Via Consolare - anno I - n. 9 - agosto 1940

e -abbandonata, ma ancor donna e quindi ancor capace di amore e di sacrificio, impedisce alla morte di ripor-tare una vittoria, per altro ingloriosissima, 1n quella stalla perduta, ove i profughi riescono a stento a mettersi a-1 sicuro da,11'1nondazlon.e. Questo giublllamo nel mettere a verbale, nel vedercelo detto da un poeta che ha già sacrificato allo scetticismo e al.la negazione; e questo il grido del cuore umano, che, a chi non spalanca gli orecchi alle risa sarcastiche di Belif'agor, per tamponarseli poi al suo risuonare ammone;n.te, annuncia la luce e •la indistruttibile verità. Che importa ormai, detto questo, indicare per elogiarli, i pregi formali e stlilisticl del roman:i:o? Questi scommetto ch·e si ritrovano pressappoco identici, se non talOuinto Ghermandi: l'Atleta volta più liberi e più calcati, negli altri 1avori di Steinbeck. Senonchè in « Furore • acq-ulstan rillevo solenne e inrctimentlcablle alcune pa,gine di lirica descrittiva. Qu,ando Steinbeck cl fa sentire l'onima delle cose, del paesaggio, deg.Ji animaletti, la cui vita e li cui moto nascost-1 s'indugia a descrivere minuziosamente, quasi a rivendicare la loro oppartenenza al creato; quando stende tragici veli di morte e di desolaz;ione sopra Il destino dei propri eroi che accanitamente combattono, evo- . candoli su dai cieli tempestosi e dalle sabbie riarse dei campi asseta,ti. Qui egli è un eletto poeta impressionista. E qui egli è per giunta uno dei pochi conitemporane1, veramente ·contemporanei, nel quali cioè impressionismo e espressionismo, verismo o decadentismo non son rimasti delle etichette messe a dar lustro ,aJd opere che non lo meritano. Poeti nei quali la scuola, ila fede artistica professata scaturisce logicamente, naturalmerute, poeticame,n.te dalla loro esperienza di vita. Qualche volta, è vero, ho avuto l'impressione che 1a sciatteria e la levità del racconto fosse non. più voluta a-i fini dell'arte, come spesso accade nello stile di Steinbeck, ma che derivasse da effettivo rilassamento dàla penna. Ma si finiva sempre col rialzar ila testa alla prima vollta di capitolo, e cioè quando si passava da un capitolo ;narrativo ad uno descrittivo-impressionistico, che l'autore intercala a bella .posta e col quali completa magistralmente il quadro umano-sociale. E non è vo1uto e ricercato, come qualcuno potrà pensare l'avvicinamento del pezzi più >lirici di questo •romanzo, veramente e fin:almenrte comple_to e moderno, con il modo di descrivere per impressioni visive del fenomeni ~ delle rivoluzioni della natura, che l: proprio del cinema. Chi ha un po' di conoscenza in materi;, ctocumrr,1,aria, nel leggere Steinhe~k più di una volta se ne ricorderà. Segno ancor questo, e tutt'altro che trascurabile, della vlta!Ltà dell'azione del ciillema sulla coscienza nuova. E adesso, per concludere, chi si sentirebbe di ne!!Qre che se abbiamo :potuto Tiferlr tutto questo, qui da noi, dobbiamo l'occasione al bravo Va-lentino di Milano, che sa far tanto bene, proprio e aLl'a- .merlcana •, i suol affari editoriali lil voliume infatti è in vendita al non modico prezzo di L. 18). Puntesecche Puòt>liehia110:) il seguente « sfogo » di un giovanissimo, perché sappiamo che non è dettato da personalis11ii, ma dalla stessa nostra acuta insofferenza cte/.la mediocritt1. Chi vi sa leggere tra le righe? E' una cosa che fa impressione come e quante,, oggi, si scriv-a in Italia. Viene spontaneo pensare a ciò, solo che si stia w1 poco al corrente delle novità letterarie e si sfoglino le innumerevoli riviste, bianche rosse gialle, che si vanno pubblicando. Sintomatica è la posizicne dei «giovani». Molti di costoro, appena usciti dal Liceo, muniti di un bagaglio più o me no ristretto di cognizioni e di idee più o meno originali, si credono de, padreterni e si sentono in, diritto e in dovere di blaterare a proposito, ma più spesso a sproposito dello scrittore Tale o del Poeta Tala~tro. Il guaio maggiore è che queste ccse le scrivono. E scrivono, di tutto scrivono, con una costanza e una prolificità impression,ante, dandosi d'attorno in mille modi, chè sempre c·e il giornaletto o la rlvistucola. dispo~ti a pubtilicare. Ma si potrebbe obbiettare che ciò sta a dimostrare la vivacità dell'ingegno delle nuove generazioni. Affatto. Per lo più si tratta di gente <¼rma- .ta di molta presunzione e di poca cultura; che si trincea e si maschera dietro la parola «rivoluzione» per dire le scemenze più variopinte che siano state mai dette. Credono sia sufficiente andare contro corrente per crearsi una. personalità, una originalità, che nulla, in effetto, ha di personale o di origina.le In questo modo imbrattano carta, spropositando nella critica, facendo v,irtuosismi nella narrativa., balbettando in poesia, sgrammaticando in tutti i campi. Cc;n la scusa che la moderna letteratura deve consistere in qualche co,;a di assolutamente nuovo, di « rivoluzionario», consono ai nuovi tempi (quando poi siano riusciti ad esprimere 1o spirito dei nuovi tempi, essi soli lo sanno) essi disdegnano tutto ciò che, a sentir loro, sa di vecchio e di antiquato. E cosi trascurano lo studio dei clas-- sici, di farsi una cultura umanistica, perché l'arte del secolo XX non deve aver nulla di comune coi tempi passati. Ma, se questa è l'arte moderna, l'arte giovane e dell'avvenire, io, coi miei vent'anni, ml sento molto più a mio agio coi vecchi bavosi, quelli del tempo passato, che della -letteratura ita-liana feoero la prima dei tempi moderna. BIAGIO DRADl · VIA CONSOLARE

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