Vita fraterna - anno I - n. 5 - 10 maggio 1917
162 VITA FRATERNA evoluzione spirituale, 11011 si giunga ad un cozzo aperto e violento. Se dei g~nitori pretendèssero di tenere un giovane di venti anni sot– toposto alla disciplina, per quanto dolce ed amorosa, che era adatta alla sua puerizia, ove le spirito di questo giovane sia sano, inelutta– bilmente, malgrado il rispetto e l'amore figliale, deve giungere alla ribellione - e ciò perchè il contenuto - spirito - non si adatta più per forma e per forza di espansione, (mi si perdonino i termini dÌsa– datti) al contenente - precetti disciplinari, nell'esempio portato. Alcuna cosa di simile può ritenersi essere avvenuta nella società uma1ia, per quanto riguarda la posizione in essa della donna. Per gfi stadi di evoluzione morale e intellettuale corrispondenti alle antiche civiltà, per la influenza dei sistemi filosofici, e dei sistemi religiosi (di questi ultimi specialmente come più tenacemente conservatori). la donna fu in passato tenuta sempre in stato di inferiorità sia nella vita famigliare sia nella vita civile; non è il caso di aggiungere nella vita pubblica dalla quale essa era rigorosamente bandita. Questa con– dizione, se col modificarsi dei costumi venne alquanto perdendo di rigidità e di durezza, non perdette tuttavia nullu della sua sostanza; anzi con i costumi addolciti si venne quasi facendo più assoluta. Se la donna non era più considerata come la bestia da lavoro ~ da fi– glioli, la cosa vivente, su cui il maschio aveva tutti i diritti del pa– drone dispotico; era considerata piuttosto come un prezioso gingillo, una amabile bestiola che recava svago e con cui si provvedeva alla continuazione della stirpe, ma non era « persona , nel senso vero della parota; e l'uomo era sempre il padrone. Ciò sia detto riferendosi alla parte più eletta della società, chè per iJ popolo, la donna, madre, moglie, o sorella che fosse, era sempre la bestia da soma che si bat– teva e si uccideva anche all'occasione; che non aveva diritto ad un'a– nima, ad un cuore; che dico, ad un corpo che fosse suo. Tanto avveniva nel tardo medio-evo, tanto nel!' età della rina– scenza, tanto nei secoli più vicini a noi. Non solo, ma ai nostri giorni questa condizione era nella sua essenza mantenuta, se ne era soltanto corretta la forma, un poco più nella parte eletta della società, un po' meno nelle classe inferiori, in cui l'uxoricidio e il ferimento di una donna non era cosa nè rara nè meravigliosa. Ora se questo stato di cose per quanto iniquo. fosse stato la con– seguenza di una vera inferiorità assoluta del!' individuo di sesso fem– minile della razza umana, in confronto ali' individuo di sesso maschfle corrispondente, la evoluzione dell'umanità, pure migliorando man mano le condizioni della donna e in modo assoluto e in modo relativo col BibliotecaGino Bianco
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