Vita fraterna - anno II - n. 12-13 - 15 luglio 1918

' ! VITA l'UTJ!RNA Povero micio! Siamo tanito abituati ad accusarlo come tradito- -rie (aiccusa, ,dlel resto, -discutibi~e), ,che non faiociamo neppur attenzione alile sue virtù, che pure esistono! Una in particofare dovremmo riconoscer,e osis,ervatie e .imit,are: quella oh',egli ha: .simpatiois- · sil!la, di far le fusa quando è contento. Riflettiamo -e vediamo quanto, in questo, do,vremmo imparare. Troppo spesso noi, siamo ,più ,espansivi nel m1 alumore che ne'lla •contentezza. Ce n'andiamo intorno con gN occhii scuri e la frontie ag,gronidata. Siamo stanchi; ,siamo so1Pra[)pensrero·; abbiamo « i nervi » : abbiamo qualche contrarietà.... E ne faccia mo ,parte al nostro prossimo con poco c"àritat:evol,e generoisiltà•, nel nostro a.spetto, e colle nostre la-mentel-e.... Se i-nv,eèe ,ci •caipita qualche cosa di piacevole, di buono, di lieto -' oe lo m1et.tiamo via silenziosamente, colme cosa naturaI1i1sisima,dovuta, e da non farne caso. Impar,iamo da1 gatto. Facciamo anche noi le fusa - a m.odo nostro - quando siamo contenti. Della no,stra •contentezza, diamo -parte ameno a chi ci vetle e ci vi,ene accanto, con una fronte S<'erena, ,e il sorriso che illumina e s1 propaga com,e un raggio di sole. Grazie, micio, della lezione. adar. ( da una lettera). Zonda, 18 giugno r9r8 . .... I eri è venuto da me un bambino di sette anni, di una scuola elementare qui di Milano. Aveva. con sè un sacchetto che pareva pesargli molto, tanto è vero che lo passava continua:me1,ite da una man.o -alf altra. Mi ha detto: « la nostra maestra ci ha detto di essere più buoni oggi perchè forse oggi il pe,pà di uno di noi sta morendo Pe1' impedire ai tedescm di ,venire qui· ad am,1naz:wrci tutti. Allora noi abùiamo pensato di riunire i soldi che avevamo per comperare le palline e le arance; e poi di portali a lei perchè li 11u111di ati nostri pap_g,che .combattono.» Mi ha consegnato allora il' prezioso sacchetto che conteneva be11 128 ·.sojdi, qualche nichelino, e poche lire: 14 in tutto. Ebbene. I o non ho niai sentito co1ne per quei. 128 soldi che rapprese-ntavano altrettanti grossi sacrifici di piccoli esseri, la sicurezza che tutto ciò che vien dato oggi: vita. gioventù. •ricchezza - non viene dato invano. Nel sacrificio e per il sacrificio sar_anno più grandi gli litetliani di domani. E il conforto di aver dato anch'io perchè questo sia 1ni ha fatto quasi dimenticare che - mentre l'Italia vive la sua ora più grave e Più sacra - so110 1tn solda,to fuori combattime,nto. Ten. Fuu:1ER1 01 CALBOLI. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==