Via Consolare - anno II - n. 3 - marzo 1941

ClNE-TEATRO-RADIO TURBAMENTO scritto la commedia e forse, in piccola dose, huone intenzioni : prova ne s:a i! fatto che motivi ne affiorano ad ogni momento (psicologia di un vecchio che si innamora di una giovane: risvegli-:, del sentimento della paternitàì, ma nessuno di questi ,è effettivamente realizzato. Solo un momento che è preparato da una intera situazione. l'amicizia di Antonio per Ippolito, viene raggiunto nell'ultima scena. in una battuta. Ippolito ha deciso di partire: esprime l'opinione che presto sarà dimentic2to oltre che dai figli e da Silvia anche da lui, Antonio; questi. che ha seguito da lontano tutta la vita del suo amico errabondo, risponde: " A me, dici questo ». E un momento non corr:- pletamente puro, ma è comunque tra i meno brutti. Il resto è abilmente ma-- scherato; tanto abi!mente, che ha tratto in trappola alcuni critici navigatissimi. i quali, com'è ovvio. di buon grado si sono fatti tirare in trappola. li trucco è in certo modo rivelato dalla regia che nei momenti critici. dove afdi Preme!tiamo, a nostra eventuale con. fusione, che di Cantini non conoscevamo se non la notorietà dello scrittore di teatro. Forse per questo, prevenuti come siamo da pregiudizi fuor di m0da. siamo andati all'Eliseo con anim•> piuuosto malevolo ad ascoltare la nuova fatica di questo autore, " Turbamento ,,. N., si può <lire; ora, Cantini cognito, che, dal nostro punto di vista, avessimo fatto un giudizio temerario. Questa commedia impolpettata con t:na congerie di elementi e situazioni eterogenee, derivate cioè da varie fonti in una complessa contaminatio. segna ptmtualmente il grado di 1emperatut a media della produzione teatrale corrente. La quale, tanto per chiarire le idee, pur abbaridonandosi alla piìt materiale commercialità e alla più accomodante pigrizia. non disdegna di ammantarsi di nobili intendimenti artistici e magari di situazioni altamente is1ru1tive. Anzi ir. questo senso si sta creando una specie di casistica pedagogica tralta dai piì,, disparati argomenti e sfru1tata essenzialmente per la cassetta ed eventualmente per I·applauso a scena aperta. Tra gli altri, gli argomenti che sono propri della propaganda politica, quali la fam;glia, la forza militare, i Hgli. la casa, ecc. innestati con accomodante impcontitudine sui peggiori :anoni del più brullo teatro borghes-:, hanno dato origine a una serie di lavori la cui caratteristica i, quella rF pcesen:are esempi notevoli di poesia addomesticata. E tu1tavia questo discoc • so non vale interamente per questa commedia, chè pe, mancanza di una specifica intenzione forse, o per furbizia di composizione. qui ci si imhatte non in una grossolana morale pedagogica. sempre presente dietro la ha1tuta. ma in una sfumatura di significati estrinseci che in quanto più nascosti, sono tanto piÌl deplorevoli. C1r munque. Un cinquentenne viveur, Ippolito. dopo aver scorrazzato impunemente per il mondo, torna, per breve tempo, nel luogo natale dove ritrova Antoni<>, il suo amico della giovinezza, quello cui confidava i segreti delle sue prime vittorie d'amore e che è stato ed è una sorta di amministratore dei suoi beni. Questo ~inquantenne che. si badi. ha l'aspetto di un giovanotto o poco pili. si innamora, riamato. della figlia di questo suo amico, Silvia, temperame!1to forse romantico: oppure no :dalla comn,e<lia non risulta niente a proposito di Qt!esto strano tipo). Il padre <ii Silvia si oppone alle nozze ma è vinto dalla ostinazione della Hglia. Intanto (o Fondazion~/ 1~UffiÌ1rrlir1or,ìfigli di lp- /',,g. 16 GUIDO CANTINI polito, che hanno vissuto sempre 30li, abbandonati sia dal padre che dalla madre, chiamati per l'occasione del lidanzamento, quasi ad ottenere per essi il consenso della potestà filiale a ·quel mostruoso matrimonio. Nel cuore d'Ippolito che da cinque anni non li ~a veduti e sebbene se ne sia sempre disinteressato, al'lleno per quel che riguarda il lato umano dei rapporti familiari. sboccia un sorprendente sentimento della paternità, dovuto non tanto ad una convinzione morale, come sarebbe auspicabile, quanto piuttosto a "Turbamento" di Guido Ca,1ti11i - Comp. Teatro Eliseo un fenomeno di psicopatologia, provocatu da un medesimo profumo, usato da Silvia e da Adriana, la maggior<! dei figli di Ippolito. Questi 2llora fugge, solo, dopo aver ridato Silvia al padre. Ci siamo tenuti sulle generiche. n':!l narrare la trama, proprio perchè anche con questo poco, era possibile rilevar,~ come essa fosse affollata di reminiscenze e di possibilità ormai spremute fino all'inverosimile. E una particolar':! specific2zione delle scene non sar<!bbe servita che a riconfermare questo giu • dizio. 1La costruzione artificiosa della commedia, ottenuta con acrobazie di mestiere e di riferimenti, secondo il canone di un 'astuta alchimia tea trai~, è ragione a se stessa o meglio è riuscita ragione a se stessa. !.,'autore aveva in mente grandi cose quando ha fìorava il dramma, esternamente s'intende. mentre per il resto si affidava alla sicurezza e alla bravura degli attori, assumeva un carattere nettamente isterico che denunciava un evidente scaldarsi a freddo. E malgrado tutto poi, malgrado cioè il mestiere, la costruzione accmata, Cantini non è riuscito a giustificare adeguatamente alcune situazioni e alcuni accenti melodrammatici, e certi moti dell'animo si manifestano come fulmini a ciel sereno. I personaggi, alcuni, ipostatizzati in caratteristiche non offerte dall'autore. ma dall'opinione comune. cioè tipi d: una determinata società, altri. con quotidiane fisionomie letterarie, da novella della « Domenica del Corriere"· non potevano certo offrire la giustificazione dell 'nzione drammatica e così

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