Via Consolare - anno II - n. 7-8 - luglio-agosto 1941

No furorio Kuan Ami Kiyotsugu (1355. 1406) e ,uo figlio Seami Motokiyo (137 3 • 1455). Dopo questa opera di gloria la pro• duzione dei NO rallentò e a partire dal XVI secolo, non. si può più citare alcun. autore di questa specie di opere letterarie ed estetiche. La famigla regnante del Toku• gawa (1603 • 1867) continuò pertanto a pro• Il Giappo,1-e hrr. il raro previlegio di chin Giappoue, è eroico e poetico. Per la teggere gli attori dei NO, e lo spettacolo possedere u,ui sua propria forma di let- loro educazione raffinata le donne giunsero di queste opera curiose e deliziose, re.uò. teratura teotrale: il NO (parola ciuese che a ma. grado di perfezione e di delicatezza sempre in favore pres,o i Giapponesi colti, significa: arte o rappreseutazio,ie d'arte). sconosciuto presso gli altri popoli. Il Bud- che amano ritrovare in esse, insieme COIJ. Se ci si acco11.tenta di u,,a difinizione dismo, filosofia d'una suprema eleganz~ f incanto delle cose scomparse, la bella generale è cosa esatta dire che il NO è ha insegnato a tutti la breve durata delle e pura poesia del vecchio Giappone. un'opera scenica, di espressione uobile e cose, leggere o passeggere,, come quelle Esiste 1ui. gran numero di Nò • 235 poetica, il cui sogg#'tto è generalmente nu11ole vaporose che corrono il Fuji. L' a• sono stati riuri.iti ,,ella più completa rac• leggendario, storico, religioso o estratto nima lliapponese è insieme stoica e me- colta Giapponese, i,ititolata Yo•Kyokudall<t letteratura narrativa o poetica, " il cui '-COpo è di incantare e di r.o,11mw>vere, per mezzo della parola e del canto, dei gesti e della scherma, della danza e ,Lella mu.sica. È una sintesi di tutte le arti che esprime u,i. soggetto talvolta squisito di per sè. Così i letterati e gli artisti giapponesi, apprezza"o i Nò come delle incomp,,ra• bili delizie Letterari8 e artistiche. Ecco in. quali circosta,ue, s,e si deve credere al Kosiki, "Libro delle cose antiche., (712 d. C.) una dea insegnò agli r,omini la danza e la musica. Lu Dea d8l sole irritata per le cattiverie di suo fratèllo, decise, u,i. giorno, di nnscondersi, nella grotta rocciosa del cielo, di cui essa stessa murò l'entrata. A causa di ciò. l' i,,tero universo fu immerso in. tenebre profonde. 800 miriadi di Dei si riunirono allora ai bonli della. via Lattea, per d1&liberare sulle misure che si dovevano prendere o,i.de far cessare questa critica situazione e per persuadere la Dea, a uscire dalla s11a grotta, furono tentate le più sottili lusi,t• ghe . .Ala nessuno uscì. Fu ora che la graziosa dea Or,.,. dzumè ebbe l'idea ,li danzare davanti alla grolta chiusa. !tlentre eua ,i accompagnava deli:iosameute con un flauto di bambù, gli dei battevano il tempo in ca• den:a. Il suo canto e la $tta mu.sic(, erano così belli che la dea del sole itica1ttata, non potè resistere alla tentazione di spingere un po' il blocco di pietra che la nascondeva e, curiosa e rapita, guaulò. Fu cosa facile allora, trarla fuori dalla sua prigione volo,itaria e così la luce riapparve sul mondo. Questa è l' origi,1.e leggeti.daria dei NO. Ecco, ora mia spiegazione più positiva. Prima di tutto l'ambiente. Il Giap, pone è ricco di leggende storiche e di una mitologia prodigiosa. È la " terra degli dei,.,. Tutti gli eroi della sua storia appaiono come dei personaggi leggendari. Di una alta civilinazione feudale, il vec• Fondazione Ruffilli - Forlì ravigliusfr. Ogni Giapponese educato ama lu l,ma e i fiori. Il tipo perfetto del Giap• 1>01,ese è ra-,,presentato da quel "' Samurni., eh~ coperto di ferite dopo la battaglia sentendo prossima la sua