......................................................................................................................................... ·-···-··········--··-·--··--·-·-·-·-···"··-·-·-·---·-··-··-·- ··· ·-·- · ····-·-·-·--·--·-·-·- donna Donna, per te m'è parso di morire. Il cuore si è fermato con un sospiro di vene e ho chiuso gli occhi pregando per non vedermi ombra nel buio. Allora, ogni giorno morire vorrei, ho sentito sopra le palpebre posarsi dolcemente inquiete le tue labbra, leggere ali di rondine nell'aria. In tale addio sento che tu rimani e nel tuo fiato sano, giovine la vita già ti dona un sollecito oblio. Sarai felice ancora : d'altri uomini la femmina e il canto, qualcuno risolcherà il tuo corpo di statua finora al mio piacere senza segreti e senza tregua come al villano la terra arata. Ma questa è una seconda morte cui, contro ogni legge, io mi ribello. Donna, suona le campane e prega di lasciarmi risorgere nei tuoi occhi. FIDLAGAMBETTI (da • Figlie d'uomo,) Natale Bencini - Pagliai VIA CONSOLARE 11 FondazioneRuffilli- Forlì
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