Vita fraterna - anno I - n. 6 - 10 giugno 1917
VITA FRATERNA 195 Hugh capì con ciò che la situazione era disperata credette pure d'indovinare chi fosse l' uomo in questione e, se la · sua indu– zione era esatta, vide che Clare era giustificata. E però era terribile - una ragazza di ventiquattro anni, allevata nel lusso, affrontar la vita così, senza un soldo. Egli le rivolse uno sguardo non più di protesta, ma però profondamente turbato. Clare mostrò di capirlo anche questa volta e vi corrispose con uno di affettuosa gratitudine. « Grazie, Hugh, so tutto quello che lei prova, ma sa, non tutto sarà forse necessario? Vede, io sono proprio felice quì. Naturalmente che risento tuttora gli effetti della scorsa settimana, ma l'assicuro che il mio _dolore è piuttosto per il passato che per l'avvenire. Sono stata molto sola sa - tutta la mia vita - da che è morta mia madre. Quella gran casa solitaria - sola colla servitù e con mio padre - crede abbia potuto rendermi molto felice? Così trascorse la mia fan– ciullezza fra i dodici e i diciott'anni. Poi vennero gli ultimi sei anni di società, colla zia Emma che mi portava in giro e che furono quasi peggiori. Hugh, non può immaginarsi cosa rappresenti per una ra– gazza sensibile,· una dama di compagnia alla caccia di un marito per lei ? » Hugh si alzò dal divano con mossa nervosa e, accostandosi alla finestra vi si fe·rmò silenzioso. Clare sentì però lo stesso che veniva ascoltata con simpatia e continuò: « Le assicuro che mi sono augurata più volte di morire. Tutto era così sconfortante, - il passato, il presente, l'avvenire. Poi, due anni fa, incontrai Ruth Maynard nello studio dove prendevo lezioni di pittura. Essa mi sembrava venire da un' altro mondo - ricordo ancora il senso come di aria pura che mi sembrò portare con sè il primo giorno che entrò nello studio. Facemmo quasi subito amicizia. Non so perchè essa mi volesse bene, ma so perchè io ne volevo a lei. Essa mi portò della vita - vita, aria e sole ad una che non aveva mai avuto nulla di tutto ciò. Era diversa da chiunque avessi mai co– nosciuto, non si vestiva nemmeno come le ragazze della mia· classe e ancor meno pensava o parlava come loro. Quando parlava degli' uomini era sempre perchè avevano fatto o cercavano di fare qual– cosa d'interessante - si vedeva subito che non li considerava come mariti I » Clare s'interruppe con un tono di voce tale che Hugh intuì più delle sue parole stesse. Ma non si mosse dalla finestra ed attese tranquillamente. BibliotecaGino Bianco
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