Vita fraterna - anno II - n. 7 - 15 aprile 1918

An1t◊ II, N. 7 - 15 Aprile 1918. Conto corr. colla Posta VITAFRATERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE SOMMARIO Una tappa: il patt9 di Roma - L'Eletta - Voci dell'America - Figurette femminili - Appunti - Notizie - Conversazione: Parole della Direzione· - Fare! --= ABBONAMENTI Ordinari Italia L. 6.- Sostenitori » » 10.- Estero L. 7.50 » » 15.- Gli abbonamenti sono solamente annui Numero separato L. 0,30 - Arretrato L, 0,60 Esce il 15 e il 30 d'ogni mese. IJJHEZIOXE e A:\Dll~ISTR.AZ[ONE \·1a Spiga. X. 25 - .ì\lilauo Biblioteca .Gino Bianco

PAGINETTE INTERNE Voci dei nostri morti. (Da un discorso tenuto al Circolo Nazionalista cli 11filano, prima dell'intervento) : « ..... Occorre che o gnnno <li noi respiri l'aria serena, tersa, sublime del sacrificio; occorre che ognuo cli noi abbia il tranquillo coraggio di dire: questa vita non mi appartiene più: è dell'Italia». « O morte beata che riscatti i popoli e le generazioni, che rendi sublime l'uomo, che macchi di sangue le bandiere di tutti gli ideali, di tutte le vittorie, di tutte le conquiste, di tutte le difese; o morte beata che porti l'aureola Slllla fronte e rechi la visione del supremo sacrificio, nel no1ne santo di chi ci vide nascere, della fanciµlla che ci ama, di tutti i figli d'Italia tabbracciati e commossi nella difesa del pa~sato e dell'avvenire, noi non ti temiamo. In alto i cuori. Se l'Italia ci chiede la vita, moriamo. (Da una lettera) : « La vita è un inferno! » Per me qnesta è una bestemmia ... L'esistenza è ciò che di più grande, di più sacro, di più terribile Dio t'ha dato; Egli t'ha messo dinanzi pochi anni dicendoti: « cammina, io ti giudicherò» e in cambio di un attimo vissuto tu stesso credi che Egli ti offra l'eternità, e hai il coraggio di considerare questa vita, così potente, c.ome una povera cosa miserabile che dobbiamo sopportare con rassegnazione? La vita di un uomo è sufficiente per redimere il mondo, e tu disprezzi una, simile vertiginosa grandezza? Questi p.overi giorni che molti trascinano come un ,peso doloroso, che getterebbero con gioia, possono diventare un capolavoro di bontà, di amore, di sorrisi. La vita non è nn mistero, non è una cosa strana di cui non si vede l.oscopo segreto: essa è un immenso dono che può divenire un canto d'epopea, un grido supremo di vittoria e di gioia divina. Basta essere buoni e forti, due cose che si possono conquistare. Specialmente la bontà io sono convinto che- si può raggiungere con una scuola vigorosa, energica, assidua, spietata verso se stessi. La vita è una cosa divina: gli uomini non' la comprendono, la schiacciano con tutto ciò che di più brutto il loro cuore contiene e non sanno e vogliono respingere, la sciupano accusando Dio di invia.re soltanto· del male. Dio è il bersaglio contro cui si appuntano tutte le frecce e le maledizioni degli nornini che hanno sbagliato; nella loro bestialità domandano: Com'è possibile che Dio permetta questo? e diventano atei. Essi hanno bisogno di amore, di frusta e di sputi. (Dalla Scuola Militare, 'I luglio 1915): Ormai il n1io animo ha raggiunto l'equilibrio: sono ip uqp stato di serenità penf:osa ~he non può essere tnrhata da nessl~ll BibliotecaGino Bianco

, Milano - Anno Il. 15 Aprile 1918 - N. 7 · VITA FRATERNA RIVISTA QUINDICINALE. DI STUDIO E' DI AZIONE. Abbon. annuo ordinario L. 6 c::::,0==i Abboìt. annuo aostenifore L. 10 Una tappa: il patto di Roma. Una grande 1nagnifica tappa della rivoluzione che è sotto la guerra. Poichè queste sono veramente le tappe della guerra, non quella o quall'altra battaglia sia pur clamorosa che porti più in qua o più in là gli oscillanti confini territoriali; il fatto russo, un inizio (prima che il socialismo tedesco s'impadronisse della rivoluzione e dopo che ne sarà stato ignominiosamente cacciato); un inizio, anche, meno rum,oroso, il suffragio inglese alle d0nne; un altro inizi.o grande, il _patto di Roma fra i popoli oppressi dal Governo austro-ungarico per liberarsene e vivere in accordo fraterno e leale indipendenza. Queste sono le tappe vere. . Oltre la causa immediata di alcune- volontà particolari che ne determinano il fatto preciso, hanno esse quel chè di fatale e di predestinato, risultato inconscio di infinite circostanze e di infinite oscure volontà che, giunte a chiarezza, possono final- _mente e precisamente volere. La fede crea, perchè la fede vede, e perciò vuole quel che vede, o, più precisamente, meglio che Yolere, necessita veder nel fatto, fuori di sè, quel che ha visto .già in sè : - lo attila. La madre non dubita che suo figlio quando abbia l'età saprà leggere e scrivere, e per tanto quand'è ora lo· manda a scuola _ogli fa la· scuola essa; eppure basterebbe che. non gli facesse scuola o non ve lo mandasse, perchè egli non sapesse leggere e scrivere; 1na perchè non gli insegnasse o non lo mandasse a imparare, occorrerèbbe che essa non avesse questa ceittézza che suo figlio, quando abbia l'età, saprà leggere e scrivere. Chi. di noi in Italia pensava, fuorchè pochissimi isolati, per propria intuizione, o memori del Mazzini, ad un prossimo se non prossimissimo risorgimento dei popoli soggetti all'Austria, -chi ci pensava, dico, soltanto u.n anno fa? E' bastato il trapelar BibliotecaGino Bianco -

