Vita fraterna - anno II - n. 4 - 28 febbraio 1918

Anho II, N. 4 .. 28 febbraio 1918 Conto corr. colla Posta V-ITAF. R~TERNA RIVISTA QUINDICINALE . ( DI STUDIO E DI AZIONE SOMMARIO Vigilia di primavera - Il Sole - Il pacco - I mutilati a Aoma - Faéciamo presto - Appunti - Lettere di guerra - Cose che restano sopra un tram che corre - Conversazione -· Fare - « Resistenza» (Pàgine staccabili per il popolo). ABBONAMENTI Ordinari Italia L. 6.- Estero L. 7.50 Sostenitori » » 10.- » » 15.- Gli abbonamenti sono solamente annui Numero separato L. 0,30 - Arretrato L, 0,60 Esce Il 15 e Il 30 d'ogni mese. DIREZIONE e AMMINISTRAZIONE Via. Spiga N. 25 - Milano Biblioteca Gino Bianco

Biblioteca Gino Bianco

Milano - Anno II . 28 Febbraio 1918 - N. 4 .VITA FRATERNA ·RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE Abbon. annuo ordinario L. 6 c::::::JOc=:::i Abbon. annuo sostenitore L. I O VIGILI11 DI' VRIM1\VER1l. E' avvenuto che da queste piccole pagine, s~nza pretesa ma senza mortificazione, - si sia richiamato, si sia ammonito, si sia avvertito qualche incombente pericolo prima, in tempo; - poichè chi vive intensamente, ferventemente, in tutto lo spirito questa tremenda epoca, - anche se non sia in alti luoghi, anche se non sia tra gli informa ti e quelli che sanno, in qualche modo, per qualche senso fatto squisito nell'alta tensione, sente quel che è per avvenire, lo avverte già prima quando, se tutti similmente sentissero e tutti volessero, allorchè non iè lieto si potrebbe far che non sia : disperdere a cannonate le· nubi cariche di grandine, soffocare il germe ancora germe· poichè l'avvenire ' non è tutto nell'avvenire, non è qualcosa che piomba a un tratto e si fa pre~ente come un. bolide giù ·sulla terra da un'altra atmosfera; ma l'avvenire è già nel presente, come nelle gemme di questa nascente primavera è già la pesca o la susina della estate che ve.rrà, e il buon coltivatore sa nella gemma conoscere; questa, se tutta matura, sarà susina e quella sarà pesca. E quando un tale probabile avvenire •si sente, appunto perchè con tutto lo studio e tutta l'attenzione e tutta la presenza passionata si vive · il presente, se questo probabile avvenire non. p~r tutto lieto perchè non tutto lieto è esso nel presente, si richiama, si ammonisce, si avvertono i segni div,ersi, perchè il pericolo se ne scon_ giuri, perchè si corra ai ripari, in tempo_ - E' avvenuto così da queste paginette; ma quanti le leggono? e quanti, fra essi non sono già di quelli che sentono p_ur essi più o meno oscuramente quel disagio e quella minaccia? Non è il nostro un predicare a convertiti? - Ebbene, già variamente abbiamo qui mostrato la nostra convinzione che non è sem:pre vano predicare a convertiti; che importa rafforzare nella fed8 e trasformare i credenti in apostoHi Se di ciascuno che legge e che, poniamo, leggendo già di, cuore consente, potessimo fare a forza di fuoco insisteQ.te un bandiBiblioteca Gino Bianco

50 VITA FRATERNA tore un propagandista di quanto è nostra e sua urgente convinzione, ecco che non sarebbe vano il « predicare a convertiti ». E in tale desiderio e proposito, ecco.ci qui nuovamente martellando: Che non posi l'opera nostra. Non posa quella degli altri, di fuori e di dentro; per nostra miseria. La genìa tedesca, senza scrupoli e senza pudore, rotto l'armistizio di cui si è sempre risa adoprandolo solo per il coJ?Odo proprio, - marcia sulla Russia disarmata, - (disarmata più dalla propri~ sgovernata debolezza e pigra ignoranza che dal nemico) ; e cerca facile bottino ed armi da rivolgere nel più grande sforzo contro di noi; e in casa nostra può un deputato, impunemente, pubblicamente difendere chi della Russia fu il traditore màssimo; - in casa nostra un socialista sostiene l'intervento dell'opposto alleato p.otere al futuro (oh, quanto futuro!) congresso della pace; la lega è fatta, gli estremi dominatori di questo mondo si son data la mano, per la nostra perdizione. E noi, se un momento posassimo, anzi se non raddoppiassimo l'azione nostra, ci rassegneremmo alla perdizione. La perdizione dello spirito nuovo, lo spirito potente ardente purissimo che si dibatte per liberare le ali dalla materiP sozza, e che il vecchio signore del mondo tien giù, cerca di soffocare. da ogni parte, dì far cedere, inferiore di forze, un'altra volta, ritrattenendolo così prigioniero per altri - quanti - secoli? Per altri quanti ·secoli starebbe prigionier.o lo spirito di verità se la Germania e i suoi l_oschi amici vincessero oggi? In quale abisso ripiomberebbe l'umanità se questa guerra risultass~ di dominazione invece che di liberazione? Di quale colpa senza precedenti, noi, noi, noi caricherem-mo le spalle delle Umanità, se permetessimo di volgere a male questa crisi senza prezzo per il bene? dopo aver lasciato crocefiggere il Verbo, lasceremmo soffocare lo Spirito?... . Chiunque ha una convinzione ha per essa mede.sima un tale immensurabile obbligo di viverla, che a mani giunte dovrebbe pregare di esserne pr:ivato piuttosto che, avendola in sè, tradirla col non attuarla. - Poichè, lo ripétiamo ancora e ancora, - di gi.orno in giorno diviene più insopportabile la distanza tra pensiero ed atto, l'antitesi, - direi, la loro .scomposizione. E' il perderci da noi stessi. Che dall'altra parte, invece, non v'è distacco fra i loro bassi pensieri e gli atti; quel ch'è, non dirò convinzione, ma opinio- • Biblioteca Gino Bianco •

VITA FRATERNA 51 ,. e d'interesse, muove infaticabilmente le opere loro (riconosciamo, è fudubbiament~ fatica assai minore). Questo molle e precoce - forse traditore - inizio di primavera, si avanzà pieno di minacce, - e di promesse. Noi sappiamo che cosa sia stato il tragico nostro autunno; la tremenda im-. provvisa catastrofe d'una lunga lontana vergogna, ha suscitato meraviglie·, ha destato i morti; ma vi sono, viventi, dei -morti più morti di quelli che giacciono sotterra; e la loro putredine procede. Opponian10 la nostra vita. « La primavera in fior mena tedeschi pur come d'uso. » La primavera non è in fiore ma in gemma· però importa ' che si prepari una muraglia' di gran_ito e di diamante, contr-0 il calare. a valle delle orde di lurchi; a materiarla ci pensa l'esercito, ad animarla è tempo che noi ci pensiamo. Che tutt.o il nostro spirito sia là; che· quella vivènte difesa, il nostro soldato, a cui si richiede come stato normale l'eroismo, senta l'anima nostra così strettamente unita alla sua da non saperle quasi più distinguere. Senta che quel vivente respiro di f~de in cui si allarga la sua anima è la mamma, chè quella forza in cui si aderge è il padre, che quella letizia in cui si rinfranca è la sorella, che quell'amore in cui si esalta è la sposa che quel coraggio con cui si lancia sono i figli; tutti tutti stretti attorno a lui, quasi ne avvertisse la carezza, e gli additassero la sublime, umana e sovramana fatica. Senta il combattente che noi siamo con. lui e non con altri che con lui, - che noi guardiamo là, e non altr.ove che là, che non c'importa altra cosa che quella unica grande, oh, quanto car~ vittoria! Senta una buona volta che tutti .siamo in guerra, - e allora vengano pure i tedeschi : Come uno solo, immenso formidabile, noi tutti li ricacceremo fino in fondo alle loro f,osche foreste! • "fl.f aria Carpi Arpesani. Il S.ole. (a imo;posito di un ottimismo) Non stupire deU'ottirnisrno che incontri in certi animi eletti; non dire: come mai? son forse ciechi? non vedono il male - che esiste! -? ; come si ·illudono su persone e su cose? come vedono tutto o prevalentemente bello e chiaro dove c'è pur tanto grigio e impuro? Ecco: così il sole ignora l'ombra, laJ tenebra, il grigio, la tristezza, ...... . Perchè clove giunge, esse non sono più: le dissipa e ne trionfa. BibliotecaGino Bianco

