Via Consolare - anno I - n. 7-8 - giugno-luglio 1940

Sedersi ad una tavola imbandita con gusto e allietata di pietanze fresche è sempre una gioia, anche se non si è dei 1nangiatori pantagruelici. E Moretti ha saputo fare fruttare la annotazione psico!Ogica, danando un titolo fragrante alla sua raccolta degli ultimi scritti già com.parsi qua e là (chi dice poi che è fatica inutile questa? NOi sia11w assidui lettori di giornali, ma siamo ben lieti di trovarCi in ma1w, an,:ta1u1-0 avanti con gli anni, un volume ripieno delle cose già amm,irate e che ora ci appaio1w in una luce nuova, nella speciale prospettiva che è propria delle duece,,totrecento pagine di cui Si ingrossa un libro). Nonostante ogni pole11iica, nonostante la sua ritrosia a co1nparire nel mondo, confinato com'è nel suo cesenatioo, a ooUOquio con le vele istoriate che gli entrano in casa dalla finestra, Ma.Tino Moretti, è uno scrittore anoora vivo. Di quelli ohe rivivono COL passare del té1npo, poiché, fatta una gran fortuna, sono stati gettati subito dopo neU4' polvere e quindi il critico obbiettivo e il lettore S?naliZiato debbo1ib ricollocarli nel Loro giusto gra.di1w. E' ancora un crepuscolare, Moretti. A parte che le catal.Dgazioni ,wn Ci interessano, possia1no dirVi che, per ,wi, lo scrittore ro1nag1wlo è stato in fo,u:i-0 fortunato nella sua solitudine, poiché gli ha valso la liberazione dalle scuole di nwda, e un uo11w dal respiro fragile co1ne il suo era destinato ad esserne preso nel risucchio; cosi invece fa parte per se stesso e, col suo gusto, interroga uomini e cose di una terra che è particolarmente feconda di tipi e di soene, creando bozzetti vivi, saporosi, u,nanis/Jici, per i quali egli presenta u1ia qualche zoniana parentela pa,nzinian,i. Ci senti il buon gusto delle lettere, ci senti l'arte del/O scrivere non per mestiere, 1na per ],,e,. vigare, finire la personalità di un uomo. No,, c'è perta1,to u1ia poetica, una ricetta. No,, ci sono gli estremi del caposcuola internazio,tale, ma cè una letteratura in .fusione, in for11iazi01te; la nuova letteratura fatta di cose vere, semplici e chiare, che non deve essere bru~e all'americana, ma italianamente ricca della tradiZione, garbata, :,iena di Sig,wrilità. Vorre,nmo adesso dire che la eleganza dello.scrivere è talvolta troppo liniata, che il garbo, la preciSione, la cura del particolare, del =torno, della piccola proporzione diventa mini,,. ziosa ? Vorre1n1no dire che lo scrittore talvolta ha. il tono pettegolo di una donnetta alla spesa ? Ebbene io credo che a Moretti questa definizione 1io,i dispiaccia. Egli fa per mestiere l'osservatore, il revisore di bucce. E' naturale che qualche volta dia nel minuscolo, nella pa.gina segue1ite senti subito di doverlo perdonare. VIA CONSOLARE FondazioneRuffilli- Forlì In questo senso, in questa capaeità di ragionare con finezza e senSibilità dei « secondi piani » del,la vita e del cuore, il nuovo libro (Pane in desco, Monda.dori, editore) ci pare l'affer11iazio1ie di una maturità elaborata e nOi augurianw che molti si asSidano al desco casalingo e si ricanosca;rio u01nini di robusta e 01iesta fante per la bellezza e la verità che nascpno spontanee daUe pieghe di ogni giorno. ,;, Un libro che ''°'' Si raccmnanàa per la eccezi011alità degli episodi, che non è un capolavoro ci; stile e che pure interessa e si rende piaoevole è quello ulti,no di Regina Terruzzi ( R. Terruz,. zi, Adolescenza deli' Ottocento, vallecchi, editore). Osservazione originale sulla delicatisSi1na età dello sboccio della figura e del/! a.ninia uniana dàmw un to,w particolare al libro, cosi come le reazioni dello spirito giOVa,- nile alle bru.sclie prove del dolore e, più ancora, al 11iale di cui si accorge essere deturpata la vita, sono composte in masse ben proporzionate, in succesSioni che raggiungo,w il ritmo enwtivo del ro,nanzo. A 1wi, però, il libro ha i,v/ieressato soprattutto per lo sfOltdo storica