r 98 VITA F,RAT.ERNA di qualche 1noto qua e là, è bastato che Wilson, certo per non c-ompleta conoscenza di. causa, a1nmettesse la possibilità di un sopravvivere della duplÌce monarchia dopo la guerra, press'a poco nello stato attuale, perchè da ogni parte, fra noi, si insorgesse, perchè ci si accorgesse che, in fondo, sia pure quasi inconsciamente, non si era mai. ammessa una tal cosa, che la vita nostra, la parte nostra, la nostra missione portava a tutt'altr,o, che se si con1batteva la nostra inconciliabile nemica non era per noi soltanto, era pure per tutti quegli altri oppressi, per tutti quegli altri 1ninori fratelli di dolore e di 1nartirio che tendevano verso di noi le mani per chi.edere e ·per dare aiuto. Nla che cosa diretta1nente avevamo fatto per loro finora, se non ufficiallnente allontanarli con una politica corta di mente e di cuore, ancora infinocchiata dalla vecchia astuta politica austriaca? Sì, certo, si era fatta la guerra all'Austria e questo aveva riempito di gioia e di speranza i doloranti di là dal mare, e fra quelli che l'Austria da secoli aizzava contro di noi, si era perfin gridato: viva l'Italia! Dunque presto bisognava agire; se· il Governo: non si decideva, bisognava deciderlo, ma intanto avrebbe fatto il popolot quello che poteva ... E quello che ha potuto. è -stato il patto di Roma. Il popolo i, il meglio di esso, i "UÒi veri rappresentanti, non quelli ufficiali che comprando qualche centinaio di voti se ne possono mettere all'occhiello l'etichetta, 1na quelli rea.li che più per esso e in esso soffr,ono, pensano, vivono, quelli sono accorsi, gli italiani quasi tutti, gli sla, i d'oriente, del nord e del sud, quanti potevano sono corsi in Boma l'eterna, in Roma predestinata, la vera terza Roma, si sono dati la mano, hanno levato in una voce il fraterno giuramento liberatore.:. Il giuramento è echeggiato di là dal mare, di là dalle vietate frontiere, un freinito è corso, e già vi sono segni. .. E il Governo nostro che farà (non chiedo: che dice? perchè quando dice, dice sempre tanto bene ... ) chiedo: che farà? ... Frattanto rion si. stanchi il popolo, i migliori, i veri rappresentanti del popolo, poichè anch'essi hanno 1nolto bisogno di fare, e solo facendo essi, òbbligheranno il Governo a fare .• (E fare· significa avere quella tal fede che necessita di vedere in atto quello che già vede in sè). n patto di Roma è una tappa; 1na perchè non sia frustrato occorre che sia un ,inizio. .Ton bisgna dimenticarcene. · NIaria Carpi A rpesani. Ricordatevi, amici combattenti: avvertiteci tosto di ogni cambiamento d' indirizzo, per ricevere sempre la Rivista. BibliotecaGino Bianco

VITA FR1TERNA 99 L'ELETTA. Chiese un g10rno un angelo a un santo del Paradiso, u11 santo che non è scritto nel calendario, ma che pure fll nn santo vero: « Tu che sei passato attraverso il fuoco e al gelo · della terra, e che vi sei passato vittorioso così da salire a questa gloria, dimn1i, o santo : « Fra quelle che Dio pose accanto agli uomini compagne, onde scegliessero d'esser per 101·0 imili a noi, celeste schiera, od alla inversa schiera tenebrosa, dilnmi, o santo: « E di queste, fra quelle che hanno scelto d'esser simili a no,i, fra quelle che confortano e che elevano, che' spingono e che guidano, che accendono e rischiarano, che acquetano e ravvivano, qual'è o santo, l'Eletta?». . E il santo prese con una delle sue inani, brune con1e la buona terra che aveva coltivata, una delle mani di luce dell'angelo, e lo trasse giù giù fin sopra una greve n vola donde si vedeva questo povero 1noncfo tonnentato; e gli disse: « Guarda ». E l'angelo guardò: e vide salire, su dalla folla terrena fin sulla cima d'una verdissima collina assai presso alla nube, tre donne bellissime; e si tenevan per mano e danzavan lievemente in tondo così che ora l'una, ora l'altra; ora la terza passavan accanto alla nube; ed nna aveva una veste azzurra come un cielo di maggio e un riso chiaro sul vis{)I, e l'altra aveva una veste color di fiamma viva e sul volto un riso ardente, e la terza aveva una veste d'oro come grano maturo e un riso fulgido in faccia. l\ila così mirabilmente belle erano tutte e tre che ognuna per volta, passando accanto alla nube, pareva all'angelo la più bella. « Qual'è, di queste, la eletta? » chiese l'angelo. « La eletta è q11ella che più an1a » rispose il santo. L'angelo stette silenzioso nn istante e poi ...ebiese: « ,Chi è questa che ha lo sguardo chiaro oome il mattino? ». « Questa» rispose il santo « è la sorella, e questa è la eletta ». « ::\la questa » chiese di nuovo l'angelo « che ha lo sguardo profondo c01ne !l cielo stellato? ». « Questa» rispose il santo « è la sposa, e questa è la eletta ». « ~Ia questa» chiese l'angelo un'altra volta «che ha lo a1ua::m1 opJ'Bnlis con1e sole di n1eriggio? ». BibliotecaGino Bianco

100 VITA FRATERNA « Questa » rispose il santo « è la 1nadre; e questa è J a eletta ». L'angelo par\'e stupito, ed esitando, chiese ancora: « i\Ia quale, di queste tr·e, è la eletta? ». Il santo non dspose subito; guardò un attjm.ò l'etereo con1pagno, 1na questi, al suo sguardo, comprese, e gli arrestò la parola sulle labbra : « Intendo » mormorò: e vide allora tutte e tre le donne avvolte di una sola lt-ice candida e splendidissimà, onde pensò di ritrovarsi in 1 Paradiso, perchè era la infinita eterna. miranda luce dell'amore. Yoci dell'America. Vecchia abitudine di noi, gente dell'antica Europa, gente che aveva il n1onopolio dell'ideale, - vecchia abitudine di spicciarci nel nostro giudizio sull'America chiamandola « la devota del dio dollaro » ,e cl'avere pertanto la comodità cli non accostare, di non conoscere di non approfondire; perchè, già, n<?i italiani, siamo profondi per intuizione. Ora voglio tradurre, così, solo per far conoscere una n1entalità che non è poi, fra questa gente che diciamo del dollaro, più unica che rara, giacchè si trova espress·a sopra una rivista, il Ladies' h01ne Jounial - una bella rivista certo, ampia, varia, ricca, signorilmente illustrata - ma che non ha ness'una pretesa di aristocrazia intellettuale, nè di severità. mistica - nella quale si alternano novelle, romanzi, articoli sociali, ricette di economia domestica ed anche ·_qualche figurino di moda; - voglio tradurre - .dico - gran parte di un articoio che l'autrice 1\1:argherita Presco·tt ~1ontague intitola: I o ricevo un· invito e ve ne faccia parte (modo anche questo, d'intitolare, così pieno di moto, e così diverso dal modo statico con cui da noi, sulla più futile rivista, non si può a meno d'intitolare graven1ente la più frivola novella) . . L'invito di .cui parla l'autrice è quello rivolto all'America di partecipare alla guerra, di aver un'azione nella grande causa. << ... L'invito è per il 1918, in poi. E' rivolto oggi ad ogni umana creatura al inondo. · L'ospite nostro è Dio. Siamo stati invitati ad una delle epoche più importanti in tutta la storia del genere u1nano. Ci è stato perinesso di aver una parte in quest'ora grande. on basta, un tal fatto, mentre sostiamo sul BibliotecaGino Bianco

