Via Consolare - anno II - n. 6 - giugno 1941

Tarda è la notte e assai lungo il cammino Roccie pietrose e puntuti pie.chi Ergonsi al cielo minacciosi ed aspri Cime superbe e precipitanti avvalli Sognan lor tetri e paurosi enigmi. Sosta non v' ha a questo eterno andare, a questa diuturna mia fatica orrenda. Ali' e Obbedisco • freddo ma remissivo di Garibaldi fa riscontro lo strazio dell' ani• mo di Gessi, quando è forza tarpare le ali alla vittoria. Tuttavia il volto della Patria va completandosi: quando Ravenna diviene italiana, il Gessi ritorna nella città di suo padre e ne chiede la cittadinanza. Sotto il formale 1 riconoscimento e' è la conferma piena dei suoi sentimenti di italianità e la Patria ha ritrovato un nuovo figlio. Ripren• de quindi i suoi viaggi e si stabilisce per breve tempo in Romania, dove sposa Maria Purcard, che lo renderà padre di sette figli. C'è però nella sua natura un' avver• sione insita alla vita sedentaria. Il suo spirito sogna ardentemente nuove emozioni e nuove avventure : sembra quasi che il suo destino sia quello di vivere nella tensione continua dell' imprevedibile e dell' ardimento. Giunge una lettera di Carlo Giorgio Gordon, il quale ricordandosi che un gior• no il giovane ufficiale nel lasciarlo gli aveva offerta la sua opera, lo invita a fare un viaggio in Africa e precisamente nel Sudan. La proposta è troppo allettante : Romolo non sa resistere e parte verso l'ignoto, avendo nel cuore solo la sua fede d' apostolo e l'ardente desiderio di portare in mezzo a quella gente barbara la luce della civiltà. Il governo egiziano era incapace di tenere l'ordine nel Sudan e di controllare l'attività delle feroci orde guerriere, che infestavano il territorio, raziando ovunque con una crudeltà inaudita. I governatori ed i comandanti del presidio inviati dal governo, invece di far fronte energicament~ alla situazione lasciavano passare tutto sotto .silenzio, non mancando anche di favorire i mercanti di schiavi, quando ciò potesse tornare a loro vantaggio. Così. che l'indegno mercato umano •c·ontinuava su larga scala con una inumanità e una efferatezza spregevole. I feroci negrieri scorazzavano ovunque facendo stra• ge di coloro che osavano difendersi e traendo in servitù donne e bambini. Simile condizione di cose non poteva durare e P Egitto fu spinto a reprimere tutti quegli eccessi, indegni di soppravvi, vere in mezzo alla civiltà e al progresso degli altri popoli. Fu appunto per questo che l'Inghilterra su richiesta del Khedivè lsmail Pascià inviò Gordon come GovernaFondazi8ne Ruffilli - Forlì NICLA VEGGIANI tore del Sudan, con la segreta speranza che l'energico e valoroso colonnello sapes• se affrontare con successo la situazione di quella regione. Nell'impresa difficilissima Gordon capì che l'uomo capace di aiutarlo e ci collaborare con lui era proprio il brillante ufficiale conosciuto nella guerra russo-turca. Romolo, a cui venne offerto il grado di " effendi ,,, comincia cosi la sua esplorazione in terra africana. S'imbarca sul piroscafo Saphia, lo stesso sul quale le drammatiche vicende di un secondo viaggio Lo porteranno inesorabilmente verso la mor~ te crudele, e nel giug"no 1871 l'ardente pioniere raggiunge Fascioda. Poi il Saphia entra nelle acque del fiume delle Gazzelle. Ali' aridità snervante e desolata delle rive si aggiungono le difficoltà di una naviga• ziooe sempre più faticosa e pericolosa per via dei sedd, isole di fango e banchi intricati d' erbe, che sbarrano da ogni parte la marcia delle· navi. Finalmente Masbrael-Reh è raggiunta e Gessi instancabile si mette subito al lavoro. Prima riordina il paese su nuove basi, dando leggi severe ed imponendo una ferrea disciplina. La schiavitù viene repressa con ogni mezzo e i negrieri, che si dedicano ali' infame commercio, sono severamente puniti. Sem• pre facile alla bontà, alla misericordia Gessi diventa inesorabile quanto si trova di fronte a casi di si terribile crudeltà umana. Tutte queste occupazioni non gli