Vita fraterna - anno II - n. 8-9 - 15 maggio 1918

Ànho II, N. s.. CJ.. 15 Maggio 1918. Conto corr. colla Posta VITAFRATERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE SOMMARIO Intermezzo - Armonie - Per le infermiere di guerra - Poche o pochi? - Lettere di guerra - Le nostre donne decideranno la guerra - Conversazione: Parole della Direzione - Fare! - Fra lettori e lettrici. ABBONAMENTI Ordinari Italia L. 6.- Sostenitori » )> 10.- Estero L. 7.50 » )) 15.- Gli abbonamenti sono solamente annui Numero separato L. 0,30 - Arretrato L, 0,60 Esce il 15 e il 30 d'ogni mese. DIRE.ZIOXE o A)I;\f[XISTRAZrnx1•: Yin Spi~n X. 25 -- )lilano Biblioteca Gino Bianco

PAGINETTE INTERNE 27,-23 aprile-_ 1!H8. (di JJrimo dovere). C:os=epteiiose ·ci' sono; nella··« regola»· di' addr (1 . ·6 di·: Vita Fraterna) e cose che, per n1ioi conto, respingo vivacemente. ... . :.\Ioderiamoci e comincia1no dalle 1preziose. « Dice: « fa subito quello che hai da fare». Io aggiungo: queJlo che più ti costa. Infatti, sirnile atto iniziale di coraggio virile imprime tale forza a tutto l'essere, che il seguito clelle operazioni appare quasi un trastullo. Supponiaino che una risoluta candidata di auto-rinnovarnento interno, una bollente signorina sui venticinque anni (usa a fantasticare n1olto, rna anche a 1pensare) usa a pensare sì, ma anche a fantasticare troppo, si sieda a tavoli 1no una delle infinite sere della sua giovinezz:1, nella cameretta appartata, con un bel programma, definito o no, ma programma d'intenso lavoro intellettuale.... Al solito, c·è qualcosa che ostacola, che ottura, che tormenta l'uscita e l'incanalamento del fiume di cose che insieme l'inebbriano e l'opprimono. La bollente signorina sa ormai a cosa riferire questo vizio spasmodico: essa ha da rilnproverarsi una tale indisciplina esterna ed interna della sua vita, un'abitudine così deplorevole, tra le altre, di cedere all'accesso delle cose più facili e 11iacevoli, che ha capito dipendere la rifo1·ma radicale da uno spietato camn1ino a ritroso cli tale cedevolezza, a filo rigorosissirno, cioè, del dovere. Pigliarsi ogni 111omento e dirsi: Quale è il mio :prin10 dovere in questo momento? Pe1·chè è evidente che col. dovere non si discute, e che perciò mettersi sulla scala dei doveri è n1ettersi sulla via 111aestra della rettifica interna, con tutte le conseguenze felici di possesso di sè e cli pronta chiarezza e compiutezza d'ogni forma di vita, che il contatto coi dogmi della realtà determina nell'essere, dando ala e non impedimento all'estro più ideale. La risolnta candidata di auto-rinnovan1ento, si fa anche quella volta la Yiolenta domanda .... Ahimè.... Era l'ora..... in cui, nelle case dove sono.... scarafaggi .... escono gli scarafaggi! ~VIidispiace per le lettrici sensibiìi, 111anon c'è verso: nna delle realtà della vita, che non si distruggono, è anche questa degli scarafaggi, ,e per quanto ci . si discen·elli, un n1oclo di distruggere gli scarafaggi stessi senza distruggerli non c'è, e tanto 111eno il mocl·o d'impedire che se ne occupi, di là in cucina, in dispensa, e nell'ingresso, la vecchia BibliotecaGino·Bianco

Milano - Anno Il. 15 Maggio 1918 - N. 8-9 VITA FRATERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE Abbon. annuo ordinario L. 6 . c:::>(]c:::::J Abbon. annuoaoatenifore L. 10 .INTERMEZZO Che ci si abitui alla guerra? che rientri essa nel ritmo normale della nostra vita? è possibile? o è questo un gioco della primavera - non n1ai violenta, ma ipiù tremenda di un esercito, più perentoria e inflessibile, che non ammette la possibilità di non vincere; - un gioco della primavera che ci strappa c·on sè, eterna, e ci fa battere il cuore ed esultare ~e, dopo lunghi giorni di pioggia, e tanta uggia e tanto grigio, un mattino ci si désta con l'oro vivente nella stanza: il sole! I~ sole! e è tutto diverso il chiacchierio degli uccelli di fuori, e c'è qualche vaga nuvola bÌanca ;nel ciel-o ·alto e chiaro e azzurro oh, di un azzurro _così vago che par nuov~ meraviglia; e i prati s'intepidiscono e si sollevano nel verde brillante, e nel giallo e nell'azzurro e nel bianco, e gli alberi si distendono e respirano, e _dispiegano con frescà gioia il d-elicato s.plen._dore delle foglie e di tutte le gradazioni, - il verde chiaro e il verde cupo, il verde giallino e il verde azzurrino, e il verde rosso, e il rosso e il rosa - e le gemme lucenti, e le corolle h~sparenti e u1nide. E la guerra? .... l\1a il sole penetra la terra in un attim·o. e il vento lieve aiuta ad asciugarla, e si can1m-ina con la testa in aria, cantando senza accorgersene a fior di labbra; e i giardini sono a un tratto pieni di bambini, pieni pieni come Sé tutta una generazione fosse sbocciata subitamente dai prati e di sotto gli alberi. - lvla la guerra? ... Oh, ci scommetto che anche là sui sanguinosi campi di Francia, là dove la lotta è più feroce e tutto è orrore e dolore e eroismo, se il sole schiara il cielo e porta la voce della primavera e fa fiorire il bordo della trincea o_ i1 confine del bosco contrastato, anche là, ci scommetto, sgorga una canzone dalla labbra del soldato, gli si dilata il cuore e gli ride negli occhi la spera_nza. Oh, benedetto il sole! e benedetta divina rn.essaggera la Primavera!. .. BibliotecaGino Bianco