52 VITA FRATERNA Il pacco E' questa una s:to,~ m·olto umile, e cosl oornplioe! D'una vie1cchi'adonna. Te!I'eis1as,.i chiarrna;va. Cood-eite,a me·: esiste! .... Biisognia saipere che lia ve.cchia Tere!sa aveva fatto tutto da sè: la camicia, Lemutand,e, il co.rpe,tto, le- calze, e· perfino il pas.saimoinitagna. Ave1va lavorato p·e,r LI suo ragazzo anche di nottè, dal giorno in cui lÙ-i le aveva scritto: « Nonna mia caira, ho fatto un'azione, sono sta;to bravo, ho ammazzato mo:lti nemki, e io s·ono sano e s·alvo. Ma ho perduto. tutto; ho bis·o,gno della roba di lana e qui fa un freddo te-rribile. Il gove,rno ci mantda quello che può, ma non può p,ensare a tutto Jui. M.anda1:rnipreisto •quiel.lio,dhe,~uoi, n•onna m-ia cara. » La vecchia T,ere·&a!Subito ,pre,s,e me.tà deJ ,s.uo .sus,sidi·o, d,e,.. c1se' di -mang.i-aire sola po1ecruta,. ,almei110,p.er quattro se,titimaJne, e oor,,se a f.are le ,spese nelle, bo.tteguocie, die,l ,p.aiese; col 1P•asso più .svelto ,che potè. P,ea:,dhè bi&ogna sape,re che quel ra,gazzo di di,cjannove anni era l'unica creatura che le re,stava, era l'ulw.m,o di seitte. figlli di sua figlia... che era morta di crepa.cuore - già malaita oorm',e,ra - a saipere la morte di ai1tri.due figli i.!ll guerr,a... iPrOll)rio !... E quattro erano morii ragazzetti. E nonno e papà non c'erano, p,iù da un pezzio,. La v•e·cichiaer~ ri-maistru soJa 1c-onqueJ giioivin,etto solo, cresciu~o su1le su-e g.ino,c.chia. E f1fa1almente era 1t0iccata la sorte aD!c'he a lui.:. Ma era di que'll)j co,ntenti, e1r.a·orgo,gJi.01so di andare soJidato! Aveva ben saputo, lui, pe:nsuadeire lia ve,cchia c.he, quando si tratta dell'interes•se •e della g.1-oria deHa patri,a, tre frate.Ui al suo servizio non sono troppi! Lei era staita coi.s.tre·ttaperfino a r1i.1derefra le lagirim.e, quando 1ui era rall/dai~ fuori dell'uscio, 'Per to·rnar d·entro e-on g,ran frac.asso, faicendo finta di tornare, dal campo coi111~ medagUe! Ed ,e,cèo..•. « Aveva faJtto un'azione. Era stato bravo. Ohi sa _ se già non g,H avreibbe•ro data lia ,medagHa?!. .. Ma .aveva ipeirtd:uto tutto. Poveiro 11."agazzo! il freddo! » ... E, -con due pa_ia d'·OCC'hiali, la veochia aveva 1àvoralto, eome ho de.tto, tutto da s,è, tutto il gi•o,rno•, r.aiocogliie.ndo, ,aiac01Stoalla fineistra, .fin l'ultim,oi filo, ,di lu,ce, e, av.eva lavorato anche di notte. Ade1S1St•uotto era ~ronto. La vec.chia Terie,sa prese una buona tela, la ,cucì, co!Il filo r:aidd·01P1Piatoi,nJt()(rno .alla robe1tita .piegata e aggiustata per benino, d.oipo aiverei messo 1m m,ezz.o urna \ ' BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 53 bella ta vole:ttai di cioiccoilata, un mazzo di si.g.ari, una ,pi:òcoJa bocci-a d'un vdneitto famoso, regaJato dal d·otto1 re, e 1oerle ~i-ambeJJ,ine ·che l,e,i·srupeva fare ,e ,che ;piaoevan tan'to a Michele! Saneib-beroarrivate un irn' vecchi-e là ... ma d~ce che in triinoe,a l'a:ppetito -è straorid:ina:rio ,e fa parere tutto buono. Inif.atti, i1l fig}i,o dell segretario comunale, il tenente, che ,era v-enuto a casa a far la ltcenza, aveva u.na .e-era -che aveva consolato tutti, e -così Mrurvino Fila.dei, .eJd anche qu,el Pietro F-orz.i,e,riche ·pareva un tis.iooocio, quan!d.01par,tì. Anche Mkhele, dunque, ,era if1oil'fOprO-0prio v:e.ro-che stava benissimo, che era diventato. doppio, c'Olrirn scriveva sempre. La voochta CUJCÌ un ~ar.tone sul paoeioo,, si f,eirmò un momenito per .asciugare due la,grimoni aJ._pensiero di quei ni,poit;igrandi che non sarebbero to·rnati più ... , I}Oi chiamò dal cortile, una buona viic1na,. che 1-eaveva p,r,omeisso d-i s1cri·ve-rel'inlclirizz·o. La vkina scese s,ub.ito e scri:ss-ei-Q. uanto, a sipied:iire il pa1cco, sia!I)•eva bene,. T,ere,sa, -come !fare,: anda-re da,lla m-ogli'e d,e:l seg.netiario, ohe M>,eva·ipromiess·a d'i 1pie1nsa·filceii-. Nientelrneno c'era ainclhe suo filgìio, -i.I tenente, ohe se n'interudeva! E via ,che se n'andò, 1a ve,cchia, col 1suopacco sotto ìl bra1ccio, e P'.1..,opri,osuJ. cuo.re, ,e-od s:uo !Slciallesul'lai ,te,sta -e sul paJcco, se inie .a,n'<iòou-rva ,e un po' tr,ema:nte, col passo più sv,e!Ltoche . " potè, ve:rsQ la c-a!Sa; del s,e,gretario comuna;le, dall'altra ,partte de!l pMSe. Si faceva s,curo e nevkava. E.rtaino a tavola; i due fratellini, seduti, uno ;pe,r pa,rte, vicino il tene,nte; il ,paldre e la madre: in faiocia. La veadhila T•ere\Sa voleva .resltal'le in cucina « p,er non in1 como!dare », ma tJuiti voùlero ,a-sso!luta11nentec. he passasse. Chi,eise scmsa tante volte, m,a 1·a f.e-cer:osedell'e ,e, trucere. La miamma del te1nenite·l'assicurò che suo figli-o-avrebbe, spe,.. dito iii paoco lui. Ma ... strano·! Il tenente guarda.va suia maJdre senza parlare, po.i abbassava la teista. La v-eieicihiarfngraziava, ringraziava, ·e· ri,co.minC'iava ,a ,raicicon.tare quel ,c,he Mi1 chele, aveva ~critto. f il t.€,nente la gururdaiva, ,poi atbbrussava; la; teislt_a. I,nifl.i:neg,uardò ancora più la vecchia r•ere-sa, e parlò. Parlò fai. m•oidoche·, oltr.e -i:lpaipà e la mainma, anche i due fI'!atetU.ini.b,enchè non capi!S1Serobene, -stett-e 1 ro a -Sentirlo -a booca aperta. E la vecchia T,ere,sa... 1 01 h, ila veicchia Te.res,a... ! · · Quel -che disse il te:nente ,fu .,che, questo su,c,ce!deiva, deùlie volte: clle, supponiamo .allia vigilia d'un'dzione, arrivavaino daiBiblioteca Gino Bianco

