Vita fraterna - anno III - n. 22-24 - 30 nov.-15 dic. 1919

V!TA FRATERNA pressione \COSÌ vivida. La prima nota è di semplice fiducia nel continuar della vita ~ « è tempo ch'io vada _a:d attingere acqua no- -velia» - é pç>irisuona piano e'-cresçente l'indicibile pathos dell'o- • ra estrema: suolio d'abbandono e d'.addio che si leva da tutte le cose svanenti e penetra ogni sensJo vita,le, e Jn:sieme suono di, ridhiamo, forse au:g':lrale, forse minaccioso, che cinge éd) assorbe la creatura tremante; sgomento dell'-i!gnoto, arugoscia della .d[partita - ,e fascino •composto di mi.stero e di f.ede: « l'ignoto suona la . l:ilra;, ' « Il giorno non •è più~ l'ombra. viene alla terra. E' tempo ch'io vada ad attingere acqua novella- . Nell'aria della sera risuona desiosa la musica malinconica delle aioq-ue.Aih, mi chiama fuori nel crepuscolo. Il sentiero è tutto solitario, il fiume ha ·brividi di vento. Io non so se tornerò ai m1e1. Io non so chi potrò incontrare. ~g,giù al traghetto nella piocola barca !"Ignoto suona la lira> .. (74} . ' . Guardate come Tagore è immune dalla Òsses!Sio11d1leell'origina- ·lità che _pone tanti nell'incapacità cli muoversi con naturalezza. Parc.gonare il ve11ir della morte a•I calare della. notte - e poi quel fiume dia a,ttraversare in ba,rca !... Sr possono .dare iiimmaiginrpi iù àntiche e ripetute? ... Ma il poeta vero non può mettersi a ri.cercare di propos.ito l'originalità. Come potrebbe egli dar adito a questo pensiero? Tutte le sue forze ·sono così interamente· prese dalla necessità di dir la cosa yera, là cosa viva in "lui, che implora espressione; a nul.J'<!ltro egli può pensare,, non rimane posto per altro nel suo ,spirito. Sia V1eochiao nuova la iparola, l'immagine, egli neanche lo sa, nell'atto 'di adoperarla; sa soltanto che è la necessaria. Esprimere è obbediré: obbedire all'idea per dominarla. E per questa via è raggiunta .Ja vera originalità; raggiunta spontaneament_e, semplicemente: il pensiero •è tutto vivo _evibra tutto del particolare carattere dlello spirito ohe parla: q11esto canto non ·potrebbe essere d'altri cpe di Tagore. E guardate come egli crea il sentimento senza defirÌirlo p des.èriverlo, adoperando le più sem- ~ plici ·parole, i più semplici fatti: « Io non so se tornerò ai miei. Io 1 non so chi potrò. incontrare». Secondo l'indok, o. il momento, in chi ode, queste parole suonano malinconiche o angpstiose, oppure miste d'apprensione .e di trepida speranza. Precisamente .come vario significato può avere una stesa musica.,: senza nulla perdere di sè, sposando lia pmpr,ia onda vivente a;I vivente flui:re dello S!pirito che ode. Non da sole I·eiparole posseggòlno questa potenza viva, ma, · musicalmente~ Là ove si trovano, uruite alle a·l,tre risonanze del canto. Bibl.ic5tecGaino Bianco

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