VITA FR.",TERN strada è carrozzabile (e fa servizio l'automobile) però con pen- ,denze fortissime, di lì le strade mulattiere conducono alte frazioni. La mia è la più ~mpoirtante,. ha 164 abitanti ed è ud.divisa in borgate. Dove c'è la scuola, -v'è pure la cappella che per altro 11On s'apre che l'ujtima domenica di seìt!!ffibre quando cioè ricorre la festa del Santo patirono. Pochi gli alunni, dato che moIte famiglie .aLl'autmllJllo v_ainno come stracòvendoli a Torino e non ritornano quas~ù che in' primavera. Neppur allora però si fermano qui - ma vanno invece col be tiame che lasciarono in custodia, alle « meir.e » che sono casipoJe spar e su per la costa del Monviso, e là vivono come zingari, mangiando seduti per terra . .Sedérsi a .tavola per molti è cosa .... mai vi_ta! I -pochi invece che rim:rngono nelle loro ca.se~ nelle lunghe sere si raccolgono tutti in una stalla (delle venti-ne in pochi metri quadrati!) e lì le donne lavorano - filano, fanno calze, pan,eiotti - e gli uomini fumano raccontando qualche vecchi-a ·storia tipo anta GenoveHa, i Reali di Francia, Bertoldo e Bertoldino, oppnr ancora cantando a squar- -cia5ola. Gente rozza, super tiziosa, crede alla jettatura, alle et imine, ma qua11ilo si trafta di una miseria da sollevare sono veramente generosi. Dicono le orazioni -della sera riuniti nelle stall-e e ono preghiere interminabili. Qtrei delm: mi.a _bomrata formano, sì può dir-e·, una sola famiglia, comperano in ociétà quel che co terebbe -troppo per ognuno (p. es. i pesi). Se nei "iorni di neve qualcuno deve venire a casa. si offrono tutti •per incontrarlo: il dolore di uno è dolor-e' di tutti, non ànno segreti fra loro. ono attaccati alla loro casa, alle loro rocce, alle lor-o terre, .che, indolenti, non curano di sfruttare: Coltivano la sega!<; e le patate. e i miei alunni della vite non conoscono che il v,ino, del grano, il pane! Ch:i-s à che proporzioni ànno per loro certi animali mai visti, certi frutti. e che cosa sono nella loro mente i trams e 1-e vetture!!!! Vivono in una promiscuità troppo intima e... urtante; ma non i peTilllfttono scberzi qua,nd'io son con loro, accettano di buon grado i miei consigli - povera cosa del re to ! Hanno un profondo buon en o - e s'accontentarto di poco. S'io leggo loro qualcosa che li commuove, sono e clamazioni, interrogazioni enza :fine, e vorrebbero cn'io rileggessi le stesse co~e- per l'ennesima volta. Per loro io -on la « magistetta santa» (diicono anta an<:he alle ga.lline!.) e ancor non ò espresso un desiderio che !!ià on in mille a cercar di soddisfarlo. Gli scolari rispettosi e -disciplinati, ono discretamente intelligenti: io sono abbastanza oddisfatta dei profitti; . basta curarli per tutto ottenere. E purtroppo fin'ora lo furono poco! Da gennaio - malo- do gl'iscritti fossero 18 - 'llOn ne ebbi che 2 o 3 per eia-se; prima per le abbondanti nevicate, poi per la tos e asinina che colpì i pi.ù piccoli. Pochi giorni fa ancora à nevicato, ora verrà anche qui la primavera - speriamo! Biplioteca Gino Bianco
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