Il iroppo è troppo. ·Anohe l' anwre della tesi quando essa conduce un corsivista di un settiman.cùe toscano (H Ferr.uccio, 8 Agosto 1940-XVIIIJ, dopo alcwne osservazioni nobilissime ip. fatto di letteratura per tutti e per i giovani in parti,colare, a conclusioni affrettate e reazio'Tllarie. Conclude infa.tti: « I ragazzi leggamo Pinocchio e Ciondolino. I grandi si ramment-vno che Ferdi11ando Martini h;a, lasciato delle pagine di prosa schiettamente italiap.a, e che Renato Fucini ha qualcosa da raccontare anche agli uomini deUa nuova generazione •. Lontano da 11,oi il volere ribattere qwalcosa, ctrca la nobiltà dei libri e degli autori citati, ma è possibile, in questo nostro anno fatidico, sia pure per forzatura polemi,ca, trovare il rimedio ad una inedia letteraria, e nwrale con un simile antidoto ? Dtgnità, nobiltà, elevatezza di sentimenti: ma sia>mo 11-elpiù schietto ottocento; e noi ammiriamo «Cuore> ma lo vuardianw come um documento storico e non come il manuale tipi,co della nostra tanciuJ.- Lezza. A tempi nuovi cose nuove; a saldissimi cuori di italiani guerrieri e trasmigro;J;ori l'alimento di una prosa dai larghi voli e dalla sintassi rovente. Esempi di epistolografia, di un tempo che dovrebbe essere fascista: « Abbiamo ri,cevuto la pregi)ata vostra !et-tera e • Vi diremo con tutta sincerità che nessuno piu di noi sarebbe lieto di essere in, gnado di continuare a soddisfare Le richieste vostre e di t.utti gli altri nostri affezionati cUenti integraimente, ma purtroppo, sotto le circostanze attuali, ciò non ci è consentito per ra.gt:oni indipencte11-tidalla nostra buo111avolontà e il nostro agente signor Ermanno Jacc-hia, al quale andiamo a dare comunicazione del contenuto delia suddetta Vostra, potrà agevolmente esporvi e spiegarvi le ragioni che determinano tale stato di cose. Ct è caro significarvi linoltre ohe teniamo la Vostra Spett. Ditta in cima ai nostri pe111Siert (sic) e che non appena saremo in grado di disporre di qual.ohe quantitativo di merce, libero da impegni per la vendita, il suJ.lodato nostro agente farà una equa distribuzione dello stesso. Vi ,preghtalmo iintam,to gradire i nostri più distir,.tt saluti>. Da cui si rileva: a) che il commercio è una specie di pasta di marzapane tufta effusione di proVIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì ~~. =-::50' 41,i - PLJNTRSPILLI fumi e di delicatezze; b) che nell'anno XVll:1, in tempo di guerra, ci sono ancora degli agenti di commercio ebrei; c) che il franciosismo più volte d1m41-p.ciatoè ben ra:dtcato neUo stile dei ragionieri; d) che, finalmente, ci so110, date le circostanze (e che terribili circostanze!, poveri fessi di guerra), deUe ragioni segrete ad ·aliment,are un tale stato di cose deprecabile nel commercio nazionale, di certi prodotti i11 ispecie, che non si possono mettere per iscritto. Forse per timore di q1tella indiscreta censura; o per vergogna di fare diventare docume~ to una trista speculazio~ rimuginata in torbtai cervelli. Quando verranno smessi certi vieti luoghi comuni della geografia descrittiva nazionale ? Bologna, la dotta e la grassa; Milano, la ca;pitale morale d' U:aJ.ia; e altre che potrebbero anche suona.- re offensive ormai per certe nobilissime città italiane. Possibile che il ,gergo di certo deteriore gazzettismo debba restare appiccicato al dorso delle nostre città e regi;oni, si da co1;1.Sigliare anche gli egregi autori di testi scolastici a ripeterlo all'infinito. E dire che forse si tratta di puristi nelle questioni di lingua e 1/ql, neologismo tecnico sono di quelli che te lo stampano in corsivo, come una parolaccia vitanda. A mtci di « Rivoluzione •· D' accordo col vostro neretto sulla necessità di sottolineare i motivi meno « fisici > delle, nostra lott-a. E potete vedere che anche noi siamo sullo stesso terreno. Ma voi sapete che, a grattare ben bene, c · è nello spirito fiorentino d' oggi un certo disdegno per la politica come tale (non sappiamo se per sfiducia o per vanitosa ubbia di s1meriorità). Quindi, non dimentichiamoci clella poesia; facciwmone anzi il pane quotidiano, aggiimgiamo noi, del nostro combattente e del nostro artiere; non trascuriamo la cultura; tutt'altro. Anzi, poichè non Ci è dato di combatterla altrimenti questa guerra, combattia,nola a preferenza in questo necessario settore. Ma qualche voua ricordiamoci dei motivi politici del!' azione. No11 c'è da vergognarsene. Pofe-hè là politica, nella nostra idea (e neU' tdea del fa.<;cis-,no), è scienza deUa « polis •· scienza complessa che, d'altra parte, assomma in sè anche i motivi culturali e poetici della vita del popolo. A,nzi deve averli in pri111.isstma linea. Che vn questi momenti di riduzione ·al minimo dei fogli dei giornali, in questi momenti che wssistono a-l doloroso sacrificio, nei qiwtidiani, degli spazi normal1nente assegnati alle più nobili attività uma11,istiche - iettera;- tura, teatro, cinema - ci debbano essere deUe Ditte inserzion!.ste che si prendono il gusto di a!fi,ttare per proprio conto un intero quarto di pagina per scriverci, cubitale e senza esitazioni, niente altro- che il proprio nome, ci pare che sia un taritino fuori stile. Tutto quel rinfl,ttume di articoli e di notizie accat(llStati, contro tutte le regole della buona impaginazione sp·aziosa, su di una pagina. e, lì vicino, un quarto bianchissimo e verginale, se non tosse per quel pò d'inchiostro del no1ne ! Forse siamo noi che non sappiamo comprendere, ma il confro,nto non ha potuto fare a meno di suscitarci davanti il pensiero di mastodonti,ci ventri con zecchini incastonati e la visione cli un capitalismo che ha ancora il tempo di fare pompa di sè e persevera nel trascurare l' esistenza aJ.trui. 13
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