Via Consolare - anno II - n. 2 - febbraio 1941

Fondazio CINEMA Due bandiere Nel 1111mero /05 di "Cinema" apparve un articolo di Sacca che ripeteva· ancora 11111v1olta con corre.si e sommesse parole, la predica contro il coEfume assai criticabile di coloro che i11deg11amnte formano il nostro mondo cinematografico. t chiaro che il Fascismo, nel suo ri1rno11ame11/omorale, i111vesfel' 1101110 nella sua totalità, poichè è ber. consape110/ecome nella 11itadi una spiritualità non vi possano essere fratture tali per cui si tenda ad tin tipo di vita da 111111 parte e se ne realizzi un secondo da un'altra. Sa quindi come determinando il costume morale di m1 tLOm'.i si possa determinare sulla stessa linea anche un allro costume, come potrebbe essere quello artistico. Che l'arte nasca, quando ve n'è la disposizione, da qualunque condizione morale dell'uomo, siamo per/et/a.mente d'accordo. M,i se noi vogliamo tener presente che è r.ostra mtenzione, per far confluire pirì rapidamente le forze della naziom; verso l'unitd, di costruire il cittadino dall'inferno, dandogli, in qualunque condizione. un identico substrato morale ( che è poi l'unico modo per intervenire nei falli d'arte: fare l'uomo cioé e attenderne la formazione: l'uomo a sua voi/a farà l'arte sopra il voluto piano morale. Ogni interven,to dall' esterno, a questo proposito, è ridicolo) ~e noi vogliamo tener presente ciò. un inlervento contro il mondo morale dei commenda/ori è pitì che mai giustificato e coerent_econ le premesse. Questo ripetiamo anche per rispondere ad un cerio "Spulciatore" del giornale "Eccoci!", il quale interloquisce ingi11stifica/amenfe contro l'articolo di Sacca. permettendosi di dire alwne sciocchezze circa le presunte intoccabili "consuetudini" del!' ambiente in questione. P. strano infatti e/te "Lo spulcia/ore" non si accorga della contraddizione in wi cade quando accenna allo stile fascista Gite muterà l'ambiente col tempo. E come lo mul,erà se non saremo noi a 11111/arlocon le nostre critiche ed i nostri a/tace/ti; come lo muterà se è "const1eludine" che la vita vi si svolga così? Forse permettendo il malcostume, e f,1ce11dùcreare opere d'arte? Ma 11011 sappia.mo come vi si possano infillrare gli artisti, senza elle sia lecito spezzare il fenomeno del nepat'ismo dei produttori e del circolo chiuso che determina le incompetenze, s-enza elle la sola ed esclusiva brama del denaro e del godimento materiale possa mutarsi in un più allo miraggio morale, se111z11 che le sceneggiature vengano scritte in 1111naoi/e sola poichè si è perso il tempo in locali pitì o meno leciti, senza sopraltutto che vi sia quella sere11ifà mentale e quella serietà che pilò permettere di rifiutar€ 11110al.trice a11che se è facilmente sfnitlabile in luoghi chiusi, od un regista anche se indulge a licenze omosessuali'. Ma noi sappiamo che "/,o spulcia- /ore., voleva difendere l'arte come momento di per sè allament,e morale nell'uomo. E di questo gli diamo perfettamente ragione. Sollanto che appunto per questo i nostri cineasti non faranno mai dell'arte: pere/tè è un momento allamente morale. Se poi ne facessero. conducendo quella tal vita che conosciamo. allora sollanfo potremmo vedere se è meglio avere dei buoni cittadini o dei grandi artisti. r. r. COME FALLI' UN TENTATIVO Non un pettegolezzo, ma del!'ambiente che soffoca Abbiamo avuto notizia di Emanuele Caraciolo per la prima volta da un giornale di cinema : una breve intervista di due terzi di colonna. Cosi sapemmo che Caracciolo, allievo del C.S.C., era stato per molto tempo aiuto di un regista italiano considerato di gran valore, in Italia ed in Germania; alla vigilia di tentare una prova tutta sua, stava per recarsi a Torino dove avrebbe diretto un film, La notizia ci interessò particolarmente, per quanto non conoscessimo il Caracciolo, perèhè si trattava di un giovane e poichè egli, concludendo, formulava l'augurio di veder presto al/a prova altri giovani : Paolella, Ferroni, Cerchio; questi ben conosciuti : uno dei « nostri n, dunque. Stando dalla parte del pubblico, e cioè attraverso le notizie dei giornali, ecc., la presentazione il cinema d'arte "Troppo tardi li ho conosciuta" di E. Caracciolo ecco quanto si seppe di questa iniziativa : annuncio- dell'inizio di lavorazione nello stabilimento del! 'Elettra-film di Torino di un film comico-farsesco « Troppo tardi t'ho conosciuta», diretto da Emanuele Caraccio1'o, con il tenore FrancoLo Giudice, Barbara Nardi, Tatiana .Pavoni, il comm. De Sanctis ed una attrice tedesca di cui ci sfugge il nome ; operatore Emanuel ; qualche fotografia di Ba-rbara Nardi, vincitrice di un concorso milanese per un~attrice ; rare fotograrie di scena e di lavorazione. Poca roba, ma a crescere 'interèsse ecco su ccCineman n. 82 un articolo di P. M. Pasinetti intitolato « 1 cavalli che parlano n in cui, t-rattando un po' del! 'avanguardia, del surrealismo e affini, a nomi illustri come u Sangue di un poeta», " Lot in Sodomn, u La fine della Casa Usher », « Gabinetto dei' dottor Caligari ))1 u Balletto meccanicon, u Entr'acte», affianca come conclusione il film di Caracciolo con queste parole : « . .. più recentemente ci è parso di riconoscere in certi passaggi del film di Caracciolo « Troppo tardi t'ho conosciuta,,\, qltella tranquilla follia che è necessaria a vicende del genere accennato : un mondo sempre più svincolato dalla realtà comune si presenta a noi con tranquillità e coerenza. Le rappresentazioni teatrali di un tenore sono pagate in animali (dr. Clair), le stanze sobriamente si popolano di giraffe, manichini, racchette da neve. Una vicenda che comincia con apparenze paesane. fra due mulini ed un Sale e Tabacchi, si inoltra inavvertitamente negli ,ambienti · anormali dell'allucinazione. Non sono mai persi del tutto i contatti col punto di partenza : a( contrario la vicenda è cosi nota che sembra eccheggiare di proposito il luogo comune; solo che qui tutti parlano come se avessero una strana coscienza di questo, mantenendosi in uno stile molto più letterario del solito. Questo permette ai personaggi quel distacco, quella specie

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