Via Consolare - anno I - n. 2 - gennaio 1940

PANORAMA Almanacchi 1940 Vogliamo risparmiarci la solita malinconica citazione della prosa leopardiana a proposito del venditore di lunari? Certo si direbbe che essa abbia fatto breccia nelle cervici dei lettererati italiani poichè nessuno di questi almanacchi per il '40-XVIII si attenta a previsioni per l'avvenire, a fissare prospettive probabili per il cammino della nostra arte e del pensiero nazionale nel più prossimo futuro; e neanche ci troviamo, la piroetta, lo sberleffo carnevalesco con cui erano soliti nel passato, i f acitori di lunari, da quelli popolari a questi artistici, di sventare il cumulo di pesanti meditazioni che il trasbordo da un anno all'altro reca fatalmente con sè. Aria da ordinaria amministrazione su tutta la linea, posatezza da an• togia e, se vogliamo, garbo e scel• tezza come in un'antologia ben fatta, ma trovate poche e nessuna di quelle novità che, se nqn ti indicano una strada maestra, almeno ti aprono uno spiraglio diverso dalla solita finestrella a grata quotidiana. Una osservazione; come mai tutti gli al• manacchi allineano pressappoco le stesse firme? È, questa fatica compensata degli almanacchi, la tredicesima mensilità di molti scrittori italiani, almeno di quelli incoronati? Almanacco dei visacci. È anche quest'anno la rassegna più viva, quella che sa più di cenacolo, appassionato; sopratutto essa sa ancora abbandonarsi al frizzo e alla battuta mordace, segno di giovanilità e di smaliziatura che non sa però adattarsi al mestiere. A un certo punto una amabile schiera di poeti e di pittori ti porta a spasso per tutti i paesi dei cinque continenti e 28 FondazioneRuffilli- Forlì nelle borgate della fantasia. È un buon richiamo ai sedentari verso le vastità inesplorate del mondo e dello spirito. Fra le migliori guide per questi viaggi sono da segnalare : Gallian, Bargellini, Maffii, Marti• nelli e Magni. Beltempo. È uscito a cura di Falqui e di De Libero. I due raccoglitori lo hanno ben congegnato, ri• pulito, forse piallato e ce lo hanno presentato terso, come un vetro di bacheca. Solo che, come a questo, ti riesce difficile e quasi pericoloso ac• costarti. Prose sceltissime, spiluzzicate fra mille e difatti, se osservi, trovi che le hanno mandate gli autori più ospitati dai giornali e sono gli « elziviri • e anche i pezzi di colore meglio riusciti. Quei nomi dei mesi che trovi ad ogni tanto per le pagine non sai che ci stiano a fare. Perchè non hanno fatto una documentazione retrospettiva del migliore 1939, invece che un calendario del 1940? In ciò è anche contenuto il miglior giudizio per il volume. Esso, a buon diritto, testimonia per il futuro dell'anno trascorso ed è completo anche sotto l'aspetto delle cronache letterarie estere. Come morale della favola, ci vien fatto di esclamar convinti: « Come si sono fatti bravi i prosatori italiani!•. Il tesoretto. Anche qui che stanno a farci i titoli dei mesi ? Una pura convenzione. Sveltiamoci quindi e facciamone a meno! Il volume ti dà l'impressione di uno scrigno in cui sono deposte e gelosamente guardate alcune gioie. Qua e là t'imbatti in una serratura a segreto e guai se non possiedi la parola magica. V ogliamo dire che l'incenso ermetico non manca. Lo respiri nell'aria e talvolta dà veramente fastidio. Al solito la forma la vince sul testo, la introspezione, sulla valutazione panoramica. Ad ogni modo potranno interessarvi le immagini a tutta vagina di Quasimodo, Sinisgalli, Ungaretti..... 1l mestiere di poeta si va. facendo interessante. Almanacco letterario Bompiani. Un editore di gusto lo lancia e lo cura da par suo. Ha chiamato al• cuni competenti delle singole branche ed ha ad essi commesso alcune valutazioni complessive di ciò che si fa in Italia e all'estero nei vari campi artistici - talvolta costoro se la sono cavata un pò alla sbrigativa - e ha aggiunto di suo la discutibile trovata del calendario a decenni (presentazione degli anni 1910, 1920, 1930 e 1940) e un'altra interessante : cioè una vasta documentazione di lettere degli uomini più cospicui degli ultimi tempi. Sia• mo da questa testimonianza racconsolati e un pò spaventati dal fatto che molti scrittori e artisti di oggi - troppi, - quand'erano giovani, la pensavano press'appoco come noi, « mutatis mutandis»!..... Comunque l'interesse resta sveglio fino alla fine e, ai fini pratici, di avere una catalogazione delle migliori opere uscite nell'anno e una documentazione degli stati di fatto, esso serve molto più di altri « aristocratici> e schivi da cronache. In altro campo dovremmo dire bene dell'iniziativa della Casa Editrice Marzoccoper l'Almanacco agrario, l' Almanacco della donna italiana, l'Almanacco italiano. Una squisita signorilità distingue la pubblicazione femminile, tesa ad un ideale dì donna umanista, attenta alla coseVIA CONSOLARE

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