54 VITA FRATERNA la po:sta ,ded .paJoohi .i:nldilv.tdualie ,magar.i uno s-olio, ·p,er l11li soldato: tutJti gli altri s_oldaii ,rimanevamo male. Poveri rrugazzi, che aisip.ettavan·o H pacco,· f.o-rneda tanto .temip,o - ci sono dei p31r.enitipiù miserabili degli altri! - e vedevano quello li fortunato, quello lì che 'i pwreTIJt·isi ricoooavano di lui, quello solo ... Veniva ,addosso il malumore a quella ge.rute! Che penà!... - ~ mag,ari, dopo un'ora, erano• chiam.ati, pe·r anJd,are aU'a'Slsalto. - Se inv,eiooarrivando· aniche un ,piloc.olodono-, lo si può estra:rire a sorite., tutti quegùri ,uomini, ,8/Illch~se sono m,o1ti, sono contentj, pel'lchè ved·ono la giustizia. Qu8Jllido il tenente parJava di tanti gio1viani che hanno dei parenti p1ù miseil'abili degli a1t.ri., 1~ veocih1a Teresa aveva cominic.ia;to -a s·ospirar.e, e a dire \SOttovooe: « P,oiv,erini!p-overini! ». Quando il tenente 8/veva detto del momento in cui H clltamaivano per ;preparar-si all'~ss.ailto, delle lagrime fit/te c-onti'Illcia:rio-nao ven!ir giù da,g.li occhi d-e1la voochia Teresa ,e piovei,e sul pacc,c> che essa te.nèva colle 1du,e mani, sulle _gini0ochiaJ.E qu1a.nJd,o il terumte, poi, di,ss,e ,che iSarebbe quasi una ,f,ontuna, oer:te volte, che piuttosto non ,arrivasse ne1S1Sunpa,cc-oindividua:le, pie•rnon da:re la malinconia agli altri soldati, oppure, se c'è un Tegallo solo, estriarJo a :s,o:rte,pe,r!C'hèaHor~ vedono che è la g;iustiz<ia-,sd.vilde la ve.oohia diisf~re ipiano p-iano oolle -dita, croUando 1a te1Sta, e conltinuando a dire «poverini», si viide :la v,eiochl.adi,sfare coJ.le diita la cuci,tura deJl'indirJzzo·. La madre del tenenrte, poi hl par dr,e, po.i i due bambini si v,o.ltaroinoa guarda 1 r le'i stu,pefatti... · Ma il te.nelI1te.fermò la m8Jllo deJl-a ve.cchia, e }e-chi,e~,econ vooe s·ottile: « CO!Safate., T.e-re1Sa? » Tere,sa rtsp-o,se: « S1.gno.r tenente, H mio Michele è un ragazzo tutto ItaHa, lui s·arà più contento di estr,arre a -sor1t.equesta roba, per i. s,uoi comipaig.ni.. E. poi... io e.redo ,che lo1ro avranno- .e,orrnpa.sLSio.nvee, tdrà, S'ignor tenente, di questo ra.gazz·o che è il più giovane... M.a non. i·mp-orta. -Biso,gna cambia.re, indirizzo -e manldairlo al suo ,tenente. » T_utti si misero .a p-iange.re.; aniche· da servente che era venThta sull'uscio, e--aveva un frate!llo alla fr-onrte. Il .tenente:, anohe lui, aveva gl't oochi umidi. E di,ss,e,: « Ebbene, Teresa, fion imrporta: lasciate ohe il -pruc:eoarrivi a v-0rs.trion'iJporte;s.crfve•remo una loeittera a lui e spi,e1g.heremola OOlSae, lui che è tutto, Itali.a, hl vos't:,roMiicheJ,e come voi... lo c-o-nse,gnerà al suo te~nen 1 te ben v,ole.ntieri, per fair estrarre a s·o:r.te1,a roha. La vec,chi-a f.eoe di sì, e di sì rolla te.sta, sorrid,enrlo:, e qualllldo il gra.rr piiangeire le p-emniJSedi -parlar,e, disse1: « Grazie, signor tenente, i.aiocia lei. » BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 55 E aJ1ora il .tenente Slorisse•,fra U silenzio: di tutti, e poi lesse: « Bravo e buon Mi1clrele! Il .pa'c;coche ti• .arriverà l',aiyevia lpDe,_ panato p,er te ,la t:ua Nonna;; m-a la ,tua Nonna vuol,e che ,til d·iica che se il ,p.aoco airr.i,va mentre aglti alm 1DJ001 oo .arriivano, e mia,. g,a;ri .ca:pilsci ,che dev'essier ;yiJciin 1 a un'azione, tu !f,a!Cicidaa bravo oomiprug,no: ldiai il paioco ail tuo SUll)erio,re che f·ruccia es.tri~rre a sorte quello ohe c'è deJntro. .. >> La vecchia inte.rrupipe: « Le ciaanbelline, sono tr,enta, ce ne sa·rà una pe.r uno,?! >> Il tenente taioque . un minuto, poi 3.lbbaissòin fretta la te,s,ta e disse dii sii. E c-ontLnuò la lettura: « ...• che faicciiç, estrarre a sorte quello c:he, c'è den:hro p,er non disgustare quelli che non rice'Vono ni.rente. Addio, bravo e bucm Michelie. Com.e vedi, la tua Nonna è un so,lda-to valorois,o oome te. »· Seguivano le benedizioni della ve,cchia., e tutti voliero metterci i l,o:ro salutJi, anche i bambini. · Quando la ve0chia Teresa, dopo, che le ebbero fatto be·:re una bella tazza di caffè e latte caldo, e consegnato un fag,ottino petr lei con dentro ogni h~n di Di-o, si alzò peir andars,~ne, me~- tre la mamm.a del teinente l'abbraiciciava senza p,oit€,rtenere l,e lagrime, il ·te1I1entepure s'alzò. Volle a,c,compagnare a casa 1a vecchia.· Neviciava! Ja v.ecchia Teresa riifiutava, ma il tenente le fa.ceva ved,e•fie.s,orr.i-dendo, ·che nevicava! Si f e-ce perfino d.are il braciC'.io, e la ve;oohia curva, e il gjo,vinotto diriltto traversarono, sulla neive bia.inca,· il pa,e•setto siJ.enzioso, nella luna che com.inici:ava a ·sal'ir•e. Stran-o•! La v,e;ochia non piangeva più e chi-aCC'hierava q:urus.i aHegNl.lffiiente, ;i.I giovane taiceva... e piangeva! febb1raio 1917. le.i. I M utilatl a Roma Doveva e•ssere e-osi. Essii. dov,evano ,pur aniùar,e .a Ro,ma, que-sti romani. Roma ,è ).a massima -tnitbuna di ,questi m.assi·mi tr.iibuni, degni d.i Rom.a. La:sm,e.ranno ,un'orma 'P·oss-en.tenel!la terra !Più possente dcl mondo, torneranno ipiù possenti a tiuttJa la te:rira ,itaJ..iana. Andiamo a Roma, tutti, accendiam·oci deil. g.einto di Homa, si.amo Roma! Roana. Per la gagliarda riede.nzione di ogni petto ,m-e.noche gagli,ardol ,fiamma che ,anni-enti d'in \l'ulti,ma .scoria, ci ibutii invd.nci-· bili· a1la. ifro,nte di Og\Ili lbattaglta che la !I).at.r;ia ci ,ch,iede, di ogni vittoria: ,d;eUe ar,mi, ,d.e1la sci.e.nza del caratter,e! Viv.aièidio: .la po·ssanz,a d'Ita,li,a vogliamo, iJ SIUO saciro primato, eternato da Roma! Febbraio 918. L. Ricordatevi, amici combattenti: avvertitec.i tosto di ogni cam biamento d' indirizzo, per ricevere sempre la Rivista. Biblioteca Gino Bianco