\'IT.',. FRATERN.',. 101 li1nitare dell'f.ìnno nuovo, a scuotere e destare ànche i più apati fra noi? Da ogni banda si sente dire che noi in America non siamo desti ai tempi. ,Certo, questo non è ormai più vero per noi. Certo siamo consci dei pericoli a cui andia1no incontro, ma siaino consci della luminosa speranza che pure incomincia a . plendere $Ul mondo? Il paese si è levato con alto spirito incon- ·tro alla responsabilità del pericolo, ma si appresta a pagare egual tributo alla respol).sabilità dellà speranza? Abbiamo dato i nostri uomini, il nostro denaro, il nostro tempo alla necessità della patria; e forse ci si domanda un po' faticati: 1na che altro, in nome del cielo, possiamo dare? Eppure sì, v'è un'altra cosa ançora che, ap-punto in nome del cielo, si deve dare, e questa è tutta la nostra fede e la nostra speranza. - Così straordinarii sono questi ten1pi, che vorrei si pote se discorrerne in qualche altro nuovo n1odo che. non fosse il pallido bianco e nero della stampa comune. Vorrei che_ potessirpo pargere araldi vestiti con tutta la pompa della -porpora e del-. l'oro d~gli antichi tempi, per proclamare su tron1be d'argento l'invito glori.oso; o messi traversanti di corsa con torce infiammate il paese· da un capo all'altro, che gridassero la Tiovella. Qnanèlo trascorrevano quei vecchi giorni tranquilli d'avanti la guerra avremmo mai pensato che d'un tratto il mondo, quale l'aveva1no sempre oziosamente veduto, sar~bbe svanlto davanti agli occhi nostri, con1e una bolla cli sapone, e che noi, gente quieta) in massima, avvezza a tempi quieti, - 'saremmo stati gettati· nella più cataclismatica ora che abbia maJ offerta la storia? Come ogni cosa pareva comune e consueta quando suonò il 1914; ed ecco, a un tratto, che la gente più comune, que1la che ogni giorno s'incontrava per vi.a, vien chiamata alla più grandiosa crociata che si sia bandita al mondo. Quel ragazzott0, per esempio, ch'eravamo avvezzi a veder contare le ova o distribuire il burr,o dal salumiere, da anni, da quando arrivava' poco più su de'! banco; giorni fa vado nel neg_ozio a. chiedere una dozzina d'uova, ed egli m'indica un altro comniesso: « Domani, non sono più qui» n1i dice. << E dove siete?» domando. « Nel Corpo aviatori; parto stanotte per Washington ». A· vVashington l'altra notte - e oggi, probabilmente, in Francia. - 11e lo ricordavo quando mi aveva incartato per la pl'ima volta il salame e il forn1aggio; non supponevo che avrebbe 1nai fatto altro in vita sua. Ed ora!. .. Quando mai ci fu dato il mezzo di .getta re la parte p1u meschina e minuscola di noi,· e di offrire l'esser nostro più alto I BibliotecaGino Bianco

102 VITA FRATERNA e 1nigliore? Indubbian1ènte, paragonate al presente, tutte le nostre scialbe vite d'un tempo, vissute sulla n1ateriale superficie delle c.ose, non appaiono che bronzo sonante, e cembalo tintinnante. Possiamo far eco di cuore alle alte parole del generale Pershing, il quale, quando lesse il messaggio di guerra del Presidente, e prima di sapere la grande missione che gli sarebbe stata affidata, disse: cc Preferisco cli viver oggi e d'aver una piccola parte in questi grandi fatti, che non vorrei aver vissuto in altri tempi e occupato i più alti p-osti nella storia ». Grandi occasioni e doni grandi ci sono offerti - e se noi manchiamo di accorgercene, e di afferrarli con ardore, manchia1no di percepire quanto di meglio ci è stato presentato. I\1a questo meglio non è lo sparire delle dinastie, nè l'avanzare della de1nocrazia, nè pur soltanto la fratellanza delle nazio- . ni: ... bensì questa è la trascendente speranza di oggi: che, dopo così lunghi anni di materialis1no imperante, un'onda potente di vita spirih1ale si rovesci nel mondo e -fa rinsangui. Afferriamo veramente la possibilità che nel 1914 un'epoca n1aterialistica si sia chiusa bruscamente e definitivamente come per lo sbattere violento di una porta? E' stato detto che il pPimo periodo del progresso 1unano è il suo sviluppo fisico, il secondo lo svilupp0, intellettuale, il terzo lo sviluppo spirituale; e che noi eravamo al secondo stadio. Ora v'è chi pensa che nel 1914 la· glorificazione della mente isolata raggiungesse la sua crisi tremenda e che ivi cuhninando precipitasse violentemente alla sua distruzione. Noi possiamo bene sperare che ora, su dalle ruine del n1ondo una resurrezione dello spirito stia. per avvenire. Framn1ezzo all'orrore e al caos della guerra, una grande speranza Jncomincia a fiam1neggiare nel cuore dell'umanità; cercate, e la vedrete· manifestarsi luminosa da molte insospettate parti. Strappati da tanto sfacelo ed agonia e morte alla nostra comoda vita, finalmente, « Ora, noi ram,1nentiarno che Dio è ». Attraverso le mure sgretolate della nostra materiale citdella, nella quale eravamo così profondamente imprigionati, incominciamo ad afferrare con lo sguardo· lembi del n1ondo reale dello spirito, nel quale sempre eravamo esistiti e ci eravan1 mossi, ma ch'erava1n per solito troppo ciechi per distinguere. Le profezie della venuta del Regno hanno sen1pre annunziato che sarebbe .stato portato, da un periodo di grande sofferenza e confusione, non perchè il Regno abbia bisogno di tali cose per sè, ma perchè senza la purificazione del dolore gli occhi spirituali dell'uomo non si aprirebbero ad esso: egli permarrebbe acciecato ancora dalle piccole frivole cose della propria vita egoista. Qnando il suo minuto e comodo universo preBibliotecaGino Bianco •

VITA FRATERN.\ 103 I cipita sfasciandosi a lui d'intorno, spesso allora nel suo terrore e nella sua disperazione l'uomo si volge verso l'Eterno ·come non mai prima, e così dal disastro Dio può per lui trarre l'alta redenzione. Il Regno di Dio è presso di noi_.•:i.VIa il Regno di Dio è sempre stato presso chi ,era puro abbastanza da tendere con ardore le inani e in1possessarsene. Pure, non mai. prima d'oggi tante creature umai:ie sono state gettate ad un tempo entro una simile fornace ardente di dolore pet la purificazione della loro visione sprituale. . Chi ha testificato nel vecchio mondo tale risorgere dello -spirito, si è volto alla ricca e lussuosa America, e ha sentito che in mezzo alla sua opulenza e ai suoi comodi si lasçiava sfuggire un valore di ben più alto prezzù che qualsiasi gemma, vabore che gli altri paesi invece conquistavano con la loro stessa agonia. C'è di meglio al mondo che la facile vita, il susso e la sicurezza. Ora, come fu detto da alcuno, quando le vite si gettano, il Vivificatore giunge. In qua.I forma precisa questa nuova vita dello spirito si manifesterà? Nessuno 1può dirlo. Ma ch'essa abbia a rivelare la follìa del concetto materialistico e a condurci ad una . più stretta unione con Dio e ad una più larga fratellanza uman·a, non vi è dubbio. L'appello alla \iita, di oggi, è grande oltre ogni dire, ma la solenne responsabilità di esso è grande quanto il . privilegio. Ci rendiamo ben conto che ognuno di noi viventi oggi, è chiamato ad aiutarè questo sorgere dello Spirito? Il Regno è certamente presso al mondo nostro, ma. se il mondo non chiarisce la· sua visione per discernerlo ed afferrarlo, la sua venuta· può essere invano. Nel premere di questi tempi grandi, lo Spirito· può essere sul limitare delle anime nostre e la •sua voce echeggiare nei nostri cuori, e noi possiamo lasciar lo risvanire se non sappiamo dargli una reale risposta. Secondo ci conduciamo ora, secondo s~ppiamo offrire a questa nnova era un cuore aperto, potrà esser.e il mondo per le generazioni venture migliore e più alto. L'opportunità è stata offerta, è vero, ad ogni periodo; ma da grandissimo tempo non è stata così chiaramente manifesta. Un intero nuovo mondo vuol sorgere oggi. Permetter,e1no noi che_questo mondo nuoco ricaschi nei vecchi, morti, egoistici stampi del passato? O coopereremo a liberarlo dalle scorie, ed a condurlo al trionfante complimento in beatifico dono, alla dolor3:nte umanità? ... ». M. P. M. BibliotecaG- ino Bianco

