Via Consolare - anno I - n. 2 - gennaio 1940

sbalordimento suscitato, potè en• trare come uno di famiglia fra i tanti elementi eterogenei, ma appunto perciò tutti abbastanza fusi e confusi, che costituivano quella babilonia di espressioni e manifestazioni, monche, for• zate, stentate, del malfermo spi• rito di allora. Vi assunse anzi ben presto una posizione di predominio, come è facile capire se si pensa alla sua straordinaria forza di attrazione ; forza dovuta più che alla sua prodigiosa novìtà, alla rispondenza totale del cinema a quel bisogno di un mezzo di realizzazione, concreto, inesauribile, vivo, per così dire ; che non appagasse insomma - e non a parole sulle « réclame » dei giornali - quella tormen• tosa sete di svago e di ncrea• zione densa e sostanziosa - ma immediata e facilmente recetti• bile - da cui era arso lo spirito. E q"uesto appagamento si doveva compiere proprio col culminare della secolare esigenza e dei molteplici tentativi, sia dell'arte che della scienza, di dar vita e realtà esteriore alle immagini inerti, di muovere i volti e le membra delle figure fino allora immobili, quasi impietrite, sui muri di Altamira, sulla perga• mena dei miniaturisti medie• vali come sulle tele del Ve• lasquez. L'artista insomma, o .meglio l'uomo, in questo caso, ambiva di infondere anch'.egli la vita reale alle sue crea• ture, che fino allora gli sem• bravano incomplete, perchè condannate all'immobilità, così come poi gli sembreranno an• coi-a tali percbè mute, perchè monocrome, perchè in superficie. 20 FondazioneRuffilli- Forlì Rudolph Arnheim, forse, a questo punto, ne dedurrebbe che, essendo decaduto in lui il senso estetico, e non sentendo più la bellezza e la ragione tutta ideale di.tali limitazioni, l'artefice umano stesse incamminandosi a perfezio• nare la tecnica al punto da poter riprodurre integralmente la.realtà. Insomma quel che è certo si è che, l'insoddisfazione spirituale (e come poteva sentirsi soddisfatta una società che non esi• tava a porre la propria anima sullo stesso tavolo dove anato• mizzava gli insetti e avrebbe giocato volentieri alla «roulette» di Montecarlo?), l'insoddisfazione del proprio stato, delle proprie realizzazioni, aveva portato a cer• care nel rinnovamento dei mezzi il sorgere di un salutare cam• biamento di contenuto. Ma avanti che risultasse m tutti i suoi vantaggi la conquista reale che l'umanità aveva fatto rice• vendo un siffatto eccezionale strumento, questo doveva rima• nersene per qualche tempo in• fruttuoso ed assai male impie• gato. Così come un bel giocat• tolo delicato, che un bambino ammira stupito e rigira da tutte le parti, senza saper come farlo funzionare. Ora, le qualità potenziali del nuovo mezzo, tanto prezioso che, se talora come nel '21 poterono esser sopravvalutate, ancora at• tendono un più consapevole sfruttamento, una debita reinte• grazione di valori e di limiti, si potrebbero fin d'ora distinguere in due principali categorie: quelle commerciali, che ven• gono dalla possibilità insita nel cinema di soddisfare incessantemente innumerevoli folle, sì che lo han reso ben presto insosti• tuibile per il cittadino moderno, e quelle di natura tecnica ed artistica. Vero è che le prime, per esser forse più abbondanti, di certo immediatamente constatabili e più facilmente sfruttabili, tardarono assai meno a trovare i loro scopritori che non quelle artistiche e più essenziali, forse ancora non del tutto definite, come appunto avremo modo di constatare nel corso di questa esposizione. Ma è pur sempre giusta la frase dello Spottiwoode, che « il ci• nema fu inventato qualche tempo prima che fossero scoperte le sue possibilità commerciali » • E veniamo a chiarire. Anzitutto occorre tener presente come ovvia specificazione, che una cosa è l'apparato meccanico per cui si riesce a restituire le immaginj in movimento, una cosa è quel complesso di modi fotografici, di inscenamento, di riproduzione visiva, di diverti• mento spettacolistico popolare, insomma, a cui - in relazione alla macchina che li ha resi possibili - si è dato lo stesso nome di cinema. Ma sovente abbi~m dovuto constatare quanto sia da deplorarsi la mancanza di un'ulteriore distinzione ter• minologica. :È infatti anche per questo che si è ingenerata la confusione fra la natura della arte cinematografica e la mec• canicità del mezzo cinema, e per questo che sovente non ci si intende appieno quando si dice tecnica cinematografica. (1) Ora, scoperta la macchina ciVIA CONSOLARE

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