Via Consolare - anno II - n. 7-8 - luglio-agosto 1941

vo di lontano. Mi tenevano molto in casa. ( Uu,, pau$a breve) Una stava dall'altra parte del corLilet• lo. lo la guardavo spesso con una cer• ta curiositii. Lei però non sembrava mai accorgesi di me. e ero indispettito E una sera feci qualcosa di assolutamente strano. Nemmeno oggi riesco a spiegarmelo. on sapendo come farmi notare fui preso da un impeto così selvaggio di rancore verso me stesso che scavalcai, quasi d1 un balzo, il da• vaozale e feci 11 atto di saltar sotto. Forse ne ero convinto. Saltar sotto, capisci, percbè quel musetto si muo• vesse. BER'l'O • Fai quasi paura a me, adesso. BRUNO • E anche a lei infatti feci piul• tosto 1>aura. Gridò forte. Un grido acu• tissimo, che mi fermò. E si chiuse la faccina tra le mani, per non vedere. àii aveva sempre guardato senza farai scorgere. BERTO • lo, una volta, m'impigliai nelJe erbe del fondo del fiume e fui lì lì per annegare. àli presero che avevo bevuto tanf acqua e mi deposero pro• prio quì, accanto a questo cespuglio. Quando mi svegliai • era come avessi dormito • vidi gli occhi delle bambine su me, spaventati, e mi sembravano lu• cidi e grandi e straordinariamente belli. Poi arrivò mio padre e mi portò via tenendomi sulle braccia come ei porta• no i bambini al Battesimo. BRUNO • Allora eravamo bambini. N'on sembra possibile che si possa, poi, di• ven.tare così. BERTO • Come così ? BRUNO • Così come siamo: da far paura e pena a noi stessi, se ci guardiamo. B&n:ro • Io non e\ peoso a queste cose. B1wso • Lo vedo bene. BER'l'0 • E anche se ci penso me le spiego. BRUNO • Te le spieghi ? BERTO • Sicuro. Cresciamo, e si deve usci• re tuui dal prato. Tutti. Anche le bambine. Molte oggi si sono sposate. Le altre, se m'incontrano, mi guarda. oo con gli occhi un po' socchiusi. E sono le stesse che da bambine li spa• lancavaoo per Jn meraviglia. E poi si fanno baciare. BRUNO • E bene? Che vuoi dire? BERTO • Sì •.. voglio dire ... Come il 60re che dii il frutto, insomma. li fiore scompare, cade. Ed era pur bello, e aveva un grato odore. A primavera quando nascono sui mandorli pare non ci sia cosa più bella, più lieta. Ma quando viene il frutto ci s'accorge che ha il sugo. Mi capisci? BRUNO • Tu bai una tua logica campagnola. Ma la foglia cresce sul seme e il fiore sollo foglia e il frutto sul fiore. Pare un indovinello. Dove sono, invece, in noi, nella nostra vita di oggi quelle cose • le innocenti, le liete . che ah• biano incontrato e poi interrotto nel prato dei bambini? BERTO · Tu fai solo l'intelligente. BRUNO • Io aspetto che ritornino d' improv• viso, un mattino, quando ormai non ci si pensa più. BERTO • (Caparbio) Non bo mai visto riFondazi26e Ruffilli - Forlì spuntare la foglia o il fiore dopo che s'è staccato il frutto. Viene l'inverno. La campagna sembra morta. Bisogna aspettare un'altra stagione. BR.IJNO• lo non credo aUa tua logica cam• pagnola. B~;RTO • Vedrai! B1WNO • Vedremo. BEH'l'O • Intanto muoviamoci. BRUNO · Perchè? Chi ci ba chiamato? BEtt'l'U • Guarda Jtl. Hanno gia spento al pianterreno. BHUNO • Spento? Dove? BEll'fO • A casa mia. Non ci sono più luci. B11UNO • Ah, è vero. Ma percbè debbo proprio venire a casa tua? BRR'l'O • Non vorrai ritornare in città a quest' ora. Bn.UN0 • Non mi alzerei dall'erba. Vi ho stampato su le mie quallr' ossa. BKH.1'0 • Andiamo, Andjamo. (S' incammi• nauo) A momenti s'accenderà una luce, pit\ in alto. BRUNO • Nella tua casa? Al pianterreno non c'è più nessuno? BEH.'1'0• T'ho detto di no. Adesso, sali. ranno. BRUNO • Salgono. lo indovino. Salgono le scale lentamente. Tup. sorella avanti, poi tua madre e infine tuo padre. Sai• gono piano