Vita Nova - anno I - n. 2 - 31 marzo 1925

iama la gioi~ di infliggere alla vittima l' ultima umiazione, dovè apparire necessaria e doverosa, vero he la brutalità calda di vizio poteva essere stimolo otente a far più .saporosa la vendetta ; ma si può redere che la contessa cedesse al despota solo perchè ndifesa·, solo perchè minacciata, solo perchè tormen- - ala in mille guise senza tregua, e senza pietà~ I codici vaticani parlano di o~ribili sevizie di « strazi crudeli » ; ma tali codici aggiungono che le torture furono iterate perchè la contessa si mostrava fieramente riluttante contro il suo crudelissimo per .. secutore. Il Valentino istesso si vantò dell' oltraggio consumato, ma cotesta vanteria prova con certezza il cavalleresco cuore del duca,· non altro, non di più. •A rigor di termini lascia credere il contrario di quello che dice, perchè è difficile persuadersi che una donna di tal tempra, inviperita sopratutto dalla prigionia, esasperata dal contegno del carceriere, cedesse a lui, tutta sè stessa affranta e rassegnata. A me ripugna crederlo, nonostante che sia difficile spiegare certi atti contradditori dell'animo umano, e di quello femminile in • • 1spec1e. .. ' ' .- Ed a negar fede al fatto materiale così come vien narrato, mi conforta quello che si andava dicendo in quei giorni, ed un. cronista raccolse con chiare parole. Si _diceva in sostanza questo, che : nei rapporti tra la prigioµiera éd il Valentino, non potevasi ormai .più dire quale dei due fosse il vinto, e quale il • • v1nc1tore. I Nè· questa può essere stata una pura intuizione, o una poetica interpretazione di popolo desideroso· di sapere che facessero quei due personaggi, uno dei quali, volontariamente, viveva assieme con I' altro. O Luffo Numai, o qualche scherano, o i domestici che servivano nella casa, devono aver chiacchierato. Di qui non la leggenda, 'ma la certezza che, l' ultima resa della contessa, fu atto volontario. Giocò ella l'ultima posta, sperando che la bel- , lezza agognata del suo corpo ·fosse il tranello demoI . litore del disegno del V alentinp~ e delusa poscia, rafforzasse quel senso di schifo e l' odio che sempre, . da allora in poi, riutrì palesamente verso il suo aguzzino~ ' E lecito congetturarlo, ' perchè in casa Numai, Caterina Sforza potè forse commettere il suo ultimo errore, non certo l'ultima viltà. SEBASTIANO SANI I LA CHIESA DEL PIRATELLO: CAMPANILE SFORZESCO -9- ' ' Biblioteca Gin Bianco '

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