Vita fraterna - anno I - n. 10 - 15 ottobre 1917

• , ANNO I. N. IO • 15 Ottobre1917 . ' Contocorr. colla Posta. .., - RIVISTA MENSILE~ ~ DI STUDIO E DI AZIONE.,f ·- - , DIRE~ZIONE - Via Spiga, 25 .. AMMINISTRAZIONE .. Via"Pisacane, 2-.3 - MILANO Biblioteca Gino Bianco

... Abbonamenti ordinari Italia L~ 5.00 Estero L. 6.50 ". sostenitori ," ,, 10.00 " " 15.00 Oli abbonamenti decorrono dal I gennaio e sono solamente annui. Nuniero separato L. 0.50 .. Numero arretrato L. 1.- ,.. ' .ESCE IL IO O' OGNI MESE Vaglia di abbonamenti, indirizzi per numeri di saggio, ricliiesle di 1 copie del giornale, ecc. devono essere indirizzate all'A111-minislrazt'one:, . Via Pisacane, Z3 - Milan.o. Manoscritti, lettere, corrispondenze riguardo la redazione, giornali, ecc.-- devono essere indiriz'{ati alla Direzione: · Via Spiga, zs - Milano. ... ' . : Unire il francobollo per la risposta se si vuole risposta direi/a. ~ S11-ivaglia applicare la marca da bollo di 5 ceni. dal lato della quietanza. SOMMÀRÌO "' ,_ Per la propaganda : Note spezzate fra inseguirsi di òccupazioni (L.) - Un esempio (SoFIA VAGGI REBUSCHINI)- Lamia Forza. Lettera a .,me stesso (Ten. A. C.) - Risposte (CLELIA MoNTREZZA) .- Le cose piccole (severa) ...,.... Alla memoria di un fratello caduto -eroicamente sul campo dell'onore (CENERE) - , Il licenziamento delle donne dagli Uffici Militari.ed il prossimoCongressoFemmi• nile (Dott. PAOLINA TARUGI) - Pagine per le infermiere di ' guerra: Un allarme (ANNA SPERI) - Intermezzo (m.c.a.) - Verso la meta, romanzo -:_çap. X - (Lucv RE BARTLETT - trad. di PAI,,- MIRA ZACCARIA)- Lettere di guerr,a : Di un prigioniero i,n Austda (P. F.) - Conversazione: Parole della .Direzione; Fra lettori e lettrici; Fare! ' ,, ANTONIETTA GIACOME~L ~ ( . , r ,:!'-~ , . . : P-ò~'· ar ~~Utf _r . ConferentzeanutanellaScuolaLiber?Pop_olpdrieTreviso ne_lAl'prile 1911. , Anche rin questa conferenza, che è pubblicata sotto gli auspici della Unione Generale - , degli Insegnanti Italiani, la forte scrittrice Antonietta Giacomelli esalta i doveri di tuttf i "" ' cittadini di -fronte alla guèrra, per il raggiungimento dei fini sacri della patria e per lo ., sviluppo di un.a migliore giustizia nel mondo. La sua· parola calda e persuasiva, ispirata ia una grande sincerità e ad u~a ammirevole altezza di intendimenti, conforta è ammonisce i grandi e gli umili, i coraggiosi e gli incerti, e aiuta a comprendere Je finalità della nostra guerra e a sopportarne i sacrifici necessari. ,.. ' Opuscolo di 40 pagine - Cen..tesimi 20 Copie 10 ·L. 1,8~ - Copie 20 L. 3,60 - Copie 50 L. 8,50 , · Copie 100 L. 16,25. Editore A:. SOLMI ,- Via Pisacane, 23 - .>'- ,. ,,,. 81blioteca Gino Bianco

Milano - Anno I. 15 Ottobre 1917. N. 10. • • VITA FRATERNA • • RIVISTA MENSILE DI STUDIO E DI AZIONE , f\bbon. annui ordinari L. 5 o o o f\bbon. annui sostenitori L. 10 PER Ll\ PROPl\Gl\NDf\ -. Note spezzate fra inseguirsi d'occupazioni - Ragioneremo qui dell'urgenza di penetrare nel folto popolo, di fargli conoscere la nostra guerra, di battere la vile azione neutralista, inculcando la necessità della vittoria, la grandezza della patria, e, per essa, il dovere del sacrificio? Ragioneremo dei mezzi, dirò così, esterni, per riuscire nell'intento: quello dell'assistenza soprattutto? Del1' assistenza portata, in specie, nelle campagne, nei paesi, nelle più piccole città dimenticate, nei luoghi più refrattari, dove la bontà di una causa raccomandata arriva all'animo delle persone, solo attravero la grossolana evidenza di un interesse tangibile? Invocheremo, col mezzo dell'assistenza, quello della parola e della stampa? Dimostreremo la parte eminente che la donna può e deve portare nella propaganda? nella propaganda privata e nella pubblica? Sappiamo tutto questo. Parliamo tra compagne .che hanno la coscienza dei bisogni, e la sete di rispondervi. Con questa sete hanno la volontà. Perchè hanno l'amore. La passione. Che commuove, che ingigantisce e annienta, e ad u1"( punto solo riduce il dramma interno: il contrasto fra la somma delle aspirazioni. ... e il senso della propria imparità, la ritrosìa .... Come una barriera. Come un nodo selvaggio. Che si deve spezzare, che vogliamo spezzare . . . . . . . Manca la fede. Manca, ancora, la fede. In noi. Cos' è la fede? Non un donò, finalmente! E' un frutto. È un riflesso di fatti, un portato di potenze, una logica d' intuizioni, - tutta la psicologia delle sensibilità uman.e nel confronto con le dogmatiche efficacie della comprensione, dell'amore, delle forze spirituali e materiali di cui disponiamo. Tutta l'esperienza. Conoscenza. Dalla conoscenza, l'amore; dall'amore, la brama; dalla Biblioteca· Gino Bianco

