Via Consolare - anno II - n. 6 - giugno 1941

un certo teatro di mestiere e di cassetta, non solo non osa reagire, ma si affretta a tributare lodi e ad avanzare giustificazioni. I registi che banno realizzdo i cinque lavori del repertorio sono tutti indistinta• mente fascisti universitari, cosi pure gli scenografi e la maggior parte degli attori. A proposito di questi ultimi è da notare che si è ricorsi a professionisti e a fi. lodrammatici non esclusivamente per la mancanza degli elementi, ma per l' inesi• stenza di un coordinamento, se non di ruoli, di quadri tra gli elementi giovani. Si impone insomma, per I' organico sviluppo e l' adeguata realizzazione del piano Teatro Guf, la costituzione di una Compagnia Stabile, composta e di quegli elementi che già dàuno sicuro affidamento dopo le numerose riprove, e di quelli che man mano usciranno dallo speciale corpo di recitazione e regia della stessa nostra eeziooe. Questa organizzazione dovrebbe essere sostenuta dall' istituzione di magari piccole " borse,, ed eventualmente, volta per volta funzionando, essere integrata da specialissimi ma sempre più rari elementi professionisti e filodrammatici. L'attività del nostro Teatro Guf non si è certo esaurita nell' allestimento degli spettacoli e nella loro realizzazione; ma si è estesa - anche questo anno, sia pure lÌmitatamente - a quei campi che debbono essere considerati sempre meno margillaH e più essenziali per la vita della sezione. La .,. leva artistica ,, ha iniziato J' anno richiama~do e concentrando nuovi elementi e nuove forze. Dinanzi ad una Commissione composta da C. V. Lodovici, Giulio Pacuvio e F. Fulch.ignoui, i giovani universitari hanno sostenuto un breve esame di dizione e recitazione o di regia e cultura critica o di scenografia, per essere ammessi al Corso di recitazione e regìa. Questo corso - tenuto da Giu\io Pa• cuvio - dopo poche lezioni si è dovuto sospendere per il richiamo alle armi del docente e di uoa parte degli allievi. Gli scenografi hanno invece partecipato ai concorsi' relativi ad ogni spettacolo, presentando i bozzetti tra i quali sono stati ecelti i migliori e i più adeguati alle intenzioni dei registi. La collaborazione col Teatro della Università si è realizzata praticamente nella regia di Gerardo Guerrieri per Sturm. und. J)rang di Krioger, e nella aiuto regìa'di Mario Beltramo per Le rane di Aristofane. La parte puramente letterario-culturale si è svolta quest' anno solo relativamente ai testi da realizzare, in specie per la traduzione di L' aulu.laria di Plauto, che è almeno un tentativo di seguire i nuovi indirizzi filologici. Data la sospensione dei Littoriali, non hanno avuto luogo i coosueti convegni di critica, preparazione necessaria al Convegno prelittoriale. Invece ha funzionato l' assistenza di un'apposita Commissione - formata da C. V. Lodovici, Ugo Betti e Giulio Paco• vio ai giovani autori e alla loro prepa• razione per a concorso littoriale. Infatti, Fondaj)~ne Ruffilli - Forlì tutti e tre i lavori inviati dalla Commissione a Firenze (Cieli di G. Gigliozzi • Quel che il niuro ha visto di G. Santoni - La procura di T. Vasile) sono entrati in graduatoria, ed una, La procura, è stata pre• scelta per I' esperimento scenico. L' opera di propaganda si è questo anno limitata - per forza di cose - alla distribuzioue di biglietti a riduzione per i maggiori teatri di prosa, e concorrendo - assieme alla organizzazione _ l' allestimento della Leva e degli spettacoli. Resta infiue da comunicare cbe la Sezione teatrale conta attualmente 260 iscritti fra organizzati attori registi scenografi fìgu• rinisti autori critici propagandisti. La stagione del Teatro Guf è finita. Tra qualche settimana, coloro che hanno con tutto il loro giovanile entusiasmo tentato programmi di reaJizzazione ed atteso, sereni al loro compito di cultura e di arte, indosseranno il grigioverde. La ~nuova stagione si aprirà certarueute al loro vittorioso ritorno. Allora i giovani potranno operare con maturità più profonda, e con forza più in• tensa, perchè si realizzi il loro preciso in• tento di elevarsi in un piano di serietà ar• tistica e di portare finalmente al teatro di Italia lo spirito nuovo e la parola nuova .. G. S. ID>ELLU? l\UVJ1.~SllT,À I!)[ ROl½lA di, (J,«u.ef!f!,e .AnùmeW. Un teatro di qnesto genere deve poter soddisfare le esigenze di ,m pubblico particolarmente preparato sia per la maggiore coscienza dello spettacolo sia anche per i presupposti di natura culturale. Questo pubblico esiste, lo riconosciamo ad ogni occasione e in linea di massima aderisce nei due sensi suddetti agli spettacoli. La funzione squisitamente intellettuale che codesto teatro si è ass,mta, ci pennette di considerarlo perciò come una delle più Ìliteressanti istituzioni del mondo teatrale romano. I due ultimi spettacoli presentavano nna particolare attr<ittiva. " Sturm und drang ,, di Klinger e tre " No ,, giapponesi. Il primo, affi· dato alla regia di Gerardo Guerrieri, ha costituito più che altro un gesto di fede verso un lavoro la cui scelta per la realizzazione, solo un altissimo interesse storico poteva determinare. Perchè in realtd il valore di esso è esclusivamente documentale. La prova scenica peraltro ha rivelato oltre che gli squilibri riconosciuti del dramma anche un equivoco nella regia. Rifiutata l' impostazione storica di regia, vale a dire la ricostruzione tecnica degli elementi spettacolistici propri del tempo i_n cui il dramma fu scritto, occorreva ,m adattamento alla sensibilitd moderna, più incisivo, più compromesso, che è invece mancato. Onde si è avuto lo strano fenomeno di une, regia, condotta con ,ma certa misnra e intelligenza, ma sbagliata per un errore di partenza. Peraltro gli attori non erano quelli tagliati per i personaggi che sostenevano. Meno felice nelle parti drammatiche il regista ha rivelato ì,ivece ,ma certa arguzia in quelle· scanzonate e allifgre. I tre " No ,, erano stati affidati alla regia di Enrico Fulchignoni e il risultato è stato per diversi aspetti interessante. Anche qui la tecnica originaria, difficilissima, se non altro per una questione di lontananza nel tempo e nello spazio, è stata abbandonata per ,ma " trascrizi(!ne di f an'tasia ,, , vale a dire per una dialetizzazione attraverso il gusto occidentale moderno. S' intende che in ambedue gli spettacoli, anche se ricostruiti filologicamente, questa sensibilitd moderna sarebbe sempre affiorata, perchè nati da essa, ma non sarebbe stata così scoperta e ojferta, e in questo senso potremmo riconnettere la questione a un fatto di sincerità e di immediatezza. Una trascrizione basata su elementi di comune conoscenza, su di an mondo orientale costruito con dati di fatto• irrisod come per esempio una figurina disegnata sa ,m vaso giapponese, sa una quotidiana acce• zione di notizie di seconda mano. Il che non ha fatto altro che accentuare il carattere finissimamente intellettualistico della cosa. Ma come

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