gran fiume italico traversa antiche torbiere e il suo lettò si allarga • . . . . .. fra due ritte ignude pareti eccelse di cinerea pietra. ' Tutto, ora, dice eloquentemente e senza equivoci l• italianità della V alle : ecco il· Noce, che testimonia ,dei sentimenti della V alle di Non, ecco infine la conca dove siede Trento, Ja città sacra alla nostra fede. . *** Da Trento a Rovereto la valle è lievemente arida, ma la fendono lateralmente magnifiche vallate secondarie. Viene poi la grande piana di Rovereto, dove s'adagia come una bella donna innamorata la città del Rosmini, e la conca è d~min~ta da cime storiche, testimoni di glorie non periture. Il Biaena, l' Altissimo e la Zugna guardano in giù corrucciati e stanno ad ascoltare il canto dell' « eterno poeta ». _ Ecco la Valle Lagarina con Serra valle dove· lo esercito imperial--regio presentò, in ginocchio, la domanda d' armistizio ; ecco Ala, ecco il vecchio confine, mentre a destra leva le sue cres.te taglienti il Monte ' Baldo. Ecco infine la Chiusa di Verona, dove ogni sasso contribuisce a elevare l'edificio d' una storia millenaria e dove la gloria .di Napoleone e quelle del nostro Risorgimento si uniscono in amplesso solenne con le lontane e scolorite memorie dei condottieri medievali e dei duci barbari. L'Adige scorre possente fra le due muraglie rocciose, acquistando una mirabile colorazione, poi a poco a poco la prodigiosa trincea si allarga, si distende e s' arrotonda nel seno dei colli moren.ici, accumulati negli evi dai preistorici ghiacciai. Il fiume lascia alla destra Pastrengo - caro alla memoria dei Carabinieri -, lambisce la vitifera Valpo- . ·licella, donde sgorga l' inimitabile recioto, poi saluta con fragorosi alalà di -gioia la capitale scaligera : Verona. *** Nella inquieta reginetta, che ricorda la gloria e il trionfante sorriso di Can da .la _Scala, l' Adige acquista il suo tono più alto, la sua più perfetta beltà, il più splendido significato. Il grande fiume e l' insigne città formano un• espressione unica, inscindibile ; e se Verona specchia nei limpidi gorghi le sue prodigiose bellezze, l' Adige - il seno paipitante della fulgida immagine - restituisce ali' impareggiabile amante lembi di cielo verdazzurro. Berto .Barbarani • e Angelo Dall' Oca Bianca il . ' • rimatore e il pittore, sono i due grandi poetidell'Adige veronese - l' Adese - e mentre il secondo ha fermato in tele che non morranno il fulgore del bel fiume, Berto ne ha riprodotto le sonore armonie in versi che ormai tutti gli Italiani conoscono. « L'Adese che va » e i suoi pittoreschi molini natanti sono ormai entrati nel nostro patrimonio estetico ~ sentimentale. I molini ghe se senta sora I' Adese i se cuna solo a i oci de la luna che le rude ghe inargenta. Le ruote dei molini e quella dell' amore.... un passo di distanza! Ruda ruda ..... La ruda del molin la fa la spiuma " e l'amor l'è un molin che ne consuma I • *** A valle di Verona l'Adige rallenta la sua marcia impetuosa e deposita le mirabili ghiaie ;vagliate dalla · corrente sui greti, dove le rumuro~e draghe e gli ·operai cavatori estraggono le preziose « gemme stradali ». Il leone monta~o è ancora gagliardo e potente, ma ha già perduto della giovanile vi;acità e ama adagiarsi con più solenne placidità nello smisurato letto ~ che la feconda pianura gli ha preparato. La fi~mana procede maestosa e fa pompa delle sue liquide schiere, che talvolta ~' affacciano paurosamente alle pensili sponde, sospese sulla campagna bonificata. A Legnago l' Adige è già diventato un grande canale e alimenta la fitta rete delle minori arterie navigabili ; i monti sono lontanf e par che osservino co~ tristezza la maturità corpulenta dell' irrequieto figliuolo eh' essi espressero dal gelido seno ammantato di nevi. E il fiume continua il suo fatale andare. Ecco il_ Polesine, ecco - a distanza - Rovigo. Elefanteschi barconi trainati da rimorchiatori o dai cavalli della via• alzaia fend ono con le abbondevoli pancie le acque un po' torbide, mentre i molini natanti ciacolano ancora fra di loro, vicino alle rive erbose Ponti ~i legno e di ferro o di barche . formano dei ~ivii pittoreschi sulla grande via acque~ e le spoÒde s1 perdono soli' ori~zontepiatto e malinconico. L'acqua stagn~, talora, nei grandi- bacini grigi e l' aria sa di salso. E dopo, c'è ·1 · 1 mare,·' il mare dove vanno a ·finire le glorie minuscole e fastose dei piccioli rivi ··e -=-24 Biblioteca Gino Bianco
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