.. per andare al capanno e la zia gli preparava il caffè in camera . col fornelletto a spirito, poi, quando lui tornava, vèrso le dieci, stanco él' aver schiacciato fr.ancescanamente il capo a cinquecento uccelli del buon Dio, rientrava tranquillo a letto, e ci restava fino alle due dopo mezzogiorno, ora nella quale marito e moglie pranzavano, sempre coricati, come Giocchino Rossini I La sera la passavano a biascicar ballotte d' inverno, e brigidini d'estate, a dire il rosario. di quindici poste o I' ufficio dei morti ; poi giravano pev tutta la villa ispezionandola dalle cantine ai solai, ma ciascuno per ~ontq proprio, armata lei di pistola e lui di doppietta, col patto di incontrarsi, dandosi preventivamente l' avviso con tre. grandi urli, nel salotto da pranzo. Qyand' erano alla fine dell'· ispezione lui scariçava la doppietta dal finestrino _del granaio; richiudeva e scendeva•; lei esplodeva un colpo di pistola sotto le volte del celliere frantumando qualche bottiglia vuota, poi risaliva. Dalle scale di sopra e di sotto montava il grido: Elvira! - Agòstino ! Ci· siete?,.:- Ci sono? - Siete voi ? - Sono io ! e finalmente commossi, i 1 due coniugi cadevano, estenuati, I' .uno nelle braccia dell' altro. Anche per quella notte erano salvi! E albèggiava ... · La zia, dunque, sedeva sotto il berceau, vestita , con un giaèchettino di seta color tabacco e .guarni- . zione di jais nero, e con una sottana pure di seta, · dello stesso colore, col cerchiò, moda a cui per nessuna ragione l'egregia ·donna avrebbe rinunziato. I capelli scrupolosamente tinti, aveva divisi in due bande . I che le scendevano con due pecette a cuop_rire gli orecchi, da cui ciondolavan lunghe « gocciol_e » nere~ Dalla morte del'. marito portò sempre il mezzo l~tto. Le ragazze non erano molto dissimili da lei, co_n le sottane a sboffi e la ~oda legata .per le spalle, tutte, comprese quelle che s' avvicinavano alla trentina. \ E una di q~este, una specie di « monaca di casa » aveva un aspetto si_ngolarmente jeratico, diafana, con le lunghe mani d'avorio tagliate dai guanti di fil. di Scozia, inguainata come una spada in un vestito nero, col colletto rigido e un dito di trina a fior del mento, si da parere che per spogliarla e metterla a letto· qualcuno l' avesse dovuta sfoderare da quell' involucro,• \ estraendola per ~a testa. E ricordo, di codesta figura, un'altra prerogativa, ~·,I' a~senza assoluta di curve; un palo vestito. Appena arrivati, fatti i convenevoli, scambiati i baci èl' uso e seduti in giro sui corbelli di terracotta rovesciati con sopra un cuscino. di seta verde, una • • ragazza in. grembiule biarÌco ci servì un piatto di « crogetti », piccolissime pall_ottedi pasta fritta, spalmate di. miele sopra una stesa amarognola di foglie d' alloro, e la cioccolata. • Per esser vicini ali' ora di desinare non si cominciava male I lnt~nto il rudere ottocentesco ci parlava dei ruderi settecenteschi, del bisnonn.o lmperial Regio Antiquario e della sua raccolta di studi araldici andata distrutta, e del nonno ingegnere che aveva guidato le truppe fràncesi ali' occupazione di certi conventi, e che poi aveva bonificato le maremme per ordine di Canapone, e a codesto proposito, accorgendosi che • mi divertivo, promise di racèontarmi per filo e pe,r ~egno•qu·et· che aveva saputo dal suo povero marito: . storie terribili dove c•entra vano perfino i briganti I · ·lo avrei voluto sentir subito codeste storie e m' attaccavo ali' immensa gonnella implorando, ma la zia .. preferì di ritornare a parlar del consorte e, prima di metterci a tavola, ci guidò in un salotto rococò, dove , . tirò fuori da una cassapanca, uno spaventevole elmo con un appendice ondeggiante e un sottogola da · disgradarne quello di. Ettore. Era l'elmo di capitàno della guardia nazional~ del defunto zio I E allora seppi che, fattasi la smagliantissima uniforme ·con quel formidabile cimiero e indossatala, non ci fu verso di persuaderlo a uscir di .casa, perchè ,si vergognava a farsi vedere in quel modo, e così, spogliatosi in fretta, perchè sotto le finestre della casa dove allora abitava, a Firenze, fuor di porta San Frediano, due o tre .-ragazzi gridavano, per a~ere qualche monetuccia: , ~ y'iva il signor capitano I » gli vennero i brividi e · ,dovette mettersi a letto dove rimase otto giorni. Tutti lQ chiamavano « Sor Agostino », compreso · suo padre, il quale visto I' umore di quel figliuolo che, dopo presa la laurea di ingegnere, stava tutto il giorno a letto e al capanno, se lo era distanziato con un « lei » complicato dal « sor » che, in bocca a un babbo, doveva es,er dolce come le stilettate. \ Delle figliole, tre tiravano dal ~onno ed eran vispe, ma la mon~ca di casa a\'eva · I' umor malinconico · chi · . ' la voleva, .doveva cercarla in cappella, dove, il giorno dei morti, faceva alzare le lapidi e scendeva ad abbr~cciar le bare. I contadini l' avevano in concetto di santa. A me, ragazzo, codeste figure e il fantasma dello • • • zio, s1 impressero profondamente nel cervello e per • , tutto il. tempo del desinare non feci che guardare con ansia le pecette e le gocciole della veneranda signora Elvira, nonchè il . mannequin di cera della monaca di - 18.- • ino Bianco
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