. del pubblico italiano sul grande Pensatore piemontese, che se. è certo il fiiosofo più alto del Risorgimento italiano può forse anche dirsi il più italiano di tutti i nostri filosofi; a Vincenzo Gioberti invero il genio italiano dovrà far capo (come ebbe recentemente a proclamare Giovanni Gentile) . ogni qualvolta desideri ricollegarsi e riprendere ~a splendida tradizione del pensiero politico patrio. • • ,,. p A0L0 SILVANI \ Vecchia Bologna ••. Vigna. nel mio cortil nereggia un fico, L'albero sarto del gran padre Adamo; lo pranzo ali' ombra d-e:suoi rami e dico : - Vecchia Bologna. t'amo I OLINDO GUERRINI Alfonso Rubbiani. che tutta la sua mirabile intelligenza e infaticata operosità dedicò a ridare alla città d' lrnerio i suoi vetusti edifici e le sue vecchie sembianze, esclamava a ragione: « Vedete? Bologna parlò ai poeti che vi vissero, ed essi soli ne ridissero, o in versi immortali, o in umili prose. Nessun straniero che vi passò frettoloso, ne comprese e sentì I' anima prof onda, multiforme ~. E diceva . giusto: ed era dei pochissimi ad aver diritto di dirlo. Egli, infatti, ha compiuto. il miracolo di scoprire una Bologna sconosciuta, « madre di stirpi, già civili- prima ancora che Roma fosse ». Ma si badi : bisogna conoscer la questa città perché mai come in tal caso conoscere significa ammirare ed amare (i). Per ciò non basta saperne identificare le vie e le case: necessita - come giustamente afferma Corrado Ricci - averne studiata la storia. Allora ci sarà dato spiegare le ragioni del fascino che Bologna esercitò in tutt • i tempi su studiosi, storici e poeti cui dobbiamo cronache fedeli, volumi eruditi, pagine smaglianti e diari tuttora inediti. *** L' indagatore paziente di tali cronache trae subito la psicologia tradizionalistica del bolognese eh' è fatta di arguzia, di serena ironia, di equilibrio. Laborioso, paziente, il nostro popolo, sa al momentQ opportuno infiammarsi per le idee più matte, ma poi il buon senso riprende il sopravvento e co~ una risata rabelaisiana disarma l' avversario e lo mette fuori combattimento. (i) SEBASTIANO SANI: Bologna di ieri (seconda edizione); CORRADO RICCI: Ricordi bolognesi; ANTONIO P AND0LFINIBARBERI: Burattini e burattinai; ORESTE TREBBI : Nella vecchia Bolo1na ( ed. Nicola Zaniche Ili). Non per nulla oltre che dotta, Bologna fu detta la grassa. Diede il buon esempio Alfredo Testoni con Bologna ' . . . . .. che scompare. Un libro ormai esaurito 1n cui troviamo cenacoli, macchiette di quella Bologna patriarcale e nottambula, operosa e allegra che il piccone demolitore e più •del piccone la falèe ìnesorabi_le della -morte è. andata man mano distruggendo. A distanza di qpalche decennio eccone altri seguire l'esempio. Sebastiano Sani in Bologna di ieri ci ha tracciato profili gustosissimi di artisti e di uomini politici. Critico e scrittore drammatico, scrittore dalla vena fluente, spesso impetuosa, ha ~apulo darci pagine che leggiamo con un sorriso amaro, con nostalgica malinconia e vera commozione perchè ci -richiamano alla nostra lontana gi~vinezza (è inutile, amico Sani: siamo proprio vecchi: vecchi se non ancora d'anni per la vita vissuta .. ·. elettricamente !), e ci ricordano uomini conosciuti ed amati od ammirati, tradizioni scomparse. Ah la vècchia via Rizzoli, raccolta e chiacchierina ora così · ampia e moderna con quei palazzi di cemento armato che offendono la crescente ~ut~rità del Palazzo del Podestà! Sebastian·o Sani la ripopola di tutt' i suoi frequentatori e ci fa .assistere ai loro colloqui, ai loro scherzi e bricconate. E rivediamo qui il giuoco del pallone con i suoi campiona che entusiasmavano i buoni petroniani. Ecco poi il Caffè dell' Arena, gia bottega di un fornai o, con i fratelli Nerozzi ed il buon Tonino, risonante delle risate, delle dispute, dei motti dei più grandi artisti e dei • • • • minori, di quelli che stentano angosciosamente sui marg1n1 dell'arte graride. E Sani viveva la loro vita notturna : quella vita fittizia di teatro, tutto oro e splendori, e l' altra, la vera la duramente realistica ; e ci racconta aneddoti, · ' . delinea caratteri spesso esilarantissimi, per finire malinconicamente con I' on. Alfonso Marescalchi, attore del teatro politico questo, che dopo essere stato per un momento l' idolo di Bologna e della democrozia, più solo e abba~- donato da tutti in uno squallido lettuccio d'ospedale. E i giornali ed i giornalisti, con le polemiche che non turbavano la buona amicizia, anzi si rinsaldava con qualche cenotta ali' Arena o al Risoc,gimento? Notevole è poi la parte che descrive il teatro e la musica: i successi clamorosi e le cadute irreparabili. ~ Sebastiano Sani chiude degnamente il suo libro con una serie di medaglioni e ritratti; egli penetra nell'Uni- . versità e mostra i maestri del nostro Ateneo in veste da camera. Sono figure prese di scorcio o còlte in un loro atteggiamento umoristico ; ma le ultime pagin~ ci riportano a quella angosciosa sera del 16 febbraio 1907, quando, raccolti in una stanza della casa del Carducci, apprendemmo che ~ la grande ora » era scoccata, che il Poeta greco e girondino era giunto al t«;rmine della sua giornata ... *** - 35 - • • Biblio ca Gino Bianco •
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