306 VITA FRATERNA brama, la volontà: la ·fede è il senso diffuso di questa legge successiva della vita, di questa architettura naturale, la ragione, l' istinto, la coscienza dell'essere, l'equilibrio, l'atmosfera dell'ordine . . . . . . . All'ordine, dall'ordine. La fede, fattore onnipotente di vi~a, dall'educazione della vita. Non dono, quasi grazia passivamente ricevuta, ma forza razionale, attività eccelsa, la fede . . . . . . . Se potessi vergare, nel suo impeto crudo, l'onda d'assalto del mio io sul mio io, farmi ognuna di noi, scoprire al sole, ed ivi sferzare le mie viltà, questo vorrei I L.' ira che sento avventerei senza pietà sull'accusato: c'è finalmente un accusato, e' è qualcuno su cui, finalmente, posso rovesciare la furia d' ira ingrossata sotto gli effetti del disordine: sono io. - In piedi ! Dove guardi? Dove eri finora? Di che predicavi? Come osavi ideare e consigliare un magistero di propaganda? Come speravi spingere altri ad innalzare, nel concetto e nelle energie altrui, la religione della patria, l'impellenza del sacrificio, crescente, sanguinoso, per la vittoria? ad abbattere la muraglia dell'egoismo negli evoluti, a rimuovere il macigno dell' incredulità negl' incolti? Perchè tu, non cominci? non ti lanci? ... Vi è, ogni istante, un cieco da illuminare, un debole da fortificare sulla tua via: l'individuo che impreca, che si ribella! vi è un centro da consolare, ad ogni passo: la famiglia, deserta del suo capo o dei suoi figli, e di più cose, e talora gravi... E vi è la massa: e vi è il convegno inquieto dei dolori e dei bisogni, diretto da tribuni istigatori... Questo popolo ignaro, e innocente delle sue intemperanze, perchè non lo raggiungi tu? nel suo pensamento isolato, nel suo cerchio domestico, nell' assemblea? Perchè non sei tribuno? Ripeto, sì, preciso: perchè non sei tribuno? Sai, perchè. Perchè abbastanza non sei; chè, se tu fossi, riconosceresti il tuo fratello, e il tuo fratello riconoscerebbe te: la massa, lo sai, diviene - famiglia; la famiglia: individuo. La mente ripete la mente, il cuore, il cuore: tutti gli spiriti convergono verso l' unico che parla l' unica lingua d' essi e di sè : la verità, l' amore. Ed intima e dritta va, all' universa anima riunita, l' anima sola; cade ogni senso estraneo, ogni timore; semplice è l'occhio, puro, e tempio è il luogo. -BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA Ma bisogna essere verità e amore. Essere. Purificarsi e compiersi. ...... Confessati. Ripiegati nella tua ani~a interiore. 307 Mai è permesso diminuire la vita, ma oggi è comandato di moltiplicarla oltre. Riguarda la via maestra. Hai ricordato, ogni momento che essa ' è massima forza attiva dell'essere? Hai scacciato il dolore quando tentava soggiogarti? Hai governato la gioia quando voleva distrarti? Non ti sei attaccato a ciò che è caduco, perchè indipendente da te? Ti sei radicato in ciò che è immutabile, perchè veramente tuo, come, la resistenza? Hai voluto? · Mai è permesso venir ·meno alla disciplina di sè ma oggi bisogna strìngerla in un vigore accelerato. Temprarsi. Abbassarsi ali' umilissimo dovere ultimo, come assurgere alle rinuncie sublimi. Morire: vivere in una sola ansietà di offrire! Servire I Custodire ogni atto: l'atto più lieve è esempio, e l'esempio è propagazione. Nè dissipare. Da ogni incanto d' inutile sogno strapparsi: balzare, rientrare nella via maestra. Caratteri, crearsi ! Oggi è possibile, è necessario improvvisarsi. Reagire. E la reazione è rivelazione, è creazione. Le potenze si fanno onnipotenze. L' aspirazione si 11:1-anifestcaapacità, l' idea d' una cosa cosa. E l'intelletto diviene. E una conquista infima è garanzia di una enorme, per i9entità di fondamento: così nasce e sfolgora la fede, che più non crolla, che supera ogni incertezza e distrugge ogni ombra, trova il luminoso Iato positivo, giovane, eterno d'ogni evento umano, del più penoso evento umano! ...... Per questa superba libertà ottenuta, l'essere ora veramente è. Non teme più. Chi può sottrargli i beni suoi? Si potrà colpirlo, straziarlo, non alterare la sua granitica attitudine interna. « Possono uccidermi, non possono nuocermi » (Epitetto). . . . . . . Per questa vita rettificata nel profondo, per l' ordine, per la fede, l' essere è tutto canto, dentro e a sommo di sè, armonia. Ora può lanciarsi. Conoscendo' sè, conosce il suo simile. Possedendo sè, possiede lui; può attrarlo, conquistarlo .... Ecco abbattuta la barriera, ecco sciolto il nodo l Grande è la vita. Ottobre 1917. L. BibliotecaGino Bianco

308 VITA FRATERNA • UN ESEMPIO Una signora francese mi raccontava un giorno come la Francia si liberò degli imboscati. « Non ce ne sono più ormai da noi (:l), disse ella, ma non crediate che sieno state le leggi o i decreti a operare quel miracolo. Le circolari avevano da noi, immagino, lo stesso effetto che in Italia. Non parliamone. Ma le donne si misero all'opera con entusiasmo. Fu una vera crociata. Saliva sul tram un uomo d'aspetto virile, senza deforn1ità visibili? La caccia incominciava. La tramviera dava il tono. « Fatemi vedere le vostre carte. Come mai non siete al fronte ? » E il ·disgraziato doveva render conto dei fatti suoi con scrupolosa esattezza; non si ammetteyano risposte _evasive. Se il caso si presentava realmente sospetto, tutta la clientela femminile del tram prendeva vigorosamente parte all'inchiesta. E il nome infamante, l'epiteto che dovrebbe bruciare gli orecchi e l'anima di chi lo riceve, era lanciato come un proiettile: « Imboscato I Imboscato I » • Con lo stesso sistema, le donne francesi riuscirono a liberarsi dei questurini. Cioè fecero di meglio. Li fecero partire per il fronte ed ottennero che al loro posto si facessero tornare dei soldati anziani, carichi di famiglia. * * * E noi in Italia che cosa facciamo? Se mi permettete di esprimere una modesta impressione mia, dirò che parliamo molto, ci agitiamo moltissimo, protestiamo reiteratamente .... e basta. Poco, non è vero? Poichè le parole - tutti lo sanno - sono portate via dal vento. Agire sarebbe necessario. Con prudenza e fermezza; e con carità. Non vi sembri fuor di luogo questa virtù eminentemente cristiana, applicata agli imboscati. Un soldato che da lunghi mesi compie eroicamente il suo dovere in prima linea, mi diceva un giorno che se si potessero mandare degli ·imboscati in mezzo a loro, non fosse che per pochi giorni, forse non tornerebbero più indietro volontariamente. Sarebbe opera di redenzione, ins0mma. Per questo, convincere, sia con le belle maniere, sia .... , con le maniere opposte, un uomo a ritrovare finalmente in sè un senso (1) Speriamo che così sia! (n. d. r.) BibliotecaGino Bianco

