tra selve cli camini, nella polvere nera del suo carbone slesiano : cielo, case, uomini hanno cipiglio torvo e sanno di caverna. Si entra poi in una zona collinosa, tra selve di larici e betulle, di frassini e di pini silvestri, ove qua e là le case dai tetti di maiolica mettono una nota di intimità riposante. A mezzodì entriamo in suolo polacco. I prigionieri liberati salutano la loro terra con cori di letizia. A , Oswiecim, prima stazione di smistamento, scende il capellano, stupido di gioia. Imparo a conoscere subito la Polonia. La locomotiva che ora ci trascina, adorna dell' aquila bianca, non funziona. Il treno si arresta ottuso e cocciuto e non vuol marciare più. Fermata lunghissima ali' orlo d' una pineta, in piena campagna. Il fante scende: dimenticando i prigionieri ormai a casa loro, raggiunge una fattoria, regala gallette e scatole di carne, compera uova e latte che beve come i bambini. A Modlin non un cane che ci aspetti. I liberati scendono con i loro fagotti, silenziosi e umiliati. Mentre si svolge l' infinitesimo appello, attendono in doppia fila, passivamente, masticando, pieni gli occhi del gran mistero slavo. Poi giunge un capitano del comando francese e dà il contrordine. Si deve ricari- . care la nostra stanchezza, e ripartire. Ho appena il tempo di entrare nell' auto del collega francese, di traversare un ponte, di giungere al Kasino russo e fare una rapida merenda. Vedo così la fortezza vasta e rossigna, a fior dell'acqua nera, sulla confluenza del Bug .con la Vistola, con ancora le aquile bicipiti dei Romanoff. I francesi ci vivono ora come in una colonia, conforta ti dalla loro sapiente cucina, dal loro tabacco, da qualche poule sifìlizzata ; r.• e:ubbriacandosi coscienziosamente. Ripreso il cammino, si ritorna a Varsavia, nell' ot- . tava notte di viaggio. Alla stazione P a w on s k a tutti dormono : e quando si riesce finalmente a scovare il • • capo movimento, questi non · A Nowo Radomsk altra interminabile fermata. Nessuno sa dirci dove si vada, nessuno s•occupa di noi. Il treno non è più infrascato, la festività si è perduta. La squallida realtà ha sostituito il sogno. CRACOVIA - CHIESA DI SANTA BARBARA sa nulla, non vuole impicciarsi di noi, e tenta di farci proseguire. In nome dei disgraziati costretti ad erraA notte alta, il cielo profondo si riempie di chiarore, e cumuli di stelle omano la riva d' un gran fiume placido. Varsavia. *** Il· treno non s•arresta : prosegue ancora verso nord, verso Modlin o Nowo Georgewsk, ove giunge al • mattino. La stazione è in legno, meschina e sudicia. Una piccola taverna, covo di tifo, e di dissenteria ; una garritta a striscie bianconerorosse tedesche ; e polvere, stracci, ' , miseria. E passata la guerra, l'invasione, la disfatta. re attraverso la patria indifferente e sorda, faccio un atto di imperio: colloco due sentinelle col fucile spianato innanzi alla macchina. Il ferroviere si stringe nelle spalle con la tipica pacatezza del russo: - Nicewò ! - e s'allontana pei fatti suoi. Poichè sono finiti i viveri di riserva, dopo avere telefonato a tutti i Comandi, giunge alle tre di notte un pentolone di caffè di ghiande, lardo, e pagnotte di segale. I pazienti muti e ostili, più prigionieri che in Italia, sfilano ancora una volta con le loro gavette a sorbire la broda della patria ; quindi si riaccucciano nei loro vagoni in attesa del destino. - 33 - Biblioteca Gino Bianco
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