Vita fraterna - anno I - n. 6 - 10 giugno 1917
198 VITA FRATERNA « Mio marito - com' Ella forse già sa - è interessato abba– stanza ragguardevolmente nell'industria dell'acciaio - è pure un po' un' inventore nel suo campo e le sue invenzioni hanno avuto un certo successo, sicchè ce la caviamo abbastanza bene. Ho un figlio - me– dico - che però non vive in casa, « aggiunse come per rispondere a un'ombra di ansietà che aveva visto apparire sul viso di Hugh, « e se anche così fosse non credo vi sarebbe la probabilità eh' egli s'innamorasse di Clare o essa di lui. » Hugh arrossì, leggermente, ma riconobbe che l'allusione era giu– stificata ·e non vi badò. Mrs. Maynard continuò: « Delle mie due figliuole, una è maritata e perciò non rimane in casa che mia figlia Ruth e vi è tutto lo spazio necessario per un'altra ragazza e Clare, le assicuro, ci sarà proprio la benvenuta e di nessun fastidio. Non avrà qui la società più o meglio elegante che formava il suo ambiente a South Kensington, ma lei mi perdonerà, nevvero, se le dico che credo essa troverà qui una società notevolmente superiore e nella quale intendo introdurla. Vi sono molte persone dedite alla letteratura e all'arte che vivono qui a Hampstead e le conosciamo quasi tutte. Clare imparerà la stenografia e potrà far da segretaria se lo desidera , perchè ritengo che l'indipendenza contribuirà molto alla sua felicità. Ma avrà pure i suoi divertimenti - il suo tennis in estate, i suoi balli in inverno, e, in una parola, la vita completa e normale per una ragazza. » Hugh ascoltava con crescente meraviglia. Non avrebbe saputo dire che cosa lo stupiva di più - se cioè il fatto per cui questa donna s'impossessava così completamente della figlia d'altri e la calma con cui essa lo faceva. Mrs. Maynard sembrò leggere i suoi pensieri. « Credo che le sembri strana questa mia improvvisa adozione di una ragazza che confesso di non aver quasi conosciuta una settimana fa. E però l'assicuro che quando Clare venne in questa casa Martedì scorso e ci confidò la sua storia a mia figlia e a me, essa mi sembrò subito cqme un'altra mia figliuola. Ed è così che l'ho sempre tenuta da allora in poi, che continuerò a tenerla finch'essa vorrà rimanere.» Hugh ascoltava in silenzio, meravigliandosi ma non trovando una risposta, e Mrs. Maynard continuò: « E' difficile di farle capire queste cose, Mr. Pelham, perchè vedo che il suo spirito spazia in un altro mondo. Ma non può figurarsi qualcosa come una progenitura spirituale? Trenta o anche trentacin- BibliotecaGino Bianco
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