vissuta e sofferta, che abbiano contribuito col loro sudore e col loro sangue alla nuova Europa potranno avvicinarsi senza sottintesi e senza timore alcuno alle pellicole attuali; si avvicineranno d'istinto e necessariamente senza il bisogno di superiori ed autorevoli incitamenti. Anche quest'anno ci sono stati i " .Macario » : Jl pirata sono io e Non me lo dire! entrambi diretti da Mattoli. Mentre il Pirata, scenograficamente ricco, è risultato un film episodico, possiamo considerare No,, me lo dire ! come il miglior film del fortunato comico : " è il migliore perchè, ci sia consentito il bisticcio, l' inorganicità e l' alogicità del suo umorismo, hanno trovata senza alterazione alcuna, una organicità d.i composizione ed una logicità di spettacolo " (G. !sani: " Cinema" N. 109). Anche Totò ci ha dato una pellicola in cui sono risaltate evidenti le sue quali· t à cinematografiche. l\fattoli, che ha sviscerato in pieno le possibilità umoristiche di Macario, creando il film C..>m.ico italiano, si è pure accinto ad un film altamente drammatico, d' intreccio. Abbandono, dopo una prima parte narrata con una logica sorprendente conseguenzialità, cade nella seconda parte in una ridda esasperante di luoghi comuni. Inoltre l' interpretazione della Luchaire, della Denis, di Rigaud è stata melodrammatica e poco efficiente. Nunzio Malasomma con Dopo divorzieremo ha avuto il m~rito, se non altro, di rivelarci le ottime possibilità di Lilia Silvi. Q~esto film, assieme a Maddalena, zero i11,condotta, può aspirare a quel posto vacante nella nostra cinematografia di una produzione media che sappia inteHigentemente fondere le necessità della produzione e le esigenze di una certa forma artistica. Con Maddalena De Sica ha saputo darci un ottimo film dirigendo gli attori e se stesso con un garbo ed una misuratezza notevolissime. La diretta dipendenza dalle pellicole di Camerini è evidente io De Sica. Questi sono i due unici film, fra i po• chi non in costume, che sono degni di una segnalazione: specialmente quello di De Sica merita un bravo di cuore. Ed ora uno sguardo generale e vastis• simo fra i film in costume e fra i film sto• rici. Primo fra tutti ricordiamo quel Giuliano de' Jlfedici, che ci ha rivelato i~ Vajda un regista sensibilissimo; e poi ltlarco Visconti, di Bonoard, in cui a vecchio mestie rante ha diretto con cura, rendendo il film agilissimo con un abile montaggio, 1·•osca, di Koch, Caravaggio di Alessandrini, ed infine Lucrezia Borgia di Haus Hinrich si sono salvati dal la mediocrità. In Caravaggio, Alessandrini ha tentato, e qua e là vi è riuscito, di dare all' ambiente un sapore pittorico; ma la pellicola, per il gigionismo degli attori, non ha mantenuto le promesse. Brignone ha fatto Kean. col filodrammatico Brazzi, e poi un muceh.io di film musicali per prendere la mano al colJeg~ Gallone. Ma Keru, di Brignone è fallito in pieno : e dire che il regista aveva il classico esempio del Kean di Mosjoukine. Per un certo tono vivace notiamo il Cantate co11.me, sempre di Brignone. Gallone non ha fatto neppure quest'anno nulla d.i eccezionale: anzi egli sembra goda di rimanere in quell'aurea mediocrità cara al pubblico orecchiante. Camillo Mastrocinque è riuscito a li- ·berarsi dal pompieristico influsso operistico con il suo riuscito Don Pasquale. Anche Forzano ha voluto impressionare le sue migliaia di metri di pellicola dandoci un Re d' Inghilterra non. paga asso• lutamente ridicolo. Salgari è tornato di moda e sullo scher• mo rivivranno numerose le sue avventurose 8lorie. Ma ìl film di Guazzoni La figlia del Corsaro Verde, primo film di una serie che si annuncia numerosa, non ha mantenuto su.Ilo schermo il patos· avventuroso dei libri deJlo scrittore caro alla nostra fanciullezza. A questo punto sarebbe il caso di domandarci il perchèsono stati girati film come Boe• cacio ed A leuandro sei graude (Bragaglia), Una famiglia impossibile (sempre di Bra• gaglia), Scarpe grosse (Falconi), Nascita di Salomè, Leggendn azzurra e troppi altri. Moti vi vecchi, schemi uguali a quelli che ispirarono film di venti anni fa, situazioni semplicemente cretine, comuoi, banali. La risposta è dura ed in fondo inutile ; incompeteoza, faciloneria e :tltre brutte parole che carallerizzano qualitativamente troppa nostra produzione. Ma invece di concludere con queste molte note