impediscono tuttavia di compiere rilievi cartografici, di studiare la natura del terreno e di far ricerche scientifiche. Colpito gravemente dalla malaria, la sua forte fibra riesce a vincere il male. Continuando il viaggio si incontra con Gordon e con lui raggiunge Gondocore. A Gobelui Gessi riceve una lettera, l'apre ed impallidisce. Essa gli annuncia la morte del figlio. lJ dolore è straziante ma bisogna sopportare con fortezza perchè Romolo sa che ogni ripiegamento di fronte alla sventura è indegno di un uomo grande. Rispondendo all'invocazione del comandante di Fascioda, J ussuf Bej, circondato da· 6000 Scilluk (tribù selvaggia e feroce del Sudan in ribellione) affronta gli assedianti e compie miracoli di prodigio, quando la vittoria sembra arridere ai nemici. L' esempio è scintilla di riscossa, accende nei guerrieri il desiderio di emulare il capo e gli Scilluk sono messi in fuga. Compiuta questa prima e difficile miseione il Gessi non conosce soste e si accinge ad un'altra impresa, l' esplorazione del Lago Alberto, per accertare se veramente il Nilo fosse un e• missario di quel Lago. Già altri avevano tentato l' impresa ma il loro tentativo era fallito. E Gordon aveva compreso che l' unico capace di squarciare il velo ·di questo mistero era appunto il Gessi. Egli partì da Cartum nell' ottobre 1875 accompa• gnato da Carlo Piaggia altro valoroso pio• niere d' Africa. Trovò ostacoli terribili e nella natura e negli abitanti di quelle sconosciute regioni, ma la sua volontà seppe trionfare e il successo coronò l'ardimento dell'Italiano. Cosi fu pienamente accertato che il Nilo era un emissario del Lago Alberto. L'ammirazione che circondò l' im~ presa del Gessi fu generale. Tuttavia il governo Egiziano, per conto del quale era stata compiuta l'impresa, non si mostrò troppo generoso ed offrì a Gessi il miserrimo compenso di 100 sterline ed una onori• .ficenza di terz' ordine. L'animo di Romolo rimase un po' scosso ed avvilito e Gordon credendo di riconfortarlo si lasciò uscire di bocca: What a pity you are not au English man! A quell'esclamazione inaspettata Gessi si senti offeso nel più intimo dei suoi sentimenti. Aveva nell'animo la fierezza di essere Italiano e non poteva permettere che altri, anche se era un amico carissimo ed ammirato, osasse profferire espressioni poco riguardose verso la sua Patria; così toltosi il tarbue che aveva in capo, lo gettò a terra dichiarando di dimettersi. Ritornato in Patria cercò di raccogliere aiuti ed adesioni per l' esploraziane sul fiume Sehat. 111a la perfide ostilità delle autorità orientali interruppe la sua opera perchè fu fatta scomparire in un incendio la cassa contenente tutti gli strumenti scientifici utili all'esplorazione. Ritornò con l' an.imo amareggiato per· chè il destino sembrava congiurare contro di lui. Quello stesso destino però gli apri• va di nuovo la via verso l' Africa. Fra due uomini dalla tempra eroica quali Gordon e Ges·si non potevano durare a lungo il risentimento e il rancore. Così che quando scoppiò nel basso Sudan una vasta ribellio• ne capeggiata da Suleiman Bej, Gordon comprese che ancora l'unico uomo che poteva affrontare con successo la situazio• ne era appunto l' amico di un tempo. Si rivolse pieno di fiducia a Romolo e bastò quel gesto perchè i due amici tornassero a stringere i vincoli di un tempo. Gessi rinunciò ad una nuova esplorazione che doveva compiere nella regione del Sebat e si accinse alla nuova rischiosa impresa, Ja quale maggiormente si add.iceva alla sua avventurosa natura. La zona infestata dalla sollevazione delle feroci orde di Sulei• man Bej era tutto il Bahr-el-Gazab, ossia il vastissimo territorio ad ovest del Nilo Bianco e a sud del fiume delle Gazzelle, compresa ali' incil'ca fra i gradi 6. 10 di latitudine e i 24 e i 30 di longitudine; un immenso rettangolo dell' altezza di 450 chilometri e della I unghezza di 650 chilometri. (continua) BRUNO MASOTTI

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