114 VITA FRATERNA No, non ei si abitua alla guerra: - ma vuole Iddio, quando alle potenze tese sarà richiesta anche più alta tensione nell'ora ,più difficile, ristorare quelle nostre forze che sonò sul limitare misterioso fra questa umile vita del corpo e la più alta vita spirituale, - e ci parla confortevole nella Yoce .musicale della sua u1nana e celeste figlia Primavera. Oh, non chiudiamo pertanto i sensi a questa voce!- Accogliamola con festa, rispondiamo cantando per ogni sentiero del bosco per ogni soffio dell'aria serena, respiriamo largo e p:r.ofondo, sorbiamo a lunghi sorsi con avida gratitudine l'acqua. della fonte vivificatrice che ci avrà ·rincorato quando l'ora della prova più grave,. che non può tardare, venga! mca.• ARMONIE .... Fiori, fiori, fiori: una dovizie,. una festosa meraviglia 1nulticolore. E azzurro. E sole. O trionfale esultanza di campi fioritit O miracolosa esultanza di case cittadine trasmutate! O primavera! primavera! Vjta! . E ancora la guerra: odio,' distruzione, 1norte. Signore, Signore, ne ài dunque abbandonati? ... ; . Passano. . Soli o a gruppi, sorreggendosi sulle stampelle o appoggiandosi ai bastoni, giovanissimi; passano i mutilati di guerra, gli analfabeti contadini della Sicilia eroica, passano fra le snelle palme slanciate verso l'azzurro, nella soavità inesprimibile del crepuscolo primaverile. I mutilati. Che pietà! E credevan10 che giovinezza volesse dire bellezza, forza, gioia. O Signore, tu ne ài abbandonati... Nla ecco, a un tratto, un coro di freschissime risa completa la lenta e dolce melodia del crepuscolo che declina. I mutilati si sono uniti a una frotta di bambini e giocano con loro, e uno ci è - cui manca una gamba - il quale, per indurre al riso un imbronciato monelluccio di tre o quattro anni, fa le finte di rinc.;rrerlo. E naturalmente; nella corsa è vinto .... O giovinezza, o sacra, temprata giovinezza, sì, davvero, d.av( vero, tu sei la forza vittoriosà,-la gioia, 1 a bellezza! E che tu sii ringraziato, o Signore, poichè non ci ài abbandonati. (Palenno) LiC'ia. BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 115 Per le infermiere di guerra (I) dopo guerra Si parlava, tornando in crocchio da una riunione di infermiere, dei nostri ospedali; dei nostri· fieriti, della nostra vita; si parlava con anin1azione, con entusiasmo, -con commozi 1one - e la bella voce morbida di Elena B. esclamò, con un levarsi vivace del vis.etto fresco e bruno: « Io non so più pensare come vivevo p-l'im,a!... E se penso al dopo guen·a, mi spavento! » « O perchè?! » « :Ma pensate! Cosa facevamo noi, povere <<signorine,», pri1na della guerra? Finite le scuoìe, ancora qualche lezione « per ornarci»; le visite da fare e da ricevere; qualche commissione; a scadenza, gi~i daJla sarta e dalla modista ~na bella corvée a!}che quella!); qualche festa; qualche beneficenza... E poi? E in conclusione? ... Dio mio! E' una vita, quella? E finita la guerra si dovrà ri1prenderla tale e quale!? C'è da sentirsi gelare a pensarci! - E tenian10 presente - (qui la voce di Elena si abbassa con una risatina smorzata che non è affatto gaia ... ) - che l'eventualità di un « n1arito » sarà più rara che n1ai. .. ! - E c'era già una tal carestia! - Ben, sentite: beate quelle che hanno famiglia, e magari anche una fila di bébés che .dà loro un tremendo daffare ... - e beate- quelle che devono la.vnrare per vivere! Quelle non hanno da temere il dopo guerra. Nia noi, povere « signorine disoccupate » !. . . Ma volete sentirne una grossa, una che vi farà guardarn1i con o_rrore! Proprio! Pensate che certe volte mi trovo a p-ensare con sgornento a quando la guerra fìnirà ... .Che orrore! Proprio come quelli che <elucrano sulla guerra», com-e i « pescicani »... Povera Elena: un 1pescecane! - No, parliamo sul serio: proprio, darei la mia pace, la mia salute, sì, non •esagero!, perchè questo strazi•o finissé _presto, e tutti questi dolòri tremendi cessassero! - Ma dobbiamo convenire , care mie, che finita la guerra, chiusi gli ospedali, la nostra vita tornerà a essere un~ ben stuipida vita ... E' desolante!. .. n Povera piccola Elena. graziosa e buona! Tu sei stata il portavoce sincero di una moltitudine di giovani donne, di cc signorine disoccupate», come le hai chiamate tu, che tacciono, ma pensano e sentono come te, nelle tue stesse condizioni. Per quelle tra noi (e siamo moltissime veramente) che anche prilna della guerra avevamo una vita aperta ai contatti colla vita umana, all'attività del lavoro e dell'azione sociale, (1) e non solo per loro. BibliotecaGino Bianco

116 VITA FftATE.RNA sembra inconcepibile una tale disoccupazione. Eppure, la vita di pri113-a, come l'ha descritta Elena, è tale e quale quella di nna innu111erevole schiera di signorine più o 1neno giovani, quella voluta per loro da un'enorme massa di madri tenere, di padri aggi, e di fratelli ben pensanti, nonchè di - « partiti conv~- nienti ». - Chi può dire per quante infermiere volontarie, questo volontariato rappresenta una battaglia vinta contro l'o1wosizione dell'ambiente? (battag·lia che sj rinnova di tanto in tanto: perchè ancora ad ogni proposito,· quel povero servizio in ospedale è accusato responsabile dei più svariati inconvenienti della vita quotidiana ... ). Per quante· giovani vite esuberanti, eppure costrette sterilmente in una reclusione materiale, e srnprattutto morale, in un ozio affaccendato, in un'esistenza ingombra e vuota, - l'appello urgente e patetico della Patria alla loro .attività, l'apparire del bisogno così evidente d'un aiuto che anche esse potevano dare, e che esse hanno sentito di dover dare, e hanno voluto dare, - è stato lo spalancarsi qi una finestra sigillata fino allora sulla realtà angosciosa e feconda della vita: la realtà che fa vivere se pure uccide! E' stata una rivelazione indin1enticabile ormai. Elena ha ragione: non era vita, quella di prima. Naturalniente - il mondo che aveva creato per loro questa esistenza e ve le aveva costrette, non le ha capite nè le ha aiutate sulla nuova e buona via. - Vedendo quanté signorine, disoccupate fino allora, si gettavano a questa nuova attività, si è detto che questa era una nuova « moda ». Vedendo con quanta serenità, e gioia, ed entusiasmo tante giovani donne, abitu~te a tutt'altra vita, affrontavano e sopportavano fatiche, impressioni dolorose e disgustose, lavori umili, pericoli di contagi, - si è detto che le signorine avevano trovato un nuovo genere di «sport». - Con una leggerezza purtroppo non nuova nei giudizi. maschili sulla donna, troppo accolta e favoritç1 anche nei campi femminili dal gusto della maldicenza, e da ostilità di -« colleghe » laiche e religiose, si è generalizzato, da qualche caso disgraziato e deplorevolissimo di infermi ere indegne e incapaci del Iorio· mandato, a. tutta la grande n1aggioranza delle buone e serie e attive - coinvolgendo tutte in uno spiccio e· superfi- - ciale e sorridente dispregio ... Questi, in gran 1parte, gli all.ori colti nel proprio mondo, e anche intorno al loro lavoro stesso, da moltissime infermiere volontarie. Non poche, purtroppo, anche buone, hanno ceduto davanti a queste difficoltà, e vinte si sono ritratte dal servizio. (E il loro mondo, subito, ha commentato: ecco, l'avevamo pur detto che non avrebbero durato, le farfalline ... ). BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 117 ì\f a le altre continuano: no~1 vedono o non curano quegli amari allori. Continuano, prese, animate trascinate dalla vita profonda che è nel nostro lavoro, compensate ad usura di ogni · sacrificio, dall'onore di assistere i nostri combattenti, - e dalla loro comn1ovente gratitudine - oh, ben superiore al nostr,01merito! - e anzi, quasi con sgomento - sì, proprio come ha detto Elena - si domandano: e dopo!? Vita profonda e_intensa veram.ente, questa nostra di infermJere di guerra! che ci fa partecipare di grandi avvenimenti della Patria (le azioni al fronte, le soste, le l'iprese hanno una diretta riJpercussione nella nostra attività); e di umili o grandi avvenimenti individuali o familiari, di gioie e pene altrui, che ci prendono a volte l'animo come fossero nostre; e per i grandi avvenimenti nazionali e gli oscuri fatti familìari o individuali, chiede il nostro umile m.a effettivo contributo di bene ... l\iia dopo? Elena, non dobbian10 aver timore: Non verrà meno il nuovo senso benedetto della nostra vita. Purtroppo, finita la guerra, chinsi gli ospedali, non tntte le ferite saranno rimarginate: non ci sono soltanto le ferite che sanguinano nella carne, prodotte da.Ha guerra ... ; nè soltanto le ferite di guerra ... Ben altre ce ne sono semp1;e state: solo, non le vedevamo, le ignoravamo. Altre, pur.e, e di nuove,_ ce ne saranno. E dovremo cercarle, curarle, guarirle quanto più potre1no: a questo, studio, a.more, ~e~! ~ E' vero. A 1nolte più di prima, tra noi, sarà preclusa la via del n1atrimonio, sarà negata la gioia santa .e feconda, cli una famiglia nostra. Tanti giovani danno in questi anni la vita, il sangue per la Patria. ~Iolte cli noi le sacrificano, col sacrificio di quelli, la gioia del loro avvenire di spose e di madri. _ Così sia. ~la la riostra vita non dovrà essere arida e vuota. Sarebbe non solo dolore per noi, sarebbe delitto verso l'u1nanità e tradin1ento verso i caduti. L 'un1anità sarà più che mai bisognosa dell'opera femrninilE?, .dell'attività materna. La guerra ci ha chiamate fuori della nostra vita chiusa, egoistica, a sentire la realtà della famiglia nazionale, della famiglia umana. Non dovremo più dim.enticarla, questa realtà; non dovren10 più rinnegarla. , Fin d'ora, ora appunto che le siamo necessariamente· in 1nezzo, dobbiamo ,stpdiarla, .approfondirla, ved'ere. IGual;i se dal chiuso delle nostre case fossiino passate a rinchiuderci nella 1 esperienza immediata e isolata degli ospedali. Dobbiamo guardare addentro e al di là cli questa imn1ecliata esperjenza. OsserBibliotecaGino Bianco