VITA FRA'TERNA 309 di virilità e qi umanità, mi sembra una delle opere di carità p~ù grandi che si possano compiere. I mezzi? - Impariamo, in questo, dalle donne francesi. Non restiamo alle superfici delle cose. Investighiamo. Non ci lasciamo trattenere da false vergogne, da opportunismi, dalla facile attrattiva per la strada più comoda. Circondiamo gli imboscati di un' atmosfera in cui si sentano a disagio, se non possiamo venirne a capo in nessun altro modo: che essi sentano che non sono più uomini, ma esseri inferiori, destinati, un giorno, ad essere messi al bando dalla società. Forse finora noi ci siamo sopra tutto curati di gettare loro in faccia e - - ahimè - ancor più dietro le spalle! - il nostro disprezzo. - . E invece questa è la parte più ·trascurabile, direi la parte non necessaria del nostro compito verso di essi. Bisogna invece condurli ad aver vergogna, a ricono~cersi per quello che son.o, e non potersi più sopportare ai loro occhi. Questo fin dove è possibile, naturalmente. Poichè trattandosi di una piaga così cancrenosa e letale, a me sembra che, esauriti i mezzi, dirò così, elevati, sia necessario, per operare la guarigione, di ricorrere a' qualunque mezzo. Un'ultima parola. Vi sono persone rette ed elevate che dicono che bisogna rispettare tutte le opinioni e tutte le coscienze; che noi non possiamo giudicare certe avversioni al sangue, certe · irreducibili convinzioni, che non possiamo usare violenza, sotto pretesto di giustizia, ecc., ecc. ,L'anima umana è un mistero inviolabile, è vero. Ma noi non siamo qui per fare il processo alle idee. Si tratta invece di fatti. E i fatti sono semplici e eloquenti. Gli uni, per forza o per amore si battono e muoiono, soffrono e sono eroici, anche, permettetemi di dirlo, anche se hanno paura. Sono martiri, in una parola. Gli altri .... Con quali parole potremmo denominarli? E noi non chiediamo a loro nè ardore bellico, nè entusiasmo, riè convinzioni nazionalistiche e neppure patriottismo. Chiediamo solo un tenue elementare senso di solidarietà, di amore umano. Oh, quanti quanti di quegli umili fantaccini, che sono lassù, da mesi, da anni, che hanno sofferto, in quei mesi e in quegli anni tutto quanto è possibile sopportare in fatto di torture fisiche e di angoscie morali, quanti se sapessero esprimersi, direbbero parole tali da far sprofondare sotto terra non solo gli imboscati, ma anche tanta pacifica popolazio_ne civile che non pensa alla guerra se non per lamentarsenè, ma anche noi, che ci crediamo coscienti, che crediamo di amare i nostri fratelli. BibliotecaGino Bianco

310 I VITA ,FRATERNA Pensiamoci. Mi pare che questa sia la faccia piit reale del problema terribile. È solo tenendo costantemente l'anima tesa lassù, in mezzo ad essi, in mezzo ai nostri martiri, che noi potremo essere pervasi da un amore così grande, così puro, così santo, da poter dare la nostra opera nello sforzo quotidiano verso la giustizia. SOFIA V AGGI REBUSCHINI. LA MIA FORZI\ (LETTERA A ME STESSO) • - Sono ammalato da un mese e mezzo ; la febbre e la dieta han fatto consumare i miei muscoli resistenti e han diminuite assai le energie che servivano ai miei sensi. Leggo a lungo, e gli occhi mi bruciano e devo smettere per parecchi giorni la lettura ; faccio un <lise- . gnino e la mano mi trema e il cervello si stanca; mi sono accomodato la incolta barba facendo uso delle forbici e la schiena mi si è tutta indolenzita e ho dovuto star coricato .tutto il giorno. Non sono mai sceso dal letto se non sorretto da forti braccia, e se scendessi da solo non mi sosterrei in piedi e mi verrebbe il capogiro. Devo scrupolosamente osservare la dieta perchè una trasgressione è certa causa di febbre. insomma ruomo fisico pesante non avendo le necessarie forze, non può far più nulla. Io sono allora un uomo senza forza, incapace quindi di qualsiasi azione, almeno forte? In un'ora come la nostra, italiana specialmente, sono indispensabili uomini forti, energie vive - i deboli sono dannosi. Ma io non sono debole ... perchè io!... mi sento forte, pieno e ricco di energie, che vivono e si sprigionano dal cuore, dall'anima, dallo spirito tutto! In questo tempo, in cui il mio fisico s'è tanto indebolito - (e che m'importa, quando non devo fare il facchino ....) io! sono rimasto nella più bella quiete de' miei dolori, de' miei pensieri. La mia coscienza (talvolta troppo inascoltata fra i rumori della vita) dal più profondo del suo centro vitale sorvegliava tutto e tutto vagliava facendo percorrere al pensiero tutte le vie dove si potesse scoprire qualcosa di buono da accettare, qualcosa di cattivo da troncare; e severa mi torturava dove non potessi capire per poca volontà, dolce mi avvertiva dove toccassi la verità. Oh verità tanto bella quando sei veduta ... ' tanto difficile da trovare ... troppo difficile da conservare! Eppure tutta la gioia del giusto è nella verità ... quanto poca gioia ha allora il giusto I Ma è tanto grande la più piccola gioia della verità! Biblioteca Gino Bianco I

VITA FRATERNA 311 Ogni piccola particella di verità è parte dell'infinito, ma ogni parte dell'infinito è l' infinito stesso, quindi ogni parte è un mondo infinito ... ma la minima particella non si può conservare se non si ha la ferma volontà di conquistare il tutto, la verità intera. Verità!. ... ? è parola grande, ... ma che cos'è veramente? La Verità è una semplice Essenza, è l'Essere essenziale, la verità: « è». Dio solo «è» - Dio è la ve- . ' rità. - Dio è personificato in « Cristo » - Cristo è la personificazione della verità. La verità è in linee essenziali espressa nei Vangeli e la Croce del Golgota ne è la più viva indelebile conferma. Per scoprire il valore della verità in noi.. .. ? La verità si personifica con la coscienza - Dio è nella nostra coscienza. Facciamo parlare la coscienza, ma soprattutto ascoltiamola .... obbedirla I... in nome di Cristo Redentore, e troveremo allora la via certa. Ciò che difetta nell'uomo è la « buona v_olontà >. Ciò che impedisce l'uomo è il troppo amore al « proprio comodo » - l'egoismo. - L'uomo spesso ha po_ca volontà di « volere » perchè ama troppo il proprio comodo, e perciò fa male sacrificando al più basso « se stesso « l'io profondo, - la coscienza; - con ciò reca male anche al proprio prossimo, e certo non porta mai bene a nessuno. L'egoismo è sempre pronto a tradire l'amico, a sacrificarlo camminadogli sopra ... si sa, per necessità di vita ! È ciò che succede oggi nel mondo animale. Il mondo vegetale e il minerale si offrono con la più grande generosità e noi ne usiamo con la più smisurata larghezza, spinti da necessità. Questi due mondi si sa sono incoscienti, e di fatto non parlano. Ma l'altro mondo parla assai e tra le tante belle cose, talora magnifiche, fa e dice tante cose che fanno schifo, a uno semplice come me. Ero ammalato grave, ed un uomo di partito, credendomi del suo partito, voleva far propaganda di pace - con .me - e come? Facendomi ogni volta (poche) crescer la febbre per la ribellione che mi era provocata dall'offesa fatta cosi incoscientemente al mio spirito cosciente - finchè un giorno gli troncai la parola repentinamente. - Io non sono un uomo di partito; partito vuol dir diviso; ciò che è diviso è parte di un tutto, quindi il partito rappresenta solo parte dell'idea intera universale. lo invece l' idea la voglio conoscere tutta nella sua sferica verità. L' idea sta in . un uomo come deve stare in tutta l'umanità, ed io cerco in me l'idea dell'umanità. L'umanità oggi soffre come non mai ; ogni spirito vivo, ogni cercatore di verità soffre terribilmente come l'umanità tutta; l'umanità è Biblioteca Gino Bianco