104 FIGURBTTE FEMMINILI. I. - Alleate senza saperlo .. In tram. Sedute a breve distanza. Coetanee, press'a poco. Giovani. Bionde entrambe. on bellissime, non brutte. Diversissin1e e alleate. Ion brutta, questa, 'che è seduta in un pçsto d'angolo del tran1: ma spiacente! A che è dovuta questa sùa spiccata spia-. cevolezza? Il voltp è fresco e regolare, la figur,a, naturalmente distinta, ha gentili linee giovanili: ma. pare che un 'intenzione decisa, uno studio attento abbian voluto- vincere la grazia della natura e costringerla in forme sgradevoli. Intenzione e studio, proprio, non povertà di mezzi: perchè la stoffa e la fattura del1 'abito lo rivelano costoso, e molti altri partioolari dimostrano che la giovinetta è ricca. E poi. .. ·guardate quell'altra signorina che le era seduta accanto, e che scende ora: quanta grazia, quanta eleganza, sì, nell'abito se1nplicissin10, (modesto,· quasi povero!. .. ). Osserviamo un poco. I capelli di un bel biondo, e forse ricciuti, sono tirati spietatamente 'in due trecce dure dure avvolte dietro la testa, e su di essi è rr1al posato indietro, un cappello verde scuro. Nero è tutto l'abito, inesorabilmente: non un profilo, bianco al colletto alto, che per contrasto, fa apparire. arrossata la tinta del collo; nero il corsetto, nera ·la giacchettina, nera la gonna, neri i guanti, nere le calzature; Nera, si direbbe, anche l'espressione del volto, e di tutta la persona, :::;enza un sorriso, senza ,una morbidezza. Lo sguardo è freddo e serio, senza do'Iore (il nero del suo abito, se non fosse smentito dal verde del cappello, potrebbe_ far supporre un lutto), du-- ramente austero. Ha in mano, posato sulle ginocchia un libro rilegato, di cui quanto vorrei vedere il titolo! ma non ci riesco. Siede immobile e composta. Non pare essersi accorta della presenza graziosissima. di un bimbettino. ridente fra le braccia di sua madre, che siede all'angolo opposto del tram. E' salito poc'anzi un giovine ufficiale e si è seduto accanto a lei; nell'unico posto libero; essa neppure lo ha guardato, ma si è scostata un poco, stringendosi ancor più nell'angolo. Poi è salita l'altra; nn giovane e un vecchio si sono levati insieme per cederle un posto: essa, ridendo e ringra~iando, sì è seduta poco lontano dalla prima : quella l'ha vista, ha abbassato gli occhi a terra,. ha piegato gli angoli della bocca, che si è ~tr~tta con un'accentuazione di severità. · -- Anche quest'ultima arrivata è tntta vestita di nero, ma come diversa! Non è bella, ma tutto in lei è atteggiato per piacere e per attrarre. Tutto è eleganza : accentuata, provocante -eleganza, ma non senza grazia e senza gusto. Il cappellino nero è calato BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 105 fin quasi sugli occhi tanto da coprire un poco il sopracciglio destro,. e da dare allo sguardo una certa tagliente durezza. :Ma i riccioli biondi accesi ne sfuggono a carezzare le guance rosate e la bocca si porge un poco, facile al sorriso. èro è pur l'abito, ma una rosa violentemente rossa è ·posata sul seno, a ferma:re finalmente lo scollo a punta della camicetta. Nere sono le scarpe attillate che modella,.no il piede piccolino e salgono molto alto (ma la gonna cortissima lascia pur vedere la rosea trasparenza della pelle sotto le calze velate). Sedutasi, ha posto con mossa vivace una gamba a cavalcioni dell'altra, e dondola il piede sospeso con moto ritmico e inquieto. Tutti la gnardano, ed essa guarda tutti con gli occhi scuri e brillanti, sottolineati da tristi ombre violacee. Noto che quando il suo sguardo si è posato passando sul bambinetto che ride e cinguetta, essa ne lo ha distolto subito con un piccolo fremito delle narici; quando si è posato sulla giovinetta nera e severa, il suo nasetto si è rizzato superbamente, e le labbra di un rosso acc~so molto dubbio hanno abbozzato un sorrisetto particolare. Poi, finita l 'j spezio'ne di tutto il tram, ha posato gli occhi, socchiudendoli un poco, sul giovane ufficiale, e ve li Uen fissi, col capo lie, emente buttato indietro. Ho, guardando l'una e l'altra, la sensazione precisa della loro inconsapevole e terribile alleanza. emiche le giudicherebbe. nn osservatore superficiale. Nemiche forse si considerano esse medesime. Sono potenti assidue collaboratrici. Per il male, p~r la tristezza, per l'avvilimento dell'uomo e dell'umanità . . · Nell'una è,· probabilmente, Hlibate.zza di costnme, rigida dirittura di principii; nell'altra è ogni miseria. Ma la sgradevolezza austera della prima fa disamare i costun1i e i principii che sono suoi, e dà buon gioco all'attrattiva procace dell'altra; il ·SUO severo ritrarsi aiuta il trionfo di quel porgersi provocante. Quali falsi e malefici ideali di egoismo spirituale, di « perfezione>> ingenerosa, nell'isolari1ento, o quale arida educazione di gelido cerebrali.sn10, hanno compresso, contorto, ucciso in questa giovinetta (in tante, in troppe altre!) la spontaneità e la coscienza della missione femminile e giovanile? missione di amore, di gioia, e di bellezza, per il bene della vita! Quale inganno, quale errore morale fa .che tante e tante giovinette rinneghino questa 1nissione come rma tentt;t,zione? fa che esse abbandonino i giovani, di cui dovrebbero essere le pure e serene compagne nella vita, a quelle infelicissime che n1entiscono l'àmore, · la gioia, la bellezza, e la vita? ... (puo continua1'e"). adar. BibliotecaGino Bianco