56 VITA FRATERNA Facciamopr.esto I fanciulli ed i giovanetti dei due sessi che frequentano le scuole medie e le elem~ntari superiori, sorpassano certamente e di molto, la cifra di un mi~ione. Supponiamo che un provvedimento serio volga, in parte, alla terra una somma così cospicua di energie. fisiche, le quali abbandonate al gioco degli istinti e delle abitudini sogliono degenerare in malo modo. Ciascµn fanciullo, spendendo poche ore della settimana, (sottratte all'ozio, alla .strada, a malsane letture, a insegnamenti sterili, a ginnastiche artificiose), potrebbe coltivare a legumi, per esempio, non m:eno di 200 m. in media. Ho preso, come coltura tipica, quella dei legumi per tante ragipni. Perchè poco esigenti in fatto di terreno e di concimit perchè· facilissimi a seminare, sarchiare, ·ecc., perchè assai redditizi.i al punto di vista fisiologico perchè lasciano dell'azoto , nel terreno, perchè sono facilissimi a conservare, a spedire ecc. Di questi legumi, (che· hanno assai breve il ciclo vegetativo) si posson fare due coltivazioni diverse, in un ann0, sullo stesso terreno, variando la specie, e cosi da ogni ettaro si potranno avere almeno 30 quintali di sostanza. secca, cioè di semi già disseccati. Ma nelle terre fertili e fresche, o irrigue, con. i fagioli e i piselli rampicanti, il prodotto può salire ai 50 chilogrammi. Attenendoci al prodotto inferiore, otteniamo queste cifre: Alunni 1.000.000 x 200 m. = 200 milioni m. Dividendo per 10.000 ( = un ettaro) si hanno 20.000 ettari coltivati a legumi, con un prodotto (20.0001 x 30) di 000.000 quintali, senza calcolare le colture intercalari, che possono rendere altrettanto in peso. Coi prezzi corr.enti di L. 200 al quintale, abbiamo in tal modo un profitto di L. 120.000.000. Dico 120 milioni! Con quel pr6lidotto, e in più. il condimento e il combustibile (equivalenti ai prodotti intercalari) si può a rigore, far vivere~ per tre mesi, un milione di lavoratori. Poichè i legumi, éonditi con sostanze trasse, sçmo ~n alimento completo, e sani-ssimo per chi lavòra manualmente. l\1a questi calcoli rimarranno. confinati nel regno delle chimere fino a che una mente organizzatrice non verrà a svincolare l'atto dalla potenza. E non ci vuole la sapienza di Salomone. Bibliote.caGino Bianco

VITA FRATERNA Le Cattedre ambulanti associandosi dei volontari nella class-e dei fattori, dei contadini intelligenti ecc. potrebbero istituire in tutti i centri, grandi e piccoli, corsi accelerati teorico-pratici, o solo pratici per tutti i maestri, i quali da una sola istruzione per ogni settimana, riceverebbero tutte le nozioni necessarie per· guidare i propri alunni. · Ma bisogna far presto e agire con determinazione e con tanta intransigenza .di fronte all'inerzia, al misoneismo, allo, scetticismo, che avvelenano l'anima nazionale. Se si ritarda, solo di alcune settimane, a prendere i provvedimenti atti, e indispensabili, a prevenire la malesuada fames,. avremo danni e miserie incalcolabili, in tutti i campi. Videant cornsules! Dall'Azione,. Roma APPUNTI e vincere biso1n-a! E prim.a di tutto e dopo tutto bisogna esser convinti, e sempre più convincersi, e affermare, e ripetere, e concludere che bisogna v:incere!- Que,sto importa soprattutto. Che la guerra finisca presto o duri anc0ra degli anni (sì, degli anni: non diciamo· solo dei mesi - che di mesi si parla da anni, da quando è cominciata ... ) è questione, pur nella sua gravità, seoondaria di fronte. a quella della vittoria, che si deve ottenere. E la considerazione e l'enumerazione delle difficoltà enormi, dei sacrifici estremi che si frappongano fra noi e la meta della. vittoria - non scuote affatto la certezza della vittoria: non vale che come prospetto di quello che si deve affrontare e superare. ·Perchè la vittoria non è un'aspirazione, non è nemmeno un diritto (purtroppo vi sono molti diritti di cui si d·eve in pra-- tica dubitare) - la nostra vittoria è un dovere: poich€ è la. vittoria dell, giustizi-a, della libertà dei popoli; è la missione dell'umanità oggi: _yincere la barbarie, la prepotenza, la sopraffazione materialista. Non si può dubitare del dovere. Bisogna compierlo,. A qualunque costo. O è la morte morale. La certezza della vittoria è in noi della stessa natura che· la certezza di n(,)n rubare nell'uome onesto. Non vincere sarebbe infatti rubare agli eredi il buon frutto, BibliotecaGino Bianco

58 VITA FRATERNA delle fatiche, dei sacrifici, del sangue· dei combattenti; - sarebbe malversare il tesoro di verità e di giustizia e di progresso affidato a noi, al nostro tempo, alla nostra vita. Bisogna vincere. e salvaguardia della vittoria · Ma se noi, iniziati al sacro cc perchè n di' questa guerra, ai suoi scopi d~verità e.di giustizia, dobbiamo accettare e sopportare coscienti e volenti tutti i-sacrifici che essa impone, - dobbiamo pur p,e:nsare che essi paiono insopportabili a chi non è conscio o capace di intenderne. lo scopo. E. allora sentiremo come dovere di carità non solo verso la patria, ma pure ver.so quanti per essa devono soffrire, illuminare, confortare queste loro sofferenze colla visione, che le nostr-e umili e amorevoli parole possoo e devono dar loro, delle ragioni e degli scopi ideali della nostra guerra. Ma non basta: a difesa della vit~oria, perchè essa possa maturare nel tempo che le-è necessario, e non sia uccisa prima di nascere dalla stanchezza e dall'impazienza delle moltitudini .sofferenti (che ~arebbe tristissimo, sacrile.gio di cui noi, non esse, dovremmo rispondere, - e fonte per l'avvenire g.i nuovi. e maggiori dolori) bisogna che fa cciamo sì che le sofferenze delle moltitudini ignare siano, quanto più è possibile, àlleviate, limitate. Con l'assistenza fraterna. Non solo. Qoln la saggia .previdenza individuale e sociale. Avvisiamo presto, subito (fosse già fatto!) .i pericoli di dolore, di miseria, che minacciano nell'avvenire prossimo ·o remoto, in conseguenza dello stato di guerra, la popolazione, - cerc~iamo i ripari, le misure preventive, le provvidenze, - e attuiamoli subito. adàr. Domanda ad un senatore Un redattore del Petit Parisien, a caccia d'interviste in « zona di guerra n, ha incontrato un senatore, « iilu~tre uomo politico », « persona che ha grande influenza sulla politica italiana e che potrebbe aspirare a guidare i suoi destini », che . con grande compiacenza ha acoeso i suoi moccoli luminosi, pur serbando lo stretto incognito. · Tra. l'altre ·cose questo nost:Do senatore, che si figurava di _parlare addirittura ai Francesi, ha detto : · · « Voi non lo conoscete il soldato italiano. E' il più bravo e .cc il più credulqne. Lo portate dove volete. Con una- parola, con BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 59 « un gesto, vo,i ottenete da lui qualsiasi cosa. Che la parola o il_ « gesto siano falsi o sbagliati, non fa niente. C'è dell'eroismo e « dell'illusione, un'ammirabile e magnifica ingenuità che non « si deve biasimare. » Si gradirebbe sapere in quale trincea· il nostro senatore ha conosciuto così intimamente il soldato italiano, dove l'ha portato, e con quali gesti o parole false o sbagliate. · I numerosi ufficiali oombattenti che abbiamo interpellato in proposito ci hanno invece assicurato che il soldato italiano, <!onosciuto nelle trincee di prima linea, è in generale bravo ma tutt'altro che credulone; e quanto alle parole e ai gesti ~iistingue CQ.sì bene gli impulsi falsi o -sbagliati dagli impulsi schietti e ragionevoli, che segue. questi mentre respipge quelli, chiamandoli. ... .Sa il nostro senatore come si chiamano in trinoea i gesti e le parole false o sbagliate? Forse no:. Glìelo di remò dunque noi. Si chìamano: fesserie. E lo assicuriamo che le sue profonde e originali osservazioni sul s·oldato italianò sono il più autentico saggio del genere. .. Acp . LETTERE 01 GUERRA. {Ne.ll'Aigosto1917 - ipoco pirima dei :!.atti di Tonino - 'lln avvoca·to milanese & •trovò in treno .c-0.naJlcun1-soldati reduci d,ail f.ronte in Jicenza, e ne udi di.scorsi e pro:posd.ti (Censura) a@li ,imterv.eillilenella conv.ersazione, portandovi con franchezza ,e ,con tatto Je sue vedute e le sue convinz1oni patr-iotticc·he, e anc-he giunto alla -meta continuò 1a conv~rsazioine -cooouc·e.ndioi compagni di v1aggio ia bere ,con J.ui un bicchiere di ~rLno. •Alcum g,i.orn.i 1dopo, IJ)tl'oifondamente.stup.ito e commosso, riceveva la lettera -che rtp-roduciarno testurul·mente e che è un prezi-oso ,docum.ento di quanto può ,una paro1a sincera ·e ,benevo1a :insieme sui nostri soldati 1). · 3-9-17. Egregdo Signore, Mi vorrà sçusare .se mi permetto di inviare a Lei questo semplice mio scritto; ma il dovere mi impone ài dimostrarle la mia gratitudine e di ,porgergli i più vivi rin(Jraziamenti. Non può certamente i1nmaginare · quale soddisfazione prova un soldato squilibrato {nel senso della parola) trovarsi al contatto di uno sconosciuto il quale si presta moralmente e materiai-mente con vera coscienza di cittadino Iialiano. Infatti dopo la sua buona accoglienza partii contento per il fronte, sebberte poco prima mi turbava ~l penBiblioteca Gino Bianco

