Vita fraterna - anno I - n. 4 - 10 aprile 1917
VITA FRATERNA 5 Che si ferma, a un tratto, incerta. Si ferma presso una roccia irta che pare un tetto, e il tetto è coperto da neve sconfinata, massiccia, come tutto il morite che piomba sull'abisso. Melania guarda su, il monte, e chiude gli occhi; guarda giù, l'abisso, e chiude gli occhi, Ma non un tremito. Un altro alpino ..., balza, dietro, sul sentiero; nè essa ancora l'ha veduto; ma egli, sì, l'ha veduta! L'ha guardata, con occhio cupido e riso cupido, inoltrarsi ; ha esplorato intorno, con quell' occhio e con quel riso : nessuno, nulla, fuori di essi, e fuori dei monti e degli abissi che circondano e chiudono il punto del convegno. Nessuno, nulla: eppure, l'uomo si avvicina cauto, e chiama basso. La donna trasalisce, volgendosi repentina, dilata gli occhi, si tira indietro con orrore : la spia travestita ! La spia : il tedesco. Ma egli fermerà subito la voce che uscirebbe dalla donna. Un grido, un grido solo, talvolta, può staccare le valanghe. Egli la terrà presto, la terrà alla vita con il braccio di ferro, benchè il corpo di lei, dopo il primo tremito terribile, si sia fatto di ferro ; egli la guarderà negli occhi con occhi di possesso feroce, benchè ella sostenga lo sguardo con sguardo feroce di sicurezza ; egli le fiaterà sulla bocca la passione brutale, benchè ella tenga chiusa la bocca come marmo diaccio. Egli le dirà, sempre basso, all'orecchio, la proposta del tradimento, le mostrerà le monete d'oro sfavillanti, le segnerà col dito la via dello scampo offerto, poscia, a tutti due, la via della fuga, della ricchezza, della felicità... . Un brivido ancora, nella donna, profondo, ma breve, ultimo. E il diniego ; senza parola. Egli ruggirà, la scuoterà, mostrerà l'abisso, e le dirà che ve la getta, se essa rifiuta. Vorrà piegarla, vincerla, averla : ma il corpo della donna pungerà - come la roccia irta delle Alpi ; ma gli occhi sfolgoreranno - come il sole freddo delle Alpi ; ma le guance avvamperanno, per sco– lorarsi - come la neve delle Alpi. Si scosteranno le labbra, per furi– bondo stridere di denti. - Che cosa, che cosa hai fatto, donna d'Italia? A chi avevi dato un giorno l' abbondanza delle tue gelose carezze, del tuo puro sogno di vergine fiera e possente !... - Ma l'uomo vile e rapace della terra nemica non tocca, impunito, il fiore della terra nostra. La vendetta della patria, sopra il nemico e sopra di sè, scoppia, nel forsennato grido, dal petto, dalle labbra, dalla vita, dalla morte della donna. Il grido stacca una valanga ... Che precipita nell'abisso, col traditore, l' eroina italiana del riscatto. Biblioteca Gino Bianco
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