106 VITA FRATERNA APPUNTI Canti di soldati - Canti nazionali - Canti corali. (Alla- "Scala,, 20-11-1917, serata ùt onore degli Alleati) Belli i canti nazionali che abbiaino cantati a gran voce, tutti, da ogni parte del teatro. J3ellissime le parole dell'inno di Garibaldi e di l\ilameli - e attualissime oggi, nella nostra passione! l\1a hisogna popolarizzarle. Bisogna insegnare il canto corale - e quei canto ·carale - alle nostre masse, ai nostri soldati, oggi. E' imponente v.edere e sentire i «Tommies » ritti in piedi, composti, convinti, cantare tutti il loro « God save the King » - Tutti: due piccoli ufficiali giovanissimi, dalle faccette rosee bionde infantili, in fondo al nostro palco affollato, non visti dai loro, pure cantano insieme coi loro, sorridenti e serii. - Ed è .meraviglioso sentire i « poilus » cantare insieme, la lorno travolgente « Marseillaise ». I nostri stanno a sentire con gusto - ma non cantano, loro, nessun inno, nessun coro. Se cantassero le I,oro canzoni, canterebbero. stornelli satirici, ironici: perchè tali son.o le canzoncine .di trincea che anche in ospedale sentiamo: comn1enti mordaci e rassegnati insieme sull'imboscamento, sulla differenza della vita in paese e in trincea, in cui è amarezza 'e scetticismo. Non senza un certo valore, talune: 1na perchè questo impaccio di espri1nersi alla parte più seria e ap1passionata dell'anima italiana anche popolare? Bisogna darle la fiducia e stima che molto il senso critico raffinato in tutti noi Italiani, e 1nolto una inala tendenza educativa invalsa di repressione di ogni spontaneità, le hanno tolta. - Bisogna insegnare, spiegare al popolo, ai soldati, ai ban1bini le parole dei nostri inni 11azionali, e farle sentire e amare . da loro. Sì che le càntino a gran voce e di· gran cuore, e insieme, nel èanto corale, così suggestivo di concordia e di potenza. ERRATA CORRIGE. - 'A tergo della copertina del 1. 5, nellel parole precedenti la citazione di G. Boine, andavano poste, in luogo delle parole: « nella vita che germina la gloria », le parole: cc nella vita perenne, civica semente .di gloria», e nella citazione stessa, a riga quarta, andava scritto: « .. . lo rifaccia da individuo ... ». - A pag. 84 del 6, nel trafiletto CaLcoLi, riga 21, in luogo della parola «propaganda», andava posta la parola « progran11na ». BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 107 .. NOTIZIE Una fra le molte, ottime iniziative degli italiani all'estero, sorte e rese necessarie dalla guerra, è l'Ufficio di socborso per i prigionieri ita.liani, emanazione della Società· di beneficenza « Itala n, fondato nell'agosto 1915 a' Ginevra e presieduto dalla signora Tu~·nat Bruno. La sua attività fu ed è considerevole e solo 1'-hanno un poco limitata le severissime restrizioni alle autorizzazioni d'e~portazione, in questi ultimi tempi. Ecco le cifre: · · un totale di 22.397 franchi di pane e 31311 di indumenti a tutto gennaio 1917; 30.308 pacchi di pane e 5971 di indumenti ·a1 31 n1arzo 1917, con un n1ovimento di cassa di 55.000 frs. nel primo periodo, 74.350 a tutto1 il secondo. A tutto novembre 1917 il numero dei pacchi spediti raggiunse i 39.007 per il pane, 13548 per gli indu111enti e il movimento di cassa Frs. 115.506. Il denaro in parte è dato dagli abbonamenti al pane, in parte dalle oblazioni. Pane e indumenti furono spediti oltre che ai prigionieri, anche agli internati nostri italiani indigenti. L'istituzion~ corrisponde e mette in comunicazione prigionieri e internati con famiglie e parenti, s'interessa dei dispersi, fornisce indirizzi all'ufficio dell'Umanitaria e dell'Università Bocconi. Ai più poveri soldati procura una madrina che sia atta ad aiutare materiahnente e n1orahnente per provvedere a· tutti nei limiti delle forze e del possibile. Nel marzo 1917 è riconosciuto nffi- -cialn1ente, come solo autorizzato dal Governo svizzero a spedire }Jacchi ai prigionieri italiani in Austria. Il 30 novembre 1917 quando il Dipartimento Svizzero ordina di sott0111ettere l'attività di ogni Co111jtato ad uri unico Comitato centrale, esso cercò, sperò essere il delegato ·prescelto per i prigionieri italiani; non l'ottenne e decise di trasportare a Annemasse (Alta Sav,oia) il suo ufficio di spedizione, per mantenere intatte forze ed attività. Questo il benefico lavoro, certamente condotto con serietà di intenti ed amore disinteressato del bene se ha saputo superare ostacoli e vincere difficoltà. Alle persone che lo fan vivere, la riconoscenza nostra, dunqne, poichè chi lav.ora sul serio, onestamente all'estero attira oltre che su di sè anche sul paese di cui fa parte stima e rispetto. .• BibliòtecaGino Bianco

, 108 VITA FRATERNA CONVERSAZIONE Parole della Direzione Sentite Amici I Proprio fainiliarmepte, in vita fraterna, vi diciaino: Un nuovo forte rialzo nei prezzi di edizione della nostra piccola rivista, ne mette a d~ra pr.ovà l'esistenza. Per poter continuare, essa ha bisogno subito del soccorso dei suoi amici: ha bisogno, da loro, di un nuovo atto di fede e di volontà: . Un nuovo abbonamento da ciascuno. Anche da chi ha già fatto molto, moltissimo p-er la rivista, chiedian10 questo nuovo piccolo sforzo : e_lo chiediamo da chi ancora non ha fatto nulla, - da chi forse riceve la rivista. in dono da qualche amico .o, da qualche associazione. Subito: un nuovo abbonamento a '' Vita Fraterna,, Ecco: per esen1pio: gli amici e le amiche .dell'interno, abbonino un amico del fronte; viceversa.: gli a1nici del fronte, abbonino un amico o un'a1nica dell'interno; - (è così bello che la piccola rivista nostra si-a la paginetta amica che-.si legge insie1ne con i cari lontani!). Oppure, trovate un abbonato nuovo, e presentatecelo. Cercatelo subito, trovatelo. Se non lo trovate subito, anticipatene alla rivista la quota di abbonam,ento, ritirandone per · ora voi stessi le copie: quando avrete trovato l'abbònato, vi ··iin borserete la quota versata, gli passerete gli arretrati, e ci :;i.,·_ vertirete del nuovo indirizzo. Oppure: chi è abbonato semplice muti "Il suo abb.onamènto 1n sostenitore. I p~ù volonterosi si sottoscrivano per dieci abbonam,enti. Subito, amici, tutti: aiutate "Vita Fraterna,, Da più d'un'amica è stato chiesto che i Convegni 1nensili di Vita Fraterna (di ogni prima dmnenica del mese, alle ore lG, - ospite il Centro1 di lavoro per i soldati, via Bigli, 15), foss•~ro più frequenti: ogni 15 gion1i, per esempio. Può darsi che in. seguito ciò si faccia, se l'opportunità ne sarà sentita e fatta ~entire vivamente. Per ora facciamo così: .Ogni giovedì, dalle 14 alle 16.,. J 'amico Centro di lavoro per i soldati, presta la sua s~de ~ Vita Fraterna: chi avrà qualche cosa da dire o da chieder-e alla direzione, p.otrà venire a parlarci in via Bigli; 15. Il_ Convegno mensile: ancora la prin1a domenica di ogni mese. BibliotecaGino Bianco

