Vita Nova - anno I - n. 4 - 15 maggio 1925

gabile, che fra le parole di Firmico Materno e la I · nostra rappresentazione ci sia un chiaro rapporto: la scena del nostro vaso rappresenterebbe il momento, in cui la sacerdotessa portava fra gl' iniziati il cuore divino del primo Dionysos, mentre lo strepito dei cimbali, dei timpani, delle tibie, che ricordava il frastuono dei Titani insidianti al fanciullo Dionysos, raggiungeva il suo diapason più alto. Vi sono altri però che vogliono ravvisare nell' involto tenuto so-- pra il capo da Ha donna anziana un lyknon, la m,stica culla di vimini, . . . . 1n cui ven1,·a nposto « phallos », simbolo del l 'eterno rinascere della vita su Ila terra. E tale ipotesi è tutt'altro che infondata, percbè pure le figure nulla perdono della loro nobilissima linea. Si osservino ad esempio le agili e snelle figure delle danzatrici; qualcuna è così invasa dal divino furore, che nello spasimo inarca il suo corpo, fino a fargli assumere una linea spiraleggiante. Eppure quanta nobiltà ~leggia ancora nei lor_ovisi ; non è l' ebbrezza data dal vino, è l' estasi mistica, che qui appare resa in modo assai nobile. In realtà siamo nel ·secolo di Polignoto di Taso e di Fidia, i due geni, che hanno liberat--3le due arti maggiori, della pittura e della scultura, da quan-- to di volgare esse . contenevano, 1m-- primendo loro un ' COI) tenuto COSI fortemente spirituale, che vivi ne sono gli echi anche nell'arte mi-- nore della cera- . mica. il lyknon appare in quasi tutte le numerose rar.presentazioni pitto- · resche e plastiche di -misteri dioniBALSAMARIO RAFFIGURANTE U!'J TORO IN RIPOSO Cospicuo rappresentante della siaci, e precisamente con la stessa forma del nostro involto.· L'interpretazione della nostra scena presenta dunque notevoli difficoltà, che non possono essere risolte altrQ che dopo ponderatissimo esa~e e in altra sede. Bastérà qui aver fatto rilevare l' importanza che ha questo vaso dal punto di vista del contenuto della scena dipinta.' Ma non solo da questo punto di vista la nostra anfora si distacca dal numero dei vasi con scene dionisiache, ma anche per la diversa forma ed espressione che qui acquista il mistico furore ; altrove troviamo sì delle figure di Menadi e di Ninfe agitantisi- in movenze spasmodiche, ma nella rapp;esentazione del furore orgiastico la linea di sòbrietà e di eleganza non è sempre mantenuta. Qui invece per quanto il contenuto orgiastico della· danza religiosa sia rivelato in !11odosuperbo, . . ceramica ateniese è ancora un vasetto a forma di testa di ariete, un bello rhylon. Ho detto cospicuo, dovrei dire preziosissimo, in quanto esso si stacca per alcune particolarità dal numero dei rhyla sparsi nei vari Musei d' Europa, e cioè per l' elegante peduccio che sostiene il nappo e per l'importanza che si è data alla parte plastica, ali• esecuzione della testa di ariete: il muso si protende con le narici increspate, come se aspirassero l' aria, mentre gli occhi ravvivati da una sapiente policromia, guardano con l• espressione dolce, propria degli ovini. S• innalza .il c;1lice con bella linea sopra il peduccio ed è adornato da alcune agilissime figure di Satiri e di Menadi, che folleggiano nella loro natura primitiva indugiandosi intorno ad un• anfora puntuta che sta sotto il manico o giocando gaiamente con dei rami d'edera. L'esecuzione di questa scena è assai nobile, v• è agilità di schemi e audacia di • -31- • Biblio e a Gino Bianco •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==