Via Consolare - anno I - n. 4 - marzo 1940

Una sindacale provinciale d'arte è sempre un fatto limitato nel panorama artistico della Nazione. Si pensa subito alla fatale aceozzaglia delle tendenze e, peggio, all' inevitabile conglomerato delle cose buone con le inutili pezze d'appoggio dell' ambizioncella di Tizio o della sterile senilità di Sempronio. Eppure non c'è nessuno che non debba alla fine riconoscere l'utilità di queste manifestazioni periferiche. Il pubblico meno sma• liziato accorre, gli artisti hanno modo di saggiare sulla pietra di paragone della critica i loro mezzi e, quando l'organizzazione è a puntino, tutto si risolve in <Jantaggio della cultura e in uno sprone alle iniziative individua li. Quando poi una mostra provinciale sa rilevare l'artista, un paio di nomi, essa assurge a chiara importanza di segnalazione e di selezione. Questa sindacale romagnola, allestita con la semplicità dettata dai •mezzi, ma con una perfetta praticità funzionale ed estetica, ha il pregio di documentare alcuni artisti già noti, ma meritevoli di una rinomanza più vasta. Nomi? Luigi Servolini, silografo, il Pasquini che allinea disegni e acquarelli pervasi di una festosità che riempie di gioia p,i vivere, il Bencini che ha par• ticolari d'osservazione squisita, Giovanni Marchini, Morigi, Giovannelli, Morri. 12 FondazioneRuffilli- Forlì Non vogliamo scendere all' ana• lisi individuale per poterci mantenere invece nella osservazione del fatto complessivo : « mostra sindacale » ; diremo quindi di ave;e notato in genere una larga capacità costruttiva del paesaggio e di ambienti animati, una decisione risoluta, spirante dai ritratti, una gran fertilità caricaturale, felicità di applicazione all'artigianato in quel classico piano d' incontro che è la ce- . ramica e la terracotta. In una parola, ci accorgiamo che la mostra è ambientata ; ci dice che siamo in Romagna, per la scelta dei soggetti e per il modo di renderli. E questo credo che possa essere d'esempio alle mille mostre consimili che si organizzano in tutta Italia. Tenerci a rivelare l'ambiente da cui l'opera nasce; è [!,ià _un legamento colla realtà, coll'umanità. Le nostre vecchie scuole ebbero tendenze chiaramente regionali ; forse che per questo noi non possiamo riconoscere alla pittura e all'arte italiana una linea di svolgimento unica e caratteri inconfondibili ? PESTAPEPE La lampada bianca e rotonda si spande sui vetri azzurrati: s'urtano il lume e la sera dentro gli specchi inquadrati. Fra queste due Luci, una densa e fresca, e l'altra stridente e nervosa, rimane costretta, nella finestra, la mente. Le mani posate sugli occhi oscurano tutta la stanza. Si libera in sillabe un suono ritmandosi come una danza. GIANNA ROSA MURRI VIA CONSOLARE

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==