L'altra, .quella diremo cosi, sociale, era la conseguenza logica di questa, aggravata dalla cattiveria umana e dalle umane vanità timorose e vili. Uno solo dei· carducciani va escluso dalla setta, ma era un poeta ed un galantuomo : Enrico Panzacchi; il quale amò il suo « Orianaccio » con cuor fraterno, e seppe criticarlo con parole giuste ed oneste : seppe capirlo sopratutto, come Oriani doveva essere capito, e lo difese e lo confortò, e lo seguì, nell'aspro cam- . mino pel quale s'era messo a salire verso la s.ua meta, con il rammarico di vederlo allontanar.si senza possibilità di ritorni~ . Pur lontani, e differenti, tra i .due restò intatto il • t legame dell'amicizia; ed· io non credo che Oriani esagerasse per gratitudine, quando diceva di Panzacchi: « ha più buon gusto· ed è artefice più sapiente del suo maestro » • Guardare Carducci attraverso questa sentenza, significa forse vederlo con più precisa comprensione dei limiti veri della sua arte. Ma non insistiamo. Della nimicizia politica e letteraria insieme che aveva fatto di 'Oriani lo scrittore più solo e più negato del tempo, ebbi personalmente la prova definitiva alla morte del Carducci. · Se un giorno mi verrà voglia di finire la pagina lasciata a mezzo, nel Bologna di ieri garantisco che se ne leggeranno delle belle: di un sapor comico inef- , fabile, di un grottesco enorme, mescolato alle gamaglie delle patrie muse orbate del loro grande ~antore. Ma c'è troppa gente ancor viva eh~ strillerebbe chissà, forse anche alla profanazione, e io non voglio .· guastarmi col mondo intero per fare · una, oserei sperare, non mediocre fatica di narratore.· E torniamo nel solco. Siamo ali' indomani dell'ultima notte del poeta.· La not~zia della morte è rimbombata_ da Bolqgna per tutta l' Italia, fulmineamente. Il cordoglio della moltitudine è profondo ed è sincero. . Costrettovi dalle necessità professionali, io, che pure avevo vegliato fin verso le quattro, alle otto, sono di nuovo a casa Carducci. Su, dove la salma giace supina nel piccolo, modesto letto, è un andarivieni frettoloso ; giù al pianterreno, . c' è gedl:e nota ed ignota, che si sa benissimo cosa aia venuta a fare, e perchè cosi p~esto. ~ 11 .ibl~otec·aGino Bianco . Si sa, si capisce, ed anche si sente, perchè i crocchi non son· uniti, e certe mansioni non si ·dissimulano, nel linguaggio camuffato, al contrario I Insomma quei signor-i eran li per qualche cosa, e dirigevano la bisogna, pubblica e privata, dentro e fuori la casa del, poeta. Affari loro IIn una specie di sgabuzzino o anticamera,. a sinistra, appena de·ntro dalla porta di strada, si raccolsero a conciliabolo fraterno, alcun~ professori _, non universitari però I -, di quelli che preparavanQ la coscienza civile della terza Italia, insegnando agli scolari, bene l' italiano, il latino e il greco, ma malissimo la filosofi~ I e la scienza, sulla falsariga dell'oscurantismo, del , determinismo, del socialradicalismo ed altre simili facezie caporettiane. Mi avvicino curioso più per dovere ~ che per indole. . Parlano dei funerali, e sento che quei tre o quattro pievani della scienza e 4elle lettere, si esprimevano come degli autentici emissari in funzione di capi. Tutto ·adunque era stato prestabilito ed ordinato altrove perentoriamente. Benissimo. A. un tratto uno dice:· - E il discorso? Non si sa chi farà il discorso! Su questo tema, la conversazione s'allarga, s'accende, diventa quasi una disputa. Non andavano d'accordo quei tre o quattro insegnanti di scuole secondarie nè . . sulla opportunità di . orazioni funebri,· nè sulla scelta dell' oratore ! - Chi e' è in Italia, degno di pa;,lare al funerale . di Carducci ? domand~ a guisa di conclusione il primo che aveva parlato. E io, can~idamente rispondo•: - ·Alfredo Oriani. ! Si volsero; mi guardarono, proruppero tutti insieme in un sol gesto. - Fuori. E alzarono la destra puntando l'indice' verso la porta. Ugo Bassi, moltiplicato per quattro I Che faccie ! ' E che improperi I In mez~o al vociare, che lo sdegno faceva roco, io sentivo parole· c~me queste: « è una profanazione, in questo luogo, a noi ». *** T aie era la popolarità di Ori ani tra i facitori della pubblica opinione lettera.-ia a Bologna. ,. r
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==