60 VITA FRATERNA • siero di abbandonare la famiglia non avendo nemmeno la forza di rinaraziare. Trieste è visibile è presto vi porremo piede, e se con questa. fortuna mi salverò la vita, sarà vivo in me il desiderio se ella lopermette, di s1 tringergli la mano e potergli dire: Lei è un Italiano. Orgoglioso di appartenere a una brigata tanto onorata vivo fiducioso. Dopo più di due anni i disagi e le privazioni non mi sgomentano e sebbene il pensiero è sempre rivolto alla famiglia: dopoche adempito il 1[1,iOdovere torno· a riposo e trovo ancora i miei vecchi arnici e compagni di sventura, passo giornq,te en1usiaste e care, facendo qualche brindisi comè' nostra abitudine, ma il .più delle volte disgrazia:tamente si troncano alla metà perchè le finanzenon lo permettono. Pazienza; la povertà non è un vizio. Pregalo a voler trasmettere i miei saluti all'amico suo vicinoche come lei ho conosciuto per _una persona degna di riconoscenza. Augurandole salute e felicità con stima la riverisco. Devot.mo F. G. Cose phe restano sopra un tram che corre. Mli il)liace ,quella tramvie.ra c'he Tif:iuta il pagamento 1d.-eJibi- " gJ.ietto da parte di un soldato, ,gforiando.si di Timetter,ci ii due soldi. « per un soldato » •. Mi piace quel s.i.gt11orervecchio, ,ve•cchi&@mo- forsie d.el '48!... - il -quale jpaga antiiicipatamente il ,b.tg'li,ettoa ··un alpino chie è lag-- giù diritto !Presso la ipiattafomnia, ,e la cui sorpresa, visi-bi.J.rrnente p.re.gustata dal signore, .fa o.J. giubilo infinito idi 1qu,es-ti. V,ec,cih.io eg-iovline si -soaTi.ido1ndoi lo.ntwo c,ome ,grandi .a,mhci, ro1Ssi e oonfiUSi tutti due ip~ dl dono .fatto ,e :il d·ono ricevuto. Mi J)iac-e la condiscendenza di uma .tramv.i,er,a e di tutti ii passeggeri verso un -sOlld-ato.francese, ,c,h.eiprega di aspe.ttar:e qual.che· minuto ;a far riprendere la corsa ,al t:vam, z.e:pipodi gente, ip,erchè i~ compagno trov.i gli occ.ni-ali caduti nel.la neve. A'h,i-mè, ,cruesti occhiali francesi 1non si •trovano mai : è l',oil'a ,c-anoni,ca de-lla ic1ena e Ja- frame dei passeg,g-er-i ita1Uani, anzi milanesi, de.ve ess,eir.e !Ì';ab◄ bio,sa: tremo .p,er Jia ù)a:Ura .che il senso dd. os·pitalità inon (l'ìegga... Difatti un Tab-bioso 1drmn (non ideili-a tramviera) !a :ripr:e.ndiereal ·tram la -oor.s.a,pre-c1pi iito.sa. L'autore del drrrin •pil'oc.liamaalto i diritti inv,iolabi1i dei 1>asseg.gerli.,ma, con mi1a ,g.ioia potente, n 1e.ssuno glieli nega..... [)OC rivendicare ,con p,iù ic-0m·odtià iÌ do1Veni. di gentilezza Ahleata ... E l'uomo .a.i pop•olo che è a.iocanto ·a me, non si sazii.a di scuotere la testa, ài ,guardarmi e :gestire ico.n imp,agab-ile .srugnif.i..cato. « Se .sa :ben... .Signor!.... :In ·;sti m-ò11ne·nt :c:hii... Hi.n. 'i Alleàa. .. Bioo,gna .capij ,oerti robb ... ». Eraw11mo, infatti, d.i Novembte. Febbraio L. BibliotecaGino Bianco I

VITA FRATERNA 61 CONVERSAZIONE Parole della Direzione Testamenti spirituali. -· AUe amiclle e agli .ami,ci .nostlf.i. SQ!Prattutto ai combattenti nel vero interno se.nso d!elLa iJ.).aJrol-a la VITA FRAT1ERNAClhie:de e racco,manda idi ri1sp,O11dereall'appeJJo ;r,ivolto J.-0roda J.,. nenie « paigi111iettiei.-nterne » ideil. N. 3 (15 ifebbraio). Cm. ipuò .d,a:re, dia. \E ,molti, og.g,i, possono dar,e! Anche, c:hi-edliamo che .si r,accol,g,amo, .e. come in .risrppsta alla stessa tdomanda, ci Sii ,mandi.no voci deii nostra Moirti: sic1dhè anche Ja loiro .sac.ra testim-o:ni•anza di vita possa ,esser,e iac,oollta ne1:l.a vita traterna. L'Ardito - ,la :l.i.tografia ,orig,in.ale del pi.ttore ten. AtlidoCaTpi, da lui i1mrp.r.essa.apposiit8Jllle.n:te IP& Vita Fraterna, ,corrnie-premio agH abbonati sostenitori •e .a chi procura alrneno 10 nuovi abbonamenti, sarà distrilblliita in copie numerate, ,a comincia,r,e dia1mese dii m,arz•o. Il Convegno mensile di Vita Fraterna ,ha riunito questa ivolta . (l',ultima -dom,em'i:cadi f.eibmr.aio)alc1 une amiche della !I'iVJista,finfeirmiiere vi0Jontari,e. I.a. piana ,conver.sazio.ne ai.mi-c.hevolie è par.sa iPiù viv.a e ll)liù utfi- - [e ,che aJlt:rievo.ltie: siicchiè si è pensato di 11nv.it?,re aruco.ra a •questi ri trov.i 1amiliar.i., in p,artioolair,e le !i,nf:er,mi,ere idi gue:rr,a. - P.ar,e a noi ,che 1posisa ri,uscir.e · oppoTtuna e 1utile •per foro ,e per il :J.or.oilavor,o un'occas:ione di i.nc,ontr,arsi f,ra co.mpagne olfferta ,ad ,esse - che sono !Ilumerose rf:r,a1e .ami-dhe nost:ne: per comuni,cars.i lre p.roprie ,es1peri,enze, e,onsi·gliar-sii, ,ari.rutairsi,,con:fortarsi jn ,quella p,arte - -non pi'Cool.a, non seconic1arò.a!- del loiro ,compito ,che è ial..l'infuo-rri de:na- parte .tecni10à. · Ne11e ll)agine cd,ella ,ri.vJs.1.atdar.emo il frutto ,deNe r.iunion,cine: iI)e.r J.,eassenti, e rpe,rchiè:r,iIInamg,a,. · V,enite, Infermiere Volontarie: l'ultima diÒmenic.a rdrelmiese, all,e or,e 16,30 (àl Centro di 'l.a..vo.roper i soldati - via Bigli 15). ,E, ·ripetiamo: ,q,u,esto non deve tener lontano :Le .rultr.e ami,che e gli ami.,c'i, se desiél,ocano verniTe: m,olti prob1emi d'-ogg.i (la IJ)ropaganc1a fra .il 1p.opolo, à'assi'stenza, ,ecc.) .anche ,i.n .foi!':IIle pùù vaste, si rico.11,eg,a,nooon rquanto ,interessa le Inf,errni.ere Volon,tarie, .e ll)Uò dar.e ,e ,arvere lume nella J.oTo ·con:ve,r:sazione. Venite. - ' Le conversazioni di propaganda patriottica popolare n-el[a ScuoJa di via Sit01p1)anicontinuano o.gni dom,emi,ca, (,sailivol'u11i-ma del mese), ,alJ1eor.e ·16. - Ha parlato, .il 10 f.eblbrai-o, um gii,ov.an,i·~- simo alJp!i.no, Berti, •partito volo,ntami,o tdi .guerra ,a diciotto anni, ,e ora mut,ilato di ambo gli airti i.nf,e:roiori.;.sempr,e ,co·nvinto !e sereno con 1nobilissi1ma e _p.em,etrante,semplicità. Domenica 3 ·maJI'ZOla ri'unfione sarà dedicata al Pr,estito Nazionaile. BibliotecaGir;ioBianco

