e guardavamo la sua piantata con occhi freddi e spregt,udicati. « Che vogltono? • borbottava Pietro; e si agitava al pensiero che essi venissero a preannunciare un funere. Aveva sentito dire di misteriose speculazioni che Paolo azzardava con costoro per arricchirsi con ra,pf!di,tà. No.n lo ca,piva. Qual:e bisogno ha un uomo più di u11 albero ? Un tozzo di terra e uno di cielo. Ma un giorno Paolo parlò chiar,amente di imbarco. « In Brasue • disse. Approntò i grossi bauli degli emigranti, alti e squadrati sarcofagi. Pietro tacque per zungo tempo, ragionando tra sè stupito di paesi irra,ggiungibili e di uomini e donne gra]!di al pari di bestioni, infine gli chiese degli ulivi. « E' giusto• rispose Paolo, « è giusto eh' io li venda al fratello piuttosto che li getti in mano d'altri. Dammi quanto vuot ,. Gli toccò una miseria. E parti con un'alba in cui luci e CU<ienaviga.vario avvolte nella nebbia, trascinando in corsa le ultime costellazioni. Pietro chiuse la porta con le sbarre e attraverso le finestre scardinate stette a spiare gelide acque bianche che fiuivano lungo il cielo da oriente. QUINTO GHERMANDI Quinito Ghemiandi ha 23 anm ed è scultore. E' facile e naturale, per chi trascorra sia pure pochi momenti in sua compagnia, conoscere il suo profondo temperamento artistico; è facile perché Ghermandi ha il dono di comunicare agli altri l'entusiasmo da cui è anln1ato quando pa.11la dell' ATte se accompagna il dire con quei nervosi movimenti delle dita che sembrano voler modellare il pensiero e l' attenzione dell' a,scoltatore. E' nece;sario dire che per Ghermandi l' wte non si ferma al concetto e al senso della scultura. Ghermandi è un artista perchè, al pari della scultura, vive neH' arte della pittura, della poesia, del teatro e del cinematografo; è particolarmente scultore perché l' assidu-0 studio e il sensibile tatto lo hanno rero capace di far sorrddere nella creta la sensibilità del suo animo aper-to a tutta l'Umanità. sono i fatti della vita che muovono il suo pensiero e il suo cuore alla scultura. Perchè Ghermandi non è un artista che vive in disparte dal mondo. Egli ci vive in mezzo perché prima di tutto è un giovane e come tale nulla di quanto è nuovo e d.i.na-- mico può essere estraneo alle sue conoscenze. Quinto non è l'artista del passato. Conosce aJ!a perfezione le armi; · va a cavallo con i:rande passione, nuota ed è uno sportivo equilibrato. Quinto Ghermandi andò ali' Accadeinia di Belle Arti in BO'Jogna a 17 annà. e fu accolto nelle severe aule della scuola di scultura del faentino Ercole Drei, del quale doveva divenire uno dei migliori e più amati alVIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì lievi. Dirò subito, non potendo parlare a lungo della scuola, che Quinto apprese ben presto dall' ooservaz10ne personale e dai coru5ig11di el maesko che sarebbe stato tanto inutile e dannoso lasciarsi trasportare da malsane teorie e da acrobatismi mentali quanto invece, utile e necessario andare alla ricerca di quella verità, di que,la sana interpretazione delle cose che, secondo il suo temperamento diventava, e resterà sempre il suo tormento d' arttsta. Lavorando in silenzio Quinto è giunto al primo successo e alla prima notevole soddisfazione vinoendo la borsa dell'Accademia Olementina che ogni anno viene posta in concorso fra i migliori alllievi dell'Accademia stessà. Questo fa;tto permetteva al Ghermandi di poter guardare con maggior fiducia e .minor preoccupa,- zione all' awenire dellla sua arte, e fu da allora che egli vi si dedicò completamente. I suoi progressi nel campo della scultura in questi lllllni hanno stupito tutl:.i ed anche i professori delH'Accademia hanno volutQ riconoscergli i pregi diplomandolo a pieni voti in tutte le materie dopo sei anni di continua applicazione scolastica. Dopo varie prove positive sono di questi ultimi due anni alcune sue noteve/li affermazioni in Bologna. Ha partecipato nel 1939 al Concorso Curlandese di scultura presentando una « Vittoria Legionaria» concepita con criteri di modellato moderno e un'applicazione d'indole classica alla soluzione del soggetto. Nello stesso anno si è classificato primo nel concorro prelittoriale di bassorilievo presentando un trittico dal titolo « La Bonifica». In quest-0 lavoro vibrante di umanità è ìl Ghermandi più commosso e più sensibile, è ili poeta al quale la tragedia deJ!a miseria risanata dal Javorn degli uomini à ispirato un canto dolce e sublime. Il lavoro fu da•lla critica molto apprezzato. Sempre nello stesso periodo un 'altra opera illustre era creata da Quinto: « L' appisolato» lavoro di una perfezione tecnica quasi assoluta, di un modellato così fine da rendere veritiere •le membra dell'atleta che, stanco, si abbandona al ristoro del sonno. Una così sicura promessa di tanto lavoro non poteva andare delusa, e finalmente, nell'anno XVIII Quinoto doveva cogliere il maggiore e clamoroso successo. Da tempo egli andava studiando la composizione di un' imponen,te bassordlievo rappresentante un'allegria della G.I.L. Anche se 11 titolo litoriale non gli venne concesso, il bassori1ievo non poteva sfuggire al vero riconoscimento: il Se- . gretario del Pa11tito, in visita alla M06tra d' Arte dei Littoriali, ammirato del notevole lavoro, ne decideva l'acquisto per una cospiOuinto Ghermandi: L'appisolato cua somma e •lo assegnava alla Casa deJla Gil di Bologna dove ora ricopre una parete della sala d'entrata. Il successo ottenuto dall!l'c,pera è il miglior commento. Comunque giova ripetere che il bassorilievo, che è di una superficie di 10 metri quadrati con diciotto figure al vero, dimostra anche il ccmcetto architettonico che l'autore si è preoccupato di dare al! bassorilievo le cui figure in parecchi punti sono soffuse da una morbidezza tale da richiamare alla mente saggi di scultura classica. UMBERTO MANGINI 7
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==