui ali' arte del sec. V, nel . quale domina l'idealizzazione, si contrappone un' arte eh' è in più stretta comunione con la natura, cioè al sec. IV. Allo stesso secolo sono pure d'ascrivere due altri balsamari attici, l' uno a forma di cerbiatto, l'altro di cervo. I due veloci animali sembra quasi che guardino coi loro grandi occhi vellutati il verde dei campi e l'azzurro dei cieli. V'è grazia nelle due figure snel~ lissime e insieme vita intensa. Tutti e quattro i balsamari sono di esecu~ione assai curata; il sapiente lavoro della stecca è visibile in molti particolari, nel muso dei tori, nelle zampe poderose, nel vasto dorso, Iielle sottili, stecchite gambe dei cervi. II rozzo oggetto fatto d' infornie argilla è - 32 - • ibliotec·aGino Bianc=o •

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