YITA FRATERNA 109 Fares Benissimo! Benissimo che a Ro1na -sia ·tato negato l'usu del teatro 00,munale l'Argentina,. per una conferenza del grande Oriente d'Italia, annunziata col titolo: la lVIassoneria e i suoi fini e la guerra. Benissimo che si sia dato· un saggio coraggioso di sano orientamento. ___ A. D. Per esser vicine ai nostri soldati. Chi di noi non si è 1nài soffer1nato per via, vedendo passare della truppa che s'avvia alla stazione, di partenia per il fronte? Vanno, - .ragazzi giovanissimi, quasi infantili ancora nel volto', o uomini fatti; taluni con i capelli già briz:iolati; non pochi con al braccio destro il segno di precedenti ferite - vanno carichi dello zaino e del fucile, col passo cadeniat?, un po' stanco forse, raccolti e taciturni, o guardandosi intorno, la città che vive la sua consueta vita febbrile .. Qualche passante si volge a guardarli, con varia espressione; si ode qualche frase: esclamazioni femminili di pietà, amari commenti ·o interiezioni contro la guerra da qualche uomo: tr0ippo spesso quello che più facilmente si esprime è ciò che meglio sarebbe taciuto! 1oi, infatti, noi che a vederli passare, i nostri soldati, ci siamo sentita tùtta l'anima invasa da un'onda di sentimento buono, in cui è amore della nostra Italia, e amore del nostro popolo, e gratitudine per i nostri combattenti,. e trepido augurio di salvezza per loro, e acceso augurio di bene e di vittoria, -. noi ce ne stiamo muti a guardarli, non sappiamo - troppo spesso, il più d.elle volte - neppure dir loro una parola, buttar I-Orouna frase di bene-dizione e d'augurio ... Non osiamo. Ci vergogniamo, ci rimproveriamo, ci irritiamo di questa nostra timidezza, - ·ma non sappiamo vincerla .. Ci punge forse come un rimorso il pensiero di quanto è stato prezioso per noi e per lui il modo come abbian10 accompagnato il nostro soldato quando la prima volta è partito per il fronte (rivediamo nell'anima nostra, dove è incancellabile, il bravo sorriso· lumjnoso e dolcissimo con cui egli rispondeva al sorriso nostro che vinceva le lagrime) - e vorren1mo dare anche a questi, che pure son nostri soldati, qualche cosa di quello che abbiam dato a lui, e che anche per questi abbian10 ben vivo nell'anin10 - eppure non sappiamo farlo. Ci sentiamo isolate, abbiamo timore che il nostro moto spontaneo, entusiasta sia male fl ecolto dal pubblico, desti forse della reazione oo-ntraria i:he - faccia peggio... Questi timori, forse anche- stolti, ci paralizzano ... BibliotecaGino Bianco

110 VITA FRATERNA ... Eq. essi intanto passano, se ne vanno soli, pensosi certo della famiglia lontana, stretto il cuore da chissà quanta tristezza, da quale penoso e deprimente senso di solitudine, di abbandono ... • Ora, a :\Iilano (1) (forse anche in altre città?) è sorta una simpaticissilna iniziativa: l'accompagna1nento dei soldati par- •tenti, e la corrispondenza coi com,bçittenti. Le persone che si prestano per accompagnare i soldati che partono per il fronte sono avvisate rapidamente quando è stabilita la partenza di truppe da una casern1a cittadina, e si radunano per l'ora fissata alla caserma stessa. Qui, prima di accon:ipagnarli fino alla stazione, dopo brevissime e cordiali parole di saluto di una signorina o di una rappresentante della lega fra le· madri dei caduti, si distribuiscono ai soldati con semplicità e frasi affettuose piccoli doni preparati sul posto dal Comitato promotore: fra cui, iper ogni soldato _una cartolina già affrancata, èon su ciascuna scritto l'indirizzo di una signora. Questo allaccia la prima iniziativa alla seconda, non meno simpatica, non meno geniale: i soldati, giunti al fronte, scrivono alla signora colla cartolina che fu loro consegnata, e le· danno il lor-0-indirizzo: così si inizia la corrispondenza. E' importantissimo, essenziale, che chi dà il nome per qnesta corrispondenza sia persona certamente patriottica e di co..'.. scienza: non se ne devono assolutamente accettare che non siano garantite tali. -, Questa corrispondenza è intesa a dar prova ai combattenti della memoria, dell'affetto che in paese si ha per loro, a far· sentir loro la gratitudine e la fiducia, a serbare i rapporti ,..ontinui, sicchè essi non si sentano (che è stato terribile, e lo sarebbe più che mai! ... ) soli, din1enticati, abband,on.ati. Conforto, incitamento, appoggio deve dar al soldato questa corrispondenza: una gentile. affettuosità che viene a lui, all'infuori di ogni legame di famiglia e sentimentale, all'infuori anche della conoscenza personale, semplicamente perchè è un sol.- dato italiano; un consiglio sempre pronto e saggio e amq_revole; indicazioni premurose e aiuti volenterosi nelle difficoltà, nelle pene che egli esporrà riguardo a sè o alla famiglia lontana, anche solo indirizzando e raccomandando lui o la sua famiglia a chi (persona o ìstituzione). può e deve provvedere al caso. suo (1) L'iniziativa è delle Opere federate di Assistenza e propaganda nazionale, appoggiata dall'Autorita militare e dall'Ufficio Tecnico di propaganda (Corso Italia, I). Ogni lunedì, alla sede dell'Ufficio Tecnico, alle ore 14, si troverà persona delegata per dare. schiarimenti e istruzioni. BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 111 E se1npre deve portargU, questa corrispondenza, il sènso della nostra fede nella vittoria; qualche relazione di belle cose vedute o sentite che com1nuovono ed es.altano; di buone cose che consolano; qualche luce, forse, sui grandi fatti di cui egli è un piccolo agente - così importante! e così umne e ignorato ... e così inconscio... E della serenità, della calma, della fiducia, deve portargli, ... un senso di dolcezza e di fierezza insiem13 che gli faccia pensare: « Quello che io facciio dev'essere pur bello e buono - se 1ni vogliono così bene perchè lo faccio ... )> e che gli faccia sentire, sia pur confusamente a lui che ad ogni 1nomento può morire per lei, la santa ·realtà di questa nostra Italia! Questa seconda iniziati.va della corrispondenza coi soldati è, 1ni pare veramente preziosa. Essa è attuabile· anche da persone già occupatissin1e, che non potrebbero impegnare la loro òpera per un orario stabilito: il tempo per essa si può sempre trovare in qualche ritaglio libero della giornata o della· sera. Ed è attuabile anche da tante persone entusiaste, volenterose, 1na che, per condizioni speciali di vita, trovandosi in campagna o che so io, non possono partecipare quanto vorrebbero ad opere patriottiche. E' da augurarsi che simili iniziative prosperino in ogni parte d'I't6,lia. Tutto il paese deve accompagnare i suoi co1nbattenti e assisterli anche quando sono lassù. Prosperino e si sviluppino. Oltre all'accompagnaniento per la partenza, sarebbe ottima opera il ricevimento alle stazioni d'arrivo dei soldati· che vengono, l'accpglienza, il festeggiamento de~le tradotte che ce li riportano in licenza dal fronte, e l'assistenza cordiale e gradevole a ogni soldato in licenza, che non lo lasci in balì a dj quelli (e sono molti e diversi) che delle licenze approfittano per disarmarne l'animo, o ·peggio volgerlo contro la patria! _Avanti, Italia! Per far accettare la nostra propaganda patriottica popolare, e renderla feconda. (echi deUa riilnione di Vita Fraterna del 7 aprile). Si è preso in C<onsiderazione il fatto del diminuire di pubblico col ripetersi delle conferenze patriottiche domenicali nella scuola di Via Stoppani. Smettere? o. Il bisogno non è cessato nè diminuito. E' più che mai grande e u1'!.gente. Intensificare anzi l'opera, e estenderla. Cercare n11ovi mezzi e più sicuri di penetrazione. Si è pensato di chiedere l'appoggi.o anche di altre direzioni di scuole, e anche in altre scuole iniziare, svolgere l'opera. BibliotecaGino Bianco