118 VITA FRATERNA vare, riflettere, capire, st~1diare, bisogna; pe_r amar rneglio e agire più utilmente. Attraverso alla condizione del soldato, o dell'ufficiale, che - ferito o malato - è affidato alle nost're cure, e alla sua famiglia, possiamo e dobbiamo cominciare a renderci 0onto delle condizioni -· tr.oppo e male da noi ignorate ·- del nostro popolo e anche della nostra classe dirigente: virtù, difetti, bisogni, miserie materiali, fisiche, e morali, si rilevano, allora. E possiamo (e dobbiam-o) anche - oggi per -domani - in1parare a conoscere, amare, e servir meglio la nostra PatFia. Una cosa che alle d,onne, alle signorine in particolare (è vero, Elena?) è stata finora chiesta molto poco... Eppure, quanto possiamo anche in questq campo! - dunque: quanto dobbiamo! Al di là dell'attualità della guerra, ,osserviamo, conosciamo la nostra azione. Oggi dobbian10 svolgere. nelle corsie la nostra propaganda patriottica; spiegare ai nostri soldati, che troppo poco ancora lo sanno, che cos'è l'Italia, e .perchè la nostra guerra è santa, e deve essere incoronata di vittoria; eccitare in loro il santo orgoglio del loro valore, che è valore italiano, contro ' la deplorevole tendenza di autodenigrazione che da noi troppo spesso n1ina e annienta il senso nazionale e il senso di indipendenza. Ma facendo questo, ci accorgiamo pure di quanto, que- •Stomanca e occorre non solo oggi, non solo trà i nostri soldati, ina sen1pre, ma fra tutto il popolo nostro, così capace di meraviglie, e così poco coltivato da noi, - tanto e male coltivato dai nemici d'Italia.• .. Sentiamo, rièonosciamo il nostro debito. Ti pare, Elena, che dopo la guerra non ci debba essere p1u niente· da fare? ... Tt 1pare che sarà permesso alle povere « signorine disoccupate» di prima, alle volonterose v,olontarie di ·oggi, di tornar « disoccupate» domani? -· di riprendere rassegnata1nente la stupida, vuota esistenza di prima, che non è vitçt? Ah, no! è vero? - prepariamo le schiere, e le volontà fin d'ora! Fin d'ora il lavoro è pronto. Anna Speri. Perchè gli opuscoli di propaganda siano letti sarebbe molto bene distribuirli abbondantemente nei -diversi scompartimenti dei treni viaggiatori. Il treno è uno dei posti in cui si legge di più. Distribuirli non alla cieca: opportunamente secondo le varie classi e i loro frequentatori. Vorremmo che que·sto suggerimento fosse raccolto. da chi t·nò attuarlo. BibliotecaGino Bianco

VITA Fll~TERNA 119 Poche? o pochi? (Cose che si dicono e cose che non si dicono). Ho sentito (e chi non l'ha mai sentito?) 1più d'un uomo esclamare an1aramente: « per trovare una donna di valore morale, bisogna cercarla col lu1nicino - e poi ancora, di solito, non si trova .... » Ho sentito (e chi non l'ha mai sentito?) più d'una donna sospirare tristemente: « fra tanti uomini che si vedono e si conoscono come è raro trovarne uno solo che sia morahnente forte, onesto, nobile! » Questo affer,ma un fatto desolante: che la scarsità di valo,ri nel campo femminile e nel campo maschile è imponente. ìVIa questo stesso prova insien1e un fatto consolante·: che la sete di valori nel campo maschile. e nel campo femminile è pure n1olto sentita. . Ora la sete di valori è già un valore, una possibilità ~i valori. Dunque: esistono realmente dei valori morali nel campo maschile e nel campo femminile. E allora si deve concludere che da una parte e dall'altra vi è incapacità di ricerca di questi valori, - e che d'altronde questi valori hanno una deplorevole tendenza a nascondersi. Così è. , · Perchè chi sente la nobile sete dei valori nelle ,persone, dopo poca ricerca, trovando invece dei non valori, si comporta come se ne fosse soddisfatto? Sento dire: « Quella signorina ha un bel musino, ma è un'oca perfetta, non val niente!» - o peggio ... - E allora, cari signori, perchè le state tanto intorno? Sento dire: « Quel giovane, sotto la vernice dell'educazione formale, è un volgare come ce ne sono troppi. » E allora, signorine mie, perchè ve lo lasciate venire accanto e non gli mostrate, come potete con tutta co.rrettezza e fin con bontà, la vostra disapprovazione? Perchè uomini e donne, trovandosi insieme, pare vogliano darsi il ,peggior concetto l'un dell'altro - invee~ di lasciarsi e farsi conoscere e conoscersi reciprocamente in realtà, ,sf,o,rzandosi a che questa realtà sia il meglio possibile? Sento <;lire: « E' stu~chevole che quando ci si trova con una signorina si sia in obbligo di farle un po' di corte per riuscirle gradito... E non si ipossa parlar di niente di elevato e interessante. » - i\1a avete provato, signori egregi, a non farle la BibliotecaGino Bianco