clie lo rende prezioso in questo 11wmento di aspra critica aN epoca borghese. La borghesia vera, no,i quella pettegola e salottiera, la vedia1,w venir fuori da questo volum.e, con una brava coooarda trico-- • !ore sul pebto, un attaccamento alla fa1niglia, un senso dell' 01iestà, una tenacia di lavoro che colp;sco,w; nia nel tempo stesso noi vi scorgia11w, nel suo eccesSivo senti1nentalismo, nella mancaaiza di grandi visioni ideali, neU' assenza di una vera ed ampia cultura, le ragioni del suo asserViniento aué idee di fuorivia e della sua inadegua.tezza ai num;i comJ)iti di pote1izia.mento nazionalr La vecchia M ila110, dalla ,°ne tà del secolo scorso in avanti è · tu,tta 1tello sfondo, a cominciare dalle cinque giornate, viste fuori ctaU' alone epico; le polentiche del risorgi11iento le vediamo nei loro riftesSi popolaresc1ii; è, -per twi gioVani, una storia in mino.. re che diverte e diventa una buona scuola di osservazioni e di applicaziOni per la fonnaziOlie di quel senso storico che mamca purtroppo tanto ai nostri giorni, per il quale la gente di cultura dovrebbe distinguersi dalla capacità di Sisteniare prospettica1nen,. te gli avvenimenti; si da perdere di vista Ciò che è ,nera.niente episodico. Un tenipo, un libro di Giovanni Papini, - qualsiasi fosse l' argoniento -, scuoteva l'interesse di molta gente e tra questa, e ,wn ultinia, discreta schiera di giovani, attirati da un ,wme clie aveva al suo attivo, insie11ie a Soffici e ad altri pochi, un certo 11t0Vi11ie1itoche sapeva, ,wn solo di nuovo, ma addirittura di rivoluluzionario e delle idee e delle tradizioni letterarie. Questa specie di « tono » che sapeva di avanguardis11w s' è sostenuto per u,i certo periodo, 1n.a da qualche anno, pur ri1nanendo la « curioSità » per le novità di Pap;ni, ''°" è di/ ficile acoorgersi cl<e l' interesse è scemato. Non tutto il «nerbo» nè lo «stile» sono somnparsi, cerf;o però alie una qual certa rilassatezza generale è più che nianifesta, anche se l'Orco ogni tanto accenna ad un tentativo dt riapparire nella sua intera energia. So1w attimi, e quindi una nonnalità, staremo per dire comune, prende subito il posto del folgorio, ed in breve inghiotte nel «mediocre» anclie quegli attimi di ritorno alle giornate felici. I sediCi racconti deU' ulti1no libro apparsi per i tipi di Va/lecchi: « ngure uma,ie », nonostante il titolO' che li prende in blocco, esprimendosi con una insegna indovinata, piuttosto «galeotta», sono Più clie probanti a favore di quanto si è detto. Infatti, ricercare in queste pagine il Papini del periodo migliore è fatica spr.ecata. Sono sediei figure u1nane si, sotto certi aspetti, nia niancano, - eooeZione di una -, di quella dose di cuore e di sentimenbo per CUi u1ia figura può vivere di vita, propria. La to,uùità in minore ha pure tolto il nwrdente a certa violenza di aggettivi, ed a1iche la diminuita foga sta a dimpstrare l' avvio in discesa della cer.ebralità papinia1ia. In tutti i racconti e' è una pesantezza particolare, data soprattutto dalla eccessiva presenza delP autore nel racco,ito. Per questo le figure 1wn si muovo,io 1n.a appaio1w legate, qua- ,t impacciate da una descrizùnte e/te è più che tutto letteraria per la letteratura, caloolo di periodo e di parole, alle quali nellq intenzione sol1,- ta deU' autore Vien serbato il compito dell'effetto soltanto. E' risaputo certamente miche dal Papini che della letteratura, e non sol.o bella, nia anche 1nagnifica, se ne può far.e con l'aninia più che con il cervello; basta lasciarla libera, senza opprimerJa. e fare in modo che tutto l' insie11ie dato dall'intelletto, dallo spirito, daU' anima e dal cuore, Si svolga in nianiera equilibrata, 11ia più clie tutto Si1icera, sempliCe e limpida. Tenti di violentare il vecchio mo11do, sosti ed agisca in un'oasi niai sfruttata vedrà che i giovani saran1w a1icora con Lui; diversamente ... 23

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