62 VITA FRATERNA E poi ... bisogna che amiche ed ·amici ,oonti·nuino e tntensli!.ichino J.a prO[)agand.a 1per la diiffusi,one die:11a,nositra r.i:vista. Perché tpossa vivere - 1im tutti i .sensi d,ella :p,aro1a - o.ccorr,oinomolt.i-ss!imsi .nuov-i abbonati. Gercatene, trovatene, ,al if1r.o:ntea, lJ':interno, all'estero - 1 f•ra -com-pagn'Ì di laNor-0 - rfra Asso.ciaziioni e. Comà..tati, inte- - -nessanidoli .a prendere ie ·dif.f-0n.d-er,emolte COJYi,dei « Besi-sitenza! » -e • Vitto:nia! » e .m-olti abbona,menti .8tlla ,rlivis:ta. Farei SaJlgono in tr:am due :donne del· l)oipoLoe un bambino di s,e.tt,e o otto anni, eh-e esse subi,to ri(P.arano .aocuratamente co,n unia g.rossa. cop:erta. E' un, c,airo vi.sietto che .sporge ,appen_a da un fl?assamontagn-a ben ,chiuso. . · · R-itorna d.aJJ.'ospedalie, dove invano la mwmma ,e 1-a zi.a ihanne> ce:noato r.icov,erarlo. Il d.ottor,e n,e ha .riconosciuto il bisogno; ma il grande l{)Spedale rigur.gii 1ta d.i sowdati ·f.eriti, -e il ri.parto lasciato ai civili è piccol,o oram-ai. E questa g.ente aNieiv-asp,e.s-o·Ùna so.mma, la mattina, ·P·eà iJ traspo;rto in ,car.rozz-a dal borgo lontano, nè tl)ò.teva ,spe.ndefili d:i nuovo. Iil .ma1.atino torna a casa, .alla peg.gi-o, in tram. L'argomento è p.erf.etto 11}ergrid.ar,e ,e,o,ntro il-a guerra, che bra turbato tutto l'ordine :d-e1pa:es,e1eha ,f-aito!barbari tgli uo·mirni e ,gl';isti- . tuti. Intanto chi ne va dii mezz,o: e,cco li... Il -bimbetto suscita H fir,emito -d-e.llagente. Ohi' non 'fa col'io? Specialmente fa cor,o, da un angol-0, una ·-g,.rassasignora ir-avvol.ta tn un p-aiLetotipesante ed elegante, rispondendo a,d una signorina ohie; dalJ'ang-olo o:pposto, si è perm-essa v,er.sar subito ·dell',aoqua sul fuoco, :af/f-aciciandoqualrche ragi·one.vo:lce:rag.iom,ea scusa de.l fatto. Ma, certo, H com'PitO suo n-on· è fa-ci!le. La zia d·el l>irnlbo,·..la iPd.ù -amara, una igiovain;e 1Piaoente ,e spigliata, ,aggiungie, oon J'im:peto idel1a v,e.rrità, i(lllle,s,ten:otizJie, ·a cornic,e 1deil.q,uadro: ,che il ,papà d-eJ.ibimbo « è stato amm,a.zzat<Yi.n guerra » :fiin dal 915, che, 1n .guerra, ci sono a.il.tiri quattro lfr,at,elli d-eililaV:edova: uno ,è i1 ma,I"i tio idiell,atdon.na· che 1P,arla, e.d hanno duefigli a,nooe 101·0: una f.i:g11ietta ,dli 12 anni, col1ocata 'in un tubeT,colosario ... ed un.a a.i tr-e anI1Ji,a c.asa; un altro ·frrate:llo è rim-asto vedo,vo e ha aff.idato le sue c.reiatur-e Ml-a ,stessa sorella vedova, 1a macmma del malatino e di due fratelli minor,i - e la II),ensi·on.e.. è quel~o dhe è - ; un ,a.Uro, ammogliato anc.h,e lui, è prigiioni-ero, ed uno d.nfjp.e, di soli v-e.nt'annli qua,nid,oandò via per la guerra dii Libi.a, è ancora pr.ig,i'Oni,e,ro dei turchi, ,e Le letter-e •eh.esi ricev,o.no non sono ne,p,pure· _ nel suo ,oar-atte-Pe,ma tras.rne.sse in « stam:pa »·. E H padre noni ,se ne contenta, non~ se ne perisuade, ... La testa si curva penso-sia.-.. E \ H vocìo rioomincia. Ma, ment!'le La ,signora, i·m,mobile nel suo anigoao, conti·nua a .far coro ,contro ~a ,guell'ra, la signorina si Leva e· si accosta. · Viene ,a.Ua parte ip-r,atica: ,c'è fors-e mezzo di a11-eviafte quest,e, peno,s,e1oo-nc1i.zio,ni.Hanno_ 'Prov:ato a do.ma,ndare -aume'Ilto di ,sussidio, magari :aid ,enti 1privati benelf-id? -Ci rsono, questi :enti. Vied:iamo._ La p:i,cc-olamaa.:rie,una donna di ,campagna, timida e qu.ieia, dall'occhio ingenuo - quello :del bambino! - è iJ.eiohe s'apip-r-es,sae, -p,o;rg-e• BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 63 orooch:i-0 .e :amimo. Ma· 1ainche11'.aJtr.arsi fa attenta e cortese. Hisuilita, dqpo po,che ,spi,egazii,oni,.che :il d-0ttorie dell'o,@edale h:a :però detto: si facciano !fare run cer,tif,i,cato dal si~.aco · idiel {Paese d-ove erant0 prima, ;e a11or.a potremo ac-cettare il lbambiino. Risulta cioè che, siccome 1a d·onna n,oo ha ancor.a cinque ·am.ni ·di idomi1oi.Jio rin MiJano, non lha Jdil'itto ,di riooveru per questo -Oftl)edal•e,e aa quesiione -si r.tduce a sempJ.Ji.c.,1epr,oic,edi-m·entdp'i formail.Hà. E- un -l:fatto col-pi.se-esulbi tò J,a, si•g,nol'lina: in tanto sfogo ,clii. 1sdegno iehie (Poa.reva appoggiato interamente a condrizion.i .irri·mooia'.bili, queste donne hanno. trascurato qua~totalm,einte lil .punto c'he mod,id'.icav.aLa m.atura della cosa, e l'unjco iin cui -trovar.e rimedd.o ; ma non lo hanno - fatto per ,maliz-ia, ·bensì :per un senso di f,a,talità: l'anti-cipata slfiducia di riuscire ; -e, qu.esta srfiducia, datta .in gran parte a.al ·,ssnso d'incaJ)acità d.i oiss,ervare con precisioine 1a parte .fonnal,e ricih.iesta: stendere Ja dom,and,a, ,e,oc. Eoool H 1p-0ip-oluoimilie ed ignorante ha terrore di queste c-0.se,e ma,ga.ri rinunc.ia al proprio._ interesse, p.mttosto che -metter,si in un 1I)ielagodi burocrazie, d;i cui c·ap,i~cep,o:Cihissimo, ie che, .mentre -igtLei-o-stanodanar·o, d'.acUmente !alliécono. ,La ooscienza dii questo !atto triste e d.elle tr,istissiline conseguenze, av.eva già feirmato il'atten21ione della Sii.gnorina e del,le ami· chie d,el gruppo di priopaigandia di Vita Fraterna, così .e.be si er.a deciso, p:r\esentando.si a parlare rane donne del popo!lo, avvalorare 1a parola con l'opera, of,f~e.nidodi prestarsi faanigliamrnente. per consigU e aiuti iÌ.tnquel genere di proc,ed,ere i,ndi,Sl)ensail::>i,1aemiglio• rare .1a .parte -mig.lio.rabiLe,delle [o,r.o condizioni. •Oria, ,eaco, J'occas,ione ·vtva dava p.rincipio sp,ootaneo alla {Piccola op,er,a, la cui prov.vid.enzi,ahl,tàB .giusto (Pl'Ov,atad,all'ammirabiJ..a quantità di ,s,e,gmetania.tideJ. vo,p,olo ·già esistente. · Un ap:plltiltam.e.nto per la sera m,ed,e.sima, in casa d,eO.laisign·orina, per stendere « a.nsiieme » a:a do·manid.a al 1S!inid:&}oh, .ilude 1a conversaziom.1 <1 ,fraterna, :iintesa. 1priefetta,,m,.et.me diai icircostanti, · per quanto ,svorrtasi•con voce pacata, nor:rnal-e. La si.gn-wa dell'angolo è -ammutolita .. E il.al,si·gmorina, ,quando. ·sc.ende, Ti.flette oo.n ,gioia ragg,iam.t,eche m-entr:e ·ch,i 'ha u.rlato « .dn diif-e.sa ool P'OIPOlo » cotI1tro 1a guerra, non 11a sco,mod,ato un dito, chi ha difeso la guerra si' è fatto innanzi, -con •wnqui1lJ..ità e ,f,ernnezza, iad .ap:pdi,careLa re'Slponisabilità à:ss,urita v•erso il popolo. 1l ,concetto è ,f,rancamente ed ainorO!S 1am,einte· espo,sto la sera dalla signorina alle due donne, quando esse, inlbacuccate neUo scialletto, sono :v,e.nute 1p:untuali dal iborg.o sperduto, mail.grado un neblYio.ne:p,aiuroso. . Stanno lì, d8JP'Prima un po' intianidi,t,e nena sail.ettina non signor:ile, ma ,gentilmente borgh-e.se; ma :si rinf·r.am.oano to:sto e pienament,e, per i!l .fcervore coimun1,cativo, gaio -e a(Pie.fltoc, he si' d1iHonde, come un aM·to, 1dall'assoluto iSenso di reguagl:i.anza, n.e.l tare « insi•e- , me » Ja 1,ette.ra, nello 1scambia.re J)iù iiinti·m,e;notizie, e ipene e speI'anze, e riv,a-lazitoni. di 1alitr.i bisogni, e (Promess;e dtnterressamenti anche -per ,quiehli; ie infii.nieJ'i.nfor:maz:ione, da tparte id-ella signorina, che uzn :pirccol,oente inette al .serviz-io del 11Jopolo!J..e,su,e energi,e per questo ,gene.r,e di aiuto i.nfonmati,vo, !f,aicilitativ.o di ati.uto maiggiore. S'illude, Ja sign,o,rina,. çhe tutto que1lo eh.e nel di.scorso essa ha Biblioteca Gino Bianco