312 VITA FRATERNA un mondo, l'uomo è un mondo. La crisi d'oggi avviene tra il Vero e il Falso, tra il Giusto e l'Ingiusto, tra l' Ieri e il Domani; oggi è la lotta che risolverà, inevitabilmente nel Meglio. Io giudico con la mia coscienza e riduco i terribili vasti complessi eventi nelle loro forme elementari. Io dico che chi combatte per la Giustizia, contro i falsi ordinamenti, basati sul diritto del più forte, non soffre e non cade invano, ma il suo sangue centuplica le forze spirituali dei fratelli, -- e, sostenendoli nel proseguire, li porta a vittoria certa contro qualsiasi difficoltà. - Chi combatte nella parte contraria cadrà, qualunque sia la sua forza e la sua organizzazione, qua- . lunque sia l'astuzia e l'oro di cui possa disporre, cadrà ·fatalmente, pur facendo sostenere ai giusti i più duri sacrifici ed i più forti dolori. Colui che per evitare agitazioni a sè stesso (coprendosi di un _altruismo commosso o riparandosi nelle trincee di un partito economico internazionale), o colui che per poter giungere -a qualche premeditato fine materiale sotto forma spirituaie (facendo uso nuovo della « pace evangelica > non cqnsiderando che la pace sarà data agli uomini di buona volontà) s'appoggia astutamente o mollemente o scioccamente alla parte che pare la più forte per la maggiore sua brutalità· e spregiudicatezza, cadrà inevitabilmente con essa, o. dovrà vergognosamente nascondersi, o nel miglior dei casi dovrà ricredersi e soffrire terribilmente. Siamo al rinnovarsi del più bel periodo cristiano - la morale cristiana, la civiltà vera, che è la cristiana, vuoie il posto che le spetta nel corso dei secoli. È la più grande rifioritura· delle epoche spirituaH, e come tutte le rifioriture dello spirito è ricca di martirio e di sacrif;ici. I primitivi cristiani morirono a migliaia nei più terribili supplizi, per affermare col modo pitt potente, coll'esempio del sublime sacrificio, la verità unica indiscutibile universale della Croce di Cristo. Nel nostro oggi, martiri infiniti corrono al supremo sacrificio per abbattere la civiltà falsa e mettere in vigore lucente e bella la verità civile universale che ha sede nello spirito cosciente universale e rappresenta la volontà di Dio sulla terra. Cristo ~ivivrà sulla terra! Cristo, Dio fatto uomo! Nessuna volontà si può presumer tale se è fuori della volontà Eterna. Chi non riconosce questo ha la maledizione nel cuore. Chi non riconosce la santità della lotta nostra, e cerca detrarre, dall'anima sitibonda del soldato, dell'eroico martire soldato, la fiamma di fede, lo spirito di Dio che lo porta al sacrificio, chi cerca d' indebolire l'animo del suo prossimo e cerca d'infondergli paura, quello è e sarà maledetto nel cuore e nello spirito in eter~o. Colui che approfittando BibliotecaGino Bianco

VITA' FRATERNA 313 dell'ora terribilmente agitata tenta prevalere sul debole o sulla buona fede di chi opera per la patria, o chi cerca di anteporre brutalmente e da vile_il proprio interesse all'interesse collettivo universale, sarà maledetto e condannato a vivere nel brago come il porco. Colui che pur avendo compiuto per Iur,go tempo sacrifici e sopportato disagi d'ogni gent;re, pur avendo corso .i più gravi pericoli della lotta. non dimostrerà coscienza e si unirà sia pure solo spiritualmente ai malvagi o cederà ad essi, cadrà inevitabilmente con essi come una bestia da soma. Tutte le coscienze devon essere vigili, aperte, pronte. Ognuno deve chiarire la propria visione del mondo attuale, e scoperta la via vera seguirla senza rivolgersi indietro mai. Coloro che saranno stati ingannati e avranno operato e sofferto nella piena buona fede, saranno perdonati all'aprirsi della loro nuova chiara coscienza e gli ingannatori saranno dispreztati e abbattuti. Cristo disse : - chi non è con me è contro di me e contro il Padre mio. - Cristo disse che non esiste la via media per ciò che riguarda lo spirito di verità, ma solo v'è l'amico e il nemico della verità, chi dubita è già nemico. Perciò io considero nemici e ,traditori della patria particolare e universale, nel senso cristiano, tutti coloro che si dicono neutrali, tutti coloro che si dicon pacifisti ad ogni costo, tutti coloro che dicon di non poter giudicare e di non capire, tutti coloro che n<?n han saputo - .o voluto - giudicare da quale parte stia il giusto diritto delle genti e la idealità civile cristiana, sulle cui basi solamente è possibile posare la parola: pace. · Io non son profeta, io non mi arrogo nessun senso profetico. Io dico secondo il pensiero mio semplicemente; potrei pu:-e errare; ma in questo pensiero di quest'ora sento di non errare affatto; potrei forse non aver approfondito e chiarito abbastanza .... - transeat, - approfondirò ricercando ancora nell'intimo mondo mio dove solo c'è Chi m'aiuta. E' morto un amico mio, un caro amico pittore, che aveva questo pensiero come l'ho io ora; morì in perfetta coscienza, in un ospedale da campo al fronte, nella più viva calma del cristiano che ha bene operato, e che ha soprattutto aperta la propria anima alla Via eterna ed ha quindi inteso quale sia la Eterna Volontà che guida quest'ora. Io non faccio molti e sottili ragionamenti in me stesso; ,io ardentemente anelo alla pace tra gli uomini, e spesso sento l'acuto dolore per la sua lontananza nel mondo e in me, spesso sento il desiderio di quel riposo che permettesse a me e agli altri uomini la bellezza del lavoro nella serenità della pace .... Ma io chiedo alla coscienza mia, BibliotecaGino Bianco