112 VITA FRATERNA Invitiamo le amiche nostre Insegnanti di ogni parte d' ltaiia (così dei grandi centri come dei minimi villaggi) a cercar di iniziare subito nella loro scuola qualche cosa di simile · - e saremo felici se potremo aiutarle in questo, con opuscoli o altro, e con la nostra piccola esperienza. Si è tròvato poi una fonna nuova che confidiamo sarà assai bene accolta dal nostro pubblico popolare, e ce lo richiarrH..n~ ·1, e ce lo farà amico. _ Noi andre'mo d{ volta in volta presentando le varie for1ne dell'assistenza governativa e civile per la guerra, illustrandone la portata, e spiegando i modi oome approfittarne. (L'argomento sarà annunziato, con un breve dettatino da far leggere a casa, dalle 1naestre della scuola alle scolaresche uno o due giorni prima •della domenica in cui lo si tratta, con invito a venire e condurre amiche). Aiuteremo. così le nostre donne a cavarsela in n1ezzo all'intrico dei regolamenti e delle pratiche per .ottenere· quello di cui hanno bisogno, e diritto, quello che può alleviare le lpro miserie... e diÌninuire le loro lamentele C:)ntro la guerra, e.antro la Patria ... Verremo a conoscerle una per una, a farci amiche: dopo l'esposizione nostra, sorgerà natuTale (e la incoraggeremo) la conversazione: questa, quella, ci esporrà il suo caso, le sue difficoltà: e si studierà il modo di venirne a capo. Sempre, nell'espo-sizione generale, e_0 nella conversazione occasionale, noi porteremo - s'intende - la nostra fede patria, e la fa remo peneti;are pianamente, quasi all'insaputa del nostro uditorio (che non si metta sulle difese ... ) nel. nostro dire, comunicandola vivamente. P. es. Parleremo della nuova lega fra le famiglie dei prigionieri; e a proposito di questo, verrà naturale, necessario parlare della condiztone orribile dei prigionieri in Austria e in Germania, di come sia una disgrazia terribile il cader prigioniero, e che inco3ciente infamia verso i loro figli no: 1 meno che verso il paese abbian commesso le madri (ce ne sono ancora!!!) che consigliano" ai loro combattenti di darsi a~ nen1ico. - Parleremo delle provvidenze governative per i combattenti, per le loro famiglie, per le famiglie dei caduti, per gli orfani di guerra; ecco·: il governo non è solo quello che prende i figli ·e impone ·sacrifici : riconosce anche il suo debito di gratitudine, e ·studia i 1nodi di din1ostrarlo, ecc. ecc. Questo coincide e si riallaccia con quanto è stato detto, e desiderato più volte in queste paginette, ed è stato spontaneamente iniziato, come x ha narrato pr.oprio qui (N. 4, pag. 61-64). Lia.typia-Tipoir, A. Gorlini e C. - Mazzini, 7 L. MA.IOOOHI Gerente re,p. BibliotecaGino Bianco

.V I·T T o·R I A!,, PAGINE PER I SOLDATI Aprile· 1918 . (Dai DISCORSI MIUT ARI di· G. Boine) .... Qui noi siamo più ,precisa1nente per servire, attraverso la disciplina osservata il .Re, lo Statuto, la Patria. Per difendere, - soldati! con il Re la gloria, con lo Statuto la libertà della nostra Patria. - Che se voi conoscete per la storia del nostro .. ~isorgimento _nazionale, la magnaminità della Casa di Savoia, l'incancellabile debitO' d•i riconoscenza che han ,gli italianiveÌ·so di essa ... ... troverete semplice e naturale vincolare mediante il giu1·ainento in nome di ciò che v'è di più altamente sacro in voi come uomini, vincolare la vostra coscienza, la vostra stessa anima, tutto in voi a questo ideale liberamente scelto. - Servi di nna grande Idèa, il giuramento vi ha innalzato sopra voi stessi. Voi avete fatto con esso rinuncia al vostro arbitrio, ad ogni vostro- partioolare. interesse. Comincia con esso quella eroica abnegazione di cui v'ho parlato quando v'ho detto dell'onore; abnegazione che sostituisce nella vostra coscienza, a v1 oi stessi la Patria. ~ .... Rendend_oci conto di quel che sia l'onore, e poi dello scopo della disciplina, e poi di che rappresenti la bandiera:, d infine del contenuto stesso del giuramento militare, abbiam fatto appello sempre all'idea çli Patria, _siam risaliti sempre a questa Patria quasi fosse la fonte di ogni più elevata cosa nostra. La Patria è, possiam dire, l'istintivo saperci membri di una più grande famiglia che non quella più piccola in cui sia1no nati, famiglia fra altre e che ha come la più piccola no- ~tra i suoi interessi, ed il· suo speciale onore da far valere. Ha un territorio, un paese suo così e oosì conformato, come la fan1iglia più piccofa ha una sua casa; ha ·una sua lingua, e dei costumi suoi, co-me la famiglia più piccola ha le sue abitudini; ha sopratutto, s'è detto, degli interess!, degli affari suoi proBiblioteca Gino Bianco