fi,i.e, sceglie, per morfrvi, l' ombra di iui susino in fiore, sotto la luna, Il Giappone è la patria di predilezione delle leggende nobili e gra• :iose. Più direttamente il NO si spiega per la pratica e l' evoluvione della melodia plastic11. La u terra degli dei,., era anche quella delle danze sacre fi" da tempi immemorabili (Kagaura). Nel VII secolo si prese l' abitucli.ne d( organizzare, ogni auno, all'epoca delle messi, degli spetta• coli a•.:compagnati dalla musica, chiamati: "Denngakou,., ai quali pre,idevano parte dei personaggi religiosi. 1Vel XIII secolo, può darsi per l' influenza cinese ( numerosi "bonzi,,,facevano allora dei viaggi i,, Cina) il carattere di queste danze si eccentuò e delle leggende vi furono incorporate. Nel X I V secolo l' evoluzione sboccò nel "Denngakou 1t6,, ciò che significa lette• ralme11te "Da,ue artistiche delle risate ,,,. li NO era nato. Dei teatri di Nò furo,io fo,idati, specialme,ue a Isè - pri,1.cipale luogo di culto della Dea del Sole • e più tardi, a Orni, " T<imba, a Nara. La grartde epoca dei No fu la fi~e del XIV e il X V secolo: fu allora che il NO, spettacolo religioso, divenne essenzial • mente aristocratico e che le famiglie regnanti ne favoriscono i compositori e gli attori. Fu di moda, tra i sovrani, avere la propria compagnia speciale di attori e si sa per certo cl,e alcuni Shoguns non esiuirono a recitare essi stessi. I più celeri compositori e allori i,,. og11.icasa di famiglia nobile, ciò che basterà a provare la stima i,1, cui si tenevano questi spettacoli di ,iobiltà. Favorito al suo cÌebutto dal gran• de Shogurt • Yoshimitm (1256 • 1394) il No trionfò, nel X V secolo, sotto il regti.o di Ashikaya. l due più celebri compositori di Tsughè, - ma benchè no,i. esista una regola assoluta la struttura usuale di un Nò è la segue,ue: un pellegrino o un viaggio• tore arriva in urt luogo famoso per una leggenda o per u;i. fatto storie~. E' que• sto un semplice pretesto che permette a una persona del paese, a u,i. contadino, per esempio, sovente anche al dio protet• tore particolare di quel luogo, di racco,i.- tare al pellegrino od al viaggiatore la leggenda locale in tutti i suoi dettagli. 1 personaggi che hanrto avuto un ruolo in questa leggenda, appaio,io frequentemente sotto forma di spiriti o di fantasmi o reiu• carnati nella perso,i.a di un abitante del paese. La bellezza della leggenda evocata, la magìa delle parole, delle dari~e e della musica, fara,ui.o, il più delle volte dimen• ticare e compenseranno largamente l' uniformità della struttura. I personaggi so,io sempre in piccolo numero, da due a cfoque, generalmente. Come nel teatro antico, vi è un protago• ,i.ista, personaggio principale che si chia• ma irt Giapportese il Shite: (colui che fa) e un deuterago,tista chiamato il Waki (colui che è di fianco). Gli altri attori sembrano il più delle volte recitare delle parti complementari o accessorie. Così questi ultimi sono chiamati Tsuve (accom• pagnatori). Come nel teatro antico anco• ra, il coro aiuta molto uella comprensione della trama, sia che egli descriva il pae~ saggio dove avviene l'azione, sia che egli spieghi il sentimento dei personaggi, sia che ricordi un fatto antico, sia che egli conversi direttame,i.te con gli attori. A ciò d'altronde si lim.ita il suo ruolo: 11011, costituisce mai un gruppo determinato di figuranti tali quali • vecchi, soldati ecc. . Egli non è attore e no,, sta sulla scena. Lo stile del Nò è di una grande ricchezza d' esposizione; dal punto di vista letterario il Nò rappresenta la quinta essenza della poesia giappo,i.ese. GIORGIO COLOMBO 19

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