.. 314 VITA FRATERNA vedo la condizione di tutte le cose in questo momento, vedo il soffrire di tante creature che attendono la redenzione materiale e spirituale, e capisco allor.a che non siamo ancor giunti; dico: e Padre, sia fatta la volontà tua >. Ten. A. C. -RISPOSTE Il movimento femminile inglese, primo e più energico d'ogni altro fu effetto di un impulso di energie raccolte e mature, costrette in ordinamenti inadeguati. Le forme in cui si espresse non furono spesso felici: d'altronde, per la nostra natura tanto da quella diversa, difficilmente possiamo giudicarle in modo equo. Questo ritengo: noi, che non avevamo 'maturo il - contenuto - nostro, fummo richiamate al problema dalle forme prima che dall'essenza: entrammo nel movimento dall'esterno. Si aggravano così la disorientazione dovuta già a. tante cause, la diffidenza maschile, e, diciamolo pure, l' indifferen.za della maggioranza femminile. _ Ma a ritroso non si può andare: anzi! urge chiarire le vie perchè non si disperda, ma si affermi il poco conquistato, e si raccolgano le energie per il massimo frutto. È buono, nel circolo fraterno, esprimer in sempl_icità (per rapido schema poichè il problema è formidabile e già quasi sommerso in mari d' eloquenza) le opinioni personali : la letteradi ensa (1) è magni - fica esca. « L'aumento di pretese costringe al lavoro anche la donna. » V'è certo una parte di vero in tale ~piegazione della necessità del lavoro della donna, ma la generalità mondiale del fenomeno indica sicuramente cause più profonde e complesse. A sociologi acuti e sereni lo studiarle: per conto mio penso, che tra quelle non vadano escluse: - il disamore alla coltura della terra - l'industrializzazione invadente asservita alla vita materiale e non armonizzata alla spirituale - la ingiusta distribuzione delle ricchezze - le immani spese di armamenti - su su, rimontando, - il poco amore tra gli uomini, il predominio assoluto della concezione materiatistica. Ma questo noto: la generazione femminile eh' è ora in giovinezza (1) V. numero di settembre, pag. 301-303. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA 315 maturao appena sbocciata, si è svegliata dal - non essere - al - dover essere lavoratrice, al·_ dover - accettare di far parte attiva nel1' immane ingranaggio che la travolse. Accettò, non prescelse: e solo una parte, per ulteriore- svolgersi della coscienza, si compiacque della necessità, contraria alla tradizione e ali' egoismo naturale. Di fatto, nelle classi più ricche moltissime dormono ancora il dolce letargo della vita inutile, da cui solo le scosse un poco la guerra: mentre nelle classi operaie, ciascuna sogna, sposandosi, di abbandonare il suo mestiere. · Se riconosciamo che la necessità generale sospinse la donna alla sua vita attuale non ci illuderemo di richiamarnela con rimedi suggeriti da vedute troppo semplicistiche. E, per esser nella realtà, dobbiamo riconoscere pure come fatto che sta fatalmente compiendosi, lo sparire della assoluta supremazia maschile nella famiglia. Non credo che nessuno, se non per amore di, originalità, possa « dimostrare superiore l'intelligenza della donna a quella dell'uomo > in generale; se lo facesse non gli crederei e non gli sarei grata. Ma questo so: che l'intelligenza è una - delle attività psicplogiche umane; non unica, sebbene goda di una idolatria ingiusta; altra è il sentimento, fattore almeno altrettanto attivo e importante nella vita• E mi chiedo: perchè l'uomo e la donna insistono nel contrapporsi, mentre la natura indica loro in ogni ordine che son nati a completarsi, ciascuno apportando, con fede e rispetto reciproco, il meglio della propria natura al compito comune per il comune destino? Alla robusta ideazione maschile giova la pratica intuizione femminile; alla calda soavità materna, la serena fermezza del padre. Dice la lettera: « Meta della vita di ogni giovane donna, il matrimonio; come scopo l'educazione dei figli. » Saremmo d'accordo se l'espressione non si pre~tasse a quante interpretazioni si vogliano. I problemi del lavoro, del voto ecc. sono diramazioni del problema centrale, che, superate ormai nebul_osità e incertezze, si va meglio affermando, sia per le necessità nuove, sia per conferme di esperienze in atti. Porre a meta della vita di ogni giovane donna il matrimonio, può anche voler dire (e il resto della lettera non dissipa il timore) secon- ' dare la vanità, I' istinto, la procreazhne di figli in famiglie sul tipo tanto comune attualmente : piccole formazioni ristrette, chiuse, egoiBiblioteca Gino Bianco

316 VITA FRATERNA stiche da cui derivarono le innumeri complicazioni della società attuale, gli innumeri bisogni materiali, e l'arida sconsolante sterile teoria egoistica dominante, che fa dell'uomo unico scopo a se stesso. Ma ogni religione e ogni sana e feconda morale insegnano che il valore umano è tutto nella sua relatività ali' opera che l' ha preceduto, all'opera universale che in quell'ora si elabora• e prepara l'avvenire. Piccolo erede del passato l'uomo ha H dovere di aumentar il patrimonio comune pèr il futuro: atomo, deve bruciare nella gran vam~a che si inalza e si purifica ardendo. La nostra educazione è gravemente difettosa per tale rapporto: , l'uomo vi supplisce un poco per l'esperienza tradizionale di governo e. di relazioni. , E la donna? La donna deve aver alimentato per· anni con tutta se stessa la vita del figlio suo, e lasciarselo strappare, poi, per doveri che non può riconoscere. perchè troppo superiori alla mentalità che le si concesse. La donna soffre delle necessità moderne, curva a un lavoro che la sfibra; ma inconscia delle ragioni generali che lo giustificano e lo avvalorano, priva, di fronte all' uomo e alla legge, di quei diritti che il suo lavoro appunto giustifica e reclama. Dovrebbe, soltanto, saper - educare - delle bimbette, - sane e vane; - dei bimbi, - robusti, sì, anche in egoismo. È giusto che mezza umanità sia strumento inconscio e passivo della vita incalzante? È questo, per me, il cuore della questione femminista. Facciamo in modo che la donna pure senta la sua missione umana, uguale a quella dell'uomo nell'essenza, dissimile nell' esplicazione; che è elevamento ver_so la perfezione, dignità di dovere nel presente verso l'avvenire. Facciamo eh' ella pure sia in contatto aperto "ano vivo con la vita: ne senta tu,tt1 i problemi - religiosi sociali politici economici - non attraverso ad un bagaglio faragginoso di nozioni, ma per un fondamento armonico di cultura, per un'educazione che l' avvezzi ad uscire dalla sua cerchia piccina e garrula, a sentire l'importanza vitale, la responsabilità grave di ogni atomo verso l'eterno tutto; a sentire ogni minimo atto della sua vita, pur nella pratica quotidiana, pervaso dalla bellezza e dalla dignità di umHe ma cosciente rispettosa devota collaborazione alla grande opera di Dio e dell'uomo. - BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 317 Credo che questa dovrebbe esser la base comune alla vita dei due sessi: e il riconoscimento al diritto di tal base comune, contro la tradizione che fa della donna, in teoria e in atto, una categoria inferiore dell'umanità, dovrebbe essere la conquista essenziale del femminismo, dalla quale soltanto dovrebbero scaturire le altre. In tale base poggiando la donna chiamata alla famiglia ne saprebbe ben meglio intendere i molteplici doveri: considererebbe il matrimonio e l' educazione dei figli non come punto d'arrivo, ma come punto più alto di partenza; comprenderebbe assai meglio l'uomo gli sarebbe {:Onforto e aiuto prezioso: e i figli - educherebbe - forse, infine, veramente, nel senso pieno ed alto della parola, iniziandoli ad esser forze attive e coscienti, nella vigile e valida guida. E le altre donne, quelle non elette alla famiglia, non consumerebbero vanamente in ribellione sconsolata o in acre rassegnazione la loro vita, che ha un valore: sentirebbero umilmente, ma con ferma e serena convinzione, che il bene di tutta la grande famiglia chiede pure il loro contributo di bonvolere e di lavoro: per le numerose vie, per quelle meglio rispondenti alle ~ingole attitudini, lavorerebbero, serene compagne dell'uomo, a combatter il male, ad erigere, con limpida visione della meta, il bene che lotta ancora nell'oscuro caos, che si dibatte nelle strettoie perchè vuole affermarsi, e non muore, ma si rinnova ed attende di trionfare nel tempo migliore. Siamo. avviate verso codesta conquista? Parrebbe di no : perchè: nonostante i moniti delle religioni e delle filosofie e le dure esperienze secolari e quotidiane persuadano l' uomo che la felicità perseguìta non risiede nell'appagamento egoistico e nel culto della vita materiale, pure ancora egli non si decide a metter coraggiosamente a base della sua vita la dedizione di sè alléJ collettività, l' altruismo fecondo di gioia, e, neppure, il riconoscimento volontario della vita spirituale, che disconosciuta, negata o irrisa, opera ora suo malgrado. perchè: la scuola - la popolare (che dovrebbe davvero prolungarsi sino ai quattordici anni) e, peggio, la media inferiore, - lungi dal dare un'educazione armonicamente vitale e feconda, affastellano patrimoni di cognizioni morte. perchè: mentre la scienza progredita dimostra le legittime esi-.....- genze del corpo, la scuola, - proprio la scuola - con un' inconBiblioteca Gino Bianco