perchè oltre il peso del giorno portano il peso dei pensieri. BERTO • Sì mio padre sale per ultimo. Fa il giro della casa per vedere se tutti gli usci sono ben chiusi. B1tUN0 • Non avete un cane che faccia la guardia? BERTO • 'o. B1WNO • Ecco ! BERTO • Che e' è? BRUNO • S'è accesa una luce di sopra. Fer• miamoci un momento qui, dietro il canneto. BEllT0 • Sì. Vedi: s'affaccia, e poi chiude le iruposte ... BRUNO • Chi è? B1m·ro • Mia sorella. BHUN0 • Ogni sera viene alla finestra, così? Guarda le stelle, e poi ... E' ancora H. Chi saluta? BKR'l'O • Nessuno. E' un suo gesto abituale far così con la mano. BRUI\O • E poi scompare. Bello ! • Ma questo è il sogno delle fate. B&R'l'o • E ora andiamo. Ha già chiuso. BRUNO • Però trapela ancora un po' di luce. BERTO • (Più lo11ta110) Vieni, vieni. Apro la porta. Entriamo. BRUNO • Lasciami qui un momento. on ho mai sentito tanti grilli cantare ... BEll'l"O • Entra. BRUNO • E e' è un magnifico chiaro di luna. SECONDO TEMPO BERTO • Guarda; hanno giocato, hanno bevuto, hanno fumato. BHUNO • L'aria però è fresca e quasi pro• fumata. BERTO • Di campagna. Hanno spalancato la finestra priwa di salire. - Qui, vedi, le donne hanno cucito. BRUNO • Per terra ci sono ancora pezzetti di stoffa colorata e fili di lana, e le sedie formano quasi un cerchio. BRH.'l'0 • Domattina ali' alba mia madre .ei alzerà e pulirà la casa. BRUX0 • Domani io mi alzerò prima del• l'alba e tornerò io città. BERTO • E aUa sera noi ci rivedremo. A· desso però salutiamoci. Uo sonno. Va. do n dormire anch' io. BRUNO • Buona notte. VELIA • (lontana) Berto. BRUNO • Chi è? BER'l'O • Mia sorellu. VBI.IA · (Uu. po' piiì. vicina) Berto, non sei solo ? BRRT0 · Ho condotto un amico. Aspetterà qui che si faccia giorno. É stanco. VELIA • Siete voi? BRUNO • Io. Buona sera. VEI.IA • Dove dormirete? BEH'l'O • Sull'ottomana. VELIA • Non ci aono coperte. BEH'l'O • Dormirò vestito. Ci sono abituato. E poi sono molto .•. stanco. VELIA • Allora noi ce ne aneliamo subito. E vi auguriamo la buonanotte. (Piri lontana). Non addormentatevi senza aver chiuso la finestra. Fa fresco pri• ma dcli' aJba, e vi farebbe male. Voi, forse, non siete abituato all' aria di campagna. BRUNO • È vero, non ci sono affatto abituato VEr.1.\ • S'indovina. Non s'incontrano uo: mini pallidi e biondi cqu.1e voi, in campagna. BHUN0 • Vi ringrazio. Ubbidirò. La finestra sarà chiusa. E così: potrò dormire profondamente, tranquillamente. VELIA • Ve lo auguro. BERTO e VELIA • (i,uieme) Buona notte. BRUNO • Anche- a voi. ( Le voci dissolvono) VEJ.1,1 • (Sottovoce) Fa piano, Berto: dormono. Bgu.TO • Sì il babbo e la mamma dormo• no certamente a quest' orn. Sono cosi stanchi. VELI,\ • Li salutiamo? BV.ll'l'O • Non dobbiamo svegliarli, Velia. VKLIA • Non li sveglieremo. Diremo piano, di qui, contro la porta ... VELIA e BEHTO • (Insieme) Buona notte babbo • Buona notte mamma. (Le voci s' allo,uauauo) Gr0SUÈ • Non dormi ancora, Celeste? CRI.ESTE • Non ho parlato, Giosuè. G1o~UÈ • Ma Io sento lo stesso che non dormi. CELKS'l'E • Tu pure sei desto. G10SUÈ. • Domani dovrò far macinare il grano nuovo. CÈLP.S'l'R • Non pensarci. Riposati, adesso. Sei stanco. G1osui!; • Sì, sono stanco. CEI..KSTE • Sarà tornato? (pausa breve) G,osuli • Non l'ho sentito. Ma ~ giù grande. Cl!;LKSTF-;• Oh, Giosuè, com'è terribile ve• dere i figli diventar grandi ! G1osu8 . E' trrribile, dici? CEI.ES'rll • Cominciano a far da sè. Si distaccano. E noi, allora, ci accorgiamo di essere vecchi. GIOSUÈ • Uhm! Vecchi ... Dormiamo ades10. CELKSTJ<;• Sì, dormiamo. (Pfo~tiuimo) Signore lddio voi che li vedete ... (La voce dinolve)

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