120 VITA Fl\ATERNA corte e a parlarle davvero di qualche cosa di interessante - con1e fareste con un amico? Sento dire: « E' ultra stucchevole che questi benedetti uomini, anche gl'intelligenti, quando si trovano con noi, si sentano in obbligo di dirci delle sciocchezze e di farci dei complimenti insulsi, e sembrino divenuti incapaci di interessi elevati - o che ne credano incapaci noi... (E bisogna sopportarli così, anzi stare a botta e risposta in quegli stupidi giochetti, rperchè se non ci trovano noiose». - ì\Ia perchè adattarsi così, gentili signorine, a passare per delle sciocchine, e financo fingersi tali, invece cli troncare gli stupidi giochetti magari con una buona· e sana risata, e facend:01appello vivamente alla più; pura e schietta giocondità, b a1la loro intelligenza, o ai sentimenti più vivi e più nobili? Credo che. se uon1ini e donne, invece di parlar male gli uni degli altri in ca1npi divisi, e farsi poi comiplimenti e n1adrigali quando si trovano, di fronte - si dicessero schietta1nente quel che pensano gli uni degli altri, - finirebbero per stimarsi reciprocan1ente di più, - e anche p,er meritarsi di più davvero la stima gli uni degli altri. Credo che il concetto che un uomo ha delle donne, e una donna degli uomini· - risulta direttamente dalle esperienze personali in proposito, ,e le rivela. - E credo che in massima l'esperienza buona ,oi cattiva non è casuale, ma risulta dalle capacità, dai gusti, dalla condotta e d.al giudizio di ciascuno; - quindi ridonda ad onore o disonore di chi. se l'è formata e l'ha raccolta. Vedo che gli uomini n1igliori e le migliori donne hanno· il più elevato concetto dell'altra metà del genere umano. Intendiamoci: non il concetto lpiù favorevole e indulgente e facilmente accogliente, che an11nette tutti i torti, ma li toUera per un gusto snperfi1ciale e vol~are; - dico il concetto che non esclude la conoscenza dei difetti e la loro riprovazione, ma anche ne spiega le fonti e ne cerca la salute, e crede nelle possibilità migliori, .e conosce e stilna e ama i veri v_alori. Bisogna che gli uomini e le donne di valore imparino e riescano a trovarsi. Si accorgeranno allora, con un trasalimento di gioia, di esser più numerosi - gli uni e le altre - di quanto le une -e gli altri avevan pensato. Bisogna. Dal co.ncorso, dall'alleanza delle · migliori forze maschili e femminili, - non dalle une o dalle altre soltanto , l'umanità aspetta il suo pr.ogresso nel bene e nella gioia. adar. BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 121 Lettere di guerra. (dalla lettera di un giovane ufficiale siciliano nelle retrovie). Scrivo n1entre i miei soldatini vanno avanti e indietro sotto alla mia finestra. H;o trecento uomini da ordinare, da preparare, moralmente e materialm,ente, e. sono il loro unico ufficiale. Sono a Lovere, ove dimorò iper dieci anni la celebre Lady }Iary iVIontague vVortley. La leggenda narra che il conte Ugolino Palazzi si fosse con violenza impossessato della geni.ale donna e la tenesse prigioniera in casa Bazzini; la storia dice che qu.i ella venne spontanean1ente, in cerca della vita. Del pae aggio che 111ista d'attorno Lady Mary scriveva: « Eccomi nel luogo più hel1o e romantico che io abbia potuto sognare in vita rnia. E' un paese parag-0nabile a Tumb!~idge (1) per le case fabbricate l'una a ridosso dell'altra, a scala sul1 'erta pendice; ma questi monti sono sei volte più alti delle colline di Tumbridge, sono forrn.ati da immense roccie multifor1ni, in parte brulle, in parte coperte di verde musco e di !pianticelle · stentate e rade; e tra una rupe e l'altra si stendono macchie fiorite, vigneti, orticelli, con vecchi alberi e casette, che per gli sforzi pazienti dell'uomo contendono alle frane dei dirupi qualche lembo di meno ingrato pendìo. Tutto il bel lago d'Iseo è diverso affatto da quelli che ho visti finora, per l'originalità delle sue belle caratteristiche. Lungo quasi quindici miglia su tre di larghezza, è circondato da alture imponenti, spesso inaccessibili, le cui falde estreme sono cosparse di paeselli, di modesti villini. Il lago è d'una tinta glauca come quella del rnare J>•••• Io aggiungo che questo sito mi ha dato una emozione che non so decidere se sia acuta nostalgia del mio ipaese, o gioia di sentiirmi ìin un Julog,o, che tanto gli: somiglia.; chiudiamo con una br\llla catena di monti l'orizzonte dalle Yladonie al Pellegrino, ed eccoci al lago d'Iseo. Io dimoro nel palazzo Bazzini, ospite del proprietario. E' il vero palazzo del 500; stanze variopinte, con grandi quadri di gente che .fu... Gente in parrucca incipriata, chiusa in grandi giustacuori di seta arabescata, ornata di b,ottoni d'oro, di trine e baveri· cavalieri e conti, monache e preti del tardo medioevo, . , che ci parlano degli amori e degli ddii di quel lontano tempo,; parlano d-elle lotte d'allora a noi, che viviamo nell'imn1ane lotta del tempo nostro. E per le sale, sedie e tavoli del medio evo; vasti cammini che videro ardere tanta legna e tanti cuori.. .. (1) Piccola città in centro all'Inghilterra. Biblioteca Gino Bianco