318 VITA FRATERNA gruenzà eh' è un' enormità, esige che centirtaia di vite, nella pubertà bisognosa di riposo psichico, di aria, moto, sole, si logorino in applicazione di ore ed ore nell' aria confinata di una classe, chine su libri.. .. con quel profitto intellettuale che si sa e con quella rovina fisiologica che ensa, ben giustamente, deplora. perchè : curiosissima coerenza umana, si permette nell'un sesso e nell'altro l'ignoranza massima (a cui spesso supplisce una perniciosa istruzione frammentaria) su tutto quanto riguarda il massimo problema -- la continuazione della specie. Anche in ciò son d'accordo con ensa. E credo che, sfrondando e armonizzando si potrebbe aggiungere alla cultura fondamentale femminile nozioni di igiene, di pediatria, e di pratica domestica. _ · E ancora perchè occorrerebbé un coraggioso riconoscimento legale della funzione materna in grazia del quale la donna contadina operaia - impiegata, - avesse ridotte ad un massimo di sei o sette le ore di lavoro: se a parità di rendimento .con la mano d'opera maschile vigesse parità di rimunerazione e le leggi salvaguardassero davvero dallo sfruttamento d'opera femminile, le· lavoranti avrebbero un compenso al minor tempo rimunerabile. Verso la conquista? Parrebbe di no, dunque. Ma,"poichè - l'andare - è fatale, la concezione femministica è progredita. Il femminis.mo in colletto alto o it1 jupe-culotte - il femminismo invadente nel campo di lavoro, impreparato nel campo morale - il femminismo - androfobo - (mi si passi la parola) che dimentica o disprezza la prima e dolce missione materna, furono e sono e saranno ancora le crisi e i traviall'!enti. Vi fu mai tempo di crisi individuali e collettive, così varie e vitali e profonde come il nostro? Ma io ho una finestrella che dal caligginoso pessimismo va sull'aperta realtà. Per confortarmi chiamo, chiamo : Giuseppina! Giulio I Gianni! Anna Maria! Franco I Fioranna I Guidarello ! e altri che verranno. Chi sono ? Sono una schiera bella, ridente, sana di bfmbi, una schera che mi sorride intorno e mi fa gioia a pensarla. Dietro, visi pensosi di mamme tutte vibranti. l'ansia dei problemi dell'ora: molte operanti nell'ambito di una professione, alcune operanti in parola o in atto a qualche utile compito sociale. Visi soavi di mamme che col latte, diedero alle creature loro, e danno, altro e sano alimento: in femminilità squisita, chè non sa la civetteria ma serba tutta la grazia. Una coltura sufficiente contro la saccenteria e per la compren- - BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 319 s1one larga dell'umano dovere, un sano equilibrio, un intuito sereno, uno sforzo cosciente verso l'armonia nella vita nuova le ha foggiate così: nessuna forse si è dichiarata militante nelle file, ma ciascuna ha risolto, individualmente, il problema. Da questo manipolo io ho la conferma che non sogni idealistici irrealizzabili sono le mie speranze, ma realtà da affrettare per tutti. Certo molto è richiesto anche all'uomo, per amore dell'umanità e dei figli suoi: è richiesto comprensione e aiuto; è richiesto che non rimpianga troppo l'ochettina bianca in adorazione esclusiva, e l'idolo capriccioso da adorare - ma conforti la donna nuova di una fidente aspettazione, di un giudizio, non indulgente, ma sereno, sopra gli egoismi e le diffidenze tradizionali. ·E, dalla mia finestrella, sento già le buone risposte all' invito. Certo svaniscon nell'ombra austera degli antichi castelli pierii 'd'incanti sottili le soavissime figure femminee trepide amanti sulle interminabili trine: e un vago rimpianto le segue, come avvolge il ricordo di nobiltà perdute. . Ma noi già rinunciammo ai cavalieri erranti in cerca di insanguinati trofei a prodigiosa p~ova d'amore. Fiere, tra le angosce mortali, che, i nostri diletti nelle maceranti trincee, nelle terribili lotte, difendano, in cosciente offerta, i diritti sacri dell' umanità, affermino, con tenacia eroica, la volontà di vita più alta che anima la terra nostra adorata. CLELIA MONTREZZA. LE COSE PICCOLE. Chi, essendo creatttra di pensiero, non ha sentito il peso delle materiali occitpazioni che occorrono per soddisfare alle esigenze quotidiaue della vita? E chi, sentendo tal peso, non ha creduto, almeno per- un certo tempo, suo diritto, di trascurare sùnili occupazioni surrogandole con quelle d' ordine spirituale, di geniale natura? E, appellandosi alla superiorità delle seconde, non ha creduto più che perdonabile il disordine che derivava dalla trascuranza che ho detto? · Badate ! sotto l' apparenza di giustificazione è nascosto un grave sbaglio ; sotto l' apparenza di un omaggio a facoltà eminenti è nascosta ttn' offesa alle medesitne facoltà; sotto l' apparenza di frutti più belli, risultanti da un impiego così fàtto del proprio tempo e delle proprie forze, è nascosto il tarlo roditore che minerà in g-ran parte le basi dell' opera più eletta. Perchè la tras_curanza, accettata come princtvio scusabile, non s' arresta alle prime e piccole cose, ma, piano piano, trovando sempre i motivi naturali d'uno scarto progressivo. si trasporterà dalle cose infer,iori alle cose superiori. Biblioteca Gino Bianco

