vo,ce Nell'aperta chiarità lunare della notte d'estate, quando 1UJllacam• pagna il sonno non vuole arrivare chè c'è il conto del raccolto a fermar/,0 per strada e /,O ,tridio dei grilli e le immagini delk bru1UJragazze d,,gli occhi lampeggianti come battagliere vergini antiche, senti alzar,i nella pianura romagnola la " canta ,,. l vecchia come la nostra anima; ogni generazione ha cambiato qualche coJa nella pronuncia, nienu n.el ,ignijicato, tanto che questo qualche volta si perde ,.,,ll'oscurità delk antichissime tradizioni e ti parla solo per una specie di intuito atavico. La "canta,, segue il romagnolo. Lo seguì nelle trincee·; lo segue ora nell'Africa, dove questa no.stra terra esuberante di vita, si rinnova. Mi son trovato talvolta lontano dal mio paese, col cuore un poco stretto come in un pugno : la nostalgia, che ogni romagnolo sente pur senza volerselo confessare, per non sembrare a se stesso un debole. Ma è bastato allora che un coro dei nostri « canterini • mi facesse giungere, attraverso la radio, le sue voci, colla risonanza di melodie tipicamente nostre, perchè la indefinita nostalgia pigliasse forma più definita e tono più sentito. Che cos'è per noi romagnoli, il canto, il nostro canto? t la nostra voce di cui non sappiamo fare un'ostentazione, giacchè troppo la sentiamo gelosamente nostra, tanto è vero che le belle «cante » romagnole si alzano, nel fascio intonato di voci calde e gravi, soltanto nei momenti cui il contadino, l'operaio, il gitante si trova s u L L A Giunsi aJla via Emilia ! V in compagnia con altri suoi conterranei e non deve dare spettacolo di questa abilità canterina. Ho sentito molto spesso .cantare e talvolta ho cantato anch'io in momenti in cui ci si sente più isolati dagli uomini e più a contatto della natura: nelle notti calde d'estate, quando pare che la terra ci aliti il suo effluvio e tutta la natura ci parli colla sua voce grande. il canto allora si leva ed è l'anima del romagnolo che « si mette in libertà», quasi inconsciamente, e si lascia trasportare dall'onda melodica. Altre volte il romagnolo canta anche davanti a, potremo dire, estranei, ossia· a non romagnoli, ma quando è lontano dal suo paese; e allora, unito ai corregionali, lo fa per ricreare, quasi a dispetto di tutto, un poco della sua terra, e la crea col canto e in esso si estrania da luoghi e I A e o H persone, giacchè ha ricostruito « l'aria di casa•. Ed è come quando ci viene recato qualcosa di nostra terra a ricordo di essa, magari la «pie•, la tonda focaccia che gustata fuori del nostro paese ne è per noi simbolo e sapore. Oh, Dio, la pie! Udor da cà..... Quante volte la canta di trincea del nostro Pratella ci ha scossi e ci ha fatto sentire che cosa fosse per noi questo grande amore della ·nostra terra! Amore che si esprime col canto vigoroso e appassionato, e sarà sempre questo, per chi s'allontanerà dalla sua Romagna, la voce del suo paese, « l'odore di casa•, « l'eria 'd Rumagna », il sospiro che più presto lo spingerà sulla strada del ritorno. Ivo Pini s o L A R E Il paesaggio era solenne, l'ora severa. Un tumulto di memorie, di pensieri, di sentimenti mi sopraffece. La ~ia Emilia immensa e vuota mi si allungava davanti: non un rumore passava nella sera, non una forma saliva dai campi. Il cielo plum.beo sembrava aver perduto persino il ricordo degli astri, sulla terra bruna erano cessati tutti i colori ed i moti della vita. Una inerzia crepuscolare copriva la natura arrestandone I' in6nita instancabile varietà ; e la via Emilia aperta per essa, da una storia di quasi tre mila anni, altrettanto nuda e deserta, pareva annunciare che anche la steria era finita. Una stessa sera couchiudeva le date dello spirito e i giorni della materia, le epoche della tçrra e i secoli della civiltà. Per quanto cupa la notte e il sole cocente, il passaggio non si è mai arrestato sulla strad~. I campi a certe ore sono desertj,. u1a la stralla non lo è mai, giacchè i mutamenti più terribili e subitanei della natura vi sono senza efficacia, e ogni tem• porale è sempre sicuro di trovarvi qualche infelice su cui aggra,•nrsi. Gli acquazzoni sono rari, il fiotto umano in~essaute. NulJa può fermarlo .... sulla stessa pietra miliare si sono !-!edule tutte le umane varietà dal mendicante ali' imperatore, e tutti banno consultata In sua cifra interpretandola d' iufiuiti significati. ALFUEDO ORIANI da "Fino a Dògali,. VIA CONSOLARE 3 FondazioneRuffilli- Forlì
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