122 \'lTA FRATERNA Dentro al ,palazzo c'è uri picciolo giardino dove tre abeti dormono e due pini parlano sommessi, ombreggiando i teneri ingenui giacinti che olez~ano pudichi fra l'erba giovane, incolta, inosservata, piena di vita e di speranza. ' In una veranda tiepida fiorisce nn arboscello di gardenia, e fa festa alla gente che non spesso entra e si fern1a a contemplare. Gli abitatori della vecchia casa : Un signore settantenne, pieno di vita, gentile, modesto, pio, che mi vuo,l bene ma non me lo dice; mi piace quando a la 1nattina lo vedo in pantof.ole e con l'arabescatà papalina di seta, mi ,piace quando se ne va con un cappello a cencio per le vie, per la campagna; mi piace tanto nell'uomo l'attività. Una signora, anche lei settantenne, sorridente, vivace, in continue faccende, per polli, per spiedi, per pentole e panni, che gira la casa col far di signora che davvero ella è.. Per me ha prernure di mamma, e mi dice tante cose gentili che sento di non meritare. Un'altra signora, ottantenne questa, vivace ed arzilla, che gnarda ed ascolta, che saluta con grazia e con pace, che gira .e gira la casa, e si fern1a più presso alla fiamma. E poi una signorina dagli occhi vivi, ingenµi e furbetti i1tsieme, tra il rimpianto e la gioia, che gode vedersi del palazzo ~ignora, ed ama le· si dica che è bella la vita nel sacro suo asilo. E se sapes~e! Mi ha preso per prete!. .. Mi ha chiesto con mal .celato dolore: « E' vero che lei è·prete? ... » Ahimè, il nostro spirituale coenobiitni è preso per un convento, e noi, nuovi cenobiti, per frati e monache d'un tempo!. .. Mi ha preso penprete perchè io solo ho saputo dire la parola di vita fra tanta gioventù che qui è passata, che si sarà fermata a contemplare con sguardo indifferente o indiscreto.... Nla io provo tanta stima per quest'anima che ha vissuto, che ha conosciuto il dolore, la tempesta, il disinganno. Tali anime sono sacre. Dinnanzi a loro m'inchino e imparo. _ Ed ora una scena della mia vita attuale. Attorno al pulpito della chiesa, trasformata, con la nostra venuta, in caserma, si accatastano i miei fanti nell'ora che volge il tramonto. Io salgo .qnel pergamo e parlo per un'ora. Di che parlo,? ... Oh, di guerra e di ,pace, di vita e di morte, di patria e di famiglia.... E ciò tntti i giorni. Il mio pubblico è veramente ideale: 1ni segue, mi commenta, mi applaude; talvolta mi ascolta in silenzio, im1nobile, talvolta con me piange o ride; con me spera e prega, •oppure 1ni muove obbiezioni, mi chiede « perchè? » .... Ho avuto delle conversazioni con una signorina del paese. Ha -0cchi belli, vivaci, affascinanti; legge romanzi; ha in uggia le • BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 123 predich~; indaga; saltella. E' una bella capinera rinchiusa in una gabbia elegante; nna capinera che morde ad una ad una le dorate stanghe, e gode dei piccoli morsi che dà. E' fidanzata, ma non si mostra innamorata. Abbiamo parlato di vita, di religione, di arte, d'amore, di lavoro. Però la signorina entra nel Coenobiu1n, ma guarda, a1nmira, e se ne fugge via gridando: « Che freddo! » E' forse stra.no che fra tali sciagure,· in un',ora così indicibilmente grave per l'umanità; mi venga di raccontare tutte queste piccole cose?... Che Tra tanto turbinìo di distruzione io sogni la poesia del Coenobittm spirituale ove le anime s'incontrano, si raccò1gono, ad acquistar luce, per illuminare sempre più il mondo? .... B. P. No, risponcliam,o,non è strano; è um,ano, è b·ene. Tutte le voC'i clella vita si debbono ascoltare, si debbono accogiiere con sirnpatia di anima vigite. Chi si fa sordo a certune per ascolta1·e soltanto certe altre 1naJica di equilibrio nel pensiero e nell'azione; è fuori clella vita. Se oltre a sentire così grave1nente, austeram,ente quella tragica voce della vita che è la guerra (era dal çarso e dal Trentino che da un anno egli scriveva) il nostro amico non sent'isse pure con tanto cuore, con tanta gentilezza, altre voci della vita, le sue pçirole dal-« pergamo » non farebbero presa sull'ani1no dei suoi « soldatini ».... L. C. " be nostre dof!ne decideranqo la g1:1erra ,, dice J. Daniels, Segretario della Marina Americana. « Le donne d'America decideranno la gùerra, non. col dirigere a1nbulanze, o condurre aeroplani, o col can1uffarsi da uomini, ma col sostenere il coraggio degli uomini nostri. Le donne foggeranno il futuro della nazione non oon fatti di valore sul fronte di battaglia, ma salva.guardando la femminilità americana, l'infanzia americana, e la casa e la scuola americana durante la guerra. I nostri u01nini in fondo non combattono tanto per la loro bandiera, la loro terra, la loro nazione, quanto per le loro case. Si debbon proteggere queste case e ,proteggere la maternità e l'infanzia. Soltanto per mezzo delle nostre donne nelle case loro possiamo mantenere alto il senso patriottico .... .... C'è stato, e c'è troppo nervosisn10, troppa irrequietudine fra le donne, troppi tentativi di forzare da un punto di vista erroneo il loro dov.ere nella guerra. BibliotecaGino Bianco

124 VITA FRATERNA Il lavoro diretto delle donne americane per i nostri combattenti, per le forze degli alleati, e per il soccorso civile è splendido, 111a il servizio di maggior valore che le nòstre donne pos- ·an<? collllpiere per la nazione è di conservare normali le case, di proteggere i fanciulli, di mantenere, durante tutto il periodo della guerra, il suo ritmo più regolare. e più pieno alla vita ». . CONVERSAZIONE Parole della Direzione Si è chiesto - e si richiede - da ciascuno che riceve '' V lta Fraterna" almeno un nuovo abbonamento, subito! E c'è stato, chi, a questo1 nostro appello ha risposto con più di quanto chiedevamo (non più di quanto occorre per la vita. della rivista, perchè le occorre moltissimo, date le nuove aggravate difficoltà!). Ci ha mandato una sua offerta, e ci ha suggerito e chiesto di aprire in Vita Fraterna una sottoscrizjohe a favore della rivista, come altri e ben maggiori giornali fanno. L'aprian10 dunque, accogliendo offerte, che impiegheremo alla n1aggior diffnsione della rivista. (Sopratutto, però, raccomandiamo i numerosi abbonamenti e sost~nitori.) PRIME OFFERTE In rnemoria ·di Romano Ballabio Avv. Ercole Bassi, presidente· d'Appello L. 150.- » 20.- L. 170.- ~ifa non solo l'aiuto materiale dai suoi a111ici chiede Vita Fraterna. Chiede· pure ciò che già altre ·volte ha chiesto: l'espressione· sincera delle critiche che eventualmente suscita in chi la legge .. Anche così.,· aiutate la Vita Fraterna, Amici. Per n1igliorarla:, per dimostrarle .che ne la credete capace e degna. · .... Eppure ci sono ancora, mentre la rivista ha e ma:pifesta cosi urgente bisogno di aiuto, di denaro, per vivere - ·ci sono ancora non pochi abbonati dell'anno scorso e non pochi prenotati, che continuano a ricevere la rivista -regolarmente, ·ma ancora non hanno versato la quota cfi abbonamento. A questi personalmente, diciamo : Affrettatevi a versare la quota. BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 125 Rendetevi conto di quanto-:"danno fate alla piccola coraggiosa impresa, della rivista, col vostro ritardo, dovuto - non ne dubitiamo - solo a dimenticanza, a trascuranza; ma non meno dannoso per questo. Volete farne onorevol,e an1menda, farvi perdonare anzi rin- _graziare da Vita F'raterna? Mandate subito il vostro abbonamentoi sostenitore, o almeno, col vostro, un nuovo abbonamento. Questo numero porta con sè ancora « VITTORIA! » anzic- •Chè « RESISTE ZA! »: le paginette per i soldati, la fine dei .pensieri stralciati dai discorsi 1nilitari di Giovanni Boine. - Perchè da più d'uno fra i nostri Amici ufficiali al fronte ci è stato chiesto di aver presto completa questa serie, che serv·e loro come una guida lu1ninosa ,per i discorsi quotidiani di propaganda fra le truppe. - Con questo quarto foglietto, infatti, la serie è completa. ___ · Ricordiamo ad Amiche ed Amici che il Convegno ~Iensile di Vita Fraterna ha luogo ogni pri'ma dom,enica del mese, alle ore 16, ospite il Centro di lavoro per i soldati, Milano, via Bigli 15; - e che ogni giovedì, dalle 14 alle 16, chi ha qualche cosa da dire o da chiedere alla direzione di Vita Fraterna, può trovarci pure in via Bigli 15, all'amico Centro. POSTA APERTA: Capitano P. Z. e Ten. A.. B .... e Colleghi, Zona Guerra: - Grazje della promessa di una loro visita a Vita Fraterna nella prossima licenza. Le visite dal fronte, le visite di c01nbattenti sono sempre tra le .più preziose. Se si troveranno a iVIilano la prima domenica del mese, non 1nanchino di venire alla riunione di Vita Fraterna, alle 16, in via Bigli, 15. - Come v.edono, secondo il loro simpatico desiderio, mettiamo questa rispo~ta alla loro domanda qui aperta, sicchè valga anche iper gli altri Amici combattenti. · Fare! Piccoli « Uffici » familiari. Così: naturalmente. Si può bene aver fissato un ufficio d'informazioni in un centro pubblico centrale, ma se le persone interessate abitano nel rione medesimo dove abitiamo noi, è naturale che le riceviamo in casa. Perchè infatti obbligarle a per- ' dere un'infinità di tempo; a .compromettere occupazioni, ad abbandonare n1agari i figliuoletti, se mamme, per fare un, lu1 ngo tragitto, in ore con1andate, fino al centro dell~ città? - Venite! BibliotecaGino Bianco