320 VITA FRATERNA ..... Non si offende intp1tne11ienteq11,alunqttelato dell' ordine che è legge di tutti i lati della vita. Pregiudizio dannosissimo· é quello che fa credere ad una divisione netta f1·a di essi come praticatnente succede da parte di molti: v' lta invece un' unità profonda tra ittiti, dai più altamente spirituali. ai più ttmil1nente materiali, e nel mistero dei rapporti tra di essi è racchiuso 11,nle• game che, se è spezzato, fatalmente provoca un disordine anche là dove pareva non potesse accedere. E' la ·giustizia dell' arnionia naturale delle cose: chi trascura le cose piccole è nella. schiera di chi offende la semplicità e la ragionevolezza, come chi trascura le cose grandi. Certo: data la quantità di difetti grandissimi che è nella disposizione del vivere quotidiano, anche di quella materiale, disposizione di cui non è responsabile l' ultimo capitato, è a sua volta ragionevole scartare tante minute precisioni per attendere alla grande linea delle necessità capitali. Ma guai se non si pone come principio : di « scartare >) meno che sia possibile, cioé di non perdonare una pigrizia clte, in fatto di piccole cose, si ritiene lecita da tanti. Il tarlo roditore è lì, in quella pigrizia, perchè atto di debolezza ; e la debolezza, penetrata in un essere, da qualttnqui; parte essa venga, diviene fa tale a tittta la vita interiore ed esteriore, a sè e agli altri. · Chi, dopo avere vissuto a lungo in tale debolezza, per aver creduto all' equfroco che ho enunciato, s'è riscosso un giorno, ponendo mano risoluta e costante ad un riordinamento delle cose· sue, e s' é av1,1isto dei vantaggi straordinari che gliene venivano, e ha notato · in particolare la meravigliosa ripercussione benefica che dal semplice assestamento delle cose più materiali si produceva su tutto lo spi1,.ito, contribitendo ad un senso di sollievo, di chiarezza, di vigoYe, di liberazione, di fecondità, che l' ·ha fatto padrone di sè e della vita conie non mai, costui porrà tra i punti essenziali d'un programma d' educazione, l' esigere inesorabilmente, anche dai più refrattari, l' ordine, l' ordine, l' ordine ! ! . E che inrobustimento del carattere ne deriva ! perehè il costringere l' essere a quel sottile martirio che é, per le creature, come dissi, di pensiero, la cura di materiali oggetti, specie quando si deve riparare al dt'- sordine d'un lungo passato, assume un valore eminente, perfino sublime, qttanto più è vivo il contrasto: non è dYatti un atto di omaggio alla ragione? E la sublimità della vita è, in tutto, qui! ... ... E le picco~e cose che, trascttra,te, si vendicano, compromettendo le maggiori: le piccole cose, curate, compensano, facilitando l' esito delle maggiori. Non si creda che duri continuo ed uguale il peso di certe occupazioni: dopo un primo fondamentale assestamento, l'ordine procede agile e leggero, favorito dai puntuali soccorsi che hanno un ritorno, dirò così, meccanico, da parte delle cose classificate e messe in orario. Non ci si meravigli assistendo all' attività di persone che attendono ad un numero e ad una varietà iucredibile di opere e con risultati splendidi : il prodigio deriva dall' umiltà e dalla· pazienza eroica d' un ordinamento iniziale e poi perseverante che sgombro il terreno, e permise il libero, vasto, grandioso edificio. BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 321 ... Le piccole cose! ... oh se, curate, coinpensano !·: sedete allo scrittoio nella. vostra stanza - o nel gabinetto appartato d' un ufficio -- in certe ore, o soli o con un essere a1riico dappresso ... Il senso astratto dell'ordine osservato, che è dovere co1npi1tto, vi avvolge, vi eleva, vi riposa soave1nente, e nel silenzio del quieto luogo o nel placido' e pur vibrante conversare, si leverà una voce da ogni oggetto, un ritmo caro e profondo: la indefinibile storia di quella legge d' amore umile ed alta che governa le cose tutte nell' ordine della l0ro f attitra. Quanta, quanta poesia allora .sprigionantesi dal più indifferente oggettino che sa. tener luogo, talvolta per l' intrinseca identità di valore, nella rispondenza alla legge, degli spettacoli magnifici di natura o d' arte e fa bello anche l' ambiente più 11iescliino! Che sorriso, che carezza, che ispirazione! Sono momenti bene• detti in cui le segrete concezioni della mente balzano fuori alate, e, fondendosi al moderatore spirito di pace che trovano, si compongono e si concretano in una forma geniale : sono 11io1nentidella creazione più armonica . ... Addestrate gli edttcandf anche all' attenzione delle cose mint-tle: si fortna lì la finezza squisita di penetrazione psicologica, è, q11tindi, qualcosa di più ... qualcosa che poi nell'espansione dei rapporti sociali ha effetti grandiosi mediante l' avvertimento delle pitÌ nascoste lacune dolorose: la carità perfetta. 28-29 Maggio 1907. Alla memoria di un fratello caduto · eroicamente sul campo dell' onox:-e. severa. Per esser degni dei nostri Morti, di questa santa ma terribile g1ierra, dobbiamo purificare, rafforzare l'anima nostra nell'accettazione del quotidiano, universale dolore; cosi Essi rivivranno in noi con la Loro fede radiosa, con la bellezza e la Santità del Loro eroismo! Vivi più dei vivi! - E non piangeremo l'Eroe che ha fatto serenamente il sacrificio della Sua giovane vita. Lo sentiremo fra noi, in noi, palpitante d'ardore, incitante alla prova, qualunque essa sia! Oh! quante rose in giardino, quanti gelsomini sbocciati in questa calda notte della Sua morte! La vita continua quasi festosa nella lunga estate - E niente finisce - La morte è una trasformazione - Una resurrezione - Sia pace a chi so//erse - Sia gloria e onore al Caduto, alla Madre, rimasta custode fedele di una fiamma sempre vivida! 26-30 Settembre 1917 (Torricella). ITALIANI! PREFERITE NEI VOSTRI ACQUISTI = PRODOTTI ITALIANI= LEGAECONOMICNAAZIONALE - Milano 'BibliotecaGino Bianco CENERE

