Via Consolare - anno I - n. 5-6 - aprile-maggio 1940

Ol~IIA\~I1EI1LAI\BOl~fll~IIESIIA Forse l'unica bellezza del primo romanzo H Memorie 1nuti li » - lo scriveva appena ventenne - di Alfredo Oriani è nel protagoni1sta Ugo Olivieri, che, romantico in ritardo, si trova sperduto, con j suoi ,sogni permeati ad un tempo di idealismo e di materialismo, nel mondo borghese del secolo XIX declinante ; ma - e ,sono convinto di non scoprire nulla di nuovo - in Ugo Olivjeri è tutto Alfredo Oriani, o meglio, se voiliamo accontentare la sua mania giovanile di firmarsi con uno ,pseudonimo, Ottone di Banzole, ,lanciante, fiero della •sua gioventù e della sua genialità, la sua vana sfida al mondo : vana e ,dannosa, perchè iil romanzo non esce certo - pur opera di un ventenne - dalla ,mediocrità e perchè questo suo altero dispregio per la società che lo circondava gli aliena subito, al suo JPrimo apparire nell 'agone letterario, tutte le simpatie dei lettori, jn maniera da no~ riuscire più - lui vivo - a riguadagnarsele, Infatti eisaminando in alcune decise pagine con amoroSOI, appassionato stuct)o, che fa presentire il futuro storico, l'aspetto delle classi· •sociali quali s,i presentavano in Ro- · ma, ,sul finire del governo pontificio, critica l'aristocrazia morente, delinea con vigore il ,popolo che, purtroppo, g1i sembrava rinnovare la plebe del basso imipero, cadente un giorno come il potere temporale allora, ma so4 Fondazione Ruffilli- Forlì pratutto disprezza, ironico e superbo, la borghesia : <C,, .prooato un forte disgusto p,er la borghesia. Victor Hugo scrive : che il dire ~ uno : borghese, vale un insulto, e ha ragione>>. Se Roma, dopo di averlo fatto fa.ntasticare classicamente e romanticamente insieme, con il quadro disgustoso .della sua modernità lo aveva reso scettico, istanco del mondo e degli ideali, l'ambiente proviinciale bolognese lo induce aJla reazione ; non vale la pena di chiedersi ancora : <C La vita è una lotta, De V auvenargu.e? E il premio sai dirmelo? », quando invece la vita sembra uno stagno in cui tutto imputridisce ancor prima dii morire ;per questo nei capitoli dell' (( Al di là » la borghesi~ è descritta con ribellione e con repulsione, fino ad affermare che eSGa è cc il trionfale aborto deUa nostra civiltà, il capolavoro del nostro 'buon senso cristiano e della nostra saggezza economica, del filosofismo liberale e delle rivoluzioni medioevali e francesi >>, E probabilmente proprio questo vivace contrasto con la realtà borghese,· che non rie1,ce a contenersi nell'animo dell'autore, ma ha bisogno di esprimersi con violenza, fa sì che i primi romanzi, sempre troppo autobiografici, , rtcchi di passione quanto di para- .dossi, trovano in loro stessi la loro condanna : e i lavori dello scrittore .romagnolo migliorano quando va scomparendo queBto ego1st1co, pretenzioso, continuo magnificare e parlare dii sè stesso, nel confronto, più o meno .accentuato, con il mondo contemporaneo, Quindi nei romanzi miglior-i pare che l'ardore del giovane si sia addormentato _quasi che l'abitudine a quel mondo negativo ne abbia lenito fasprezza, affievolita la voce son~ra ; si può addirittura obiettare che la borghesia sembra aver penetrato anche l' animo dell'autore, ma approfondendo l'esame si ,sente sempre v,iva l'opposizione fra i _.personaggi e il romanziere, che riesce a creare il capolavoro quando il lettore viene inconsciamente trascinato a yivere figure terribilmente, borghesemente umane, il cui dramma è in sostanza di agire, quasi come sotto ) 'incubo di una condanna, pensare, tormentarsi, morire, sepolti nel mondo greve e soffocante di Madame Bovary, Mentre Carducci esorta retoricamente con le figure del tem1po andato, mentre D'Annunzio blandisce i sensi del secolo ormai stanco, Oriani lo flagella, lo perseguita, lo rimprovera r,infacciandogliene l'anima misera, rappresentata particolarmente in cc Vortice » e in cc Gelosia >>,E quando finalmente il suo an~mo di storico ha il sopravvento, n~n manca di ,presagire la sconfitta della borghesia: H L' aristocrazia non _ama e. non lavora, la borghesia lavora e non ama, la plebe ama e lavora,,,,. perchè l'aristocrazia è morta, VIA CONSOLARE

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