Via Consolare - anno II - n. 7-8 - luglio-agosto 1941

ta librata in un mondo sorretto dalle forze morali e responsabili dello spirito ,, (13). Il vero punto d' incontro fra la Rivoluzione fascista e quella nazional-socialista è nella volontà che le anima entrambe di rifare non le forme della vita umana, ma il contenuto, l'uomo, il carattere, la fede. E a questo fine vogliono disciplina e autorità che scendano addentro negli spiriti e imperiosamente vi dominano. L'esistenza umana non è libero sfogo d' istinti, d' incJinazioni, cl' irnpulsi ma deliberata compressione e subordinazione di codeste tendenze naturnli in vista del trionfo spirituale, perseguito dalla volontà incessante, nello Stato e per lo Stato. Lo Stato è il centro organizzatore di tutto il contenuto della nostra essenza, è l'idea che cementa e corrobora la disciplina interna, è anima dell'anima, è l'elemento che ci rende vera men te com potes nostri, che ci dà la fede, eterna giovinezza degli Imperi. Codesta esigenza ideale e pratica che muove i Regimi dell'Asse dovrà di venire la spina dorsale della nuova Europa, che avrà le sua fondamenta nell'autorità, nell' ordine, nella giust1zrn e ,;be dovrà dare la sua anima al Capo di Governo come al genio del politico gia intuizione del pastore, come alla popolo. al sagEd ognuno respirerà tanto più nell' at• mosfera del nuovo mondo quanto più avrà la volontà e la capacità di farlo. Questo compito, questo dovere, questo diritto è anzitutto nostro. Perchè è stata l'Italia fa. scista che per prima ha osato infrangere le barriere clell' oro e clel1' egoismo che proteggevano la roccaforte cieli' Europa, perchè è stata l'Italia fascista a rappresentare per prin1a ,., l'antitesi netta, categorica, definitiva di tullo il mondo 1) Mussolini: Discorso al Politeama Ros.' selli di Trieste; 20 Seuembre 1920 : Scrilli e discorsi, Iloepli, Voi. IL, pag. 99. 2) llfussoliui: Alla Camera dei Deputali; 26 maggio 1934: ibidem: Voi. IX., 98. 3) "11 F~scismo, per quanto riguarda, in generale, l' avveoire e lo sviluppo del1' umanità, a parte ognì considerazione di politica attuale, non crede alla possibilità. ne' alla utilità della pace per• petua. Respinge quindi il pacifismo che nasconde una rinuncia alla lotta e una viltà, di fronte al sacrificio . . . Una dottrina . . . che parta dal postulato pregiudiziale della pace, è estranea al Fascismo,, (.Mussolini: La dottrina del Fasc~smo; ibidem: Vol. VIII., pag. 77). FondazioneRuffilli- Forlì della democrazia, della plutocrazia, della massoneria, di tntto il mondo degli immortali principi cieli' '89 ,, (14) ; perchè è stata l'Italia fascista che per prima ha additato ai popoli dispersi ed abulici, corrotti ed incancreniti, la parola d'ordine e la speranza del mondo. Ma il Duce ci ha insegnato che "la Rivoluzione non è conclusa. Non può concludersi, poichè essa è e deve restare una creazione continua ciel nostro spi~·ito e della nostra ansia di combattimento,,, (15) "un modo perenne di conquista ,, (16). Chi si ferma è perduto. La storia abbandona al margine della strada i ritardatari, i sognatori, g]i incerti. Ne consegue che orientandosi l'Europa di domani su Rom-.i, e dovendo essere continuamente convinta e sicura di non aver sbagliato punto d'orientamento, spetterà al popolo italiano di essere degno di codesta missione, di non tradire l' ansia rinnovatrice che sorgerà dallo spirito dei popoli. È qui il centro di raccordo e di fusione della civiltà occidentale ; che se vuol divenire ordine, cioè unità, non deve sentirsi