64 \.".. -. ..:·RATERNA _gettato, d,i 'aocesa apoo.Q1giadie1l'à.nterventismo, sia stato .preso per buono, ,a:nche se non ù'ibattuto idalle do.n,n,e?Nia.turaJ.me.nte.no. Essa tien conto if.eruhstti.,co ùe.Na soggez'ione, e s-opiratutto dehla condiz,ione -di esseri beneficati, che lega Je diue donne, ma tuttavia CJ"edei.ncrol18.ibilmente che ·una ,buoJ1Ja1e feconda ,scintilla ri-manga sempre da una par-OJa convinta, specie s-e accoml)agnata da un'az,ione benefica, ,e,alda, d''8.lIIlore. E che rivelazioni di be.hlezza deJ.l'anim,a .del popolo, tLn questi -contatti! La piccola mad-re ingenuà r,a,oc,o.ntavadi aN-er vo1uto ve- .dere, sentite, i[ rombino: • Ti idispia-cerebbe morlire? - Sì. Non ho vogil.ia d,i morire. - Ma se ,muori, vai 1a v1eder,e il papà I - AlJ.oif:a .sì, sono ,0001tientodi momre. - Ma ,allora \non vedi 1p.iù la marrnima... - Allora no, non v-oglio morire. . . . . . . . . . . . . La sep,airazio,ne è icordliale, carissima. .DO!IllÌ: no, sa1vo i fran- •cobolli. La signorina sente cihe dev-e concorrer-e a custod'Ìre 1a dignità di questa ge.nte, fii-noa bisogno riconosc-iuto. . M-entrie si -attende Ja risposta al'la .ma;dr.e v,edova, si cerca lavoro .a domicd.Jio per ;La,cognata che è ,p.ortie.ra. Lavoro non di maglia, perch~ le s:{)aille-dolgo.no... E' la donna ohe ha Jà bimba al tubercolosario. (Aiutated!). Due s-eftedopo essa .r.itorna con 1a so-rolla, bisogno.sa e ans-io~.a d'indicazione per m,andiar:e iJ. .pane al marito :pri,gi.omi,ero.SUJbito si •liI'O!Vain, siem1 e, una 1>ersona e-sp;erta c-he sodidi·sfa aUe domiand,e, -e le donne se ne iv,anno ieonsolate. Ma ~asoi.ano un '.Più ·p1100,o.n.dp-0ensiie~o... Chè questa nu:()IVa ,sposa cono.sc,iuta, -è -anioor.aipiù giovane e ,p.iù attraente d,eù.la soreJl-a... ie aJl'oochio deJ.1a sdgnoci:na ha messo un''Ìn,qtui,eiudirne... ... C.hi _>può dire il !bene .e.IleiSia dato fa-ne attraversare un'•as-si- . ·stenza ~ndi-vidua~e? Poi,chè, 1per acquistar,e la oonf,ide.nza -e po.tier ammonire, non v'è che la ,oonosoenza d,e;i car.aitteri, dielà1eabitudini, dieJle c:ixcost-anze, .e l.a par.te-e,iip·az,io.nine, qualche m01do,alle v.ice.nd,e per&onali d,egh indiv-i,dui. · . Noi andremo ,ne11-eoo-se e nell,e f.amig1te poverette ·d-eJ.J.,cereatur,e di -po.polo, che co,no-scere,mo.attravter.so i;l .pi-ocorroUffiieio. Noi ·porteremo questo .criterio dog.matico: im·pb.ssesisati d-ell'iindiv,iduo -e a vrai la -massa. Chi conta ,nella crnassa c,o:nosoenze iMni.che si,cur1 e, -anc-hieip-oche, ,ma ohe aibbiano :s:perd.mtentatola sua co,erenza ·fattiiva -co.n i pr.i.ncipi c.he J)r-omulga, ,è arbitro idi ,quena massa. NiulJ,a (Persuade tl ipopolo dtfftd-ente ,qu.a.nto J'a•ttJest.az-i-oin•ed•i un. co,mpagno. Ed an-che se non .sia dato 1 f.ar.e prapagan-da ,aid una coHetti'Vità, è immensa, è m1-raooJ.osaJ.'tnfl-uenza ohe si ipr:opaga per orp,erà d-e.lpiù umile individuo conq1uistato a un'idea attrav,erso ,un ben-erfiicio. X· Ltnotypia-TiPOil'. A. Gorlini e C. - Mazzini, 7 L. MA.IOOOHI GeTente re.~. BibliotecaGino Bianco