. , 322 VITA FRATERNA 11 licenziamento delle donne dagli UJnci Militari ed il prossi1no Congresso Femminile Un provvedimento del Ministero della Guerra, mediante il quale si tenta di procedere ad un graduale licenziamento delle donne impiegate negli uffici militari per sostituirle nuovamente con militari invalidi ed inabili alle fatiche di guerra, ha avuto qualche eco nella stampa nazionale, riscuotendo in massima il plauso dei benpensanti. La stessa misura, annuncia un giornale romano, si sta prendendo per altri dicasteri e per gli ospedali militari. La ragione apparente, l'ombra della quale non è sufficiente a celare il mal dissimulato compiacimento che il provvedimento ministeriale suscita, è la cattiva prova che, per ragioni morali, le donne hanno fatto. · L'appunto più grave, che si muove al personale femminile è quello di un lusso sfrenato, frutto dei guadagni percepiti. Noi non vogliamo certamente difendere quelle donne, che hanno fatto una cattiva prova con grave discapito proprio e della causa femminile; soltanto sulla , falsariga degli argomenti che infiorano il crucifige di alcuni giornali ed in ispecie del Corriered'Italia (19 settembre), vogliamo esaminare il fenomeno da un punto di vista più obbiettivo e... più maschile. Prima di tutto non possiamo proprio prendere per buona e pass'are sotto silenzio la peregrina trovata dello sfarzoso lusso dovuto alle « discrete mesate » che simili impiegate percepiscono ! Ma ha mai saputo il Corriered'Italia a quanto ammontino le « discrete mesate » che a noi resulterebbero non superare le lire centocinquanta, cominciando da un minimo di lire settantacinque, e quanto costino invece gli oggetti di moda e di vestiario? Credo che basti questa modesta ed obbiettiva osservazione per escludere la possibilità che simili. lussi, purtroppo imputabili non alle donne impiegate soltanto e che tanto contrastano con l'ora presente, non potrebbero essere commessi se altri proventi, più o meno. leciti, non venissero ad impinguare Io stipendio, che non può mai essere lauto e per l'Ente dal quale le impiegate dipendono e per l'alto costo della vita. Passando poi ad un altro ordine di idee osserviamo che purtroppo Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA 323 è innegabile che i rapporti tra uomini e donne, accomunati per la prima volta in un ambiente di lavoro, non sono improntati ad una vera colleganza, ma degenerano in quelle manifestazioni sentimentali molt9 bene messe in rilievo dagli episodietti cavallereschi che il Corriere d'Italia, riuscendo nell'intento contrario a quello propostosi, attribuisce ad ufficiali e soldati di un ospedale militare, tutti in .convulsione, per una bella piantona colpevole unicamente di esser tale. Ma lo strano si è che mentre oggi ogni attimo di vita .attuale, non va disgiunto da uno sfoggio di analisi e di introspezione, ogni volta che si giudicano le debolezze femminili, non .si voglia tener conto del carattere e dell'educazione della donna, nei riguardi dei quali il pensiero dell'uomo ha tanto peso e tanta responsabilità: perchè la donna è come l'uomo la vuole, e poche sono coloro che rinunciano alle tradizionali forme esteriori della loro femminilità a tutto scapito della medesima. Se le donne dunque non hanno dato buona prova negli uffici militari, la loro leggerezza non è però più colpevole di quella di coloro che non hanno saputo usare della loro autorità per porre rimedio ad uno stato di cose deplorevole, o di coloro che hanno .mostrato di non avere nessuna coscienza della loro missione e nessun rispetto per la nuova compagna di lavoro. Quindi è che se anche noi apprezziamo altamente il richiamo fatto al personale femminile dipendente dalla Direzione del munizionamento dell'Arsenale di Spezia, e vorremmo che ques~o savio ammonimento si moltiplicasse, in quanto riconosciamo la necessità che la massa femminile, che ha intrappreso un lavoro del tutto nuovo ed in condizioni di ambiente del tutto nuove, ha bisogno di incoraggiamento e di guida • e troviamo anche che tali moniti saranno più efficaci se partiranno da coloro che sino ad oggi non hanno apprezzato che le qualità esteriori della donna e della femminilità. Tutto ciò però non ci dispensa dal discutere il provvedimento preso. L'ammissione delle donne negli uffici militari si accentuò quando fra le ombre protettrici dei sacri « boschi » si fece strada un certo venticello poco salubre che obbligava molti militari a prendere un'altra via. Nè noi sappiamo perchè in quell'epoca si fece dall' autorita militare tanto disperato appello alla prestazione d'opera femminile per gli uffici e per gli ospedali militari, giacchè sfortun~tamente anche allora già si annoveravano reduci mutilati e gli invalidi alle fatiche di guerra; come non comprendiamo le dracòniane misure preannunciate, mentre troveremmo legittimo un parziale licenziamento per far posto " Biblioteca Gino Bianco

324 VITA FRATERNA al crescente numero dei mutilati. Ma il provvedimento quale si annuncia oggi, adombrato da motivi d'indegnità generale, sostanziato di fatti vacui nella loro sostanza e nella loro ponderatezza, e che viene a colpire una ·sola delle parti colpevoli, non ci sembra giusto e quindi ~orremmo che quei Comitati, che tanto si occuparono per secondare le richieste delle autorità militari, si assumessero oggi la protezione degli interessi di coloro che furono assunte, in modo che il licenziamento non finisca poi per gravare unicamente su quelle che si trovano in condizioni economiche più tristi e su quelle che, in occasione di certi provvedimenti, fanno quasi sempre da capri espiatori, in luogo e vece di quell' altre, che non mancano mai di protettori compiacenti. Che se il licenziamento è motivato da incapacità specifica della donna a compiere determinati lavori, è giusto che le incapaci, che furono assunte con molta leggerezza di cernita, siano eliminate, ma non ci si armi di questi rari casi per infirmare tutta l'incapacità generica della donna che lavora e che porta inevitabilmente in questa nuova attività l'entusiasmo _e l' imperizia di una giovane forza. Il prossimo convegno nazionale femminile, che ha per iscopo di richiamare l'attenzione dei legislatori sulla insufficiente protezione legale, che le patrie leggi riservano alla donna nel campo del diritto pubblico e privato, si manterrà certamente nel limite del suo programma e con buona pace dell'Idea Nazionale e del Corriere d'Italia i « pubblici uffici > di cui si occuperanno le congressiste non saranno quelli a, cui essi alludono. I pubblici uffici cui le donne aspirano e non da ora, sono ben diversi dai pubblici impieghi, a cui la donna è arrivata oggi con la guerra e per i quali nessun ostacolo legislativo esisteva anche prima. I pubblici uffici cui accenniamo con e senza la guerra, per il sistema del nostro diritto pubblico, sono restati inesorabilmente chiusi alla donna, sia che si trattas_se di uffici pubblici nei quali concorrono i due elementi essenziali costituiti dall' jus imperi e dal munus pubblicum, sia che si trattasse di alcune professioni liberali nelle quali si vuol riconoscere un carattere pubblico, mentre già la legge nostra ha sancito stabilmente il principio dell'ammissione della donna a certi pubblici ed all'esercizio temporaneo di pubbliche funzioni, come per le impiegate postali, le bibliotecarie, le insegnanti, le ispettrici dei musei, le ispettrici sul lavoro, le perite, e quand9 ha chiamato la donna a far parte delle Congregazioni, di Carità, dei collegi di probiviri, quando l' ha dichiarata elettrice ed eleggibile nelle Camere di Commercio, e quando le ha conferito· l'ufficio di esattore. ' BibliotecaGino Bianco

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