Vita fraterna - anno I - n. 6 - 10 giugno 1917
202 VITA FRATERNA E' meglio che il meriggio non venga, piuttosto che sia inferiore al mattino. Benedite, carissimi, a que_sta guerra. Senza di essa, sarei miseramente finito, malato di mente e di corpo. Come il fuoco essa mi ha distrutto, ma ha coronato di luce la mia fine, ma mi ha purificato. Credetemi : non dico vuote ·frasi : è troppo grave il momento I Siate dunque contenti ed attendete il momento della riunione con la stessa calma, come quando partivo per il collegio. Desidero che quelle cartelle del prestito che ho - detratta qual· che cosa per qualche messa a qualche povero prete - e quello che eventualmente ancora mi venisse, insomma, tutto quello che la Patrta mi ha dato per i miei servigi, sia dato ad un'opera di educazione di fanciulli - Razzetti, per esempio - coll'espressa condizione che nel– l'animo dei futuri soldati - dei futuri padri - delle future madri - siano, fin dalla più tenera età istillate le convinzioni che : « Dulce et decorum est pro patria mori », onde gli uni sappiano difendere con slancio quanto si è ora conquistato con tanto sangue, tante sofferenze morali e fisiche come non può immaginare chi non ha provato - le altre sopportino con forte e virile animo i dolorosi lutti. Vedano, Renato ed Anna, quando cominceranno a comparire i numerosi, nuovi piccoli cugini, se sarà possibile dare ad ognuno di essi, quando raggiungano una certa età, un piccolo ricordo dello zio Annibale - alpino - morto in guerra combattendo e vincendo. Rac– comando ai cugini e cugine, una certa discrezione nel fabbricarli I A tutti quelli di casa (Venturoli, ecc.) un piccolo ricordo. Carissimi genitori. M'avete sempre detto che se Dio ci alzò di qual– che poco dalla comune condizione impone obbligo che diamo l'esempio. A mia volta, rivolgo a voi questa considerazione; a voi guarda ora povera gente già colpita, guarderanno altri a cui l'avvenire riserba dolori - imparino tutti con quale animo, genitori italiani, danno i loro figli alla Patria. E malgrado tutto, perseverate a sostenere l'assoluta necessità della guerra nei suoi puri ideali e nei suoi fini materiali! Mai, come qui, ci si convince· di questa verità; confortata dall' esem– pio, la vostra parola sarà persuaditrice. Arrivederci, affettuosi saluti e baci a voi, a Renato, ad Anna, agli zii, ai cugini, ai parenti tutti. Siate tutti orgogliosi di aver avuto un Alp·inonella vostra « gens ». Questa è la mia soddisfazione. A IBALE. BibliotecaGino Bianco
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