Vita fraterna - anno I - n. 1 - gennaio 1917
24 Già nell'Internazionale era la donnina allegra, la canzonettista internazionale, disegnata con sobrietà e finezza impeccabili, che at– traverso una tenue aura di sentimentalità romantica per i diversi a– manti delle nazioni belligeranti e con la sua invincibile istintiva in– differenza per il nuovo amante neutrale, ci ammoniva come le ragioni stesse della vita fossero impegnate nel conflitto immane e come fosse trascurabile e indiffereryte tutto e chiunque vi rimanesse estraneo. Nell'Amante lontano è Luciano d' Alvezza, un donnaiolo raffinato ed anormale, che al campo, sotto al pericolo continuo, fra compagni più degni, in colloquio assiduo con• la morte, sente bisogno di puri– ficarsi e di rinnovarsi, e non ha pace finchè l'occasione non gli offre di morire per la salvezza dei commilitoni. Più intenso è il dramma di Ferdinando Aufrosino, giovinastro senza scrupoli e d'una malvagità forse inconscia, che alla guerra ha perduto gli occhi: uocchiecunzacrate. La sventura lo ripiega verso la coscienza più profonda di sè e lo rinnova: egli porta nell'ambiente dove ha vissuto e peccato una gran luce ideale, che s'irraggia, pu– rificandola a sua volta, sulla femmina perdutasi per lui, e sul nuovo amante, avvinto dal fascino impuro, fino a risvegliare in lui il senti• mento smarrito dell'amore e del dovere per i figli abbandonati. Il drammaturgo napoletano ha confidato testè ad un giornalista di essersi proposto « di scrivere tutto un ciclo èli lavori rappresen– tativi intorno ali' influenza esercitata dalla guerra sugli spiriti nostri » e noi diciamo: ben vengano questi lavori, capaci di liberarci dal dubbio che la nostra letteratura, distratta intorno a banali favole sentimentali e a sterili introspezioni (quando non a qualcosa di peggio), non faècia che prolungare il triste sonno spirituale della neutralità. Roberto Bracco ci ha assicurato che la sua fan.tasia si commosse e si accese al contatto con la realtà: « ho voluto, egli ha detto, mettere in rilievo soltanto alcuni casi di quell'innegabile influenza, che la guerra esercita sui sentimenti, le passioni, gl' istinti di noi che siamo restati a casa con l'animo teso verso i figli ed i fratelli lontani e di quelli, fra tali figli e fratelli, che son tornati fisicamente debilitati. Mi son chiesto, nei rapporti di questi ultimi, ed ho indagato con cuore devoto, se per avventura la diminuzione della loro potenzialità fisica si risolva in una diversa e migliore vita spirituale "· Così l'opera d'arte è risultata qual deve essere veramente: una sintesi in cui le esperieqze della verità e del bene si proiettano in pure immagini di bellezza. BibliotecaGino Bianco
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