RESISTENZA ! PAGINE. PE.R IL POPOLO Febbraio 1918 · Un eroe fra le lavoratrici. ,, Abbiamo avuto la fortuna di essere presenti a una cosa grande e bella: la visita del tenente Paulucci di Calboli a un grande opificio milanese. Chi aveva detto che molte delle operai"e -· per cui i] giovane eroe veniva a parlare ·- non sarebbero forse andate ad ascoltarlo?... (perchè quello, si sa, è un posto terribilmente avverso alla guerra: guai a parlarne, anzi!) Ma quando passa la carrozzina spinta da un soldato in cui egli è portato (poichè, per la sua ferita, non può più cam1ni.nare), chi si è appena volto a guardarlo con curiosità, forse con un po' di diffidenza, si arresta e. poi lo segue : - la curiosità si fa più forte e ,si riempie di pietà; da ogni parte è un « toc toc » di zoccoletti, e le operaie accorrono nel sal9ne dove la carrozzina è stata portata, e si affollano davanti a Jui, e si stringono tutt'intorno, e le testine - tutte strette in un fazzoletto bianco - che si agitavano in un vocìo confus~ di chiacchiere (e gli operai ne ridevano tra loro : già, la lingua delle donne!) - si levano tutte attente ad ascoltarlo quando egli comincia a parlare. Egli comincia dicendo : « Compagne lavoratrici! » Le ehiama « compagne », dic·e, perchè anche lui ha lavorato per l'Italia, - ed ,è lavorando per l'Italia che si è ridotto così. Difatti egli, andato v.olontario alla guerra (benchè ne fosse esonerato), ferito già due volte, e dichiarato poi inabile alle fatiche di guerra, volle ancora tornare, al combattimento, volle sempre essere mandato nei posti più avanzati; e, proprio in un turno di riposo, recatosi volontariamente in prima linea per aiutp,re durante un attacco .nemico, ricevette questa terza ferita che lo ha paralizzato dalla cintola jn giù: ma allora si disse felice di cadere per il proprio Paese! (Dosso Faiti, 18 g,ennaio 1917).. E per tutto questo eroico valore, gli fu data la medaglia d'oro,. Ah, .egli può ben parlare di guerra e di patria! Egli sa cosa sono le ragioni della guerra, e le riassume chiaramente in quattro -punti: L'Italia non poteva assolutamente evitare la guerra, I . doveva inevitabilmente combatterla, 1° Perchè quando due tepBibliotecaGinoBianco •

2 VITA FRATERNA pisti assalgono .. dei pacifici cittadini .(come l'Austi-1a e la G€rmania hanno fatto con gli altri µopoli .d'Europa.), non si ha il diritto di stare tranqµi_llamente ·a guard·are; 11° Perchè non potevamo permettere che le chiavi di casa nostra rimanessero più a lungo in mano. dei nemici (l'Austria, coi confini che ci avev.a imposti tenendosi ancora delle terre italiane poteva invadere l'Italia appena avesse. voluto; difatti, ora, che non avevamo ancora raggiun~o i nostri giusti confini, le è bastato forzare un piccolo punto per invadere tutta la pianura del Friuli, ed arrivare fin• vicino a Venezia); - III 0 Perchè dovevamo· ascoltare la voce de~ nos_tri fratelli italiani soggetti all'Austria che soffrivano sotto l'oppressione. dell'Austria, e ci chiamavano in aiuto a liberarli; -· ÌV0 Perchè (lo ha dichiarato lo stesso ministro austriaco Czernin) l'Austria ci c-onsiderava come suoi nemici da quando eravamo rimasti neutrali invece di aiutarla ad· assalire , i popoli civili: e ci avrebbe fatto la guerra dopo finita questa, • quando noi saremmo rimasti soli ~ sostener.e. quella lotta che è già così dura oggi ·che siamo alleati all'Inghilterra, alla Francia e agli' Stati Uniti, le nazioni più ricche e più potenti del mondo. · · Egli sa le sofferenze della vita di guerra, e sa quanto pos- · sono i cittadini, .quanto può la donna, per confortarle e aiutare i co!Ilbattentf a sopportarle e a sentirle meno: bisogna dimostrar loro il nostr_o affetto, la nostra -ammirazione per qu.el.. che fanno, la nostra gratitudine; mostrar loro che li stimiamo ben più e ben diversamente di quelli che sono qui al. sicuro! - e non bisogna attristarli coi lamenti delle dffficoltà della vita di qui (che ci sono, -sì, è vero: ma che, sono niente, in confronto di quello che si sopporta e si soffre lassù!); - bisogna i~vece • sopportar.e coraggiosamente i nostri sacrifici, e scrivere· e dir loro parole di serenità, di fiducia, di ca-raggio. Oggi poi vi è un modo speciale per mostrare il nostro interessamento, la. nostra solidarietà all'esercito combattente, e di aiutarlo proprio: sottoscrivere al l)restito nazionale. Si deve sottoscrivere tutti. No-n si dica che non tutti possono dare: tutti possiamo risparmiare qualche soldo ogni giorno-, ri~unciando per i nostri combattenti a ·qualche cosa che forse ci farebbe piacere. E vi sono appunto dei modi çli sottoscriv:ere che richiedono appena il risparmio di pochi soldi al giorno. - Pochi soldi con cui si avrà l 'ipteresse del 5 per cento. Sottoscrivere è dunque insieme un dovere per aiutare i nostri combattenti - e un vantaggio grande per chi sottoscrivé. BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 3 E badate: non è vero che sottoscrivere vuol dire far durare la guerra; perchè il denaro che occorre per le spese di guerra, il governo lo trova lo stesso: lo trova a condizioni molto più facili all'estero, perchè le altre· nazioni glie lo presterebbero al 3,50 per cento, - mentre domandandolo a noi deve darci ptù del 5 per cento. l\.1a sap·ete perchè lo domanda a noi? Perchè per restituirlo all'estero dovrebbe mettere delle nuove tasse, e mandare fuori del denaro, che inveoe, restituendolo a noi, rilnane pur sempre in paese. Non è• vero che sia un rischio mettere tutto il pr0prio-denaro in cartelle del prestito: perchè questa carta rappres,enta denaro · tanto come i biglietti di banca, sicchè quando si vuole avere il denaro delle cartelle non c'è che venderle. -Anzi,_ se la guerra - co1ne deve essere - si vince, quelle cartelle varranno sempre di più. ~-Ma se la guerra (Dio non voglia) finisse male, non solo le cartelle del prestito, 1na tutti i biglietti di banca non varrebbero più niente: carta straccia l'una, ma caria straccia anche gli altri. Dunque conviene di più mettere il proprio denaro in cartelle: aiutando così la guerra ad andar bene. . E infine ha chiesto· a tutti di sottos.criv,ere, lo ha chiesto a nome di quanti sono caduti per la patria, o hanno ·sacrificato: la loro giovinezza... _ « Io sono fiero e felice di essere come sono! » - ha detto -· ma ha aggiunto: Fate che i sacrifici che si sono fatti non siano -stati fatti per niente. E quando egli ha finito di parlar,e, che applauso :pieno,)imponente, spontaneo si è levato, da tutte le parti e si è stretto intorno a lui! Quell'applauso diceva indubitabilmente che l'anima di tutti noi che ascoltavamo si era incontrata veramente con l'anima dell'eroe. E lo dicevano le lacrime di cui tanti, tanti occhi eran9 pieni! Non c'era più diffidenza, - non era più neppure la pietà quella che ci faceva piang.ere. Era la commozione profonda che viene a chi sente la santità del sacrificio- per la patria. Tutti, insieme, la sentivamo in quell'ora! E - sapendolo o non 'sapendolo - nell'amore d'Italia, tutti ci volevamo bene ci sentivamo veramente fratelli. Quando il giova;ne eroe fu condotto nella sua carrozzipa nella sala dove sono custoditi i bimbetti che_le madri operaie véngono ad allattare interrompendo per essi jl loro lavoro, - .e ·1e madri gli portarono i loro piccolini perchè egli li carezzasse, colle sue mani e col ,suo sorriso, l'anima ci si :rtempi del pen-. Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==