126 VITA FRATERNA Venite quando volete! alle tali o':'e n1i trovate se1npre. E se no,, passo io da voi: già siamo tanto vicine! - Vengono. Una ha detto a un'altra, e questa a un'altra anc01·a. L'una che dico è la portiera, moglie di richiàmato, che cercava lavoro a domicilio. Il lavoro s'è trovato, dopo un po' di pazienti ricerche. ~'la essa è pure la mam1na di quelJ.a bimba messa al tubercolosario ... e d'un bambinetto di quattro anni. Ed è avvenuto che un giorno, capitando io là in portineria, trovo il biinbo lì steso, in una -cuccetta posticcia, talmente sepolto fra coperte, con la febbre da tanti giorni! - E il 1nedico? - Ah!. .. La dq_nna non lo ha chiamato per la paura ch'egli abbia a dire: « Con1e· la sore.l1a... » e glielo levi anche ìui... iVIa il 1neclico ci vuole!! E non è meglio curare subito il piccolo, ed anche allontanarlo, per guarirlo a tempo? ... Il medico disse poi, infatti, che andava curato, e al mare o ai monti.... :Mandiamocelo! - Dopo consulti tra parenti e amici,, Ja donna s'affida « alla signorina » posto che, han detto pa, renti e amici, « c'è una signorina ». iVIa dimenticherò io mai l'ineffabile bellezza di tren1ore materno con cui la do11na, sorridendo timidamente, quando le portai un biglietto di presentazione per uno specialista, mi chiese: « Non sarà mica tuber1 ·1 . b 1 . ?I N r •· • COoso 1 m10 am )Ino. .. .. » - o. - IlSlpos1. ... Oh, popolo! popolo! Ti conosciamo noi bene nel tno cuore profo11do? · • E l'altra che ho detto è un'amica, che ha saputo, ed è venuta apposta dal paesetto vicino. Pure moglie di richiamato, con quattro creature: « Se si potesse. mandare anche il suo 'bambino al mare! » Queste donne vengono tutte una sera, in casa, col nuovo bimbetto. Vi dico: è dolce accogliere fra le proprie mura. Sono le 1nura stesse che parlano a chi viene. - Entrino! Io vengo subito .... Lei, che è già stata qui diverse volte, faccia sedere, per piacere ... ,Grazie! - La prilna donna, infatti, fa gli onori di casa delicatamente, lei stessa. Io -torno, e tra gli accordi che si prendono, anche per lavoro a domicilio pure per la nuova donna, ecco spunti di dolcezza: - E' lei, signorina, quel ritratto? - No, è la mia mamma, quando era fidanzata. - E questo? - E.' il povero babbo. Era un contadino, e si è fatto da sè. » -La nuova mamma fa capire spontaneamente al figliuoletto di otto anni la storia educativa. Scambiamo notizie sui nostri rispettivi congiunti, ci si fern1a sOlpra uno mio, caduto in guerra, volontario: « Ma la vedova, benchè abbia tre bambini, dice: meglio morto, piuttosto che un giorno dovèssero dire ad essi: vostro padre era un ·mboscato! » - « Ah sì! » L'esclamazione è generale e convinta e l'ultima donna parla con orgoglio delle cartoline patriottiche di suo marito fin ,per ognuno dei figlioletti> BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 127 e che me le farà vedere. - Saluti la mamma! - chiudono così, scendendo lè scale. Ora, è profondo questo, è l'intimità, il legame, la garanzia: sì, della continuità, della fidt1cia. Ci conosciamo: · ci amiamo. Davvero: apriam-0 la casa stessa, senza burocrazie, senza attese di meglio, con semplicità, con abbandono, subito! Ecco la vita. Ogni più umile luogo sarebbe centro di salute, diretta efficacia luminosa quanto più tranquilla, e pur vibrante di vibrazioni fraterne, irresistibili. Aprile 1918. X. . .. . qu1 si parrà il patriottismo· delle massaie. _Vi scodello, appena fatta, una 1_pietanzina.... 1na!. ... La carne è « aumentata ».... Qui, se si è interventisti fermi, fra interventisti meno ferini, bisogna farsi onor.e... Quattro persone da servire: un etto e trenta grammi di vi"- .. tello (f eza) in tutto... ... . ?!... .. ?! !..... ???!!! !..... Triturare e n1ischiare!... ,Con che cosa?!... Patate, oggi! Si lessano circa tre etti di patate, e, ancora fumanti, (mezzo giorno è poco lontano e, fra le quattro bocche aspiranti, ce nè una quasi forse un po' pr-0prio neutralista ... ) si uniscono dunque al roseo vitello triturato; ci metto dentro anche un po' di soffritto-, ben passato, di prezzemolo e aglio, sale e pepe s'intende, un uovo crudo per legare il composto e, ond_e evitare anche il minimo pericolo d'un disgregamento in padella (terribile fra le cose terribili!) metto anche un bel cucchiaio di farina. Quindi, energico, esauriente mescola1nento e confezione (passatemi la parola!) di polpette, ma no: « c-0tolette », un formato cioè da vitello .. : (- Per quello che ce n'è dentro .... - Insomma, è un'affermazione!) . Avvolgimento in pane grattuggiato e, se non ce n'è abbastanza, · in farina: varietà di toni che starà benissimo, sul piatto. Frittura iallegra nello strutto ben bollente. Straordinaria! La mamma dice che « ci n1anca il gusto di limone >>. Può darsi, ma, valà, mamma, che puoi darmi dieci! :Mi dà dieci. )\ili darete dieci anche voi quando le avrete sentite. Ah ... - Quanto viene a costare la pietanza? Vengo bito: vitello; 1.80 - uovo 0,35 - prezzemoloi e aglio e farina un 30 centesimi - patate 20 - strutto 25 - farina, vane e presumibili cose di'Jnenticate (no, faccio per .farvi arrabbiare!) 10... : = L. 3.- Non c',è poi male! Cè ne .sono venute diciotto, di cotolettine: dato anche che io trascorra ... c'è la mamma che più di due, tre, non c'è dubbio che ne mangi. Dunque! BibliotecaGino Bianco