tristi, vogliamo, terminando questo nostro esame della produzione dell'anno 1940-41 XIX, ricordare tre pellicole, tutte e tre intereasanti sotto certi aspetti, due delle quali buone, una sbagliata. E per cominciare da quest'ultima diciamo subito che la sfida lanciata dal teatro al cinema con L' oriz:onte dipinto è miseramente fallita e Salvini è stato irrimediabilmente sconfitto. Sfida che non aveva ragione di essere, inconsistente, e che solleva un problema che assilla da anni i cineasti: l'apporto degli attori di teatro al cinema. Purtroppo, per l'esiguità dei suoi quadri, il cinema deve ricorrere spesso al teatro. Ma troppe volte P. H. F. mm DEI mmli OOIDUSITUi TREVISO CONCORSO PERUNOSTUDSIOULTEATRO Il Teatro 8.U.F. Treviso, bandisce un concorso per uu riduzione o monografia che riveli un'opera teatrale italiana del tempo passato poco conosciuta o da molto tempo non rappresentata, Al concorso possono partecipare i Fascisti e le Fasciste Universitarie nati entro il I gen11aio1913 e Il 31 dicembre 1923, nonchè i Fascisti UniYer~ sitarl Iscritti ai O. U. F. dell'estero, sempre nel limiti di età fissati. Tali schede dovranno peryenlre al 8.U.F, Treviso entro il 15 settembre 1941-XIX. - Entro il 28 ottobre p.Y. doYranno essere ugualmente inviati al 0,U.F. Treyiso in doppio esemplare i layori dattlloscrittl che non doYranno superare I&quaranta pagine scritte a macchina nè essere inferiori alle venti. SOC. TIPOGRAFICA FORLIVESE • Via Flavio Biondo, 5-A • Te!. 63-24 FondaziOJ!P Ruffilli - Forlì si esagera. Tutto andrà bene quando il cinema, avrà i suoi attori ed il teatro i suoi. Ma quando? Con la morte di Palermi il nostro cinematografo ha perso un geniale artista che con La peccatrice aveva realizzato il primo film italiano " verista "' Il motivo a cui si ispira il film è evidentemente letterario ed il primo succesao il regista lo ha ottenuto nel saperlo tradurre in una quasi continua proprietà di immagini. Nel film è notevole l' influenza di alcuni teodci del Centro Sperimentale di Cinematografia. Il film tut• tavia ha molte sequenze ispirate ad un facile olec::,grafismo, scene comuni. "Verismo e romanticismo, dramma e vaudeville; tutto si trova in questo confuso, lento e pesante film di Palermi. Ma non si trova l'intima ragione per cui tanti personaggi soffr~no smaniano, s'amano e si perseguitano; se non quella, appunto, di eseguire gli ordini d'un regista che si illude d'essere uno Zola del cinema e ·di fare opera di esplorazione sociale ., (Gino Visentini: u Oggi., 9 novembre l 940). !Ifa la sequenza della cena di Gino Cervi nella trattoria popolare rimarrà classica nella storia del cinema italiano. Uomiui sul Joudo : un documentario riuscitissimo del comandante De Robertis: un autentico successo della nostra cinematografia. Un capulavoro che mancava al nostro ciuema e che gli autori hanno eseguito magnificamente con francescana umil• tà. Ma tutte le rose hanno le spine : e questo ottimo e drammatico documentario è stato rovinalo con l'aggiunta di alcune, per fortuna poche, scene mt>lodrammatiche e con un doppiato semplicemeote spaventoso. Nella rassegna deHo scorso anno se· gnalavamo particolarmente l'opera di un giovane regista, µno dei migliori e dei più promettenti. Piero Ballerini, dopo le buone prove di Piccolo hotel e di E' sbarcato un marinaio, ha dirello L'ultimo com.battimen• to, quasi una biografia di un pugilatore, Enzo Fiermonte che nello stesso tempo è l'interprete della vicenda. !ffat. su u Meridiano di Roma ,, del 6 luglio XIX conclude un suo articoletto con un augurio al quale noi ci associamo di tutto cuore: "Ballerini ha diretto cou scarsa convinzione ed ecco la freddezza del film : inoltre non ha curato affatto la colonna sonora che è risultata più che mediocre. Sono convinto che tutti saranno disposti a dimenticare questa pessima prova delle capacità di un buon regista, ma è necessario che egli ritrovi la fiducia in se stesso e si dedichi con tutte le sue forze alla sua riabilitazione, per sè e per il cinema italiano che ha urgente bisogno di ingegni come quelli di Piero Ballerini ". li cinema italiano ba infatti bisogno di energie giovani, di intelligenze sicure, di volontà irriducibili. Solo in questo modo potrà proseguire nel duro cammino della rinascila. WALTER RONCHI Responsabile: BRUNO MASOTTI
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==