umiliata di aver la sua incarnazione e la sua sede storica nella madre dei popoli, nella maestra delle genti, in Roma. Ma è sostanzialmente nel centro volitivo, puro della coscienza dei popoli, nella diuturna, singola vittoria della sana unitarietà dello spirito sulle atomistiche forze disgregatrici che l' Europa di domani potrà trovare lo slancio per ulteriori conquiste pacifiche. Ma quali saranno i rapporti fra Roma e Berlino? Vi è qualcuno che ci aspetta sempre a questo punto come per coglierci in una ambiguità che possa disonorare lo splendore della nostra convinzione. Vivremo ignorandoci sul terreno dello spirito Italiani e Germanici, 4) Mussolini: La dottrina del Fascismo : ibidem: Voi. VIII. pag. 71. 5) Hitler: La mia battaglia, Bompiani, Milano, 1939, pag. 28. 6) Mussolini: La Carta del Lavoro, Il. 7) Hitler: Ibidem, pag. 81 8) Mussolini: Parole ai Docenti; 5 Dicembre 1925; ibidem: Voi. V. pag. 220. 9) Hitler: Ibidem, pag. 59. 10) .Mussolini: Discorso al Congresso Fa• scista di Roma, 9 Novembre 1921; ibidem, Voi. II. pag. 202. 11) Hitler: Ibidem, pag. 43. 12) Mussolini: La Dottrina del Fasc~smo; ibidem, Voi. VIII. pag. 78. 13) Mussolini: Ibidem. 14) Mussolini: Discorso al direttorio P.N.F.; dopo aver versato insieme il sangue sul campo di guerra? Oppure pos· sono sperare i nemici della nostra giovinezza in una gelosia dei Latini contro i Tedeschi o in un disprezzo dei Germani contro i Latini? Nessuno di noi che abbia mente vera e cuore di patriota si sottrae al1' importanza del problema; ma ognuno di noi che vive di sincera fede sente che lo. risolveranno nell' atmosfera di una collaborazione superiore. Ancbe quando credevamo di dover essere i nemici irreconciliabili della gente tedesca, noi non disconoscevamo i trionfi della tec• nica e della forza di organizzazione di quella Nazione in ciò meravigliosa. Intanto sul terreno della grandezza individuale gli Italiani, che avevano dato al moaclo Dante e Leonardo, parevano diminuiti. L'evento della genialità del Duce ha però preceduto tutte le altre manifestazioni della grandezza individuale politica e sotto questo aspetto non crediamo di giocare al gioco delle vane profezie affermando che la nuova Italia sta per ridiventare la sublime donatrice al mondo degli uomini di alta statura intellettuale e morale. (17) Se Leonardo poteva ess~re l' ospite di Francesco I° dopo essere stato l'artista al servizio di Ludovico il Moro, gli Italiani di domani costituiranno necessariamente gli ambasciatori di quella nuova Roma che assumerà la funzione di rappresentante e propugnatore del gusto, della cultura, dello spirito della civiltà latina e romana. Non antitesi dunque ma leale e feconda collaborazione, che sarà sprone e monito per il ringiovinimento morale della Europa, presupposto di ·mutuo rispetto, fiducia reciproca, di solida pace. NEVIO MATTEINI 7 Aprile 1926 Ibidem, Voi. V. pag. 311. 15) Mussolini: Alle Camicie nere Fiorenti .. ne; 23 Ottobre 1933; Ibidem, Voi. VIII. pag. 250. 16) Mussolini: Al Popolo di Bari; 6 Settembre l934: Ibidem, Voi. IX., pag, 125. 17) In Italia non manca mater.ia da introdurvi ogni forma. Qui è virtù grande nella membra ,., {Machiavelli, Il Principe, Capit. 26). ~ Il popolo italiano è il popolo immortale che trova sempre una primavera per le sue speranze, per la sua passione, per la sua grandezza ,., (Mussolini ; Discorso per la premiazione del corso speciale d' emigrazione; 2 Aprile 1923; ibidem, Voi. III., pag. 98). 5

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