128 VITA FRATERNA E questo serva per il dou del pranzo, p. es.. di lunedì. lvlartedì vi parlerò delle nostre minestre (di magro, quasi sempre) che quelli che vengono a mangiare da noi, ci dicono, con un'ammirazione impetuosa che arriva quasi alla collera: « Ma cosa ci mettete voi nella vostra minestra, che è c,osì buona?! » Ho messo da parte la modestia, perchè i titoli ci vogliono pure! A martedì! a. b. c. d. --""""""""'ùlS:l<Ji:s...E::--- -_:_-;: '· -Tra lettori e lettrici. Esperienze da tener presenti (da una lettera). - ... c10 mi fa pensare alla nostra scuola delle operaie. Questa scuola· aveva per iscopo di racoogliere al pomeriggio della domenica quelle ragazze un poco vivaci che prefericano le pascseggiate e i cinematografi alla dottrina e _ai vestri, e intrattenerle con letture, lezioni di canto e di lavoro, ecc., ecc. l\tia sino dalle prime domeniche, zelanti ·signorine hanno cominciato col biasimare le ragazze che venivano all'una - « dunque- non andate a· dottrina » - col lodare quelle che arrivavano alle quattro- - « brave che avete ascoltato ]a dottrina» -. (Dio sa se ci erano andate in chiesa), con l'inveire aspramente e-antro quelle che nell'acconciatura più ardita, nell'abito più ricercato, manifestavano la loro tendenza ai divertimenti, - coll'imporre le più noiose e pesanti letture... di n10do che dopo un ·mese di tale sistema. ci siamp tr,ovate ad avere attorno a noi un gruppo di ragazze posate, tranquille le quali anche prive del rifugio della nostra scuola, non avrebbero certo deviato dal 1·etto sentiero della virtù. E le zelanti signorine continuavano }?eatamente a predicare a delle convertite, per non aver saputo o non aver voluto adoperare il linguaggio che doveva tocca re i cuori più bisognosi di aiuto... C. B. Azione· patriottica domestica . ... non si d-imentichi, che anche jn casa si può lavorare :per la Patria, aiutando le persone deboli o malate che facilmente vedono· ♦, educando a sentimenti patriottici, sempre senza essere pesanti, con arte aff.ettuosa e )prudente, le persone di servizio; non ci succeda di guardare troppo al di fuori ·e trascurare quello che più ci sta vicino e che essendo famiglia non cessa di essere Patria... R. G. Lm•t1pia-Tip01r. A. Gorlini • C. - Mazsini, 7 L. M.A.IOOOHI Gtreftte re,p. Biblioteca Gino Bianco

V I T 'E O~ I A!,, PAGINE PER I SOLDATI - (Dai DISCORSI MILITARI di G. Boine) .... Lo Statuto è fondan1entalmente ed in gen·ere codesta intima legge della Nazione, codesta coscienza nazionale, scritta in carta. .... Lo Statuto è la Carta o la Legge scritta delle libertà nazionali. .... L'Italia fu nei secoli, sebbene naturalmente nazione, politicamente divisa e sottoposta alla forza straniera ... ..... L'abuso. del potere assoluto, qui in Italia fu p1u gravoso ed intollerabile. Poichè era un potere ,,per lo più esercitato non in vista del ben·e del sovrano e dei pochi che formavano la sua corte. . . ... . Onde lo sforzo verso la costituzione· specie in Italia fu sforzo v,erso il riconoscimento della nazione come nazione. .. .. affermazione della unità nazionale, della. unicità naturàle di questa Italia che pareva fatta di cento pezzi ed aveva un'anima unica; che· era divisa in. cento regni ed era in fine una . sola nazi-One. Lo Statuto nostro ha dunque pe1, noi questo doppio valore; di carta naz'ionale in quanto la, nazione si contrappone alle altre nazioni; e di carta dei diritti e <1:overicivili in quanto q_uesti si contrapp.ongono all'arbitrio i~ genere. .. . Non si. p11ò in un breve discorso rifare ne1nmeno per sommi .capi la storia di un popolo, nè qu~lladel secolo suo più pieno di grandezza, come fu per •noi quello trascorso. Ed il risorgere, quasi il fondarsi d'una Nazione, è argomento sì vasto, sì comrn.osso e profondo, che a spiegarlo non p~ssono valere i brevi miei schemi e le inie scarne .parole. Perchè, e che cosa volete spiegare? Spiegare il con1e e il perchè d'qna nazione, diBiblioteca Gino Bianco

2 VITA FRATERNA re com'essa sia nata e corne viva'! l\1a essa vive, o soldati! E di nessuna cosa che viva, di nessuna cosa che Dio abbia creata e animata, di nessun individuo 1nai, nè uomo nè popolo, noi sappiamo il destino ed il mistero. E che cosa volete spiegare'! Vi son nazioni che han sofferto come la nostra e son tuttora disperse ed oppresse; e vi son nazioni da mill'anni salde e riconosciute, quasi senza che nessuno abbia loro nè dentro nè fuori recata offesa; quasi senza sacrificio di sangue e di vite. E che cosa volete spiegare? La Storia non si spiega: la Storia, specie la grande (e solo la grande è storia, eforse non v'è che storia grande), la si fa e la si serve con pura coscienza e la si accetta cornpiuta che sia. Perchè questo e quel fatto o tutt'insieme i fatti che paion cause di effetti od effetti di cause, son cause ed effetti solo così ,per dire, all'ingrosso; e par proprio che ad un dato momento ( in verità, che SEMPRE) un potere gigantesco fuor di essi (o forse profondamente dentro di essi) li guidi. Perchè v'è,. si, dentro la Storia il mistero; e ciò ch'essa pone, e dunque la nazione, e dunque l'unità nostra agognata e raggiunta, e dunque la nostra grandezza e la nostra libertà, è religiosamente adorabile e sacro come la profonda: volontà dei popoli e la volontà di Dio. · . ' Cosichè, soldati, ·nessuna cosa in verità, e nessun uomo FECE l'Italia; nessuna cosa ci SPIEGA meccànicamente il miracolo suo, n1a n1olte cose e molti uomini hanno cooperato, hanno servito con onestà e fermezza, al religioso, al quasi divino FARSI di essa . .... ·,Ciò che s'è detto della disciplina, e l'istruzione tecnica avuta in pace è sufficiente al soldato in quanto tale per com1piere strettamente il suo dovere in guerra . .. .. Se vi ricordate che quando vi si parlò dell'obbedienza si aggiunge ch'essa dev'essere obbedienza di uomini ragionanti, · non di bruti nè di macchine, obbedienza intelligente, vi dirò cµe qui specialmente bisognerà esser uomini ed interpretare intelligente1nente i comandi: qui specialmente in battaglia bisognerà che sia accentuato il lato intelligente deH'obbedienza. .... Soldati, qui" in battaglia si prova se questo sentimento e questo proposito che avete giurato sono davvero radicati in• voi, se son diventati la vostra stessa. volontà, il vostro stesso cuore come il dovere v'impone, o se sono parola vaga detta· con le laJ)- bra ed appiccicata alla superficie dell'anima soltanto. - Che se non sono p·arola allora nessuna paura può ,pigliarvi e nessuna incertezza far lenti o fiacchi i vostri atti. Qui· si .tratta della Patri~, dell'onore e della salvezza sua; voi siete nel caso d'un BibliotecaGino,Bianco