.. VITA PIIATBNA · p:t1iche bisogna difendere perchè in· ultimo son poi riallacciati agli affari nostri particolari sebbene ciò immediatamente non sempre si vedà._ ... Così, o pressapoco cosi, sente la Patria, per esempio, _ l'emigrato . \,,._ ... Sia che l'interesse suo proprio di individuo- in mezzo alla nazione non sua ci guadagni, sia che ne sia danneggiato; cosicchè l'eIT'igrato. sia allettato a dilnenticare di esserlo, o viceversa eccitè...!.Oa ricordarsi ch'è d'altra razza e d'altro paese, presto o tardi è condotto· quasi incoscientemente a compiacersi d'appartenere alla nazione che è stia, anche se è chiaro che il suo benestare materiale non dipende da essa. Ci sono italiani al Brasile che non han mai vi.sta l'Italia ed in nessun modo avuta con essa relazione d'affari, i quali non cessano di dirsi italiani, d'onorarsi di essere tali è di mostrare con sacrificio di _esserlll quand,o dhno-strarlo occorra. E ~è letto di un irlandese da cinquant'anni in Australia che ha regalato quasi un milione al sl).o paese per so,stenervi una idea politica che gli par giusta. Chi conosca un po' p{ù addentro che non dai manuali la storia del nostro risorgimento- non ha bisogno deL resto· di cercar altrove gli esempi. I ,soggetti al- 'l 'Austria nel 1.Lo,1nbardo-Veneto, per esem.p':io, godevano da 1'1aria Teresa, da Giuseppe II in su di una magnifica -e forse per certi lati più liberamente razionale amministrazione che non l'attuale: amministrazione che mantenne e spesso moltiplicò la loro naturale ricchezza. Il che non impedì come ognun ·sa le barricate delle cinque giornate ed il lungo soffrire verso l'indipendenza. Breve: il patriota sente naturalmente la necessit! di occuparsi, di tutelare gli interessi della sua nazilOne anche se ·non han rapporti coi suoi particolari, anche se ,son contrari ai suoi particolari, disinteressata'mente . ... Questa cosa del disinteres,se se badate bene è misteriosa. Si capisce assai più facilm·ente, o ci par di capire, l'intere,sse "l-te il disinteresse! E' solito nella vita che ciascuno pensi per ~rivvecla a sè, lavori p-er sè, lotti per sè, per sostentarsi, ~i. per soddi-sfarsi o di pane o di gloria. Vedete gli sè, ,p1.._ •ffano per un osso, si strappano una preda, q colpi d'artiglio, l'uno fa guerra all'altro "'i. E1 sì, vedete nella società gli uo- per impor;:)., ~nimali: s'azztt •. 1 uno s·caecia l'altro ._ sernpre. - Vedet°' 1· b. . . ~- Un..1., m1n1 _omolti deglf nomini, ..... - ..,.,. che l'azione di ciascuno abbia "m,e tante bocche .avide din- "i pare d'intender bene · ')d in noi che non a scopo bb · · r a.... . , a ia a centro se- stesso . ~anz! ad un solo cibo. Ora dun e;'--, I ego1,smo perchè è ..... f que' a n'--, p1u reqµente neg!f allrì..~ Bibliot_ecaGino Bianco

VITA l'IIATEftNA 3 . l'altruismo. Ma quando qualcuno innanzi a noi opera non per sè ma per altri, si sacrifica per gli altri non pensando a sè, anche il più inetto fra noi si sente spinto al plauso, sente il suo cuore piegarsi alla reverenza. Insomma, c'è poco da dire: c'è dentro di noi accanto e quasi parrebbe per contro le tendenze intetessate anche delle tendenze disinteressate che spontananea1nente noi giudièhiamo migli.ori delle prime e più onorevoli . ... Ora se avvenisse che voi entusiasmati della santa bellezza dell'eroismo, vi chiedeste quale percisamente sia l'azione morale, l'azione disinteressata che dovete compiere per soffocare in voi iJ basso istinto dell'egoismo ad essere uomini nelsenso più alto; eccovi i vangeli delle varie religioni eccovi i codici delle varie sa,pienze a parlarci di Vrnanità ed in generale di fratellanza, e di prossimo. E certo è naturale e giusto riconoscere un fratello in ogni · uomo e sentire che l'umanità non ha confini segnati sulle carte ed è viva in ognuno cbe abbia Ragione e capacità -di cuor~, sia esso d'altro paesè che il nòstro, ·sia esso fors'anco di una razza totalmente diversa dalla nostra (zulù od australiano) . .. .. Senonèhè 3:lla stessa maniera nessuno potrà disconòscere, accanto all'Umanità, dentro l1'Umanità, l'esistenza di singoli Popoli; accanto alla fratellanza di tutti, la più precisa fratellanza dei colnponenti una Nazione . .... La vera realtà dell'Umanità sono le nazioni e solo attraverso le nazioni noi possiamo parlare di umanità. I doveri dunque che i vari vangeli ed i codici delle varie sapienze vi dicono abbiamo verso l'umanità, li . abbiamo in verità .anzitutto verso la, Na,zione. · ... Dire precisamente eh~ cosa essa sia e come si sia formata non è facile. Si è formata come la vita ha formato ciascun individuo. Un medesimo sangue, una lunga millenaria consuetudine di vita, l'abitazione d'una stessa regione geografica, han formato la naturalità dei popoli pian piano. Un'unica religione, degli interessi uguali, infine una storia secolare di medesilni ideali perseguiti, di sofferenze comuni, di comuni gioie, di glorie, di costumi, di tradizfoni sono il cen1ento di uva nazione, sono le ragioni del suo organismo materiale e spirituale . ... Come tutti gli organismi cerca il suo meglio, si muove al suo scopo. E lo sco.po suo è la sua medesima vita . ... . Come all'uomo singolo le circostanze e le prove •rivelano l'-essere suo, così alla nazione la sua stessa storia fissa la forma, fissa la legge della sua azione· e -del suo vivere. Ln naz-ione pi.glia, come l'uomo ,singolo, coscienza di sè e diventa uno Stato, prende questa o quella forma di Stato _come natuBibliotecaGin.oBianco

4 VITA FRATERNArale sistemazione dei suoi interni interessi, come ·affern1azione di essi di fronte alle altre nazioni. · .... Or- dunque quando l'uomo diventato ragionevole e capace di disinteresse morale comincia ad agire, trova naturalmente incanalata l'azione sua dalle necessità dello Stato. L'azione sua ecco che non ha più di mira l'interesse che lo riguarda come individuo ma quasi, parrebbe, egli si sia immedesimato con l'interesse stesso dello Stato . ... . Non v'è quasi cosa in noi che ci appartenga in particolare, che non sia stata creata dal popolo di cui siamo figli. Cosicchè noi siamo in fondo questo stesso popolo e ciò che gli appartienen ci appartiene, ciò che lo tocca ci tocca . .. .. Patria è lo S,tato, è la Nazione, è ciò che è in rapporto con loro, sentito come la più onorevole parte di noi medesimi. .... E' in certo modo dunque _la stessa volontà di Dio, segnata, spiegata innanzi a noi. nella Storia della nostra gente, .. .. disegnata nel territorio che il popolo nostro abita. Il rispetto che deve il cittadito agli Istitutf della Patria è quéllo stesso del'uomo religioso alla sua chiesa ed ai libri santi. ...Chi la Patria comanda non può_ ~ssere in contrasto mai con ciò che comanda Iddio. E questa è la fede salda che ci fa parlare, non per ·metafora, di una « Religion~ della Patria » . .... La Libertà se scritta solo· éon gli Statuti non vUJoldire che non esistesse prima di essi. .... Prima non esisteva scritta, ma -esisteva nel sentin1ento di tutti; ciascuno sentiva la necessità della sua nazione spontaneamente come sente quelle della sua famiglia . .... ,sentiva la necessità di un capo supremo, l'autorità di lu_i, i rapporti del popolo con lui; sentiva la Patria, l'l()nore della Patria, il bisogno ch'essa aveva della nostr·a abnegazione, come si sentono le cose vive e reali, come si sente la naturale autorità del padre, i rapporti dei figlioli con lui, i bisogni e l'-0nore della famiglia. "VITTORIA!,, pagine per i soldati, stac- VitaFraterna cabili dalla rivista mensile - Abbonamentino a queste paginette : L. 1 per due copie ogni numero. Le paginette escono in 4 pag., in ogni numero di « Vita Fraterna., salvo quelli ridotti per· 1a limitazione trimestrale delle pagine. Si venflono anche separatal)lente: 10 copie L. 0.50: 50 copie L. 2.-; 100 copie L. 3.50; 500 copie L. 16.-;· 1000 copie L. 30. MILANO - Direzione, Amministrazione, Via Spiga, 25 - MILANO Biblioteca Gino Bianco

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