Vita Nova - anno I - n. 4 - 15 maggio 1925

. ALLA TOMBA DI OR.IANI • LA TOMBA SOLITARIA DEL CARDELLO Chi è salito lassù, alla bicocca antica, sola ed austera,f tra:i calanchi dell'Appennino riolese, dopo tanti anni, e vi fu il giorno dei funerali indimenticabili, non poteva far tanta forza a sè stesso, da obliare nella rivendicazione postuma, il silenzio dell'Italia contemporanea, attorno al feretro del grande precursore. Silenzio di rancore non placato neppur dalla morte, silenzio d'ombra fredda, proiettata sul nome dello scomparso, da tutti gli spalti, anche eminenti, della letteratura e della politica, silenzio di immemori, cui l'opera dell' uomo era stato aculeo nella carne e nell'animo,· • • • • per trent anni consecutlv1, e senza tregua. Eravamo ben pochi, al Cardello, nel giorno ferale ; un giorno sorriso dal più bel sole d' autunno, come se anche la natura trionfante di splendori tardivi, volesse beffare colui che, per amore della luce eccelsa e delle alture incontaminate della· vita e del pensiero, aveva dovuto esiliarsi, recando dentro di sè la tragedia del1' io incompreso, e dell' inutile amore alla patria insana. Ma l' affetto dei pochi e il cordoglio de' suoi montanari, fu certo più caro ali' estinto delle pompe uffi... ciali, che egli vivo aveva sempre sdegnate o derise, dal giorno in cui s'accorse - e fu assai presto - che per• meritarle, più spesso giova la scaltrezza del sapere\ e sempre si negano a chi non voglia sacrificare mai al favore delle folle, la dirittura imperterrita del proprio carattere. La sua fu l' Italia dei parlamentari, che è quanto dire l' Italia di Giovanni Giolitti, dopo che l'audacia patriottica di Francesco Crispi era naufragata nella consentita rivolta dei bassi fondi sociali, con la complice acquiescenza delle elassi maggiori. Come poteva essere ascoltato e capito Alfredo -5Bibli•oteca Gi·no Bianco /

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