VITA FRATERNA 3 figlio che difenda la casa di sua madre e sua madre. Su ogni altr-0 sentimento, su quello .stesso della conservazione delJa propria vita, su ogni istinto e su quello il:riflesso della paura collettiva che volge talvolta in fuga come greggi di pecore gli interi batt.aglioni irresistibile, sulla eccitazione che il pericolo ed il moto ed il frastuono producono, questo solo istinto, questo solo sentimento deve sovrastare e dominare: che la 1 Patria, che vostra madi·e è assalita, e bisogna difençlerla. E la difesa -effi-. cace in guerra è quella di chi resta padrone di se, sereno e rapido: quella di chi non perde la testa. Voi sapete del resto come il nostr•o « Codice penale» sanzioni la morte infamante per chi si ,permetta grida ed atti vili o comunque eccitanti alla ribellione o alla fuga nel combattimento; e che al contrario il « Regolamento» -citato, dice: « Si rende altan1ente benemerito il militare che negli scompigli talora. inevitabili della lotta, fa opera ~ ANCHE SE NON GLI COMPETE PER RAG IONE DI GRADO - per raccozzare individui o drappelli sbandati ·o dispersi, ri-ordinarli e ric.ondu rli al combattirnento collegandosi appena sia possibile con altri nuclei di forza o con comando supel'iore ». Chi può far questo è giustappunto chi rin1ane anche in mezzo al pericolo si - cur,o di sè;· chi, fermo nel suo dovere, ha saputo, calmo, dominarsi e giudicare. Perchè, se si vuol concludere, dopo .:iuello d'~ccorrere do.v'è la mischia, nel giro della propria azione ..... due sono i consigli che si possono dare al combattente, due le parole chi riassumono il suo doveroso atteggiamento: « FERMEZZA ED AHDIRE »: conservare la propria facoltà di. giudizio anche nel tumulto, e credere fennamente che se il fuoco è necessario, solo un definitivo irruente impeto alla baionetta d,ecide della giornata. Anche se non v'è luogo a compirlo, ciò vi· trascinerà innanzi ardita1nente e farà vigorosa la vostra azione. Che è l'es- <::enziale. , '... Perchè in guerra come del resto nella vita, la vittoria è di chi fermamente crede in essa. Siate fortemente_ convinti di vincere e vincerete. Come potete dubitare dunque un istante solo che la causa vostra che è la causa della vostra Patria non sia la più giusta? Come potete dubitare un istante che Dio non l'aiuti, che la forza dei vostri padri e_d il loro tHoismo, non sia in voi e per voi, non vi sostenga? E' certo che voi vincerete percb è voi combattete in cospetto della vostra nazione e iper essa. Non vi è dubbio che voi vincerete perchè è necessario vincere, perchè è una irrimediabile vergogna non vincere. E piuttosto morire! 1 Ora vi dirò che tutti gli eserciti che han c.ombattuto con questa fede entusiastica si son coperti di gloria. BibliotecaGino Bianco-

4 VITA FRATER A . . . . Ecco qui nel 1896, che cosa dice il nostro « Regolamento di servizio in guerra»: .... La sera di nna battaglia non v'è spes ·o altra differenza tra il vincitore ed il vinto all'infuori di questa: che da una parte non s'è perduta la fiducia nella vittoria, mentre dall'altra essa è venuta meno». - Soldati, non b_isogna pérder mai la certezza che la vittoria è con noi! . .. . Ciò che solita1ner1te guarisce una nazione.... è un entusiasmo comnne che strappi violente1nente sè da sè ciascuno, e lo rifaccia 'cta individuo, al più da gregario o di famiglia o di corporazione, cittadino cosci.ente. E può essere un co-mune dolore, può essere un avvenimento grande, una religione nuova, qualcosa che comunque a,ppassioni e scuota .... E più solitamente come per cosmica legge è LA GUERRA. Arriva la guerra ed ogni altra vòce nella nazione tace; la nazione divisa si fonde, pende tntta ad una cosa sola, è attenta tutta come un sol uon10, ansia~a, a quel che succede; si ritrova tutta consenziente di un ,sentilnento solo, di un desiderio solo intensissimo .... LA I AZIO~ESI RICONOSCE. . 1oi dunque che lottavamo ancor ieri gli uni contro agli altri, SIAMOUNASOLANAZIONEn; oi dunque intenti tutti ancor ieri all'interesse nostro personale, a quello al più della nostra classe o del nostro sinda-cato, abbiamo UN ALTROINTERESSEPIÙ LARGO E PIÙ ALTO. • , Ecco qui : la guerra ciha insegnato, o. riinsegnato tangibilmente due cose anzitutto, CHE SIAMOUNANAZIONE CHEC'È, PRIMA D'OGNI ALTRO, L'INTERESSE. DI QUESTA NÀZIONE DA TUTELARE .PER NOI. E ci ha insegnata una terza cosa la quale dimenticavamo volentieri: che C'È UN ESERCITO E CHE E FORSEPERLAVITADELLAN' OSTRA NA~O E PIÙ .I1VIPORTANDTIEQuEL CHE SI CREDESS. E . .. . E l'esercito si batte .... "VITRTIOA'· '' pagine per i soldati, stac-· v·1tFaraterna cabili dalla rivista mensile Abbonamentino a queste paginette: L. 1 per due copie ogni numero. Le paginette esctmo in 4 pag., in ogni numero· di « Vita Fraterna» salvo quelli ridotti per la limitazione trimestrale delle pagine. Si vendono anche separatamente: 10 copie L. 0.50: 50 copie L. 2.-; 100 copie L., 3.50; 500 copie L. 16.-; 1000 copie L. 30. ~ MILANO - Direzione, Amministrazione, Via Spiga, 25 - MILANO ... Biblioteca Gino Bianco

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